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Autore: Hogwarts_Is_My_Home    26/08/2015    1 recensioni
[Minewt] [Minho's POV] [Pre "The Maze Runner"]
Dopo sei giorni nel Porto Sicuro, finalmente Minho viene a sapere della morte di Newt, ucciso da Thomas. Questo evento cambierà per sempre il ragazzo, aprendo una crepa nella solida corazza di sarcasmo e insensibilità, portando alla luce vecchie debolezze che dovevano restare nascoste.
Un flashback dal punto di vista di Minho, un'occhiata alla sua vita-soprattutto accanto a Newt-con introspezione personale.
Dal primo incontro, il primo giorno con la C.A.T.T.I.V.O., alle giornate con i soggetti prima di entrare nel Labirinto, ai due anni nella Radura, compreso il quasi-suicidio di Newt e altri eventi dei tre libri, solo dal punto di vista di questo personaggio altamente sottovalutato.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Minho, Newt, Rat Man/Janson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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NOTE AUTRICE:
Salve a tutti, è la mia prima storia in questo fandom, e ovviamente non poteva essere che Minewt.
Anche se, sinceramente, la parte Newt è in nettissima minoranza.
Chiariamoci: li amo entrambi, soprattutto insieme, e li amo ugualmente. Ma in modo diverso.
Newt è un personaggio che, come a molte altre sarà successo, mi ha rubato il cuore dalla prima frase. E che ovviamente mi ha fatto piangere lacrime amare. Newt è il mio cupcake al cioccolato, dolce fuori e ancora più tenero all'interno, insomma, avete capito che non mi dispiace affatto e che se continuassi riempirei una pagina intera vomitando arcobaleni, unicorni e coroncine di fiori rosa. (Cosa che tra l'altro non è da me, ma Newt ha quest'effetto anche sul Signore Oscuro <3 )
E poi c'è Minho...
Lo ammetto, Minho non mi è piaciuto da subito. Non dalla prima riga, ecco. E neanche dalla seconda pagina. Diciamo dal secondo capitolo in cui compare in gran classe, preceduto dall'odore di gel per capelli che si sente da dieci chilometri e dalla propria aura sassy. Ma poi, una volta letto un po' di questo personaggio, una volta entrata nella sua testa...wow. Complice il ruolarlo in un GDR su Maze Runner, c'erano giorni in cui mi svegliavo e mi sentivo identica a questo personaggio. Totalmente. (Va bene, lo ammetto. Un po' meno fab.) Mentre leggevo, era come se fossi dentro la sua testa (Ma non come Thomas con Newt...Prometto che questa è l'ultima parentesi di battute peggio di quelle del soggetto di cui stiamo parlando e che da ora faccio la seria), come se capissi tutto quello che diceva e faceva. Come una sorta di connessione cerebrare. Una sola mente in due corpi, in due universi. Quindi lo amo in un modo in cui non amerò mai il mio cupcake, la cui psicologia e introspezione mi è più che altro sconosciuta. E quindi la storia è dal suo punto di vista, e può darsi che in giro ci siano dei miei headcanon su di lui o sul suo modo di essere e di ragionare...in tal caso, non fateci caso. (Oh, che bello! Ho fatto la rima. Ora niente più parentesi. Prometto. Stavolta davvero) Se vi sembra OOC nel modo di comportarsi, fatemelo notare: le critiche costruttive sono molto gradite. Ma se qualche suo pensiero non vi sembra tanto da Minho, non preoccupatevi della sanità mentale e della babbanaggine dell'autrice. È tutto parte di uno studio più grande, e vi giuro che-cosa insolita per me-ha tutto un senso.
Chiarito questo, vorrei avvertirvi che la storia è molto Angst. Io SONO l'Angst in persona. Tutto quello che scrivo-o almeno un buon 90%, è Angst o comunque ha un accenno di Angst. Role Angst. Long Angst. One-shot Angst. Storielle scritte ad avanzatempo Angst. Compiti in classe Angst. Liste della spesa Angst. E poi la cosa più Angst di tutte: i compiti di matematica.
Insomma, se non vi piace l'Angst, se volete qualcosa di più rilassante e tranquillo, non è la storia giusta. 
