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Autore: Barbara1018    26/08/2015    19 recensioni
Il mio contributo al contest Compleanno di Andrè.
Una giornata che voleva essere dimenticata si trasforma in un nuovo inizio
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Destino, 26 Agosto

 

Era un giorno ammantato di un amabile caldo di quel 26 agosto, dalla finestra aperta entrava la tiepida aria di fine estate. Era gradevole, dopo tanto tempo, svegliarsi nelle sue vecchie coltri e non nella misera branda della camerata della caserma.

Rimase morbidamente disteso coperto solo dal lenzuolo, quella notte aveva voluto dormire nudo: un senso di libertà dai vestiti, dalle costrizioni dei regolamenti e dalla vita che aveva scelto.

 

Sospirò tristemente e si preparò ad aprire gli occhi, cercò di calmare il battito del proprio cuore, la paura che gli attanagliava le viscere, ma quella mattina non ci fu il buio, ma un lieve sfarfallamento e la luce piano piano aveva riempito la vista annebbiata.

Quello era il destino che la vita aveva predisposto per lui, un destino che aveva scelto per salvare Oscar, ma era un peso difficile da portare sulle spalle da solo, perdere la vista significava soprattutto perdere quel poco che gli era rimasto di lei e ogni giorno si faceva sempre più gravoso.

 

Conscio del fatto che la nonna sarebbe arrivata di lì a poco a svegliarlo si alzò e iniziò a prepararsi meticolosamente per la nuova giornata, ecco un'altra cosa che gli mancava in caserma: il suo specchio grande dove era più facile radersi.

In quel momento si ricordò la data del giorno appena sorto, il suo compleanno, meglio non pensarci, fare finta di niente.

 

Si stava dirigendo verso la cucina quando sentì una piccola voce squillante chiamare a gran voce il suo nome: “Andrè, Andrè”, si voltò ed ecco corrergli incontro una bimba bionda di nome Estelle, di 9 anni. Era la figlia della cuoca Natalie e del giardiniere Didier e, come la madre, anche la piccola aveva subito il fascino di Andrè. La bimba si fermò davanti a lui e gli porse un mazzolino di fiori di campo e con un sorriso smagliante esordi: “Buon compleanno Andrè. Questi sono per te. Oggi devi per forza tornare in caserma? La brutta strega non può lasciarti a casa a giocare con me?”

Andrè non poté esimersi dal ridere e chiese: “ Chi è la strega?”

Estelle serissima rispose :”Madamigella Oscar, lei ti porta sempre via con sé ma non è capace di farti ridire come faccio io. Ti ha fatto il regalo di compleanno?”

 

Quella conversazione venne udita da un'altra persona, che rimase attonita nell'ascoltare quelle parole che bruciavano come schiaffi sul viso. Prima di tutto la risata di Andrè , quel suono sommesso non poteva essere la risata di Andrè, lei la ricordava bene, piena ed allegra, ma da quanto tempo non l'udiva più? E poi il compleanno, lei se ne era completamente scordata, tutta presa nel vivere la sua nuova esistenza di soldato e nel cercare di sfuggire da lui, dalla sua presenza, dal suo vegliare su di lei. Perchè no, l'idea suggerita dalla bambina poteva essere la giusta occasione per entrambe. A quel punto Oscar palesò la sua presenza e guardando direttamente Estelle le disse: “Petit, la strega cattiva può realizzare i desideri e oggi il soldato Grandier avrà una giornata di licenza da trascorrere esclusivamente in tua compagnia. Se al mio ritorno apprenderò che non è stato così provvederò a punirlo severamente. Conto su di te.”

 

Andrè sgranò gli occhi cercò di ribattere, ma Estelle fece una riverenza verso Oscar ed esclamò: “Sarà un compleanno bellissimo per il mio futuro sposo: non riceverà nessuna punizione” e presa la mano di Andrè si diresse a passo di carica in cucina per fare colazione.

 

Oscar si diresse alla scuderia , stava per montare Cesar quando vide Andrè che l'aveva raggiunta. Oscar lo guardò e per la prima volta si avvide di come fosse un bell'uomo, alto, dall'andatura elegante, con i capelli al vento e gli occhi grandi e penetranti. Si sentì avvampare quando lui, con un sorriso disarmante, le stava spiegando che poteva benissimo venire con lei, che la licenza non era importante e che avrebbe provveduto a rabbonire Estelle. Questo era quello che lei era riuscita a capire sovrastata da una marea di sensazioni nuove mai provate prima verso Andrè.

Per Oscar era decisamente troppo e, decisa, terminò la conversazione: “Gli ordini sono ordini non si discutono, ma tornerò presto questa sera”. Un colpo di tacco e Cesar partì al trotto impedendo ad Andrè qualsiasi replica.

