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Autore: Jenny Ramone    26/08/2015    2 recensioni
Joan,Annie,Diana e Meg: quattro ragazze diverse, quattro storie, quattro amiche, una passione in comune:ognuna è innamorata di un componente dei Ramones.
Prima groupies, poi cover band dei loro idoli:li incontreranno e ne condivideranno l'amore,i successi,le gioie e i dolori.
Fino alla fine.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Hey bellezza sta volta ti chiedo io di parlare.
R i u n i o ne   s t r a o r d i n a r i a! Siediti e discutiamo, noi che teniamo le redini di questa band”.
“Annie, cosa vai blaterando? Ti sei svegliata con la luna storta stamattina?
Non dirmi niente che già sono incazzata con quella cretina di Diana che adesso vuole portare quel cameriere italiano qui e se non l’avessi fermata in tempo se lo sarebbe portata dietro in tour.
Brutta imbecille.
Non la sopporto quando fa così.
Da che parte sta?
Me lo chiedo sempre e ancora non sono riuscita a darmi una risposta.
O con noi o contro di coi.
Punto.
E se decide di stare contro di noi e abbandonarci, giuro  che le tiro il malocchio!
Io la strozzo quella là! Oddio, mi sale la pressione…”-Joan si accasciò su una sedia, con le mani tra i capelli.
“Si ok…gestire una band: lo stai facendo in modo totalmente sbagliato.
Cosa c’entra Diana, il malocchio e il cameriere? C’è qualcosa che non so…? Insomma, che Diana è un’oca patentata che pensa solo a truccarsi, vestirsi, uscire,divertirsi e bere lo avevamo capito il giorno che l’abbiamo assunta.
Anzi che l’hai assunta, perché l’hai assunta tu, me lo ricordo benissimo.
Queste parole ti dicono qualcosa?
“…non litighiamo… ti do la possibilità di provare con noi, ora vediamo se al concerto riusciamo ad avvicinarli… Ora vado a mettermi lo smalto però ti avverto: se vuoi che rimaniamo amiche non fare cazzate!”.
“E comunque non ti conviene farle il malocchio-concluse Annie- dicono che se non sai lanciarlo bene e sbagli qualcosa ti ritorna… sette volte più potente!”.
Imparerò oppure chiederò a Meg.
Ci vuole un oggetto della vittima?
Prenderò il suo basso di merda.
Non la sopporto più ti giuro”-la chitarrista battè un pugno sul tavolo.
“Joan ti prego calmati un attimo.
Uff… come ci siamo arrivate fin qui?
Ti ricordi come eravamo unite quando è nata Suzy, quante ne abbiamo passate insieme a Parigi, a Roma, in giro per gli U.S.A?
Smettila di fare così,è solo dannoso fidati”.
“Io ci provo ma non ci riesco… è più forte di me.
Comunque di cosa dovevamo parlare che mi sono persa?”
Annie guardò l’amica e esitò un momento prima di ricominciare a parlare…
“Senti Joan, io ci ho pensato bene…insomma stavo pensando che dopo questo tour sarebbe ora di smettere… non perché non mi piaccia quello che facciamo, piuttosto perché mi rendo conto che non riusciamo più a starci dietro e non credo sarebbe giusto nei confronti dei fans offrire loro uno spettacolo al di sotto delle nostre capacità solo perché siamo sempre di fretta perché una deve correre a dare lezioni di batteria, una deve seguire suo marito, l’altra la sua bambina, l’altra deve stare dietro a madre e sorella…poi so bene che ti hanno offerto di collaborare vari musicisti, non vorrei che buttassi via la tua grande occasione.
Dopo l’ultimo tour in Asia direi di cominciare a salutare i nostri fans…insomma, se vogliamo fare una cosa più graduale potremmo fare un ultimissimo grande show in America…ma secondo me è meglio che non andiamo avanti o rischieremmo di deluderli”.
La chitarrista aveva ascoltato attentamente il discorso: non poteva dirsi sorpresa dalla proposta della sua compagna.
“Senti Annie, io lo capisco… ti avrei vatto io stessa un discorso simile tra un po’ di tempo.
