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Autore: Arcieoctz    26/08/2015    1 recensioni
Loro sono tre normalissime ragazze che vivono nelle console di una sala giochi.
La prima, di nome Leah, vive in una console dove si gareggia a bordo di kart, ama queste velocissime vetture e desidera poter gareggiare, ma il padre si rifiuta di farla avvicinare alla pista.
La seconda, Elena, abita a Doom, un gioco in cui devi combattere per sopravvivere, il suo padre è l'eroe del gioco e tutti si aspettano che lei prenda il suo posto; lei però, sapendo cosa accade alla fine della partita, non si sente attratta dalla vita del padre per timore di non essere all'altezza delle aspettative altrui.
La terza viene dal tranquillo gioco di Diner Dash e vorrebbe rendersi utile, ma nessuno desidera il suo aiuto, per timore che accada qualcosa di sbagliato che possa mandare fuori servizio il gioco; questa ragazza è Merida.
Come possono queste ragazze, provenienti da mondi così diversi, trovarsi amiche e unite in un'avventura grande come quella che le sta per cominciare?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Re Candito/Turbo
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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“Resta qui. C'è qualcuno che vorrebbe parlarti e chiarirsi con te. Io... me ne andrò da qualche altra parte”.
Dumper è riuscito a far entrare Leah in casa e la ha quasi trascinata in salotto ed ora se ne sta andando; probabilmente a guardare fuori dallo schermo della console. Lei ha ripetuto gli strani nomi degli avatar di Motor-Fire-Bike per tutto il resto del viaggio.
-Non ho affatto voglia di vedere mio padre. Soprattutto dopo che Dumper mi ha trattata in quel modo!!- pensa Leah.
Turbo entra nella stanza in silenzio e si siede sul divano, accanto alla figlia, senza dire una parola.
Se ne stanno lì, per qualche minuto senza guardarsi, in silenzio.
“Ero preoccupato.” dice Turbo rompendo il silenzio tombale, Laura chiede: “Davvero?”, il padre spiega: “Non sapevo dove fossi andata; quando saresti tornata; se saresti tornata; non sapevo che cosa pensare...”
Leah è sorpresa: più che arrabbiato, suo padre sembra tremendamente preoccupato.
“Non sei arrabbiato? Io ho rubato la tua medaglia più importante e...” comincia la ragazza, Turbo la interrompe e spiega: “Tu sei mia figlia; io, tu, gli zii... siamo una famiglia e neanche una piccola litigata come la nostra potrà cambiarlo. Nella famiglia gli errori si perdonano. Spero che anche tu possa perdonare il mio: tutto questo non sarebbe mai successo se io non avessi fatto il padre super protettivo; avrei dovuto prevedere cosa sarebbe successo. Ora sarai anche arrabbiata con Dumper, ma è stato severo solo perché io volevo che tu tornassi a casa; non prendertela con lo zio: tutte le colpe sono mie”.
Leah è ancora più sorpresa: vuole addossarsi tutte le colpe suo padre...
“Ma la tua medaglia?” chiede Laura, Turbo risponde: “Era solo una delle altre trecento perfettamente uguali. Non era quella la più speciale... è questa.” afferma dopo essersi sfilato una medaglia di carta dal collo: è piccola e tutta gialla, a parte per alcune scritte fatte con il pastello rosso, c'è scritto: Si conferisce questa medaglia al papà più forte del mondo. Sei il mio idolo. Ti voglio bene!
“È il mio portafortuna: la indosso sempre sotto la tuta e, da quando la porto, sono sempre riuscito ad arrivare al traguardo senza morire prima.” spiega Turbo con un sorriso prima di infilare la medaglia di nuovo sotto la tuta bianca e rossa.
Leah sta per dire qualcosa a Turbo... quando la porta si apre e Camper entra ansimando.
“Fatemi respirare! Ora sto bene! Non so se è il momento adatto, ma Dumper mi ha detto di dirvi che ha scoperto qualcosa di importante su un ragazzo di nome Jonathan Joan Dimond.” spiega lo zio ansimando.
“Cosa ha scoperto?” chiede Laura, Camper risponde: “Mi ha detto di dirvi di andare al mega schermo a vedere con i tuoi occhi anzi di 'leggerlo' con i tuoi occhi!”
Leah e Turbo al posto segreto di Dumper (che non è mai stato un segreto!) per capire cosa lo zio dai capelli lisci avesse inteso di dire con quelle parole che ha riferito lo zio dai capelli ricci.
Appena arrivati, dopo essersi arrampicati per la collina, cosa che ha fatto sfinire Turbo che non è più giovane come quando il suo 'gemello' di Turbo Time si è comportato come sua moglie Nitroglicerina e ha fatto nascere il detto: "Fare come Turbo" cosa che lo irrita perché si sente sempre tirato in causa e personalmente insultato.
