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Autore: Teenager    27/08/2015    3 recensioni
Questa One Shot parla della vita di una ragazza e di come fu salvata.
La lettera alla psicologa affronta temi sociali quotidiani e familiari che però, per una ragazza di strada, possono sembrare nuovi. Parla di come questa schifosa ed ipocrita società è spesso in grado di fare miracoli. Parla di quanto può essere importante il sostegno di una persona; di quanto è importante una guida per un adolescente; di quanto siano influenti le amicizie nelle scelte e di come siano in grado di tirar fuori il meglio di una persona.
Buona lettura.
un bacio e un abbraccio
Teenager
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione:
Serena è una donna che racconta il suo passato.
Serena, in più frasi, si racconta in terza persona perché la ragazza che era prima le sembra talmente distante caratterialmente dalla persona che è adesso, che le sembra di raccontare la vita di un'altra persona. La lettera che Serena ha scritto è stata messa su carta molto velocemente e lei non ha potuto rivederla per sistemare qualche frase. Perdonatela se in qualche punto è ripetitiva.
Detto questo, buona lettura! <3
Teenager





Giovedì, 13/08/2014

ore 16,15

 

 

Carissima Dottoressa Rossi,

 

la ringrazio per tutto l'aiuto che lei è stata in grado di darmi.

Si ricorda perché venni da lei la prima volta?

Ero solo una ragazzina che neanche arrivava ad avere diciotto anni ma che era già arrabbiata con il mondo intero per tutte le ingiustizie che la stessa persona che l'aveva messa al mondo le aveva recato.

Venni da lei fumando accompagnata da un'assistente sociale che mi aveva trovato e portato in quella casa famiglia; ero così piena di trucco in faccia che solo ricordandolo mi viene una grande fiacca e non vorrei più truccarmi in vita mia. E come mi ero vestita! Indossavo un top e una minigonna così corta che con quale coraggio la portavo non saprei dirrle. Le uniche cose che mi piacciono ancora di com'ero, sono il mio pearcing all'ombelico e quei tacchi così alti.

Lei mi ha fatto solo del bene acconsentendo a seguire il mio problema.

Quella ragazza era così sola e sperduta quando quell'assistente la trovò che non mi stupisco che abbia prima provato a scappare via anziché venire volontariamente con quella donna in quella sede di volontariato; fortuna che insieme all'assistente c'erano due carabinieri che riuscirono a prenderla. Ma vede, prima di trovarsi da sola in quel vicolo, era stata con una banda di delinquenti e ladri che l'avevano accolta con loro per parecchio tempo; quella ragazzina credeva di aver trovato affetto. Solo ora mi accorgo di quanto io fossi stata un caso complicato. La ragazza che ero correva veloce, gli agenti furono fortunati perché non conosceva un granché quella cittadina di periferia: riuscirono a prenderla solo perché si era infilata in un vicolo cieco ed i muri erano troppo alti perché lei riuscisse a scavalcare.

Mi ricordo ancora il nome di quell'assistente, si chiamava Anastasia Fedele, ricordo anche i nomi dei due carabinieri, Fabrizio e Giorgio, non so quali siano i loro cognomi ma ricordo ancora le loro facce come fosse stato ieri che fui presa.

Penso che spedirò una lettera anche all'assistente sociale, così giusto per fargli sapere che fine ho fatto e, magari, anche darle una soddisfazione.

Anche quella donna, Anastasia, mi aiutò molto: fu lei a portarmi personalmente in quella casa famiglia con la sua macchina; mi fece conoscere un paio di ragazze con cui avrei condiviso la stanza, se le ricorda? A lei, dottoressa, parlavo sempre di Rebecca e Clara. Con loro due sono rimasta in contatto e, quando quest'estate tornerò in Italia, passeremo molto tempo insieme. Spesso mi trovo a ridere da sola pensando a tutte le cose che insieme sognavamo e tutti i film mentali che la sera ci raccontavamo. Perfino Elisa mi manca; sì, mi manca anche quella ragazza che mi stava così antipatica. Si ricorda di quando venni da lei con i vestiti bagnati perché Elisa mi aveva tirato il caffè addosso? Mammamia. Non sono neanche sicura del perché stessimo litigando; fatto sta, che io no le avrei mai tirato del caffè addosso per un capriccio.

