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Autore: AlexisVictorie    26/08/2015    3 recensioni
Immaginate…un paesino, New Olympus e tutti i nostri amati personaggi.
Fatto?
Ok.
Mettete tre Pezzi Grossi stranamente vivi, (ma Ade e Zeus non troppo fedeli) un Luke puttaniere, (potrebbe cambiare però…vedremo) tante tante Cacciatrici che a fine storia non saranno più Cacciatrici, (senza offesa Artemide) Apollo e Will migliori amici e un Nico che va parecchio d'accordo con quest ultimo,(OTP) Percy figo come sempre, Annabeth pericolosa come sempre e Jason ammaliato dagli occhi di Piper.
Aggiungete Calypso che lancia vasi addosso a Leo e Hazel accolta da Maria anche se è frutto di un tradimento di Ade.
E tanto tanto amore e non pochi guai.
Non sono semidei ma sono adolescenti.
E sono difficili da gestire.
AU! Mortali
Coppie: Percabeth, Solangelo, Caleo, Jiper, Frazel, Thaluke, Rachollo, Tratie, Silendorf, Chrisse, Tella (Tyson/Ella) e qualcun altro che sto dimenticando molto probabilmente.
Bacioni
Alexis
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nico odiava le riunioni di famiglia.

Non aveva mai capito perché a tutti i suoi cugini/amici millenari piacesse farle.

Sbuffò irritato e diede un'occhiata veloce.

A capotavola, sedeva dritto e spigoloso Zeus, con aria distinta e gli occhi attenti a cercare un accenno di bella ragazza.

"Hai quarant'anni zio" furono i pensieri di Nico ma il figlio di Ade preferì sorvolare.

A destra di Zeus, c'era Poseidone.

Stava spaparanzato su una sedia e apriva frutti di mare come se non avesse fatto altro per tutta la vita.

E Nico sospettava fosse proprio così.

Ade era a sinistra di Zeus.

Suo padre aveva i gomiti sul tavolo e il mento sulle mani, l'aria tenebrosa e un mutismo completamente naturale.

Anche Nico era così dopotutto.

Sbuffò e si voltò verso le donne di casa.

Maria stava ridendo e gli occhi brillavano per qualcosa che aveva detto Sally.

L'adoratissima zia Sally.

Stringeva un contenitore come se ne andasse della sua vita.

Nico non dovette scervellarsi molto.

Era una tradizione che Sally portasse la torta blu come dessert.

Nessuno conosceva la ricetta ma tutti la amavano.

Era, invece, scrutava le due con studiato interesse.

Aveva sempre odiato la zia Era.

Sembrava la classica stratega degli Hunger Games.

Avrebbe mandato a morire chiunque per salvarsi la pelle.

Ne era quasi del tutto certo.

E aveva la straordinaria capacità di sgambare il marito ogni volta che questo la tradiva.

Nico si chiedeva spesso se non avesse inventato un radar apposito.

Le tre mogli dei "Pezzi Grossi" sedevano dall'altro lato della tavolata.

E nel mezzo c'era un po' troppa gente per il solitario Nico.

Artemide sorrideva composta, mentre Zoe (la Cacciatrice che si era portata dietro) farneticava qualcosa su come fossero stupidi i maschi.

Il figlio di Ade non poteva sentirle ma da quando Ercole l'aveva abbandonata (un po' come Teseo con Arianna) la supremazia femminile era il suo argomento preferito.

Apollo, invece, stava scompigliando i capelli del biondissimo Will Solace che rideva per qualcosa che aveva detto il cugino.

Nico sentì una stretta allo stomaco che si allentò quando notò il posto vuoto accanto a Will, che il ragazzo difendeva con le unghie  e con i denti.

Quel ragazzo gli stava davvero tenendo il posto?

Era adorabile.

Decise di passare oltre per non morire di diabete.

Jason stava continuando ad allontanare con fermezza ogni piatto di carne dalla vista di quella che Nico conosceva come Piper McLean.

La ragazza sorrideva grata.