Anche a me dispiace, soprattutto per i fans e per Meg: sai già che la prenderà malissimo una notizia del genere, essere nella band era la sua unica valvola di sfogo dal suo passato.
Però ti do ragione, dovremmo farlo.
Anzi, ci sto.
Dobbiamo parlarne con Meg e Diana però sappi che hai il mio sostegno.
Mi rattrista dover prendere questa decisione… non sai quanto.
 Anche per i ragazzi e perché non so come potrò portare avanti il mio matrimonio e questa è la cosa che mi preoccupa di più.
Però è necessaria per andarcene in grande stile”.
Annie le sorrise: un sorriso triste e malinconico”No, per andarcene in grande stile ci voleva il morto!
Una di noi si doveva sacrificare, è così che succede nelle grandi band: guarda Jim Morrison, Brian Jones, Sid Vicious,Jimi Hendrix, Janis Joplin…”-disse cercando di risollevare il morale della sua amica e facendo in modo che si mettesse a ridere.
“Va bene.
Appena tornate dal Giappone ci metteremo in moto.
Ci vuole una conferenza stampa tutte insieme.
Poi io e te che siamo le leader e quelle che gestiscono i fili della band andremo a parlare a MTV per rendere ancora più ufficiale la cosa e poi scriveremo una lettera ai fans…e torneremo da dove siamo venute”-spiegò la chitarrista, ritrovata improvvisamente lucidità.
 *********
 “In Giappone?
E’ lontano…meglio così, non ne potevo più di studiare.
Ma guarda un po’ qua…eyeliner, rossetto, matita e brillantini!
Ti tratti bene Diana!
Ci credo che poi hai tutti i cagnolini dietro che sbavano e li prendi pure dall’altra parte del mondo come Matteo…
Non mi dire che ci sali sul palco truccata così,siete una cover band dei Ramones, mica dei Kiss!
Me li presti?
Tanto in Giappone a cosa vuoi che ti servano, a vestirti da Gheisha?”-Lily aiutava la bassista a fare le valiglie e ogni tanto si appropriava di qualche accessorio”oppure…oppure non ti servono in Giappone ma qui per un appuntamento con il cameriere?”-scherzò la ragazzina, disegnando un cuore con il rossetto sulla guancia di Diana.
La bassista la fermò, costringendola a guardarla negli occhi: “Mi sa che te li puoi anche tenere i trucchi, tanto non credo che mi serviranno più...”.
“Cosa vuoi dire? Spiegati meglio…”.
“Non so bene come dirtelo… uff, forse non dovrei nemmeno  parlartene.
Ho come una sensazione negativa…sono così confusa…
Tu non ti preoccupare”.
“Ma certo che mi preoccupo! Sarò anche una bassista sostitutiva però se permetti lavoro per te quindi mi spetta sapere cosa ti passa per la testa!”-sbottò.
“Ti ho detto che non è niente.
Domani andiamo in Giappone, adesso calmati e vediamo di goderci il tour”-Diana chiuse l’argomento. ********
“Ahhh buon pomeriggio Hilly!”-Annie entrò al Cgbg e si sedette al bancone, seguita dalla chitarrista.
Accese una sigaretta e si guardò intorno:” Uhm, com’è che hai aperto così presto oggi? Fai le pulizie per stasera? Dacci due birre va!”-domandò.
“Si, davo una sistemata al locale”-rispose il gestore mentre portava le ordinazioni alle ragazze”non dovreste bere già a quest’ora, prenderete una brutta strada se continuate così voi due”.
Intervenne la chitarrista:”Non ci turbare che queste saranno le ultime birre che berremo per lungo tempo… in Giappone ci toccherà bere il sake, che orrore”
“Eh si questi sono i problemi della vita… ma io ho un problema più importante da sottoporre a voi due signorine…”-indicò un ragazzo seduto solitario ad un tavolo”quello là viene ogni giorno al Cgbg da quando vi siete esibite l’ultima volta.
Aspetta ogni giorno di poter incontrare Joan e Annie… non so per quale motivo.
Lo conoscete?”.
Le due si girarono contemporaneamente verso il tavolo indicato da Hilly…
“Non ci posso credere…”-Joan guardò il ragazzo seduto con grande stupore.
