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Autore: Veni Vidi Jackie    26/08/2015    1 recensioni
Riuscirà Jack, nella sua Torre del Lago, a conquistare definitivamente la sua amata?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Mi dispiace, sorellina. »

Camilla mostra un sorriso triste a Martina, con la quale si è appena scusata. Quest' ultima dapprima non sembra volerla ascoltare, ma poi si ricrede e la abbraccia. Per poco non mi emoziono vedendo quelle due ragazze (che sono le donne della mia vita, ne sono certo) che si stringono con tanto affetto. Sì, Camilla è la ragazza perfetta per me. Lo so davvero.

«Dispiace anche a me» sussurra Martina

«Anche a me» dico, stringendomi con loro. Le due ragazze scoppiano a ridere e Camilla mi respinge in modo scherzoso. Mi allontano da loro, fingendomi offeso.

«Ho visto un autobus» dice Camilla, dopo l'abbraccio. «Credo che porti al mare...che ne dici?»

Questa non ci voleva: se la porto al mare non avrò tempo per...per baciarla. Mi torna ancora strano pensarlo: baciare...una parola a me sempre sconosciuta. Ci andai vicino con Matilde...ma perché riportare alla memoria tristi ricordi? Oggi è tempo di gioia, di rivincita.

Non ho intenzione di baciarla sul mare, non è romantico di pomeriggio.

Guardo l'orologio del mio cellulare: sono le diciassette e mezza. La cosa positiva è che il terminal dei pullman è nella piazzetta antistante il parco giochi...se andiamo e torniamo in fretta avrei ancora del tempo, se non se ne va via presto.

«D'accordo» rispondo, anche se nutro ancora dei dubbi. Ci incamminiamo di nuovo verso la piazza, dove un piccolo bus aspetta paziente i suoi passeggeri. Io e Camilla ci sediamo accanto, con Martina sulle gambe della sorella.

«Allora, Jack» Camilla mi guarda con un sorriso. «Una volta mi hai accennato di una certa Matilde, ma chi è?»

Questa domanda mi sorprende, prendendomi alla sprovvista. Ripenso a quella ragazza e a come mi ha umiliato, come mi ha trattato. Purtroppo certe persone è meglio non averle mai conosciute. Tuttavia, il mio cuore si rifiuta ancora di odiarla.

«Appartiene al passato» taglio corto, mentre Martina mi guarda perplessa. Camilla annuisce e si arrende: non parlerò mai di Matilde, o almeno non oggi. Questo pomeriggio segna la mia rivincita, il giorno in cui i vecchi fantasmi sono ufficialmente scomparsi. Era l'ora...

Impieghiamo circa dieci minuti a raggiungere il lungomare di Torre del Lago, percorrendo tutto il Viale Puccini (che poi prende il nome di “Viale Marconi”e ancora “Viale Kennedy”) fino alla spiaggia. Su un lato della strada che corre longitudinalmente al mare vi sono numerosi ristoranti e pizzerie, sull'altro gli stabilimenti balneari.

Camilla si sistema il suo cappellino ed iniziamo ad avvicinarsi alla spiaggia, con la piccola Martina che non riesce a stare ferma per l'agitazione. Qui c'è troppa gente...non riuscirò mai a fare la mia mossa con tante persone.

«Si muore dal caldo» si lamenta Camilla, inoltrandosi sulla sabbia. La battigia è quasi totalmente invasa dai bagnanti e dobbiamo fare attenzione a non calpestare le persone che prendono il sole distese a terra.

Accorgendoci dell'intenso caldo, decidiamo di tornarcene indietro. Siamo quasi tornati alla fermata dell'autobus quando una macchina si ferma bruscamente davanti a noi. E' tutta nera ed ha i finestrini scuri, come se custodisse un importante politico. Ad un certo punto si apre lo sportello del passeggero e posso scoprire chi sia alla guida. Mi congelo all'istante.

«Tom!» esclamo, riconoscendo il mio amico. Ha gli occhiali da sole e mi fa cenno di entrare velocemente. Un po' dubbioso, entro nell'auto con Camilla e la bambina.

Io mi siedo accanto a Tom, le due ragazze dietro. Il mio amico, non appena vede che ho fatto salire anche le altre due, fa una faccia disgustata.

«Jack, cosa diamine stai facendo?» mi chiede

«Tom, credo sia tu a dovermelo dire»

«Io?!» Tom ingrana la prima e la macchina parte, allontanandoci dalla spiaggia. «Io ti sto salvando!» continua

«Salvando...da cosa

«Da loro!» risponde indicando con disprezzo le due ragazze sedute dietro, che si guardano tra di loro con aria interrogativa. La giornata non può andare peggio...

«Tom, spiegati!» gli urlo

«Ti stavo parlando all'auricolare quando all'improvviso è caduta la comunicazione...ero certo che ti avessero aggredito».

Esplodo in una grossa risata. Camilla e Martina che mi fanno del male? Ma per favore! Tom è troppo stressato in questo periodo, deve prendersi una vacanza.

«Amico mio» gli chiedo «sei sicuro di stare bene?»

«Mai stato meglio» sibila

«Volete dirci cosa sta accadendo?» domanda Camilla.

Accidenti, ora sono nei guai! Come posso spiegare tutto? Non ho il coraggio di dirle che parlavo con Tom di nascosto per avere consigli in modo da baciarla, non mi voglio umiliare. Tom...è tutta colpa di Tom. A malincuore, le spiego tutta la verità. Il suo volto cambia espressione più volte: all'inizio è confusa, poi quasi divertita, dopo allibita e infine rimane ammutolita. Martina non dice nulla, forse vuole tenere nascosto il fatto che lei già sapeva tutto.

Camilla osserva adesso fuori dal finestrino, mentre le abitazioni della Marina di Torre del Lago le corrono davanti agli occhi. Queste case, però, non sono in stile liberty. Sono più moderne. Tuttavia, stavolta non credo che la ragazza sia interessata a scoprire il mio paese.

Dopo qualche secondo, durante i quali il mio cuore si è fermato per il terrore, Camilla scoppia a ridere. Sempre più confuso, rido pure io. Poi, pure Martina. Poco dopo si unisce pure Tom.

«Perché stiamo ridendo?» domanda Tom, fattosi all'improvviso serio

«Non lo so...» confesso, guardando Camilla, che continua a ridere

«Sei veramente un idiota!» risponde la ragazza, dandomi una pacca sulla spalla. «Proprio un idiota!»

 

 

  
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