Talia, invece, seduta vicino a Zoe (di malavoglia) borbottava qualcosa in risposta a Bianca che sembrava divertita e un po' scocciata.

Tyson stava borbottando qualcosa nell'orecchio di Ella, un'adorabile bambina che leggeva Harry Potter.

Solo per quello, aveva tutta la stima di Nico.

Percy stringeva piano il braccio di Rachel, la rossa pittrice Cacciatrice.

Sapeva che erano migliori amici ma decise che non gli importava poi molto.

Hazel, la sua sorellastra, stava raccontando qualcosa a Frank, il caro e vecchio Frank, che era tutto rosso e balbettava.

Leo, lì vicino, stava cercando di dare fuoco ad alcuni fazzoletti che Nico sperò gli venissero tolti di mano quanto prima.

Al suo fianco, i gemelli Stoll ghignavano piano passandosi degli aggeggi colorati di dubbia provenienza.

Chris Rodriguez si stava abbassando e contorcendo in continuazione, nel tentativo di evitare le botte di Clarisse,che sedeva rossa al suo fianco, cercando di ignorare gli scoppi di fangirlaggio di Silena, la sua migliore amica, la quale ignorava non tropo velatamente il fidanzato, Charles Valdez "Beckendorf".

Osservandola, Nico non si sorprese di preferire i maschi.

Spostò la sua attenzione sul posto vuoto vicino a Will.

Vi si diresse senza esitazione e il viso del biondo, amico di Apollo, si illuminò di gioia malamente mascherata.

-È occupato?- scherzò Nico, indicando la sedia.

-Sì. È per uno dei miei due migliori amici. -

Il figlio di Ade si accomodò e Will gli strinse piano il braccio prima di voltarsi verso Apollo, che reclamava la sua attenzione.

Quasi subito, però, Will si rigirò verso di lui.

-Non sono poi così male queste riunioni.- osservò.

E vedendo il suo viso allegro, gli occhi blu e luminosi e i ricci biondi e ribelli, Nico si convinse che dopotutto quei pranzi non erano poi così detestabili.

 

 

 

 

 

 

 

Annabeth era il tipo di persona troppo intelligente per arrabbiarsi con le persone che erano irrimediabilmente stupide.

Si considerava superiore all'ignoranza.

Eppure quel ragazzo irrimediabilmente un po' stupido (ma in senso buono) le stava suscitando una sorta di dolcezza e tranquillità che raramente la avvolgevano.

Percy la fissava con curiosità, un sorriso in viso e l'aria di chi si trova lì per caso.

E Annabeth aveva il presentimento che Percy ci fosse davvero capitato per caso in libreria.

-Ciao. Sei Annabeth, vero? Sai dirmi dove si trova la sezione fantasy?-

La bionda fissò confusa il ragazzo.

-Hai la targhetta. Sei una commessa no? Mi serve un libro per il mio fratellino.- precisò fissandola un po' confuso.

-Oh! Scusa. Non ti facevo tipo da biblioteca. Sei…Perseus. Giusto?-

-Percy. Lo preferisco. Comunque sai se posso trovare il primo libro di Harry Potter…la Pietra Filosofale! Sì quello.- ricordò il moro con un sorriso entusiasta.

-Oh è un libro fantastico! Vieni, seguimi!-  fece entusiasta Annabeth guidandolo nella sezione fantasy.

In bella mostra, disposti in ordine, c'erano tutti e sette i libri di Harry Potter.

Annabeth tese il primo verso Percy che lo afferrò e aprì velocemente.

Scorse velocemente la trama e un sorriso affiorò sul suo viso. 

-Sembra bello, devo ammetterlo. La fidanzata di Tyson ha buon gusto-

-Fidanzata di Tyson?- fece sorpresa Annabeth.

-Ty è mio fratello. Ed Ella non è davvero la sua ragazza. Ma si metteranno assieme prima o poi. Me lo sento. Comunque hanno scommesso, ha vinto Ella e adesso Tyson deve leggere Harry Potter. Ma penso che se mi entusiasma, lo leggerò anche io-

-È davvero magnifico. Te lo consiglio- sorrise Annabeth, da perfetta fangirl.

