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Autore: Lizhp    27/08/2015    5 recensioni
SEQUEL DI YOU MADE ME.
-Perché ridi?- gli chiese il riccio, sorridendo leggermente.
-Perché tu sei completamente pazzo!- e così dicendo il biondo si alzò dalla sedia per controllare il cibo sui fornelli.
Mika osservò ancora per un attimo quella lettera, riflettendo di nuovo sulla proposta; Andy però, inconsapevolmente, gli aveva appena dato un ottimo motivo per accettare.
-Dici che è una cosa pazza, eh?- chiese quindi al biondo.
-Assolutamente sì- confermò il ragazzo, tornando a sedersi accanto a lui.
Mika alzò gli occhi alla ricerca delle iridi color del cielo del compagno e quando le incontrò sorrise.
-Allora se è una cosa pazza, la faccio!- dichiarò, prendendo infine la sua decisione con un’alzata di spalle.
Andy lo guardò, sbarrando gli occhi.
-Mika, ma davvero lo farai?-
-Sì!- confermò convinto il cantante, annuendo freneticamente con la testa –Perché non dovrei? Ho detto no a troppe cose in quest’ultimo periodo-
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Il mio manager ha confermato X Factor ed è anche riuscito a trovarmi un’insegnante di italiano. Mi ha detto che si chiama Isabella ed è siciliana. Inizieremo tra un mesetto circa-
-Ah, bene-
Mika si voltò per guardare Andy che, finito di appoggiare l’ultimo piatto nel lavandino, si stava dirigendo verso il salotto. Il riccio rifletté sulla risposta che aveva appena ricevuto: tutta la voglia di scherzare che Andy aveva mostrato la sera precedente dov’era finita? Che avesse cambiato idea? Non era più d’accordo?
Lui ormai aveva confermato.
Mika abbandonò il bicchiere mezzo asciugato e mezzo no sulla cucina e seguì il biondo in sala, dove lo trovò seduto sul divano intento a guardare la tv.




-Avevamo deciso di guardare un film stasera, vero?- gli chiese Andy, avvicinandosi ai dvd.
-Sì- rispose Mika, con noncuranza, mentre ancora rifletteva sulla strana reazione del ragazzo alla notizia della conferma di X Factor e delle lezioni di italiano.
Il cantante si tolse le scarpe e si sedette sul divano, mentre Andy inseriva il dvd e spegneva le luci. Con un cenno della mano, Mika invitò Andy ad accomodarsi tra le sue braccia. Il più giovane si sedette quindi davanti a Mika, appoggiando la schiena al suo petto e fece un sospiro rilassato nel momento in cui sentì le braccia di Mika attorno al suo corpo.
Andy puntò gli occhi al televisore, Mika invece volse il suo sguardo a Andy: il biondo guardava la tv, ma Mika non era sicuro che ci stesse prestando attenzione. Sembrava abbastanza rilassato e tranquillo ora, appoggiato a lui, ma ormai il riccio lo conosceva abbastanza bene da poter leggere nei suoi occhi che qualcosa lo turbava. Erano chiari anche i segni del fatto che stesse cercando in ogni modo di nascondere questa cosa.
Andy, probabilmente sentendosi osservato, alzò la testa, incontrando gli occhi profondi del compagno.
-Che c’è?- gli sussurrò, facendo sfiorare i loro nasi.
-A cosa pensi?-  sussurrò di rimando Mika, continuando a scrutarlo negli occhi.
Il biondo esitò un attimo.
-A niente-
Mika si limitò a continuare ad osservarlo, senza aggiungere una parola: sapeva che stava mentendo. Andy infatti sospirò, distogliendo lo sguardo. Il riccio allungò una mano fino a raggiungere il volto del compagno, costringendolo a guardarlo di nuovo; Andy fece un secondo sospiro.
-E va bene- disse poi, alzandosi dal petto di Mika per sedersi accanto a lui e riuscire a guardarlo bene negli occhi. Appoggiò un braccio allo schienale del divano e ci appoggiò sopra la testa. Mika si voltò verso di lui, aspettando che iniziasse a parlare.
La voce di Andy era esitante.
-Io… io ho solo un po’… un po’… di paura, credo- disse infine, mentre sul volto del cantante si delineava un’espressione interrogativa e confusa. Andy si interruppe un attimo, alla ricerca delle parole giuste per non essere frainteso: le parole, tuttavia, non erano mai state il suo forte, anche se cercò di essere il più chiaro possibile.