Quell'assistente la vidi solo la prima settimana alla casa-famiglia, poi non la vidi più. Chissà se starà aiutando qualche ragazzo senza stelle da seguire in questo momento mentre io le sto scrivendo questa lettera. Clara disse che Anastasia non era mai stata da noi, in quell'edificio, prima di portare me lì; disse anche che aveva chiesto alla direzione se potevano mettersi in contatto con lei ma, quando lei disse il nome dell'assistente, le dissero che non risultava nei database. La direzione mandò via Clara in malo modo quel giorno pensando che cercasse solo un modo per perdere tempo e non andare a lezione. Questo successe due settimane dopo che mi fui trasferita lì quindi era già una settimana che non vedevo più quella donna. L'ultima volta che la vidi mi disse che era il suo compito sorvegliare me e tutti gli altri ragazzi sfortunati. Tutte le volte che cerco di immaginarmela la vedo sempre dentro la sua macchina, una punto blu, indaffarata con dei documenti di iscrizione nelle varie scuole per i tanti bambini delle tante case come quella che mi ha ospitato per due anni.

Ora che ci penso, io avevo una nonna da parte di mia mamma che si chiamava Anastasia … fosse per caso la mia nonna che cercava un rimedio per tutte le sofferenze che mi avevano inflitto i miei genitori? Forse era, e forse è ancora, il mio angelo custode. Lei crede in Dio dottoressa? Ricordo che lei aveva un crocifisso appeso nel suo studio ma non ricordo che mi abbia mai parlato della sua fede; d'altronde il suo lavoro è ascoltare e consigliare la gente, non parlare di se stessa. In ogni modo, Anastasia mi ha aiutato e potrei anche dirle che un paio di ali piumate non le sarebbero state male addosso … forse era davvero un angelo.

Comunque, torniamo al perché di questa lettera.

Oggi le scrivo questa lettera per la fine di questo percorso che, direi, si è chiuso nel modo più sereno che conosca. Lei è stata in grado di ridare un sorriso a quella che era una bambina e a dare sicurezza a quella che oggi è una donna di venticinque anni con una laurea in mano.

Voglio che lei sappia che è stata un punto di riferimento fondamentale per me, lei è stata un'ancora per questi nove anni passati. Mi scuso per lasciarla solo con questa lettera ma spero che i dolcetti che sicuramente avrà trovato aprendo la lettera la riescano a consolare. Avrei voluto chiamarla e sentirla al telefono ma è successo tutto così in fretta che, giusto il tempo di chiudere gli occhi e riaprirli, mi sono ritrovata a Londra a lavorare per un'agenzia araba che mi ha assicurato un lavoro a contratto indeterminato. Se non l'ho chiamata è solo per il costo delle chiamate internazionali. Mi farebbe però piacere sentirla attraverso Skype qualche volta o attraverso Facebook … come lei si trova meglio.

Io le voglio un immenso affetto perché lei è stata come una mamma per me.

Lei mi ha visto crescere in tutto e per tutto da quando avevo sedici anni. Lei ha visto la bambina che ero tornare a scuola dopo averla lasciata e diventare una studentessa modello. Lei mi ha insegnato l'educazione e mi ha insegnato cosa vuole dire “vivere”. È stata molto più di una psicologa.

I dolci che avrà trovato vicino questa lettera li ha comprati Dario che mi raggiungerà la prossima settimana. Ora che abbiamo entrambi un lavoro nella stessa città stiamo iniziando a pensare ad una famiglia insieme. Ha detto che vuole farmi una sorpresa che mi piacerà tantissimo …

Ora devo andare che a breve dovrò tenere una riunione.

Prometto di spedirle altre lettere il prima possibile

Con immenso affetto,

Serena Bianchi

 

 

 

 

 

 

Mercoledì 19/08/2014

Carissima dottoressa Rossi,

Sono al settimo cielo!

Dario mi ha chiesto di sposarlo!!!

È successo in un bellissimo ristorante all'ultimo piano di un grattacielo. Non ho idea di quanto gli sia costato organizzare la sorpresa. Una stanza del ristorante era riservata solo a noi; poi c'è stata la mia musica preferita, l'anello e i fuochi d'artificio. È stato tutto fantastico; LUI era fantastico.

Carissima dottoressa, sono lieta di invitarla al nostro matrimonio che si terrà il 16 dicembre!

Un bacio,

Serena Bianchi

 

P.S. L'invito formale le arriverà entro la prossima settimana. Lei non dovrà pagare nulla, all'aereo, alla macchina e all'albergo pensiamo noi.

 

 

 

 

Lunedì 22/02/2015

Dolcissima Serena,

Sono contentissima! Quando mi hai dato la notizia ho iniziato a piangere per la gioia … ho sentito tutto l'amore che provo per te, ti conosco da così tanto tempo … ormai ti vedo come una mia nipote, dopotutto ti ho vista crescere. Ti verrò a trovare quest'estate così potrò seguirti nelle ultime settimane di gravidanza e vedere la bimba appena nata. Non vedo l'ora di vedere quel pancione! Salutami anche Clara e Rebecca e manda un abbraccio a Dario da parte mia.

Saluti dall'Italia,

Francesca Rossi



 

 

 

  
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