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Autore: Euachkatzl    26/08/2015    1 recensioni
“Avevi un'amica a cui hanno fatto del male?” azzardò un'ipotesi; avrebbe voluto dirne un'altra, quella che gli sembrava la più probabile, ma non ne aveva il coraggio nemmeno lui.
“No” rispose Amelia, con la voce sempre più debole. Tutta quella situazione non le piaceva.
“Hanno fatto del male a te?” chiese Brian, tentando di sembrare il più calmo possibile, quando in realtà gli tremavano le ginocchia: aveva paura. Aveva paura perché aveva capito cosa era successo ad Amelia, e non sapeva come gestire la cosa; non sapeva se cavarle le rispose di bocca o aspettare che lei si sciogliesse, anche a costo di attendere anni.
La ragazza respirò profondamente e alzò lo sguardo.
“No” rispose nuovamente, tentando di liberarsi dalla presa di Brian con uno scossone, ma senza successo: il ragazzo continuava a tenerle stretti i polsi. Amelia stava iniziando ad andare in panico.
“Dimmelo” le ordinò, perché nonostante la compassione che provava iniziava a spazientirsi: lui voleva aiutarla, e lei nemmeno provava a parlare.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Amelia aprì gli occhi e, incredibilmente, non si trovò contrariata all'idea di iniziare a vivere quella giornata. Di solito, la mattina, la prima parola che le veniva in mente era una sonora e ben piantata lamentela, ma quel giorno non pensò a nulla: voltandosi, vide Morgana dolcemente accoccolata nelle coperte e pensò che, in quel momento, non ci fosse nessuna parola da aggiungere.
Morgana, sentendo che Amelia si era svegliata, aprì lentamente gli occhi e sorrise debolmente, stiracchiando poi le braccia intorpidite. Per una volta da quando avevano ufficialmente aperto il Pentacle, era tranquilla. In testa aveva le mille preoccupazioni e le mille cose lasciate in sospeso (Heather e Nishelle in giro da qualche parte, la chitarra di Brian nell'armadio, le schede delle ragazze accatastate alla rinfusa in un angolo della sala al pianterreno), ma tutto sembrava lontano ed irreale. In quel momento, lei vedeva Amelia davanti a sé, la vedeva avvicinarsi, sentiva il suo respiro calmo e sorrise quando le sue labbra la baciarono dolcemente, tentando di non interrompere il silenzio e la pace presenti nella stanza. Anche se, tutto sommato, Amelia non sarebbe mai riuscita a rovinare la tranquillità, lei che ogni volta che faceva qualcosa non si faceva notare, che era sempre dolce e contenuta, che sembrava non conoscere l'irruenza o la fretta.
Amelia scese a baciare il collo di Morgana, a mordicchiare quella pelle perennemente abbronzata, che faceva sempre a pugni con il suo color porcellana. Sentì la sua ragazza sospirare soddisfatta, quindi decise di continuare, di scendere, di mordere sempre un po' più forte e di leccare sempre un po' più lascivamente. Amelia faceva il tutto con un'estrema, esasperante lentezza, che facevano impazzire Morgana, che la maggior parte delle volte preferiva qualcosa di rapido ed esplosivo. Si notava questa preferenza in qualsiasi cosa, nella sua vita: storielle brevi destinate a spegnersi in fretta, azioni fatte con irruenza senza soffermarsi a pensare, problemi risolti affrontandoli di petto, rompendo equilibri e calpestando i piedi di parecchia gente. Quella era Morgana: forse un po' prepotente, ma sempre dolce e protettiva per le persone a cui teneva.

 

Brian la conosceva bene, la doppia faccia di Morgana, ma nonostante tutto continuava a ronzarle attorno. Come amico, per carità, ma se lei gli fosse saltata tra le braccia, certo non si sarebbe tirato indietro: lei era stata la sua prima storia, il suo primo bacio, il suo primo tutto, e sentiva che non avrebbe mai smesso di amarla, sotto sotto. Tuttavia, aveva dovuto adattarsi all'idea che lei avesse smesso di amarlo da parecchio, anzi che addirittura la sua fosse stata solo una cotta passeggera, e aveva dovuto tirare avanti e riprendersi, ricadendo qualche volta, ma rialzandosi sempre, aiutato dai suoi migliori amici, che non vedevano particolarmente di buon occhio la ragazza. A dirla tutta, si chiedevano perché Brian si ostinasse a starle vicino nonostante tutto il male che gli aveva fatto, ma lui si limitava a sorridere e sviare il discorso ogni volta che gli veniva posta quella domanda. Non perché lui non lo sapesse: perché se ne vergognava un po': lui coltivava sempre la piccola speranza che un giorno Morgana avrebbe capito cos'aveva perso, e che sarebbe tornata da lui ad elemosinare amore. E lui, ovviamente, quel giorno ci sarebbe cascato con entrambi i piedi.
C'era solo una cosa che gli avrebbe potuto far dimenticare Morgana, una cosa addosso alla quale avrebbe potuto riversare tutto l'amore che provava per una stronza, una cosa che lui sentiva così vicina, eppure così lontana.
E quella cosa era esattamente affianco a Morgana.