Per quanto riguarda la coppia, è una Minewt. So che questo significa che almeno un 99,9 percento di questo già non troppo vasto fandom eviterà la storia perché non è Newmas, ma niente da fare. Non tollero proprio la Newmas. Primo perché è sempre stata la mia NOTP-anche se ho dovuto sempre far finta di shipparla per non farmi segnalare dalle Newmas shipper inferocite-secondo per altri motivi che non è il caso di raccontare. Quindi, anche se so che dopo quello che ho detto molte di voi chiuderanno la pagina e che poi le peggiori mi segnaleranno all'amministrazione per qualche motivo assurdo- chessò, omofobia, nonostante la ship della storia sia Slash e io sia bisessuale- io dico la mia opinione. Non vieto a nessuno di shippare Newmas né sono "razzista" verso le shippers, purché restino educate e rispettose come tutti, nel fandom, dovrebbero essere, ma mi prendo la libertà di non shipparli e vorrei che evitaste di linciarmi. Detto questo, ripeto chiaramente: non troverete Newmas in questa storia.
E adesso, finalmente, smetto di tediarvi con queste chilometriche note e vi lascio alla lettura.
Recensite!


Prologo-Newt è morto.

Dodici anni dalle Eruzioni Solari
Porto Sicuro

Sono passati sei giorni da quando gli Immuni sono arrivati a quello che chiamano Porto Sicuro. 
Minho credeva di poter finalmente essere felice, adesso che poteva vivere la vita e non un esperimento. Di essere felice con Thomas, con Newt, con Brenda, con Teresa. Con la sua Sonya. Ma non è stato così. C'è qualcosa che oscura tutto il sole che avrebbe dovuto attenderli nella loro nuova vita. C'è una macchia che oscura quella felicità che in fondo Minho non credeva davvero di poter trovare. E questa macchia ha un nome: Newt.
Non può immaginarlo tra gli spaccati, non può immaginare qualcuno col suo cuore in mezzo a quei pazzi disperati, a morire a poco a poco, a sentire la propria sanità andare via. Senza cura. Minho non è stupido, non è illuso. Sa che anche se avessero continuato ad aiutare la C.A.T.T.I.V.O. npn ne sarebbe venuto fuori niente che non fossero le loro morti. Ma non può immaginare Newt che muore poco a poco mentre lui è al sicuro.
Questo pensa, mentre siede sull'erba di fronte all'abitazione di fortuna che hanno costruito. È solo e cupo, come i suoi pensieri. Lui che una volta sorrideva sempre.
Sente il fruscio dei passi di qualcun altro avvicinarsi. Si volta: è Thomas che viene verso di lui, ancora più cupo, lo sguardo basso. Thomas è forse l'unico che sta peggio di lui. Probabilmente per Teresa, che è morta per salvarlo, oltre che per l'abbandono di Newt. Minho lo sente urlare, la notte. Lo sente svegliarsi gridando e singhiozzando dai suoi incubi. Minho non ha incubi, dato che non riesce mai addormentarsi. Passa tutta la notte a piangere in silenzio, stringendo il cuscino, sperando che nessuno lo senta, finché, per sfinimento, cade in un torpore semi vigile senza sogni. Thomas è diverso. Lui dorme, sogna, geme di disperazione dal giaciglio poco lontano dal suo, e poi si sveglia urlante, terrorizzato, in un bagno di sudore. Singhiozzando, si guarda intorno per capire se Minho lo ha sentito, sicuro che lo prenderà in giro.  E Minho fa finta di niente, cercando di fermare le proprie lacrime. Sa che dovrebbe andare da Thomas, confortarlo, dirgli che lo capisce. Ma non ce la fa. Se lo facesse, dovrebbe dirgli che lo capisce. Dovrebbe fargli vedere che è debole, che soffre, che piange tutte le notti. E non ci riesce. E continua a fingere di dormire, divorato dal senso di colpa, finché il respiro di Thomas torna regolare e il ragazzo si riaddormenta.
Il suo amico gli si siede accanto, e Minho riesce a fargli un sorriso stirato, tirando fuori la sua maschera di finta forza e sarcasmo. -Allora, caspione, tu e Brenda vi state già dando da fare per ripopolare il mondo?-chiede.
Thomas si limita a guardarlo, forse chiedendosi come faccia a essere così tranquillo, forse invidiandolo, forse disprezzandolo. E Minho si sente morire dentro ancora un altro po'.
Si siede accanto a lui, in silenzio. Per una volta, anche Minho non dice niente.
Restano così, in silenzio, per molto tempo. Ma Minho non sopporta il silenzio. Anzi, lo odia proprio.
Così, dopo un sospiro colmo di tutta la disperazione che li avvolge come una cappa, riesce a dire:-Mi dispiace, Thomas. Ma...ma non è colpa tua.- Spera davvero che il suo amico non la pensi così riguardo alla morte di Teresa.
