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Autore: L_Lizzy    27/08/2015    0 recensioni
Se a dodici ragazzi che non si aspettavano una seconda possibilità questa fosse finalmente concessa?
E se loro si mettessero d'impegno per cercare di afferrare la felicità?
E a pensarci, che pazzia, è una favola, è solo fantasia... o forse c'è ancora una speranza?
Scopritelo immergendovi in questo ultimo anno ad Hogwarts, chissà che la vita non abbia in serbo per tutti loro certe sorprese.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Neville Paciock, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Luna/Ron
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Minerva Mcgranitt aveva deciso così, e loro non avrebbero mosso un muscolo per tentare di opporsi.
La sera del loro arrivo ad Hogwart, subito dopo lo smistamento dei nuovi ragazzini, aveva annunciato che coloro che si erano presentati a ripetere l’ultimo anno avrebbero frequentato le lezioni come un unico corpo studenti, separato dagli altri. Poco importava alla donna che i dodici ragazzi venissero da tre delle casate della sua scuola, era impensabile farli partecipare alle lezioni insieme agli altri. Quell’aria di festa e allegria non faceva altro che far precipitare il loro umore a terra. Com’era possibile che tutti avessero perso la testa? Avevano vinto la guerra, era vero, ma la donna riusciva a leggere negli occhi di quei ragazzi, diventati adulti troppo in fretta, la stessa tacita domanda: come potevano non rendersi conto delle perdite che avevano subito? Dov’era il rispetto per le vittime? Egoisticamente pensavano di poter esultare quando nessuno di quelli che avevano affrontato la battaglia sul campo ricordava di averli visti combattere al loro fianco. Troppo codardi per quello e fin troppo stupidi per capire che quel loro atteggiamento non giovava a nessuno.
Minerva nel suo nuovo ruolo di preside si sentiva in dovere di fare da mamma chioccia a quegli studenti che tornati avevano chiesto alle mura di Hogwarts di essere per loro una casa ancora una volta. Per alcuni di loro la scuola era sempre stata un rifugio e per chi precedentemente non la riteneva tale si era dovuto ricredere trovandovi l’affetto di cui aveva bisogno. Ma se ogni sala, arazzo e portale riportava alla luce ricordi dei primi anni spensierati al contempo il lago, la foresta e il campo da Quiddich erano ora, per tutti loro, scenari di una guerra di cui i ricordi ancora erano troppo nitidi nelle loro menti, troppo veri e reali per chiedere loro di dimenticarli. Come se potesse essere possibile dimenticarli.
Aveva deciso così Minerva, una settimana all’arrivo di tutti loro, mancava poco.
Aveva deciso di dare a quei ragazzi la possibilità di aiutarsi a vicenda e chissà che non ce la facessero prima di quanto lei sperasse.
Era rimasta ad aspettare al confine della scuola che gli studenti arrivassero per dare a tutti il benvenuto, per rendersi disponibile a chiunque chiedesse di lei.
Le si era stretto il cuore a vederli scendere tutti e dodici dalla stessa carrozza, l’ultima, e rivolgere lo stesso malinconico sguardo ai Thestral che la trainavano.
Harry era stato il primo, nello sguardo un’ira malcelata che solo in seguito scoprì essere scoppiata quando un nanerottolo del terzo anno lo aveva avvicinato sul treno per chiedergli un autografo. Un autografo!
Ron teneva a braccetto le due ragazze della sua infanzia; Ginny alla sua destra cercava di tenere in piedi una conversazione senza capo ne coda ed Hermione, alla sua sinistra, guardava sconsolata la guancia escoriata di Ron. Nel tentativo di non mettersi nei guai il rosso si era frammesso tra Harry e il ragazzino ricevendo il colpo al posto suo.
Dietro di loro Neville e Luna camminavano uno accanto all’altra con la mente persa chissà in quale pensiero mentre coscienziosi si tenevano abbastanza vicini da sentire la presenza dell’altro, le mani vicine che si sfioravano ad ogni passo. Come una rassicurazione. Tutti loro nel corso dell’estate si erano tenuti in contatto, tutti preoccupati per gli altri più che per se stessi ritagliandosi un angolo privato la sera per leccarsi in pace le ferite. Minerva lo sapeva grazie alle frequenti visite che faceva a casa Weasley nella quale, recandosi per dare sostegno a Molly e spronare Arthur, li incontrava.
Seamus e Dean erano due dei ragazzi di cui andava fiera; traevano energia uno dall’altro ed erano stati i primi ad alzare bandiera bianca nei confronti dei Serpeverde condividendo con loro il vagone per tutto il viaggio.
Blaise era sceso affiancato da loro due mentre parlottavano di come rendere possibile quell’alleanza, un occhio sempre sui due amici d’infanzia, Draco e Daphne, che per ultimi avevano sceso i gradini della carrozza e che con una certa apprensione richiamarono Goyle a proseguire verso i dormitori. Il ragazzone era rimasto indietro a carezzare il muso del cavallo che, sfortunatamente, ora poteva vedere anche lui.
La prima lezione che avevano affrontato insieme i ragazzi era stata divinazione, Sibilla Cooman aveva proposto di stare in giardino per quel giorno, godendo così degli ultimi raggi di sole che sperava riuscissero a sciogliere parte di quella tensione che irrigideva loro le spalle. Minerva si era riscoperta grata a quella donna per la comprensione che aveva dimostrato quando alla riunione dei professori aveva lanciato la bomba riguardo quella nuova classe. Per quanto le persone considerassero Sibilla una fuori di testa la donna in realtà era molto coscienziosa e, all’occasione, una cara compagna di riflessioni. La preside la apprezzava e tra loro era nata una profonda amicizia che le vedeva spalleggiarsi all’inizio di quella nuova avventura.
Arrivati in aula aveva annunciato di prendere sotto braccio un cuscinone e di seguirla. Portandoli all’esterno aveva spiegato a tutti loro l’importanza che la loro amicizia avrebbe acquistato, perché lei lo aveva visto. Aveva visto quei ragazzi crescere e mutare, incastrarsi gli uni con gli altri andando a formare nuove unioni destinate a restare.
Giunta alle rive del lago e accortasi degli sguardi che le rivolgeva la classe si era affrettata a iniziare la lezione, che alla fine tanto lezione non era.