 

Morgana, esasperata da tutta quella lentezza, colse il momento propizio e invertì le posizioni. Amelia si trovò con la schiena contro il materasso morbido in una frazione di secondo, e tutta quella fretta e quella confusione le fecero tornare in mente il giorno prima, quando si era trovata sotto a Brian, esattamente sullo stesso letto, colta di sorpresa come in quel momento. Di colpo sembrava tutto così simile e così stranamente reale. Inspirando, le parve addirittura di sentire il profumo fresco di Brian; intrecciando le dita di Morgana con le sue, le sembrò di toccare i ruvidi calli sui polpastrelli del ragazzo. Istintivamente, Amelia si chiese come fosse il sesso con lui, perché tutto d'un tratto dopo anni pensò che forse anche un uomo fosse in grado di amare.
O almeno, che fosse in grado di amare in un modo migliore di quello di Morgana.

 

Quella mattina, Brian si alzò con molta meno gioia rispetto alle ragazze: la testa gli pesava talmente tanto che si chiedeva come potesse reggerla in equilibrio, un martello pneumatico faceva il suo lavoro sulle tempie e ogni singolo arto sembrava non voler rispondere ai comandi che il suo padrone gli impartiva. Vedendo lo stato in cui versavano gli altri ragazzi, in particolare Zacky e la sua caviglia di un viola brillante, si consolò un pochino, ma quando mosse qualche passo e vide Jimmy in piedi bello e pimpante, gli sfuggì una piccola imprecazione. Non era possibile. E non era nemmeno giusto.
Jimmy era immune ai dopo sbronza. Lui non sapeva cosa fossero o come ci si sentisse, e rideva sempre degli amici che sembravano sull'orlo della morte. Nessuno sapeva perché, ma tutti avrebbero voluto fare delle ricerche approfondite su quel ragazzo e il suo sistema immunitario, o il suo fegato, o qualsiasi cosa regolasse il dopo sbronza. Perché non era possibile che si ubriacasse fino a crollare addormentato e il giorno dopo stesse bene. No, i ragazzi non lo accettavano. Soprattutto Brian, che soffriva di emicranie post sbronza pure se la sera prima si era bevuto un bicchiere di coca cola. Forse era lui quello che aveva bisogno di farsi vedere, piuttosto che Jimmy.
"Come state?" chiese l'unico essere capace di formulare frasi senza che le meningi gli esplodessero, alzando apposta il tono di voce per far lamentare gli altri (e beccarsi una serie di insulti poco gradevoli). Ovviamente, la sua domanda ebbe come risposta solo quegli insulti, dato che nessuno si sprecò a formulare una risposta da dargli.

 

"Morgana, dobbiamo parlare" fermò tutto Amelia. L'interpellata, abbastanza contrariata, appoggiò le sue labbra su quelle della ragazza e fece scivolare una mano sul suo interno coscia, per zittirla. Amelia sospirò, ma si impose di non lasciarsi abbindolare.
"Dobbiamo davvero parlare" ripeté, stavolta con più forza, lasciando Morgana un po' sorpresa: non era da lei essere così ferma nelle decisioni. La maggior parte delle volte, Amelia diceva una cosa e Morgana la smontava cinque secondi dopo, semplicemente con un bacio o qualche stupida effusione. Quella era una cosa che mortificava Amelia, e lei semplicemente la odiava, odiava sentirsi così stupida e così innamorata, perché a volte si rendeva conto che amava la peggior persona che avesse potuto trovare.
"Possiamo farlo dopo?" sussurrò Morgana, baciando il collo della ragazza che, contrariata, si tirò su a sedere.
"No, dobbiamo farlo adesso"
Morgana, evidentemente scocciata, rivolse ad Amelia lo sguardo più acido che riusciva a fare.
"E se io non volessi parlare?" sbottò, sedendosi sul letto. Stava andando tutto così bene: erano lei, Amelia e nessun altro. Erano lei e Amelia che finalmente si erano trovate e stavano incredibilmente bene, nonostante tutto quello che le aspettava al piano inferiore, i problemi da risolvere e le questioni da sbrigare.
"Lo vedi, è questo il problema" le fece notare Amelia, che iniziava ad alzare la voce: ogni volta che la situazione si scaldava, il suo tono aumentava; era una cosa inconscia, non poteva controllarla, e spesso le discussioni degeneravano molto velocemente a causa di questo suo difetto. "Tu non vuoi parlarmi ora, come non vuoi lasciarmi fare quello che voglio, come non vuoi lasciarmi decidere della mia vita"
Morgana fissò la sua ragazza, spalancando gli occhi: mai aveva pensato a questo aspetto.
"Ho bisogno di un po' di spazio. Ho bisogno di gestire qualcosa e di scegliere per conto mio" proseguì Amelia "E ho bisogno che tu la smetta di fare la prepotente con chiunque. Lascia vivere le persone, cazzo"
Il discorso pareva essere finito, quando Amelia aggiunse, nello stesso tono forte di poco prima, "Soprattutto quelle che non conosci".