-Con tutto quello che hai deciso di fare quest’anno… io… io non so se… insomma, sono un po’ preoccupato-
Andy scosse leggermente la testa: non aveva spiegato davvero quello che sentiva.
Infatti Mika fraintese.
-Cercherò di essere il più presente possibile in ogni caso e…-
-Non è questo- lo interruppe immediatamente Andy: la distanza ormai sapevano entrambi come gestirla. Non ci si abituava mai, ma sapevano con quale spirito affrontarla; era come se avessero trovato una sorta di equilibrio, anche se ogni tanto uno dei due traballava leggermente, rischiando di cadere, senza mai però arrivare a crollare del tutto grazie all’aiuto dell’altro. Ma quello che tormentava Andy era un problema ben diverso: sempre di distanza si parlava, solo in termini diversi.
-Ho paura che tu arrivi alla fine di quest’anno stressato… troppo. E… e ho paura…- gli occhi del biondo vagarono per la sala, per poi puntarsi verso il basso, incapace di sostenere lo sguardo del compagno.
Non erano discorsi facili da affrontare, per lui.
-Ho paura di non riuscire ad aiutarti come… come quando…- fece un sospiro, per poi concludere la frase in un sussurro quasi impercettibile –Come quando sei andato a Montréal-
Mika chiuse gli occhi e fece un sospiro.
Si prendeva tutte le colpe per quello che era successo in quell’occasione e sapeva anche che ora avrebbe dovuto affrontarne le conseguenze. Andy l’aveva perdonato, era tornato a stare con lui, ma Mika poteva capire i suoi timori: in fondo, era stato così stupido. Non sapeva se esistesse un modo per far capire davvero al biondo che non sarebbe più successa una cosa del genere. Ci provò, come sempre, contando sulla capacità che solo Andy aveva di leggergli dentro, di capire quando mentiva o quando era completamente serio.
Gli prese il volto tra le mani, incatenano gli occhi preoccupati del biondo ai suoi.
-Non sei tu che non sei riuscito ad aiutarmi- iniziò a spiegare –Sono io che sono stato talmente accecato da quello che sentivo dentro che alla fine ho combinato un disastro-
Mika fece un altro sospiro.
-Andy- sussurrò il suo nome, avvicinando il volto a quello del ragazzo, fronte contro fronte, senza mai abbandonare i suoi occhi.
-Ti prometto che non succederà ancora- fece una pausa, mentre una mano andava ad accarezzare i suoi capelli –Te lo prometto- sussurrò poi di nuovo –Non potrei… non potrei mai-
Non sapeva cosa dire: mettersi nei panni di Andy era così facile. Al suo posto, anche lui avrebbe gli stessi dubbi; stava a lui dimostrargli che le sue paure non si sarebbero avverate.
Andy lo fissò per un lungo momento, poi spostò il viso per appoggiarlo alla spalla di Mika e stringerlo in un abbraccio. Il riccio ricambiò, avvolgendo il corpo del compagno con le sue lunghe braccia e chiudendo gli occhi.
Andy fece pressione, facendo sdraiare Mika sul divano e posizionandosi sopra di lui. Gli lasciò un dolce bacio sulla guancia e poi tornò ai suoi occhi profondi.
-Mi dispiace- disse il biondo –se non riesco ancora a scacciare questi dubbi senza parlartene-
Mika gli rivolse un lieve sorriso, tornando ad accarezzare il suo volto, lasciandosi pungere dalla barba che il ragazzo portava leggermente lunga sul volto.
-Va tutto bene- gli rispose Mika, rendendosi conto che era disposto a risolvere quei dubbi ogni volta che ce ne fosse stato bisogno.
Finalmente anche il greco sorrise, catturando le labbra di Mika in un bacio lungo e lento.
Quando si allontanò, portò gli occhi alla televisione, dove ormai il film era quasi a metà.
-Non credo sarebbe stato molto interessante in ogni caso- constatò Andy, sentendo poi Mika ridere sotto di lui.
-Sono d’accordo- sussurrò il libanese, mentre Andy appoggiava la testa al suo petto, sorridendo lievemente. Doveva semplicemente fidarsi di lui e lo avrebbe fatto.