 

Mentre galoppava Oscar ripensò a tutto quello che era successo quella mattina. Il suo tornerò presto, non sapeva proprio come le fosse uscito, e poi Andrè era il suo, suo cosa? Amico? Andrè aveva chiaramente detto che a lui non bastava essere un amico, lui voleva essere di più, lui voleva tutto, voleva lei, ma lei cosa voleva? Voleva essere un soldato perfetto questo sì, ma poi ? Era tropo difficile, un'incognita troppo rischiosa. Il portone della caserma si mostrò davanti a lei, ecco il tempo dei pensieri è finito ora solo il dovere mi aspetta.

 

A palazzo Jarjayes intanto Andrè aveva provveduto a sellare Alexander e presa con sé Estelle partì con l'intento di realizzare il sogno della bambina. Dal canto suo Estelle era raggiante, non stava più nella pelle per la gioia di stare in compagnia con l'uomo più bello che conosceva, ovviamente dopo il suo papà, e poi andare a cavallo era una cosa da grandi.

 

Estelle felice saltellava, cantando, nel prato, raccogliendo fiori sotto lo sguardo vigile di Andrè. Quella bambina era adorabile e molto probabilmente avrebbe potuto essere sua figlia se solo lui avesse scelto un destino diverso. Si ricordava bene l'arrivo di Natalie a palazzo. Una bella ragazza: minuta, ma con un fisico estremamente attraente, dolci occhi da cerbiatta, un carattere solare, volenterosa e desiderosa di rendersi utile. Se lo ricordava bene le occhiate che gli lanciava, le gentilezze che gli riservava, ma già allora il suo cuore era di Oscar e lui non aveva potuto prendere in giro una brava ragazza e, ben presto, tutte le attenzioni della fanciulla vennero rivolte verso Didier, il giovane giardiniere, tanto che in poco tempo si erano sposati e avevano avuto quella splendida bambina.

 

Lui invece non aveva nulla, aveva avuto un'amicizia, che lui aveva incrinato irrimediabilmente. Se solo quella notte non avesse bevuto così tanto, se l'intemperanza di Oscar fosse stata meno offensiva e crudele. Se, ma la realtà era diversa, lui aveva reagito come mai avrebbe pensato di essere capace di fare, non si poteva tornare indietro, tutto era cambiato, qualcosa si era spento così come si stava spegnendo la sua vista, anche se quel giorno la vista era un pochino più salda.

 

La giornata trascorse in allegria e quando rientrarono fu una sorpresa trovare Cesar già ben accudito nella scuderia. Il cuore di Andrè accelerò il battito, lei aveva mantenuto la parola, era tornata prima.

 

Oscar non aveva potuto fare diversamente, la giornata era stata lunga e noiosa e lei aveva più volte dimostrato alla truppa che il Comandante, quella mattina doveva essersi alzata con il piede sinistro dal letto, nulla era stata considerato accettabile e il suo atteggiamento scontroso aveva persino fatto intervenire il Colonnello Dagout, che per non esasperare gli animi aveva osato suggerire al Comandante, un rientro anticipato visto lo svolgersi di attività di routine.

 

La dipartita di Oscar fu salutata con sincero entusiasmo e Alain si augurò che l'indomani il soldato Grandier fosse di ritorno, visto il putiferio che la sua assenza aveva causato.

 

Appena rientrata a palazzo, aveva sbraitato che quando Andrè fosse rientrato doveva assolutamente portare le cioccolate, e si era rinchiusa nella sua camera. “Accidenti a te Grandier. Oggi non ho fatto altro che pensare a te, alla tua risata spenta, al tuo sorriso, all'amore che mi hai gridato in faccia, al fatto che tu oggi non c'eri. Il nostro essere sempre insieme, ma insieme come? Come dei semplici amici o come una coppia? Cosa siamo noi? Il problema è che tu non torni e io ti aspetto, non sono una strega; è incredibile come una semplice frase pronunciata da una bambina mi abbia sconvolto oramai so solo che devo vederti, vedo parlarti. Accidenti torna!

Appena messo piede in cucina la nonna mise un vassoio in mano ad Andrè e, con un tono che non ammetteva repliche, lo esortò a portare le cioccolate in camera di Madamigella, a quel punto Andrè si sentì perduto, lei lo voleva di nuovo in camera sua. Salì più velocemente che potè il grande scalone di marmo, aveva imparato la sua lunghezza a memoria, ma quel giorno, un dono del destino, la sua vista era decisamente in uno stato accettabile.

 

Bussò e Oscar aprì lei stessa la porta, il desiderio di vederlo era fortissimo. Ad Andrè venne un colpo al cuore nel vederla così bella e così fragile davanti a lui, mentre gli sussurrava quel tanto atteso quanto inaspettato :”Buon compleanno”. Lo invitò ad entrare a quel punto posato il vassoio aprì le sue braccia che divennero il rifugio di lei, si guardarono intensamente, il silenzio complice che era stato spesso loro compagno era tornato e finalmente ricevette il più insperato dei regali di compleanno, un timido bacio, una promessa di un nuovo inizio, di un nuovo destino.

  
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