 

I ragazzi sollevarono la testa in contemporanea nel sentire una voce decisamente a tono troppo alto provenire dal piano superiore.
"Qualcun altro oltre a voi sta avendo una brutta mattinata" commentò Jimmy, che fino a poco prima pensava di salire a prendere qualche biscotto, ma che in quel momento cambiò idea.
Nessuno diede particolarmente peso a quelle urla, in fondo un litigio era normalissimo, anche se non si sarebbero mai aspettati che Amelia fosse in grado di litigare. Il pensiero di tutti cambiò quando sentirono un'altra voce alzarsi. A quel punto, i ragazzi decisero che era tempo di intervenire.
Brian si alzò, pronto a prestare i suoi servigi, ma un improvviso giramento di testa lo bloccò ancora prima di muovere qualche passo. Dopo una serie di risatine, Jimmy e Matt, che riuscivano a reggersi in piedi piuttosto bene, o almeno meglio di Brian, corsero verso le scale e salirono velocemente al piano superiore.

 

"Non è ora di finirla?" chiese Matt quando ebbe le ragazze a portata d'occhio. Si beccò una fulminata da parte di entrambe, che l'avrebbero volentieri spinto giù dalle scale: perché era arrivato ad interrompere, se sapeva benissimo che era un momento delicato?
Amelia tornò a guardare Morgana, aspettandosi da un momento all'altro la sua solita reazione: sbattendo qualcosa e borbottando, la ragazza sarebbe uscita e non si sarebbe più fatta vedere per un paio d'ore. Era sempre così, e ormai Amelia ci aveva fatto l'abitudine; Morgana, pur di non ferire il proprio orgoglio ammettendo di avere torto, preferiva andarsene e non tornare se non quando le acque si fossero calmate. Era solo questione di minuti, e anche quella volta sarebbe finita così.
"Cosa sta succedendo?" chiese Brian, che data la scarsa reattività delle sue gambe era arrivato in cospicuo ritardo. Anche lui si prese un'occhiataccia da Morgana, mentre Amelia non riuscì ad essere acida come avrebbe voluto: si ricordò che, poco prima, mentre veniva toccata dalle dita sottili di Morgana, aveva pensato a lui.
La conclusione del litigio fu diversa dalle altre volte.
Amelia abbassò la testa e uscì. Tutti si scostarono per lasciarla passare, senza avere il coraggio di dire una parola, tantomeno di fermarla. La guardarono scendere le scale, sentirono un debole saluto di Zacky che non ottenne risposta e il portone del Pentacle chiudersi pesantemente dopo qualche secondo.
Brian si voltò verso Morgana, che si era decisa a mostrarsi dispiaciuta solo dopo che Amelia se n'era andata.
"Cos'è successo?" chiese, avendo in risposta un gesto sbrigativo della mano e una fuga della ragazza verso la camera da letto.