-Ci vieni con me a Milano a scegliere un appartamento da affittare?- gli chiese poi Mika, mentre faceva passare una mano sulla sua schiena.
Andy si spostò leggermente più in alto, appoggiando il volto sul braccio di Mika in modo da fissarlo negli occhi.
-Solo se posso avere l’ultima parola- e si esibì in un sorrisetto furbo, a cui seguì la risata di Mika, che alzò gli occhi al cielo.
-E va bene- disse infine, scuotendo leggermente la testa e lasciandogli un bacio sulla fronte.
 
Un paio di settimane dopo atterrarono entrambi all’aeroporto di Milano. Andy camminava tranquillo, mentre al suo fianco Mika aveva provveduto ad indossare un paio di occhiali da sole, un cappuccio e una sciarpa. Andy sorrideva sempre divertito quando lo vedeva camuffarsi in quel modo, ma sapeva che in fondo lo faceva solo per evitare di impiegarci troppo a percorrere la strada che li avrebbe condotti fino alla macchina.
Qualche giorno prima avevano cercato in internet alcuni appartamenti che avrebbero potuto prendere in affitto, abbastanza in centro a Milano, e ne avevano selezionati tre, che avrebbero visto quel giorno. Mika aveva detto ad Andy che poteva scegliere lui tra quei tre appartamenti.
Era la prima volta che decidevano insieme quale casa affittare: la casa di Londra era stata comprata da Mika anni prima e, quando Andy era andato ufficialmente a vivere con lui, aveva contribuito a renderla un po’ più “loro”. Anche la casa di Parigi era già di Mika, quando Andy era entrato nella sua vita.
Così in quel caso sarebbe stato il biondo a scegliere.
Non fu una scelta difficile.
Dopo aver visto tutti e tre gli appartamenti, Andy disse a Mika che, se fosse stato per lui, sarebbe andato immediatamente a vivere nel secondo che avevano visto: era spazioso, ben illuminato e trasmetteva un senso di tranquillità piacevolmente accogliente. Le pareti erano chiare e c’era abbastanza spazio affinché entrambi contribuissero a personalizzarla un pochino.
Mika accettò quindi di buon grado e contattò il proprietario per comunicargli la decisione. Passarono qualche giorno in albergo, prima di poter iniziare a sistemare la casa.
Quando alla fine fu pronta, il primo pomeriggio che trascorsero lì, Andy entrò e si gettò a peso morto sul divano, sospirando rilassato.
-Quanto hai detto che ti devi fermare in Italia? Tutta la vita?-
Mika rise, scuotendo leggermente la testa: quel divano morbido era la prima cosa che Andy aveva puntato sin dal momento in cui avevano messo piede in quella casa.
Allungò al ragazzo una copia delle chiavi di casa; il greco la prese e la infilò nel suo portachiavi, stracolmo, scrivendo sul portachiavi “Milano”. Lo infilò tra “Atene” e “Londra” e poi lanciò le chiavi sul tavolo.
-Qualcosa mi dice che verrai qui spesso- constatò il riccio, sollevando le gambe del biondo per sedersi sul divano insieme a lui, riappoggiando poi le gambe del compagno sulle proprie e osservandolo con un sorriso.
Andy si limitò ad annuire.
-Quando arriva Isabella?- chiese il greco, ricordandosi che quel pomeriggio iniziavano le lezioni di italiano.
-Alle quattro- rispose Mika, portando poi gli occhi sull’orologio a pendolo appeso di fronte a loro per cercare di capire quanto mancasse.
-Manca mezzora- lo informò Andy quasi automaticamente, ormai abituato a leggere l’orologio al posto suo ogni volta che il compagno vi puntava gli occhi.
Lo sguardo del biondo si posò poi al di là della finestra, dove pesanti nuvoloni grigi coprivano il cielo milanese.
-C’è una luce particolare- rifletté Andy ad alta voce –Ti dispiace se mentre viene Isabella io vado a farmi un giro? Non mi dispiacerebbe riprendere qualcosa-
-Certo che non mi dispiace- lo rassicurò Mika, anche perché non sapeva proprio cosa Andy avesse potuto fare in casa per non annoiarsi mentre lui cercava di imparare un po’ di italiano. Era sicuro che la televisione in una lingua ad Andy sconosciuta non fosse un ottimo passatempo.