Percy sorrise gentile e si diresse con la bionda alla cassa.

La ragazza digitò qualcosa alla cassa e allungò uno scontrino.

Percy pagò senza fiatare e fece per uscire.

-A che ora finisci il turno, Annabeth?-

La ragazza allungò il viso per vedere il ragazzo, fermo nell'ingresso.

-Alle cinque. Mi sostituisce una collega-

-Ti va se ci incontriamo qui e prendiamo un caffè ad un bar qui vicino-

Percy la fissò con un sorriso speranzoso e Annabeth si ritrovò a sorridere di rimando.

-Va bene. Perché no? Alle cinque qui fuori?-

Il moro annuì e salutò con la mano.

Annabeth si lasciò scivolare lungo la sedia.

L'incontro con Percy era stato strano.

Si sentiva…leggera. Come se potesse lasciar andare ogni problema.

Ed era felice.

Non si sentiva in dovere di essere la perfetta e studiosa Annabeth.

Era solo una ragazza che si godeva la vita.

Percy le aveva trasmesso un'allegria e una spensieratezza che non provava da tempo.

Da quanto tempo non si scioglieva un po'?

Troppo.

La porta si aprì con uno scampanellio e Piper si accomodò al suo fianco.

-Allora bionda. Cosa mi racconti?-

-Oh Piper. È così bella la vita-

E quando Annabeth si allontanò canticchiando fra sé, e sistemando con cura ogni libro sul proprio scaffale, Piper si chiese se la ragazza non avesse assunto droghe senza dirle niente.

 

 

 

 

 

 

-Charlie! Non immaginerai mai!-

Charles alzò lo sguardo dal motore della Lamborghini che stava riparando.

Quando Silena fece il suo ingresso, non riuscì a non sorridere dolcemente.

La sua ragazza scosse i capelli neri e lo fissò con un sorriso entusiasta.

-Che è successo, tesoro?-

-La mia Piper ha avuto un appuntamento con Jason Grace. Non so se esserne contenta oppure meno. E se non fosse un bravo ragazzo? La devo bloccare? Credevo fosse fantastico ma pensandoci…-

-Silena…tesoro, ho sentito parlare di Jason come di un bravissimo ragazzo. Inoltre credo che Piper abbia bisogno di fare esperienza con i ragazzi, no? Non puoi permettere rimanga single a vita. Anche perché è davvero una brava ragazza e merita di avere qualcuno al suo fianco. E ripeto, Jason sembra un bravo ragazzo. Non è come suo padre, Zeus.-

-Tu dici?-

-Sì, Silena-

-Grazie Charlie-

Il ragazzo sorrise a quel nomignolo.

Nonostante fosse un Vladez, tutti lo chiamavano sempre Beckendorf a causa di un errore un po' stupido.

La stessa Silena lo aveva scambiato per un altro ragazzo, Charlse Beckendorf appunto, e aveva preso a chiamarlo in quel modo.

Il ragazzo aveva cercato di spiegarle che, no, quello non era il suo cognome ma poi il soprannome si era diffuso fra i suoi amici e ormai lo chiamavano tutti col cognome dell'altro Charles.

Silena, però, saputo lo sbaglio, si era scusata con lui e aveva smesso di chiamarlo per cognome (sbagliato ma vabbè…) ed era passata al nomignolo Charlie.

Che in realtà al ragazzo piaceva molto.

Sorrise alla sua ragazza che si accomodò su una sedia e stiracchiò le gambe.

-Che mi racconti Charlie?-

-Leo non fa che parlare di una povera ragazza lancia-vasi e temo si sia irrimediabilmente innamorato della poveretta-

-E come si chiama?- fece curiosa la mora.