 

Amelia, ancora in pigiama, non fece poi molta strada: appena uscita dal Pentacle, si sedette sull'orlo del marciapiede, guardando apatica il vuoto davanti a lei. La gente passeggiava tranquillamente davanti ai suoi occhi, senza troppa fretta o troppa ansia. E' ironico come le vite delle persone si incrocino per una manciata di secondi, e come in quella manciata di secondi il proprio corpo riesca a percepire se quella persona è destinata ad andarsene o a rimanere. Ad Amelia piaceva soprattutto quando le persone non restavano, a lei piaceva chiacchierare con gli estranei, salutarli e andarsene. Con loro si sentiva tranquilla, perché tanto non l'avrebbero mai più rivista, e pertanto non avrebbero cercato di aiutarla, o sfruttarla, o qualsiasi altra cosa. Erano le persone che restavano, a preoccupare Amelia, che non era esattamente abile nell'intrecciare rapporti, complice il suo essere lunatica e la sua illogica paura di dire una parola sbagliata e segnarsi a vita.
Tra tutte le persone che passavano, ad Amelia parve di notare di sfuggita due ragazze ben precise, che non aveva più visto da quando avevano saggiamente deciso di fuggire alla chetichella dal Pentacle un paio di giorni prima.

 

"Quindi?" chiese Johnny quando vide i ragazzi scendere dall'appartamento, dopo aver provato inutilmente a parlare con Morgana.
"Quindi ora mettiamo in ordine e vediamo se almeno una delle due si degna di venire a spiegarci qualcosa" rispose Matt, che non sapeva cos'altro avrebbero potuto fare, lì dentro.

 

Amelia non impiegò molto a tornare; erano passati pochi minuti (ma tutti avevano già fatto in tempo ad abbandonare l'idea delle pulizie) quando rientrò, accompagnata da Nishelle e Heather. Tutti guardarono le ragazze, in particolare Amelia, che sembrava avere la situazione sotto controllo. Dal momento in cui le due rompipalle erano scappate, avevano pensato che per tenerle al Pentacle avrebbero dovuto incatenarle e frustarle, ma a quanto pareva bastava la mano ferma di Amelia, che in certi momenti sapeva essere convincente. E quello era uno di quei momenti, dato quanto era incazzata con Morgana.
Nonostante tutta la merda che aveva detto a Heather e a Nishelle per convincerle a tornare al Pentacle e riparare i danni che avevano provocato, Amelia si sentiva ancora arrabbiata, sentiva il bisogno di sfogarsi in qualche modo, magari prendendo a pugni qualcosa, magari urlando contro qualcuno. Anche se, a dire il vero, l'unica cosa che le avrebbe fatto passare davvero l'ansia che sentiva dentro sarebbe stato dire a Morgana tutto quello che aveva ancora da dire.
Amelia non optò per quella soluzione. Non voleva rivedere la faccia di Morgana.
La ragazza mise Heather e Nishelle a pulire e lasciò gli altri a perdere tempo, raccolse le cartelline sparse per il pavimento e si chiuse in una delle stanze del locale.

 

"Quindi?" chiese nuovamente Johnny, dato che i ragazzi erano di nuovo disoccupati e non avevano nulla da fare, se non girarsi i pollici guardando Heather e Nishelle lavorare.
"Potremmo anche andare a farci un giro" propose Zacky, annoiato, facendo spallucce. L'idea non venne accolta con grande entusiasmo: un giro avrebbe fatto piacere a tutti, ma c'erano troppe questioni in sospeso all'interno di quelle quattro mura, e dovevano provare a risolverne almeno un paio.
La prima, la più importante, era tentare di ricongiungere Amelia e Morgana, o perlomeno capire cosa fosse successo: solo la sera prima sembrava non potessero vivere una senza l'altra, mentre in quel momento tra le due era guerra aperta.
"Chi parla con Morgana?" chiese Matt, guardando tutti negli occhi, uno ad uno. I ragazzi si guardarono intorno, imbarazzati, sperando di non dover adempiere a quel compito decisamente troppo gravoso da sostenere.
"E con Amelia, chi ci parla?" domandò di rimando Brian, che sapeva che almeno una delle due sarebbe ricaduta su di lui. Tutti lo fissarono, come se la risposta a quella domanda fosse più che ovvia.
"Sei tu l'unico che in sei mesi è riuscito a parlare un po' con lei" fece notare Jimmy, strappando consensi da tutti.
"Quindi sarebbe ora che ci provaste anche voi" rispose pronto Brian: si aspettava una sparata del genere da qualcuno. "E' una ragazza, non vi uccide mica"
"Teniamo Amelia per ultima" propose Matt "Troviamo qualcosa da fare per ciascuno e l'ultimo che rimane va da lei"
L'idea venne approvata, tra borbottii e lamentele, che aumentarono notevolmente quando Matt iniziò ad impartire i compiti.