 
Andy era uscito solo da qualche minuto e Mika aveva deciso, appunto, di accendere la televisione, in attesa della donna. Alzò il volume e si mise ad ascoltare la voce di un presentatore televisivo a lui sconosciuto: capiva abbastanza bene l’italiano, ma era ben consapevole che parlarlo sarebbe stata tutta un’altra faccenda.
Dieci minuti più tardi il campanello di casa fece sobbalzare Mika, che ormai era finito seduto sul tappeto, vicinissimo alla televisione, mentre cercava di cogliere il maggior numero di parole possibili. Il riccio aprì la porta, trovandosi di fronte una giovane donna, non troppo alta, che gli stava rivolgendo un sorriso.
-Ciao- lo salutò Isabella, in italiano.
-Ciao- replicò Mika, nella stessa lingua, per poi sorridere appena e grattarsi la testa con fare imbarazzato. Fortunatamente la donna decise di tornare all’inglese.
-Piacere, io sono Isabella-
-Mika- rispose il ragazzo, stringendo la mano che l’italiana aveva allungato verso di lui –Entra pure-
-Davvero molto carino qui, è tua questa casa?- chiese la donna, sedendosi attorno al tavolo in sala, seguita dal riccio.
-L’ho appena affittata- rispose Mika, osservando poi la ragazza in attesa che gli desse indicazioni sulle lezioni. Sì, era nervoso, e finché non avesse saputo quello che lo attendeva non c’era nessuna possibilità che si tranquillizzasse.
-Okay Mika, il tuo manager mi ha detto qualcosa. Vuoi imparare l’italiano perché sarai uno dei giudici di X Factor-
Il libanese si limitò ad annuire.
-Ho pensato un po’ a come strutturare le nostre lezioni. All’inizio faremo un po’ di grammatica e di vocaboli, un po’ di basi. Poi direi che ci concentriamo un po’ di più sul parlato, se tu sei d’accordo. Magari tra qualche lezione inizierò a parlarti solo in italiano, così ti puoi allenare all’ascolto e potrai provare a rispondermi con delle frasi, all’inizio anche semplici-
E guardò il ragazzo, probabilmente in attesa che esprimesse la sua opinione al riguardo.
-Io capisco un pochino l’italiano, ma non lo parlo ovviamente. Quindi sì, va bene-
-Che lingue parli oltre all’inglese, Mika?-
-Francese, spagnolo e ho studiato cinese… ma non ricordo assolutamente nulla e non so dire una parola-
Isabella si fermò per un attimo a riflettere.
-Il francese credo che ci tornerà utile. Bene, iniziamo?-
Mika annuì, convinto, mentre osservava la donna estrarre dalla sua borsa un libro abbastanza massiccio, di fronte al quale la sua convinzione iniziò decisamente a vacillare: si sentiva un po’ come se fosse ritornato tra i banchi di scuola.
-Tutto?- domandò allora il ragazzo, sbarrando gli occhi.
-E’ solo la grammatica questa- lo informò Isabella, posizionando il libro di fronte a lui.
-Fantastico- commentò solo il libanese alzando un sopracciglio, sfogliando a caso il libro.
 -Vuoi prendere qualche appunto?-
Mika arrossì leggermente: in quel momento gli venne in mente che non aveva detto ad Isabella qualcosa di fondamentale e non era così sicuro che il suo manager si fosse ricordato di informare la donna.
-Solo a computer. Non farmi scrivere a mano- le disse quindi, guardandola negli occhi. Scriveva in inglese e a volte faceva molti errori, mentre il francese faceva davvero moltissima fatica a scriverlo, infatti non lo faceva mai. Aggiungere anche l’italiano sarebbe stato un incubo.
La donna lo fissò con sguardo interrogativo.
-Sono dislessico- borbottò allora il ragazzo, come spiegazione.
-Come preferisci, va bene anche il computer. Sono cose che servono a te, non ti chiederò di scrivere-
Mika le sorrise riconoscente e recuperò il suo pc, rimasto accesso e appoggiato sul tavolino di fronte al divano della sala, per poi tornare a sedersi accanto ad Isabella e iniziare finalmente la prima lezione.
 
Due ore e mezza più tardi, Andy raggiunse l’ingresso del condominio in cui avevano affittato l’appartamento, sgocciolando sul tappeto. Il cielo grigio aveva conferito a Milano una luce davvero suggestiva, ma alla fine aveva portato con sé anche un forte acquazzone e il biondo non era stato abbastanza furbo per portarsi con sé un ombrello.