“Ma è lui! Il maniaco dell’altra sera! Hilly, chiama la polizia!”-le fece eco Annie, nascondendosi dietro le spalle della chitarrista.
Il gestore le guardò stupito: La polizia? Non fatemi preoccupare vi prego!”.
“ Si ci ha seguite dopo il concerto e ci ha detto che ci vorrebbe scopare entrambe, è stato davvero viscido”.
“A me ha detto di essere un vostro fan e volervi parlare, niente di più.
E’ qui da una settimana, potreste anche sforzarvi di andare a salutarlo”-suggerì Hilly.
Le due si avvicinarono al tavolo dove era seduto il ragazzo, un po’ esitanti.
Fu Joan ad intervenire per prima: lo fissò un attimo, aveva davvero uno sguardo magnetico, doveva riconoscerlo.
Poi domandò, fredda:” Cosa vuoi da noi?”.
“Innanzitutto volevo scusarmi per quello che ho detto, ero ubriaco, non mi capita spesso.
Non volevo fare una figura simile e mi dispiace che pensiate che io sia un maniaco.
Però ve lo avrei detto lo stesso in modo più educato ragazze… è molto che vi seguo e devo dire che mi piacete entrambe moltissimo.
Io mi stavo chiedendo se vi potesse andare di conoscerci meglio… si, parlo con entrambe.
Non necessariamente per finire a letto insieme, anche solo per essere amici… poi vediamo come vanno le cose”.
Le due rimasero davvero a bocca aperta.
“Senti perfetto sconosciuto, innanzitutto cominciamo con le presentazioni, calma un attimo prima di passare al dunque.
Io sono Joan, lei è Annie, lo sai già. La domanda è: tu sei…?”.
“Brian”.
Annie si fece avanti, spavalda:” Ok, Brian… mettiamo pure che questo sia l’inizio di qualcosa.
E adesso? Cosa vorresti fare? Cos’è, credevi che visto che siamo ormai famose andassimo in giro a darla a tutti?
Mi spiace ma le groupie versione uomo devono ancora inventarle”.
“Esatto, Annie ha ragione.
Però potresti essere nostro amico… diciamo che da questo momento sono aperti i giochi.
Ti diamo una chance… però dovrai conquistare la nostra fiducia.
E ti auguro fortemente che io non sia la tua preferita baby perchè sono seriamente impegnata e non lo voglio certo lasciare per te”-concluse la chitarrista, lanciandogli un ultimo con uno sguardo provocatorio e schioccandogli un bacio sulla guancia che gli lasciò l’impronta del rossetto.
“Si… questi sono i nostri numeri di telefono… ci sentiamo al ritorno dal Giappone ma anche per quando  riguarda me, non pensare di poter fare più carriera di un semplice amico.
Let’s play the game!”-ribattè Annie, uscendo a sua volta dal locale.
 ******
Meg stava giusto chiudendo lo studio dove dava lezioni: quel giorno aveva anticipato l’ultima perché il mattino dopo si sarebbe dovuta svegliare presto per andare in aeroporto quando sentì una voce che la chiamava e vide un ragazzo correrle incontro con il fiatone.
Lei si voltò e le apparve un ragazzo più o meno della sua età, alto, con i capelli ricci e gli occhi azzurri:possibile che le ricordasse qualcuno?
“Meg, menomale che ti ho trovata!”-incominciò quest’ultimo mentre la batterista rimaneva a fissarlo scioccata e ribatteva:”Ehm…si certo.
Ci conosciamo?”.
“Si e no… perfavore ascoltami.
Forse ti ricordi: quando siete venute in Francia e un ragazzo ti ha chiesto di fare una foto, davanti a quell’hotel a Montmartre”.
Meg scoppiò a ridere:” Ah ah e secondo te io mi ricordo?
Sai quanta gente vedo a ogni show che vuole farsi un a foto con me!
Può darsi che abbia un vago ricordo si…
Però cosa vuoi di preciso?
Perché sei qui?”.
“Beh ero io quel ragazzo…mi chiamo Erik.
Ho bisogno del tuo aiuto Meg, urgentemente.