 

Nel trambusto, nessuno dei ragazzi fece caso ad Heather e Nishelle, che avevano trovato il modo di sgusciare verso il retro del locale senza farsi notare da anima viva. Avevano agilmente eluso lo sguardo vigile di Jimmy, intento a lamentarsi per il compito che gli era stato assegnato, erano riuscite a superare i banconi che formavano il complicato disegno del palcoscenico ed erano infine giunte oltre il magazzino sul retro. Si trovavano esattamente ai piedi delle scale che conducevano all'appartamento quando, dall'alto, si sentì una porta sbattere e un rumore di passi leggeri e indecisi che si posavano sugli scalini.
Le due ragazze si guardarono negli occhi, non ebbero nemmeno bisogno di parlarsi per capire chi stesse scendendo le scale: dato che i ragazzi erano tutti nella sala e che Amelia si era rintanata in una stanzetta, quella a venire verso di loro non poteva essere che Morgana.
Nishelle rivolse uno sguardo disperato all'amica che, non sapendo cosa inventarsi e volendo a tutti i costi evitare il magazzino che ormai conosceva troppo bene, la prese per mano e la trascinò nel giardino dietro il locale.
"Perché qui?" sibilò Nishelle sottovoce: tra tutti i posti, quello era uno dei più improbabili dove stare: se qualcuno le avesse sorprese lì, non avrebbe avuto nessuna scusa pronta per giustificarsi.
"Preferivi salire ad abbracciare Morgana?" le rispose stizzita la rossa, guardandosi intorno e osservando con cura il giardino mezzo morto. Non era certo la perla del locale, ma le giovani proprietarie si erano ripromesse di pensarci quando sarebbe arrivata la primavera, o almeno quando avrebbero avuto qualche soldo per comprare tutto il necessario per sistemarlo.
"Quindi scappiamo anche stavolta?" chiese Nishelle, parlando a voce ancora più bassa.
Heather scrollò le spalle: se fossero scappate, avrebbero dovuto cambiare città, forse addirittura trasferirsi in Europa, adottare un altro nome e un'altra identità, e ancora Morgana sarebbe riuscita a trovarle.
"Intanto mi fumo una sigaretta" spiegò, notando un pacchetto ancora pieno appoggiato ad un tavolino di plastica. "Poi penserò sul da farsi"

 

"Perchè devo andare io da Amelia?" protestò sonoramente Zacky, che era rimasto l'unico senza incarico e che quindi avrebbe dovuto adempiere al peggiore.
"Preferisci andare da Morgana?" ribatté Brian, ricordando a tutti cos'era toccato a lui.
"Preferite farvi aggredire dalla rossa che sicuramente tenterà un'altra fuga?" si lagnò Jimmy, che avrebbe dovuto controllare le ragazze. In realtà, il suo era il compito più semplice: gli sarebbe bastato starsene seduto a fissarle, magari pure sorseggiando una birra, ma a lui piaceva di più muoversi e fare qualcosa di produttivo, piuttosto che non far nulla e annoiarsi.
"Ormai abbiamo deciso" chiuse il discorso Matt, facendo partire un'altra serie di lamentele da parte di tutti. Gli unici contenti del loro compito, in realtà, erano lui e Johnny, che avrebbero dovuto pensare ad organizzare qualcosa per la festa che ci sarebbe stata la sera.
"E come fai ad avvisare la gente che ci sarà una festa?" chiese, molto saggiamente, Johnny. "E' già mezzogiorno passato"
Matt fece spallucce.
"Quello sarà compito tuo" decise, apparendo fermo e risoluto, quando in realtà era stato preso completamente alla sprovvista. "Io vado a prendere l'occorrente per la festa e tu vai a prendere la gente"
Johnny borbottò qualcosa sottovoce su quanto il ragazzo stesse approfittando della situazione, ma nulla di più. Matt, intanto, gongolava, godendosi l'influenza e il potere che riusciva ad esercitare sui suoi compagni di gruppo.

 

Brian si incamminò a testa bassa verso l'appartamento, fermamente intenzionato a non scambiare nemmeno una parola con Morgana: quella donna era pericolosa, quando era arrabbiata.
L'idea del ragazzo era semplice: salire nell'appartamento, acquattarsi in un angolino buio per un'oretta o giù di lì, per poi scendere nuovamente dai suoi amici, dicendo di aver adempiuto ai suoi compiti e inventandosi qualche motivazione per giustificare la litigata tra le ragazze. Ovviamente, non aveva calcolato il fatto che prima o poi Morgana sarebbe scesa e avrebbe ricominciato a parlare anche con gli altri, facendo scoprire in pieno il suo piano diabolico, che in quel momento gli sembrava non avere alcuna falla.