Sapeva che la lezione di Mika sarebbe durata tre ore e non era sua intenzione disturbarlo, ma era fradicio e faceva freddo: aveva bisogno di una doccia e poi magari del caldo che sicuramente avrebbe emanato il caminetto acceso.
Tra l’altro, nonostante avesse nascosto la sua videocamera sotto la giacca pesante, era rimasta comunque umida, cosa per la quale Andy si era già rimproverato più e più volte.
Salì velocemente le scale, ma quando arrivò sul suo pianerottolo non si accorse di un gatto marrone, della stessa tonalità del pavimento, sdraiato proprio sull’ultimo gradino. Gli calpestò involontariamente la zampa e l’animale emise un miagolio acuto, per poi fare uno scatto indietro e soffiargli contro. Doveva essere uno dei gatti dei vicini che i due ragazzi non avevano ancora avuto occasione di conoscere.
-Ops- mormorò Andy, osservando il gatto sparire giù dalle scale.
Avrebbe dovuto prestare più attenzione.
Chissà Melachi che divertimento in quel condominio, si ritrovò a pensare con un sorriso. La cagnolina era rimasta a Londra e Fortuné si era gentilmente offerto di badare a lei fino a che Mika e Andy non fossero tornati.
Infilò le chiavi nella serratura e aprì la porta di casa, togliendosi immediatamente le scarpe e appoggiandole all’esterno, per evitare di sporcare. Anche i calzini erano fradici: lasciare impronte sembrava inevitabile. Si fermò per un attimo a far correre gli occhi dai suoi piedi al pavimento della casa, senza accorgersi che dal tavolo della sala due paia di occhi lo stavano osservando.
-Ehi- lo salutò Mika, osservando con un sorriso divertito i suoi capelli bagnati e la giacca gocciolante.
-Ciao- lo salutò Andy –Mi dispiace disturbarvi ma…- e indicò se stesso: il suo problema era evidente.
-Mi porteresti solo qualcosa di asciutto da mettere ai piedi? Poi ti lascio in pace- chiese il greco rivolgendosi al compagno.
-Tranquillo- gli rispose Mika con un sorriso e, dopo uno sguardo ad Isabella, la quale annuì, si alzò per recuperare dalle valigie, ancora piene, un paio di calzini di Andy e un asciugamano.
-Grazie- gli disse il biondo, asciugandosi e cambiando i calzini per poi entrare finalmente in casa.
-Andy, lei è Isabella. Isabella, lui è Andy- disse Mika, facendo le presentazioni.
-Piacere- disse l’italiana, porgendo la mano al ragazzo.
-Piacere mio- replicò Andy con un sorriso, per poi tornare a volgere il suo sguardo al compagno –Vado a farmi una doccia- e si diresse verso il bagno, lasciando Mika e Isabella al lavoro.
Il caldo dell’acqua della doccia che scorreva sul suo corpo lo rigenerò: Andy si prese tutto il tempo per rilassarsi e scacciare via l’umidità dal suo corpo, poi uscì dalla doccia.
Sentiva ancora Mika ripetere ad alta voce qualcosa in italiano e Isabella correggerlo, così andò in camera e si buttò sul letto, prendendo la sua videocamera e assicurandosi che funzionasse ancora nonostante le poche gocce d’acqua che l’avevano bagnata.
Poco tempo dopo però sentì il rumore delle sedie sul pavimento e la porta aprirsi, mentre alle sue orecchie giungeva la voce di Mika, in italiano, che probabilmente stava salutando Isabella. Quando sentì la porta chiudersi, Andy fece capolino dalla stanza per assicurarsi di aver capito bene.
Trovò solo Mika, così raggiunse il salotto, appoggiando la videocamera su una mensola e avvicinandosi al compagno.
-Com’è andata?- chiese, sinceramente curioso.
-Non male dai. Starò a vedere cosa riuscirò a fare- gli rispose Mika, portando le braccia attorno al suo collo e avvicinandolo a lui.  
-Accendiamo il fuoco?- chiese Andy, mentre i suoi occhi correvano al caminetto che stava accanto a loro, al tappeto su cui si sarebbero potuti sedere e al tempo ancora uggioso al di là della finestra.