-Sì, Minho...è colpa mia. Sono stato io.-dice Thomas con voce rotta.
Minho lo guarda e vede che i suoi occhi sono pieni di lacrime. Gli si avvicina e, cosa del tutto insolita per lui, lo abbraccia. -Oh, dio, Thomas! Ma che dici! Non è colpa tua. Non sei stato tu. Non metterti in testa certe caspiate.-lo rimprovera dolcemente.
Thomas lo respinge. -Tu non capisci.-geme. -Oh, Minho, tu non capisci!-ripete urlando. Le lacrime cominciano a colare silenziose lumgo le sue guance.
-Va bene, magari non capisco. Ma ho visto tutto e non è stata colpa tua, chiaro?-
-Hai visto tutto?-Thomas sembra smarrito.
-Sì, c'ero anch'io all'entrata del Pass Verticale che ci ha portato qui. Quando Teresa...-non finisce la frase.
-Teresa.-singhiozza Thomas. -Anche lei è stata colpa mia.-
-Anche lei? Perchè, di cosa stavi parlando prima?-
-Newt...-poi Thomas non riesce a dire più niente. Inizia a singhiozzare disperatamente.
-Neanche l'abbandono di Newt...lì, al Palazzo degli Spaccati...è stata colpa tua. Non potevi più salvarlo, Thomas. È inutile che tu tenti di salvare tutti quanti: non puoi farlo.-tenta di consolarlo. I suoi occhi bruciano per colpa delle lacrime che tentavano di uscire. Passa di nuovo un braccio intorno alle spalle dell'amico.
-Minho...no...tu non sai...-Thomas tenta di dire qualcosa, tra i singhiozzi che si fanno sempre più violenti. Poi, finalmente, si placano, e tutto quel che resta della sua disperazione è un pianto lento.
-Minho, so che non potrai mai perdonarmi...neanch'io potrò...oh, caspio, Minho. L'ho ucciso.-Thomas geme. -L'ho ucciso io...con queste mani...me l'ha chiesto lui, era il suo ultimo desiderio. Voleva che fosse indolore, non voleva passare mesi di agonia a impazzire poco a poco...e me l'ha chiesto per favore. E io...io l'ho fatto.-Poi riparte a singhiozzare.
Minho si alza, atterrito. Guarda Thomas. Guarda le sue mani che hanno stretto la pistola, le sue dita che hanno premuto il grilletto, i suoi occhi che hanno guardato in quelli di Newt prima che la vita li abbandonasse. 
Non riesce a dire niente. Non riesce a consolare Thomas. Sa che è distrutto, sa che, in fondo, non è colpa sua e che ha fatto il meglio. La sua parte razionale lo sa. Ma quando si prova tanto dolore, la parte razionale ha poca voce in capitolo. E le emozioni che Minho ha represso per tre maledetti anni esplodono, come se il dolore avesse acceso una miccia. E Minho corre. Corre via, verso il bosco, lontano da Thomas, lontano dalla casetta che condividono con un'altra mezza dozzina di Immuni. Corre tra gli alberi, i rovi gli graffiano la faccia e le braccia, le foglie e i rami si impigliano nei suoi capelli e nei suoi vestiti, ma lui non se ne accorge. I suoi piedi incespicano in una radice che i suoi occhi oscurati dalle lacrime non hanno visto, e cade. Cade a terra e non ha la forza di rialzarsi. Resta lì, il volto appoggiato sulle braccia, e piange, urla, lascia che tutte le sue emozioni troppo forti, troppo violente lo travolgano.
È morto.
Non riesce ad accettarlo. La sua mente non riesce a formulare quella frase.
È morto...chi? Chi è morto? Dillo, Minho, forza. Affronta la realtà. Finiscila di mettere da parte qualsiasi cosa non siano le tue battute, la tua stretta sopravvivenza e la tua bellezza. Affronta le tue emozioni. Senti il dolore, per una volta nella vita. Newt.
Newt è...
Newt è m...
Non ce la fai, Minho. Sei il più debole. Il più debole di tutti, di tutti i Radurai, di tutti gli Immuni, di tutti gli esseri umani. Sei bravo solo a gestire il dolore altrui, i sentimenti degli stupidi che ti prendono come leader. E quando sei tu, in prima persona, a soffrire? Sei bravo a resistere al dolore fisico. Sì, sei bravo a offrirti di morire al posto degli altri. Ma che forza c'è in questo? Ammetti con te stesso che il dolore più forte è quello dei sopravvissuti.
Newt è morto. 
  
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