La falla arrivò e fece sprofondare miseramente il piano geniale di Brian quando, appena posato il piede sul primo scalino, il ragazzo alzò la testa e notò una persona che scendeva le scale. Il fato volle che quella persona fosse proprio Morgana.
"Andavi da qualche parte?" chiese il ragazzo, dicendo la prima frase che gli veniva in mente, per poi raggiungere Morgana e farla tornare all'appartamento dopo averle cinto la vita con un braccio. Letteralmente, la trascinò nell'appartamento.
La ragazza tentò di protestare, ma non si impegnò poi molto: tutto sommato, stava scendendo solo perché era stanca di stare da sola, ma la compagnia era arrivata da sé.

 

Anche Zacky si incamminò a testa bassa, ma verso la stanza dove era entrata Amelia tempo prima. Si fermò quando appoggiò la mano sulla maniglia dorata e fissò sospirando il legno verniciato di un nero opaco. Quella porta sembrava fatta quasi di legno grezzo, date le tante venature, profonde e scavate, che facevano intuire come avrebbe potuto essere la stanza all'interno, e cosa vi sarebbe successo. Tutte le stanze del Pentacle avevano quella caratteristica; la stanza cremisi, invece, aveva una porta invisibile, individuabile solo ed unicamente da chi sapeva dove cercarla, e tanta segretezza poteva portare ad un'unica conclusione: lì dentro sarebbero accadute cose che sarebbero dovute rimanere celate al mondo esterno.
Zacky si decise ad abbassare la maniglia e spingere la porta, intravedendo già l'interno della stanza: pareti scure, con borchie dorate appese ad intervalli regolari, luci soffuse e opache, che creavano una sensazione di fumo nella stanza.
Amelia sobbalzò e si girò di scatto verso la porta quando la sentì aprirsi. Scorse Zacky entrare e decise di concentrarsi nuovamente sul lavoro che stava facendo, raccogliendo l'ennesima scheda e leggendo le poche righe di presentazione scritte dalla ragazza. Ci teneva ad avere ragazze intelligenti, non la prima persona che capitava: ovvio, tutte erano in situazioni complicate, avevano vissuto storie a dir poco traumatiche, ma secondo Amelia alcune avevano la precedenza su altre. La ragazza aveva obiettivi alti per le sue dipendenti: non le avrebbe chiuse in un bordello per tutta la vita, avrebbe fatto guadagnare loro il minimo per vivere e poi le avrebbe aiutate a trovarsi un lavoro, una casa, le avrebbe aiutate a farsi una vita vera, fuori da tutto quello schifo che era il mondo che loro conoscevano. Amelia contava di avere un ricambio continuo di ragazze, lento ma regolare.
Zacky, sentendosi bellamente ignorato, si fermò davanti ad Amelia e la osservò.
"Come sta andando?" chiese, non sapendo che altro dire e volendo evitare a tutti i costi la scomoda discussione che era stato mandato a fare.
"Sto tentando di trovare qualcuna dalla California, così per la sera possono essere qui, ma ci sono solo europee" si lamentò la ragazza, scorrendo una serie di fogli che avrebbe esaminato dopo.
"Le europee sono carine" commentò Zacky, non cogliendo in pieno il significato delle lamentele di Amelia.
La ragazza non rispose; si limitò a porgergli un pacco di fogli.
"Dividi le californiane, le americane in generale, le nere, le latine, le europee e le asiatiche" gli ordinò, facendo stupire il ragazzo della moltitudine di etnie che sarebbe stata presente nel locale una volta arrivate tutte le ragazze.

 

Jimmy, pronto e determinato a svolgere al meglio il compito che gli era stato assegnato, si guardò intorno e scoprì che le due ragazze se l'erano già data a gambe. Tutto il suo entusiasmo calò di botto, e dopo un sonoro e poco elegante 'Puttane' rivolto alle due, iniziò a vagare per il locale per trovarle e farle tornare al lavoro.
Le trovò solo parecchio tempo dopo, in giardino.
"Cosa fate qui?" chiese ingenuamente, pensando che stessero effettivamente facendo qualcosa di utile, magari ordinato loro da Amelia.
"Sistemiamo" colse l'opportunità Heather, ringraziando il cielo per avergli mandato quello scemo e non qualcuno di più sveglio. Per lei, Jimmy era quello scemo, mentre per Nishelle era semplicemente quello ingenuo; di conseguenza, veniva trattato come uno zerbino da una ma più dolcemente dall'altra, che considerava l'ingenuità un piccolo dono ma anche come una grande condanna. Tecnicamente, quella è la descrizione migliore che si possa fare dell'ingenuità: un dono perché permette di vedere la vita in rosa, tutte le porte aperte e ogni persona incapace di farti del male; una condanna perché, in realtà, le persone sono sempre pronte a farti del male, e l'essere così buono e innocente ti rende solamente un bersaglio facile per un'eventuale coltellata alle spalle.
Jimmy ci cadde con entrambi i piedi, annuì e tornò dentro al locale, compiacendosi di come fosse bravo a fare il supervisore.