-Non mi ha voluto dire il nome. Inoltre mamma e papà hanno ultimato dei troni per Zeus ed Era-

-Troni? Troni reali?-

-Già. E costano anche un patrimonio! Non so qual è il senso dell'acquisto-

-Sai come sono i signori Grace. Sempre in cerca di un modo per sventolare al mondo i loro soldi. Intanto Talia si veste come una punk, Apollo è conosciuto più come playboy che come aspirante medico, Artemide è vergine nonostante il padre che si ritrova e Jason passa le giornate

con Leo anche se ad Era e Zeus non sta proprio simpatico- osservò Silena.

-Credo che sia il loro modo di dimostrare che non sono come i loro genitori e che le proprie origini non devono necessariamente echitettarci.- sorrise Charles.

-Per questo non ti chiamo più Beckendorf. Anche quella per me è un'etichetta. Il ragazzo, il cui cognome venne scambiato con un altro. No grazie. Preferisco Charlie.-

 Il ragazzo sorrise avvolgendo le braccia attorno alla sottile vita di Silena e attirando la ragazza a sè.

Si baciarono dolcemente, mentre Silena avvolgeva le braccia dietro la nuca di Charlie e passava la sua candida mano fra i capelli di lui.

-Sono contento che tu sia l'unica a chiamarmi Charlie- sussurrò il ragazzo quando si separarono.

Silena non poté impedirsi di sorridere spontaneamente.

 

 

 

 

 

 

 

 

Chris strinse con forza la lancia, osservando il bersaglio posto più o meno lontano.

Sollevò il braccio e scagliò l'arma contro il manichino.

Quando affondò nella gamba sbuffò irritato.

Lui mirava al cuore!

Si guardò intorno con aria scoraggiata.

In una nugolo poco lontano, Nico Di Angelo cercava di correggere la postura di Will Solace, che si ostinava ad impugnare la spada come una penna e non come un'arma (ma da che mondo veniva uno che impugnava una spada in quel modo?).

Il biondo era rosso e sembrava raggiungere gradazioni sempre peggiori ogni qualvolta Nico si avvicinava a correggerlo.

Alla postazione delle pistole, un annoiato Luke Castellan faceva ruotare con aria di sufficienza due pistole scariche.

Annabeth Chase (quella ragazza lo spaventava) era alla postazione degli strateghi e muoveva diverse pedine con aria esperta.

Al tiro con l'arco Austin Solace stava distruggendo diverse frecce colpendo ripetutamente il centro del bersaglio.

Il suo istruttore aveva le mani nei capelli e fissava sconvolto le frecce che si aprivano in due.

Beckendorf era alla postazione del sollevamento pesi e anche da lontano, Chris, vedeva i muscoli gonfi, saettare.

Infine vide Clarisse.

Era qualche postazione più avanti e lanciava con rabbia la sua lanci scontro il manichino.

Quando colpì dritto il cuore, Chris sussultò sorpreso.

Si avvicinò di soppiatto, cercando di non farsi notare.

Clarisse era troppo concentrata sulla sua arma per notare l'avvicinarsi del figliastro di Ermes.

Chris, dal canto suo, si era praticamente incantato.

Clarisse poteva sembrare una ragazza per nulla femminile, ma c'era qualcosa di armonioso nel suo maneggiare le armi, nella sua voce che, no, non era quella di un usignolo, ma sapeva cogliere dritto al punto.

Clarisse ti diceva sempre ciò che pensava e tu dovevi riuscire a sopportare il peso del suo giudizio.

Clarisse non aveva mezzi termini.

Le cose erano o bianche o nere, senza sfumature.

Chris era il tipo che cercava di coglierla sempre quella sfumatura nascosta e in Clarisse quel colore nascosto era il rosso.

Ma non il rosso inteso come colore dell'amore.

Quelle cose non facevano per Clarisse.

E neanche per Chris ad essere sinceri.

Rosso era il colore del sangue, della battaglia, del rifiuto verso la resa.

Rosso era il colore della passione ma non intesa nel senso amoroso del termine.

Passione per la vita, per la lotta, per la vittoria.

Clarisse si voltò di scatto e Chris sussultò, sentendosi colto in fallo.