Sono venuto a lavorare negli U.S.A da poco e ho già conosciuto molta gente qui.
Ieri però è successo un casino.
Ero in un locale con degli amici, ero ubriaco, stavamo parlando di musica, io devo avergli detto che ero un batterista da far invidia ai più famosi e così abbiamo scommesso che se entro due mesi mi fossi preparato una scaletta e gli avrei fatto vedere di cosa ero davvero capace mi avrebbero dato 1000 dollari.
Il problema è che in realtà io non mi sono mai seduto dietro una batteria in tutta la mia vita e non so come fare.
Perciò ho pensato che essendo tu una batterista famosa, visto che ho addirittura la possibilità di imparare direttamente da te, ho pensato di venire a chiederti di insegnarmi”.
“Tu sei pazzo.
Tu sei completamente pazzo.
Guarda, per imparare a suonare non bene, a livelli ascoltabili, da principiante, ci vogliono un paio di anni.
Per arrivare ai miei livelli, oltre che un talento naturale,ci vogliono almeno dieci,quindici anni di studio intenso.
E tu vuoi imparare in due mesi?
Tanto più che non hai specificato cosa vuoi imparare… io ho approfondito i Ramones ma so suonare anche altro, cose molto più complesse… e ti assicuro che quando mi capita di vedermi davanti certa roba mi viene da vomitare.
Una delle più grandi cazzate che io abbia mai sentito.
E adesso scusami ma dato che sono una batterista famosa domani inizio un tour in Giappone e devo alzarmi presto.
Vado a casa, buona serata”.
Erik la seguì e continuò ad implorarla come un ragazzino fino a che Meg, esasperata, decise di aiutarlo: “D’accordo, ti darò lezioni ma non ti aspettare niente di che e comunque non se ne parla prima del mio ritorno dal tour.
Su questo foglio c’è il mio numero di telefono, quando torno fammi uno squillo che ci mettiamo d’accordo”.
 ********
Annie afferrò la telecamera, che Monte aveva finalmente riconsegnato alle proprietarie.
“Ciao ragazzi! Siamo in aereo, dirette verso il Giappone! Quell’essere indefinito che dorme con il paraocchi è  Joan, quella non la svegliano nemmeno le cannonate.
A conclusione di questo tour posso anticiparvi che avremo notizie molto importante da dare a voi fans e che non so se vi piaceranno”.
“Notizia? Quale notizia? Perché nessuno mi dice niente in questa band?-si intromise Diana,alzando gli occhi dal libro che stava leggendo.
“Beh purtroppo così è la vita.
Mangeremo sushi per annegare i dispiaceri.
Diana smettila di urlare, ne parleremo tutte insieme al momento opportuno, torna a leggere, a cuccia!”-le intimò la cantante.
Da quando erano arrivati in Giappone Joey aveva notato che c’era qualcosa che non andava in Annie: era molto silenziosa, sembrava cercasse di evitarlo, per trascorrere tutto il tempo con le sue amiche.
Nonostante la loro decisione di smettere, anche in Giappone avevano trovato numerosi fans ad aspettarle, totalmente ignari del fatto che quella sarebbe stata la prima e l’ultima volta che le avrebbero viste.
Una sera, dopo uno show, il cantante dei Ramones decise di affrontare la sua ragazza e chiederle spiegazioni sul suo comportamento.
“Anne devo parlarti.
Ho notato che da quando siamo arrivati qui sei strana, c’è qualcosa che devi dirmi?
Ho fatto qualcosa che ti fa soffrire? Perché se è così sono pronto a rimediare”-sussurrò.
Non avrebbe potuto scegliere momento meno adatto per chiedere spiegazioni ad Annie: la ragazza si voltò con le lacrime agli occhi e confessò la decisione che aveva preso.
“Ascoltami Joey… ti prego cerca di capirmi.
Ci vogliamo sciogliere, ci siamo rese conto che ormai siamo troppo impegnate per continuare così, riusciremmo solo a dare una performance pessima al pubblico.
Quando torniamo lo andiamo ad annunciare ufficialmente a MTV.
Diana e Meg ancora non lo sanno, glielo diremo stasera.
Io… mi dispiace.