-Preparo qualcosa da mangiare nel frattempo- rispose Mika, annuendo, per poi dirigersi verso la cucina.
Andy recuperò un paio di fiammiferi e andò vicino al camino, portando con sé anche la carta che avevano usato per imballare le cose che avevano portato in quella casa. Preparò anche dei pezzi di legno che stavano appoggiati lì accanto e poi accese il fuoco. Spense la luce e si sedette sul tappeto, appoggiando la schiena al divano e chiudendo gli occhi, godendosi il calore delle fiamme sul suo volto. Si mosse da quella posizione solamente quando due labbra morbide si posarono leggere sulla sua guancia, con un tocco che gli fece venire i brividi. Aprì gli occhi e trovò il volto di Mika a pochi centimetri dal suo e le sue narici furono invase da un forte profumo di cibo. Mika gli passò il piatto e appoggiò due birre sul tappeto.
-Grazie- sussurrò Andy, mentre il riccio si avvicinava allo stereo appoggiato sopra la tv: lo accese, aggiungendo una melodia lenta al suono della pioggia che all’esterno continuava a cadere incessante.
Mentre Mika si sedeva sul tappeto accanto a lui, gli occhi di Andy si posarono sul librone che ora svettava sul tavolo della sala.
-Buona fortuna- commentò Andy, sorridendo e indicando il libro di grammatica italiana.
-È la prima cosa che mi sono augurato anche io quando l’ho visto- replicò Mika, sorridendo e scuotendo leggermente la testa.
-La prossima lezione?-
-Domani- rispose il riccio –Domani mattina- aggiunse poi, con un tono di voce sconsolato, facendo ridere di gusto Andy.
-Magari anche presto- commentò il greco, bevendo un sorso della sua birra.
-Alle otto e mezza- dichiarò Mika, con un tono di voce decisamente sconfitto.
Andy rise di nuovo: sapeva che la mattina per Mika era la parte più difficile della giornata, anche se i suoi borbottii al suono della sveglia erano sempre adorabili.
-Mika costretto ad alzarsi presto e a far funzionare il cervello per imparare l’italiano- rifletté Andy, puntando gli occhi fuori dalla finestra –Non voglio proprio perdermelo-
Un pugno affettuoso raggiunse il suo braccio, seguito dal suono delle risate di entrambi i ragazzi.
-Questo vuol dire che ti sveglierai con me?- chiese quindi Mika, conoscendo già la risposta.
Andy, infatti, alzò entrambe le sopracciglia.
-Mi piacerebbe molto- dichiarò il biondo –Ma credo proprio di dover lavorare fino a tardi, e…-
-Non hai lavoro finché non torniamo a Londra- gli fece notare Mika con un sorriso soddisfatto, stroncando immediatamente il tentativo di arrampicarsi sugli specchi che il greco stava portando avanti.
-Sono sicuro di avere degli arretrati-
-Bugiardo- e con quest’ultima parola, Mika si alzò dal tappeto per portare i piatti nel lavandino in cucina.
 
Qualche ora più tardi, Mika sentì Andy raggiungerlo sotto le coperte, dopo che ebbe finito di lavarsi i denti.
-Dormi già?- sussurrò il biondo nel buio della stanza, vicino al suo orecchio.




Buooooongiorno! 
Sono tornata a casaaaaa *-*
Bene, un paio di cosucce:
Prima precisazione: da qui in avanti, le frasi in corsivo sono le frasi pronunciate in italiano.
Pooooi, il fatto che Mika dica di capire più o meno l'italiano, l'ho preso da più di una intervista radiofonica prima di X Factor: spesso e volentieri, rispondeva alle domande senza che gli venissero tradotte.
I gatti.. Mika ha detto che i suoi vicini, a Milano, non si fanno mai vedere ma girano sempre i loro gatti. E niente, nella storia è un dettaglio insignificante credo, ma questa storia dei vicini inesistenti e dei gatti mi ha sempre fatto sorridere (Mika che invece di salutare i vicini inciampa nei gatti.. beh, ci ho fatto inciampare Andy)
Le lezioni di italiano con Isabella la mattina, vengono nominate da Mika nella penultima intervista a Che Tempo che Fa ("La mattina sono come la disevoluzione umana")
Penso di avervi detto tutto! 
Vado a poltrire per il resto della mia giornata.
Alla prossima :)
 
   
 
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