-Cosa vuoi Rodriguez?-

-Niente. Pensavo solo che sei una persona da ammirare, Clarisse-

Se ne andò tranquillo.

Non vedendo le guance della ragazza tingersi di rosso.

Proprio quel rosso che lui aveva usato per descriverla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Frank scorse velocemente la lista della spesa, sbuffando appena nel leggere cose come " Filo interdentale".

Non era per lui.

La nonna sapeva essere impegnativa da trattare

Hazel, al suo fianco,  sorrise allegra e gettò un'occhiata alla lista.

La sua ragazza afferrò con aria sconsolata una busta di insalata e gettò un'occhiata a dei vasetti di yogurt ad un bancone vicino.

Ne afferrò un pacco da 10 lanciando uno sguardo alla lista.

Come ad assicurati di non sbagliare.

Afferrò una busta e la riempì di mele che pesò velocemente su una bilancia.

Recuperò un barattolo di miele da uno scaffale e un pacco di cereali da una fila più in alto.

Passò tutto a Frank che lo dispose con ordine nel carrello, mentre Hazel girovagava con aria interessata.

La riccia si chinò a recuperare una confezione di frutti di mare surgelati ma appena vide l'espressione di Frank li mollò subito.

Il ragazzo rise.

-Non per niente, Hazel. Ma non voglio che mia nonna abbia dolori…di stomaco ecco.-

L'altra arrossì e annuì, continuando il giro solo dopo aver lasciato un bacio leggero sulle labbra del ragazzo.

Frank recuperò alcuni detersivi dagli scaffali più in fondo e senza un preciso ordine passò al bancone del macellaio, un uomo grande e grosso con l'aria sempre corrucciata.

Stringeva sempre un coltello fra le mani ma nonostante la facciata minacciosa era davvero gentile.

LO trovarono ad affettare alcuni salumi con il suo coltellaccio, mentre sorrideva a tutti, nonostante le sopracciglia rimanessero nella loro smorfia di  disappunto.

Hazel lo salutò dalla sua postazione e il macellaio rise divertito, vedendoli avvicinarsi.

-Hazel! Frank! Chi vi manda? La cara nonnina o il vecchio Marte?- sorrise gioviale l'uomo.

-La nonna- rispose semplicemente Frank.

-Fammi indovinare…un etto di prosciutto crudo, un pezzo di salame e quelle salsicce che ha adocchiato pochi giorni fa- ridacchiò al ricordo e Frank sospirò di sollievo eliminando i salumi elencati dal macellaio.

-Esattamente!-

-Ecco a voi ragazzi. Buona fortuna con la nonna Frank!-

-Quella donna è famosa. Sembra che tutti la conoscano.- osservò sorpresa Hazel.

-Il problema è che tutti sembrano conoscere me tramite mia nonna. Mi compatiscono tutti!- esclamò sconvolto il ragazzo, facendo sbuffare divertita Hazel.

-Non ci pensare Frank.  Piuttosto, abbiamo finito?-

-Sì per fortuna-

-E allora torniamo da tua nonna che non intendo farla aspettare- 

Entrambi rabbrividirono al pensiero e uscirono velocemente dal supermarket.

 

 

 

Angolo Autrice: Scusate se sono mancata per così tanto ma sono stata a Salerno per circa una settimana e poi ad una festa di diciotto anni e poi mia sorella si prende il computer perché deve studiare per l'Università e così via fra un impeto e un altro non riuscivo mai a scrivere.

Cos'abbiamo qui?-

Una specie di angolo Solangelo.

Ella che convince Tyson a leggere, e il bambino che manda Percy in avanscoperta portandolo ad incontrare Annabeth che fa la commessa in biblioteca.

Io ce la vedo.

Una Silendorf che non mi spiego onestamente ma succede spesso.

La Chris/Clarisse che ho adorato immensamente perché per me sono stati i migliori di questo capitolo.

E infine la Frazel visto e considerato che li avevo trascurati non poco.

Io ce lo vedo il macellaio.

Un bacione

Alexis

   
 
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