 

Brian, esattamente come Zacky, non aveva voglia di affrontare argomenti scomodi, perciò si limitò a parlare di qualsiasi cazzata gli venisse in mente, dal come mettersi la matita senza rischiare di pugnalarsi un occhio all'imminente Big One, destinato a far galleggiare la California nel Pacifico per sempre. Tanto per passare il tempo, si diede pure all'esplorazione dell'appartamento, trovando a volte piacevoli sorprese (come il disco degli ABBA che aveva prestato a Morgana anni prima), a volte qualcosa che sarebbe dovuto rimanere nascosto (come l'ukulele a forma di pene che gli era stato regalato all'ultimo compleanno e che lui aveva saggiamente nascosto in casa di Morgana).
Nell'armadio della camera da letto, protetto da una pila di vestiti, trovò un oggetto tanto utile quanto importante, nonostante si fosse completamente dimenticato di averlo messo lì.
Praticamente, l'oggetto gli cadde addosso appena aprì l'armadio, trascinando con sé tutta la pila di vestiti che aveva davanti, e scivolando ai piedi di Brian, che lo osservò basito.
"Mi ero scordato di averla lasciata qui" mormorò, quasi sentendosi in colpa. Avrebbe dovuto farsi perdonare, lei era stata la sua migliore amica per anni e lui se l'era dimenticata, chiudendola dentro ad un armadio, per sostituirla con un'altra, decisamente più brutta e non altrettanto perfetta.
"Piccola mia, ti prometto che non succederà più" rassicurò l'oggetto, raccogliendolo da terra con più delicatezza possibile. "Mi farò perdonare, lo giuro"
Morgana stava osservando la scena di Brian che abbracciava la sua chitarra come farebbe una madre con il proprio figlio, mantenendo il religioso silenzio che il momento richiedeva. La struggente scena fu interrotta proprio dal suo protagonista, che deglutì rumorosamente e chiese a Morgana da quanti giorni fosse al Pentacle.
La ragazza lo guardò un po' storto ma, abituata a domande stupide ed improvvise, gli rispose: "Non lo so, un paio"
"Io non ho più dato da mangiare a Pinkly!" esclamò Brian, ricordandosi di colpo della sua cagnolina, lasciata sola nel piccolo appartamento dove vivevano.
Il ragazzo, senza aggiungere altro, si fiondò fuori dalla stanza, scese le scale di corsa e attraversò la grande sala. Sentì di sfuggita Jimmy dirgli di cercare Matt e Johnny, che erano usciti molto tempo prima e non erano ancora tornati, ma non ci badò molto: il suo pensiero principale, in quel momento, era la sua amata cagnolina.

 

"Perché corre così?" chiese Amelia, che si stava allacciando le scarpe: sarebbe dovuta andare con Zacky alla stazione a prendere un paio di ragazze che, incredibile ma vero, abitavano vicino e sarebbero riuscite ad esserci per la serata.
Tutti fecero spallucce, abituati alle stranezze del ragazzo.

Morgana scese in quel momento dall'appartamento, non tanto per inseguire Brian, quanto piuttosto perché riteneva di aver passato abbastanza tempo chiusa al piano di sopra, e che fosse il momento di tornare a comunicare con il mondo reale.
"Non manca qualcuno?" chiese osservando i presenti. Si beccò un'occhiataccia da Amelia, alla quale evidentemente non era ancora passato il malumore, e le rispose con uno sguardo altrettanto acido.
"Matt e Johnny dovevano trovare gente per la festa di stasera" rispose Jimmy, mentre la sua voce veniva coperta dal pesante portone che sbatteva. "E Amelia e Zacky sono andati a prendere alcune ragazze"
"C'è una festa stasera?" si stupì Morgana, iniziando a farsi prendere dal panico: era tardi, troppo tardi, e dovevano ancora decidere il tema, preparare il locale, spargere la voce e fare un sacco di altre cose. Era troppo tardi, avrebbero dovuto far iniziare la festa addirittura dopo mezzanotte, per organizzare tutto per bene.
Lo sguardo angosciato di Morgana mutò completamente quando vide entrare dalla porta sul retro due ragazze che conosceva molto bene, e lasciò il posto a un debole ma sadico sorrisetto.