Non so che altro dirti, davvero.
Mi sono buttata quasi per gioco in questa situazione e ora mi ritrovo ad essere famosa, mi ritrovo ad essere riconosciuta per strada e fermata per un autografo.
Questo è un grande traguardo e ne sono davvero felice ma c’è anche l’altro lato della medaglia: io non so gestire questa situazione.
La band è gestita soprattutto da Joan e se non ci fosse lei io mi sentirei persa.
Ora però siamo stanche, siamo stanche di essere quello che siamo, tutto questo successo ci ha portate ad odiare Diana e non vorremmo anche perché si tratterebbe di mettere in gioco la felicità di troppe persone se escludessimo lei.
E’ un circolo vizioso, capisci?
Ci dobbiamo confrontare con alcuni aspetti della vita reale….io non ti sto dicendo che non ti amo più Joey…mi sto solo chiedendo quanto potrà andare avanti senza conseguenze per entrambi.
E sono giunta alla conclusione che con il ritiro della band, anche noi due dovremmo allontanarci… almeno per un po’.
Non è giusto che tu debba essere condannato a stare con una ragazzina problematica quando potresi avere tutte le belle donne che vuoi”-concluse, abbassando gli occhi.
Il frontman dei Ramones era sconvolto.
“Hai finito? Posso parlare? Anne, io ti amo.
Cosa stai cercando di dirmi, che hai trovato un altro?
Perché questo complica parecchio le cose.
Non me lo sarei aspettato da te, credevo fossi una brava ragazza!
Dio! Ho preso le tue difese quando hai baciato Dee Dee… anche allora ti ho perdonata.
Sono stato proprio uno stupido…
Però ormai quello che è fatto è fatto.
Hai ragione, la cosa migliore da fare è lasciarci, almeno per un po’.
Poi vedremo, non si sa mai…
E’ triste che sia finita così… non ho altro da dire.
Ci vediamo in hotel”-Joey scomparve nel buio, lasciandola sola, in balia dei ricordi.
 *******
“E così mangeresti insetti?
Nah, non ci credo… Marky Ramone mangia insetti, avete saputo?
Allora facciamo così… guarda questo scarafaggio che cammina sul pavimento.
Se te lo mangi… se te lo mangi io ti do cento dollari ah ah”-Meg era coricata su un divano della hall, ubriaca persa, con in una mano un bicchiere di sake, nell’altra una sigaretta  e addosso solo una camicia di Marky, calze a rete e tacchi a spillo di Diana.
Più che una batterista punk,trasandata e poco femminile come suo solito sembrava una ragazza uscita direttamente da un cabaret della Parigi anni ’20.
“Si che mi mangio quell’insetto Madmoiselle Tillie.
Anzi facciamo duecento dollari… mi mangio anche quella zanzara gigante che vola su quella tenda e gli insetti che troveremo domani”-sentenziò facendo scrocchiare lo scarafaggio sotto i denti.
Meg voltò il viso verso Monte, con un’espressione di totale disgusto e additò Marky”Mon Dieu…Io quello me lo porto a letto.
Monte, chiariscimi che problemi mi affiggono?”.
“Annie, perché hai quella faccia?”-Joan corse incontro alla sua migliore amica e la abbracciò” cos’è successo?”.
“Joey mi ha lasciato”.
“Gne gne gne, Joey l’ha lasciata… povera stella, avete sentito?
Adesso ti faccio ridere io, stronza.
Tu e quest’altra strega di Joan volete sciogliere la band! Siete matte forse? E io come me li procuro i soldi per dar da mangiare a mia figlia eh?”-Diana le cominciò ad urlare contro, su tutte le furie.
“Beh… potresti andare a battere.
Tanto di lì provieni, magari è destino che ci ritorni!”-la investì Anne.
“Rimangiati quello che hai detto.
Rimangiatelo! Aspetta… Meg-corse verso la batterista-di a quelle due che non ci dobbiamo sciogliere!
Ti scongiuro, stai dalla mia parte”.
Meg stava tornando un po’ in sé dopo l’euforia dovuta all’alcool e riuscì a fare un discorso sensato a Diana: “Diana, adesso stammi bene a sentire.