Comunque, Leah ha preso il paio di binocoli nascosti in una incavatura tra due pietre ( il posto gliel'aveva descritto Dumper in una delle loro gite in kart) e se li preme sugli occhi e comincia a scrutare la console di Motor-Fire-Bike di fianco a quella della sua amica Merida cioè Diner Dash.
La bionda osserva lo schermo circondato da pietre preziose avvolte da fiamme blu scuro e il lato visibile della console e ciò che era peculiare di quel lato è che c'erano scritti tutti i nomi degli avatar.
Leah legge in modo disordinato: "Terrell Phantom, Elsa Iceheart, Leone Redblood, Shark Theeth, Maximuss Goldenphone, Terrance Doublehead, Ludovica Poisonedchocolate, Carbon Monoxid, Nickolas O' Teen, Javier Insector, Jonathan Joan Dimond... aspetta un attimo!" urla facendo sobbalzare il padre.
"Che succede?" chiede Turbo avvicinandosi, lei afferma: "Secondo te,è possibile che un glitch, cioè uno che non doveva esistere, abbia il suo nome scritto sul lato della console. E poi, non mi pare che ci sia scritto Queen Flame tra tutti quei nomi!", il padre afferma: "Jonathan non dovrebbe esistere quindi... credo che qualcosa in quella console non torni!", Leah decide: "Dobbiamo tornare papà. Mi serve un passaggio sul tuo kart.", lui le sorride in modo strano e dice: "Credo che ci sia qualcosa che potrebbe piacerti e molto! Ma devo prima recuperare le chiavi del garage."
Turbo guida la figlia curiosa fino a casa loro, entra e comincia a cercare le chiavi nella sua stanza che... immaginatevi l'ammasso di scartoffie più disordinato che potete sopra una scrivania e adattatelo alle dimensioni di una camera da letto e forse avrete l'idea del caos che vive nella camera da letto del pilota. Ma perché gli uomini devono essere così disordinati?
"Eppure le avevo messe qui, ne sono sicuro al 90%." afferma Turbo occupato a sgombrare la sua scrivania alla ricerca delle chiavi, Leah gli chiede: "E l'altro 10%? Con la testa che hai potresti averle perse sulla pista e non te ne accorgeresti.", lui ride sarcastico, la voce di una donna afferma: "Lo sai che ha ragione? E fortuna che ci sono io a rimediare ai tuoi pasticci! Altrimenti queste belle chiavi sarebbero finite nella discarica e addio!"
I due si voltano e sulla soglia della stanza c'è una donna di una bellezza straordinaria ma anche misteriosa, dai capelli cerulei e dagli occhi violetti, è alta circa 30 centimetri più di Turbo e 10 in più di Leah; indossa un bellissimo abito blu indaco con delle scarpe ballerine azzurro cielo di mezzo giorno; stringe nella mano destra un mazzo di chiavi un pochino arrugginite.
"Ciao Celeste." la saluta Leah andando ad abbracciarla, la cerulea la stringe di rimando ed afferma: "Fortuna che la ragazza a cui ho fatto da babysitter è tornata! Mi saresti mancata. Ti immagini me, tutta da sola, in questa famiglia di uomini? Ma mi volevi abbandonare?!", la bionda ride rispondendo: "Non sia mai! Potere alle donne!" e si danno il cinque.
"Io sarei ancora qui!" esclama Turbo, Celeste alza gli occhi al cielo e gli da le chiavi, non prima di aver comunicato: "Questa è la quarta volta che ti restituisco le chiavi in questo mese, e questa volta le hai perse sul vialetto per entrare in casa... proprio adesso!" e ride alle spalle del pilota rosso che mette il broncio.
"Dai, non ti sarai mica arrabbiato? Scusami mister suscettibilità!" sospira la cerulea, un sorriso scappa a Leah osservando il padre che si infila le chiavi in tasca senza guardarla, ma lo sa che lui sta sorridendo in questo momento. Non potrebbe mai arrabbiarsi veramente con Celeste: la donna che, finalmente, gli sta facendo superare la morte di Nitroglicerina.
"Forza Leah andiamo!" incita Turbo uscendo dalla stanza, la figlia saluta fugacemente la sua babysitter e la ringrazia per aver recuperato le chiavi. La cerulea le rivolge un saluto con la mano e un sorriso sincero.
Leah e suo padre ritornano al garage, Turbo inserisce la chiave nella toppa e, prima di aprire il portone dice alla figlia in un tono che dovrebbe essere paterno per i suoi standard: "Chiudi gli occhi. Questa è una sorpresa!" e lei lo asseconda.
Lui apre la porta, traffica all'interno per circa un minuto e poi le dice di aprire gli occhi. Leah ridona la visuale alle sue iridi blu e resta a bocca aperta perché ciò che vide non se lo sarebbe mai aspettato...