 

Contro ogni previsione di Morgana, tutti tornarono in fretta al locale, chi portando due ragazze un po' spaesate, chi portando un cane, chi portando un gruppo piuttosto consistente di persone.
"Ve li lasciamo qui, noi adiamo a cercare qualcun altro" spiegò in velocità Matt, scomparendo poi di nuovo con il nano, senza dare agli altri dei chiarimenti su come fossero riusciti a trovare tutta quella gente.
Amelia prese per mano le ragazze e le portò in una stanza, dove avrebbe spiegato brevemente quale sarebbe stato il loro lavoro ma soprattutto cosa avrebbero dovuto fare quella sera: dato che non avevano avuto il tempo per spargere la voce delle attività che si sarebbero svolte al Pentacle, per quella festa le ragazze si sarebbero limitate a lasciarsi guardare dall'alto dei banconi neri del locale.
Morgana correva invece da una parte all'altra, attaccando la musica, regolando le luci, aprendo il bancone del bar e venendo passivamente osservata dai ragazzi, che la guardavano filare in giro, senza prendersi la briga di chiedere se le servisse una mano.
"Stasera state al bar" urlò loro Morgana, facendoli risvegliare da quello stato di trance in cui erano caduti. "A parte Brian, lui gestisce la musica"

 

Amelia uscì dalla stanza e lasciò andare le ragazze verso il palco, mentre qualcuno le veniva incontro con passo non proprio deciso.
"Ma questa festa fa schifo" osservò la ragazza, guardandosi intorno.
"Lo so" confermò Morgana, che ormai era arrivata vicino a lei. "Ma voglio lasciare gestire tutto ai ragazzi, giusto per vedere come se la cavano"
Amelia la guardò un po' interdetta, ma non disse nulla, capendo che Morgana non aveva ancora finito il suo discorso.
"Mi dispiace" continuò lei. "Ho capito cosa ho sbagliato, e ho capito che devo lasciare alla gente più spazio"
Amelia non credette ad una sola parola di quella frase, conscia che solo il giorno dopo Morgana avrebbe ricominciato a dare ordini a chiunque le capitasse a tiro. Un bacio della sua ragazza la fece però sciogliere e pensò che, in fondo, poteva provare a dimenticarsi di tutti i suoi errori almeno per un paio d'ore.
"Vieni con me" le sussurrò nell'orecchio Morgana, prendendola per mano e trascinandola con sé.
Amelia intuì dove sarebbero andate, e il discorso non la convinceva così tanto: aveva capito che Morgana voleva finalmente inaugurare la stanza cremisi, ma a lei non andava poi molto. In fondo, non avevano ancora trovato la ragazza per quella stanza, c'era tempo prima che qualcuno la usasse, e non capiva il perché di tutta la fretta di Morgana. Quando tentò di dirglielo erano ormai sul terrazzino, ma la ragazza non le permise di aggiungere altro e la zittì con un altro bacio.

Amelia si chiese se valeva la pena assecondarla o se era davvero il momento di spiegarle tutto quello che sentiva e tutto quello che aveva intenzione di dirle da un sacco di tempo, ma venne interrotta da Brian, con ancora in braccio il suo cane, evidentemente spaventato dalla musica e dalle luci nel locale.
"Dove posso metterla?" chiese, un po' imbarazzato, accarezzando distrattamente il pelo bianco della cagnolina.
Morgana guardò Amelia, aspettando la reazione che la ragazza aveva di solito quando cercava un momento d'intimità e questo le veniva negato: una poderosa rispostaccia. Tuttavia, la rispostaccia tardò ad arrivare, e Morgana decise che non valeva la pena impegnarsi tanto per essere dolce con Amelia, dato che lei sarebbe sempre stata la solita lunatica. Scese le scale, urtando apposta contro Brian, e si mescolò alla folla nel locale, che nel frattempo era cresciuta grazie a Matt e Johnny.

 

Brian e Amelia si guardarono per un lungo momento, mentre lo sguardo della cagnolina continuava a spostarsi dall'uno all'altra.
"Cosa sta succedendo tra voi?" chiese il ragazzo, sinceramente preoccupato.
Amelia sospirò, aprendo poi la porta della stanza cremisi e lasciando entrare il ragazzo e il suo cane.
Aveva deciso che forse valeva la pena aprirsi e sfogarsi con qualcuno, e Brian era l'unica persona disponibile in quel momento.

  
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