Io ti parlo come tua migliore amica, di me ti puoi fidare.
Anche io sono veramente affranta dalla decisione che abbiamo dovuto prendere, credimi.
Per me voi eravate una famiglia, suonare mi allontanava da tutti i brutti pensieri e questo periodo è stato il più emozionante della mia vita.
E sono sicura che anche Joan, nonostante il suo orribile carattere, sia distrutta, forse più di noi.
La band è una creature sua e di Annie che nonostante sia un po’ egocentrica ha messo tutta se stessa in questa avventura.
Purtoppo però le cose finiscono e non c’era modo che finisse altrimenti.
Noi resteremo sempre amiche, tra alti e bassi e se vorremo potremo continuare a suonare insieme.
Però questa parte delle nostre vite è ormai giunta al capolinea e anche a te non rimane che accettarlo.
Pensa a tutto quello che ancora ti aspetta: potresti costruirti un futuro con Matteo, hai Suzy, potreste avere una famiglia un giorno.
Non ti scoraggiare, vedrei che tutto si sistemerà”-concluse.
Il tour giapponese era durato ancora una settimana poi le ragazze e i Ramones erano dovuti tornare alla realtà.
Avevano cominciato ad allontanarsi dai “fratellini” e, come accordato, avevano salutato i fans con un’intervista a MTV, cogliendo tutti di sorpresa.
Dopo un ultimo show al Cbgb’s, si erano ritirate anche se continuavano ad essere assediate da fans disperati e Meg aveva una lista infinita di aspiranti batteristi che volevano andare a lezione da lei e seguire le sue orme.
L’addio ai Ramones non era stato alla fine niente di così drammatico, sarebbero rimasti in contatto negli anni.
L’unico momento davvero difficile lo passò Joan, ancora sposata con il chitarrista dei Ramones.
Non le interessava di Brian, del suo sguardo magnetico e di tutto il resto: lei continuava ad essere la moglie di Johnny Ramone.
Stare a letto, tra le braccia di Johnny dopo aver fatto l’amore era la sensazione più bella che la ragazza avesse mai provato: si sentiva pienamente felice e completa.
Una notte, poco dopo la fine dell’ultimo tour, i due si ritrovarono a parlare di quel periodo meraviglioso che avevano vissuto e che stavano vivendo ma in maniera differente.
John la baciò dolcemente e le disse una cosa, che nessuno dei due avrebbe mai dimenticato e li avrebbe legati per la vita.
“Mi dispiace per la band, piccola.
So quanto ci tenevi e che colpo dure deve essere stato ritirarsi.
Però io ti dico una cosa: non so dove ci porterà il destino, la vita.
Non so se un giorno saremo costretti a lasciarci, se vivremo lontani o cosa accadrà.
Io ti posso dire solo una cosa: “Qualunque sarà la strada che prenderemo, io non ti abbandonerò mai.
Ci sarò sempre per te, in qualunque momento e per qualunque cosa tu possa avere bisogno.
Ti amerò per sempre, Joan”.

ANGOLO AUTRICE: Eccomi qui! :)
Mi dispiace doverlo dire, ma questo è stato l’ultimo capitolo delle avventure delle nostre girls.
Ci ho impiegato settimane per scriverlo, mi auguro che possa piacere.
Da adesso in poi ci saranno una serie di capitoli dedicati a ciò che è successo dopo(non ho approfondito la questione di Brian per esempio perché verrà spiegata a suo tempo), a come hanno vissuto le ragazze dopo il ritiro della band e come si sono rapportate con i Ramones negli anni, soprattutto mi soffermerò sulle reazioni di ognuna alla morte di Joey, Dee Dee e Johnny (devo ancora pensare a come fare con Tommy).
Ringrazio con tutto il cuore che mi ha seguito fin qui, chi mi ha insegnato a migliorarmi, ha creduto in me ma anche chi ha recensito solo un capitolo o ha seguito solo una parte, che ha messo la storia tra i preferiti e chi la leggerà in futuro.
Non mi resta che lasciarvi ad attendere i prossimi capitoli, avviso che saranno davvero molto malinconici e tristi in alcuni punti.
A presto,
Jenny
 
  
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