"Te l'ho costruita mentre Dumper era in giro a cercarti. Era un modo per farmi perdonare gli anni che hai passato senza il tuo kart personale e il modo in cui mi sono comportato per quindici lunghissimi anni. Oh, e Celeste ti ha cucito una tuta tutta per te con i tuoi colori preferiti. Ti piace?" chiede Turbo speranzoso e anche parecchio nervoso. Leah osserva il kart dalle righe orizzontali nere e verdi, il casco nero con disegnata sopra una L in verde scuro, e la tuta della sua taglia a righe verdi e bianche. La bionda risponde: "Se mi piace? Se mi piace?!?" con un tono leggermente irato, suo padre chiede: "Non ti piace?", lei risponde: "No: non mi piace...", Turbo abbassa la testa, ma sua figlia lo abbraccia e urla: "LO ADORO! E' il kart perfetto per me! Grazie papà!".
"Preparati! La nostra destinazione è Motor-Fire-Bike." afferma Turbo, Leah saltella eccitata e prende la sua tuta da pilota per indossarla. Mentre si cambia, si ricorda della bacca/moneta che ha preso nel giardino del palazzo del gioco e se la infila nelle tasche della tuta: sente che le porterà fortuna.
Dopo essersi legata il casco bene sulla testa, si sistema comodamente nel suo kart sentendone la velocità e anche il desiderio di guidarlo per superare il muro del suono.
"Pronta?" chiede Turbo da dentro il suo kart rosso , lei afferma: "Sono nata pronta!" suo padre gira la chiave e lei lo imita. I due motori rombano nello stesso momento e, sempre all'unisono, sfrecciano fuori dal garage.
Leah non si è mai sentita più libera come quando l'aria le sferzò per la prima volta il volto e poté decidere lei stessa a che velocità andare. Anche se sembra strano che adesso lei e suo padre accellerassero e rallentassero allo stesso tempo come se si capissero senza il bisogno della parola, il che, è anche naturale.
Oltrepassano con un 'turbo' il portale che conduce alla Game Central Station e, in un attimo, stanno sfrecciando come razzi per tutta la stazione.
“Questo kart è bellissimo!” urla Leah in preda alla felicità senza preoccuparsi minimamente degli altri NCP che si trovano nella stazione. Avrebbero pensato che fosse sciroccatamente pazza... ma in quel momento e, sinceramente, mai le sarebbe importato. Ha quello che ha desiderato per quasi quindici lunghissimi anni.
“Volevo regalartelo per il tuo compleanno... ma adesso serve di più, quindi...” spiega Turbo, aggiunge: “Speravo di darti lezioni di guida personalmente, ma ci ha già pensato qualcuno che indossa solitamente una tuta blu e ha i capelli mori lisci." e ride silenziosamente.
E così l'amato duo guida velocemente verso il gioco di moto... quando un ragazzo di circa vent'anni, con una tuta arancione, alza la mano nel gesto di 'stop' e urla: “Fermi!”
I freni sibilano per lo sforzo improvviso, ma riescono a non investirlo curvando minacciosamente di lato.
Turbo chiede ansimando per la paura: “Vector che stai combinando? Avremmo un po' di fretta e poi, che cosa ti salta in testa!?!".
Vector si sistema gli occhiali meglio e risponde: “Non so quanto possa servire, ma...”, si allontana per poi tornare con una strana moto color indaco e con una aquila d'oro sul fianco.
“La moto di Jonny... è aggiustata! Ma come...” balbetta leggermente Leah per lo stupore, Vector non la lascia finire e risponde: “Forse potrei aver ricostruito e apportato anche una modifica alla end-motor-bike; o forse no. ... E invece sì! Lo ho fatto eccome!”
“Grandioso!” esclama Leah, Vector le comunica una cosa: “Senti: se dovessi ritrovare Elena, dille che mi dispiace di averla tenuta in trappola dentro il mio gioco; forse con il tempo capirà le mie ragioni e mi perdonerà”. “Lo farò, grazie!” afferma Leah.
Turbo ha trovato il modo di incastrare la moto sul suo kart legandola con una fune elastica, che teneva nello scomparto dietro al sedile del suo kart, al telaio della sua vettura; i due ripartono e, mentre si allontanano,  la ragazza riesce a sentire Vector gridare: “Fai in modo che lei ritorni viva!”, sembra dannatamente preoccupato come se sentisse che qualcosa di brutto sta accadendo.

Nota autrice: altro capitolo, tempo di Leah!
Finalmente la ragazza ha fatto pace con suo padre, spero di essere stata tenera ma non troppo zuccherosa.
Abbiamo perso Elena, chissà cosa starà facendo in questo momento?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che continuiate a leggermi. Ci vediamo!

 
   
 
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