-Ho visto crescere ognuno di voi- iniziò togliendosi gli strambi occhiali dal viso- tutti voi avete affrontato una battaglia troppo grande per dei semplici bambini. Siete stati messi di fronte a scelte che non avreste dovuto affrontare, a decisioni che non avreste dovuto prendere se i tempi fossero stati diversi da quello che sono stati. Quest’anno non vi chiederò di leggere fondi di caffè, usare palle di vetro o apprendere il corretto uso dei talismani, no. Quest’anno tutti voi- disse, guardandoli attentamente negli occhi uno dopo l’altro- avrete un compito, uno soltanto. Il più arduo forse, ma anche il più fruttuoso. Dovrete ritrovare la pace, insieme. Dovrete liberarvi dei fantasmi del passato e rinascere. So che non sembra facile, so che sarà tutto fuorché facile in effetti, ma dovrete imparare a fidarvi gli uni degli altri; a fidarvi di voi stessi, a conoscervi nel profondo e recuperare la vostra essenza di mago.

Per quanto quelle parole agli occhi di tutti non sembravano altro che gli ennesimi vaneggiamenti Hermione ricordò distintamente di avere letto da qualche parte di un argomento simile. Essenza di mago. La sua mano, seppur incerta, si levò chiedendo di avere parola.

-Sì, signorina Granger?

-Di cosa si tratta esattamente?

L’attenzione di tutti era tornata sulla Cooman, se una ragazza come Hermione si stava dimostrando interessata allora forse non erano tutte scemenze quelle che stava dicendo la donna. Tutti sapevano di come la ragazza considerasse quella materia e tutti erano curiosi, ora, di saperne di più. Anche se dire “curiosi” era forse un tantino azzardato, ma la professoressa fu ugualmente contenta di vedere gli occhi verdi di Harry superare la frangia scura ora interessati al discorso, di vedere Ron smetterla di fissare il nulla e sì, anche di vedere l’espressione incredula di Malfoy, il ragazzo doveva sapere di cosa stesse parlando. Non si era nemmeno persa lo sguardo di Draco che si era rivolto verso la Granger con espressione dubbiosa, sguardo tra l’altro ricambiato dalla grifona, almeno finchè lei non piantò i suoi occhi a terra in totale imbarazzo. Entrambi avevano già letto dell’argomento, non aveva dubbi a riguardo.

-Disponetevi a cerchio, forza!

Intorno a lei i ragazzi si fecero vicini con la stessa naturalezza che li aveva colti quando si erano tutti trovati sulla stessa carrozza.

-Dovete sapere che l’essenza di mago non è cosa da prendere alla leggera. Pochi maghi e streghe sono riusciti a raggiungerla e, seppure anticamente fosse materia di studio nelle scuole, l’incapacità degli studenti di applicarsi nel corretto modo ha costretto i professori a rinunciare a questo insegnamento. Raggiungere l’essenza rende il mago in pace con se stesso, è ciò che ci permette di eseguire incantesimi di potenza senza bacchetta, ciò che ci fa accedere al nucleo della nostra magia in condizioni di bisogno. Possiede diversi gradi. Al minimo è un po’ come avere il pilota automatico, ci permette di abbassare le nostre difese inconsciamente per darci la possibilità di ampliare i nostri sensi. Il primo passo rende il mago in grado di capire quale elemento può controllare. Chi ricorda cosa vi dissi degli elementi studiando gli amuleti?

-Che ogni amuleto aveva funzione diversa secondo il mago cui serviva perché era creato dalla forza degli elementi.

-Esatto, signorina Lovegood. Gli amuleti sono solo uno degli esempi che potrei farvi. Sono creati dai possessori degli elementi: terra, acqua, aria e fuoco. In antichità tutti i giovani ragazzi venivano istruiti almeno fino al compimento del primo passo dell’essenza di mago. Identificare l’elemento del mago rendeva possibile raggiungere parte della pace interiore cui accennavo prima. Il secondo passo era quello di controllare il suddetto elemento e il terzo di trovare un legame con l’elemento complementare o opposto.

-Intende dire che conoscere una persona di elemento opposto ci farebbe sentire bene?

-No, signor Weasley. Creare un legame significa amare la suddetta persona e venire ricambiati. Impadronirsi della forza del proprio elemento farebbe scorrere una nuova energia nelle vene di ognuno di voi ed è esattamente questo cui miriamo io e la preside Mcgranitt. Siete giovani per affliggervi, per incolparvi di errori non vostri, e soffrire nel modo in cui state soffrendo vi rovinerà. Per quanto sia difficile il secondo passo poi non vi si chiede di andare oltre. Speriamo che imparando ad apprezzarvi tra voi, a conoscervi e rispettarvi voi possiate costituire il futuro per questo mondo, il vostro mondo. E non parlo del mondo magico, sia chiaro signor Potter, non faccia quella faccia! Qui nessuno vuole usarla per la sua popolarità! Parlo dell’universo privato che ognuno di voi si porta dentro il cuore. Lasciate che sia l’amicizia a legarvi, a fare coincidere i pezzi del vostro io. L’obiettivo di queste lezioni sarà quello di farvi padroneggiare il vostro futuro ed io avrò il compito di farvi da guida in tutto questo mentre il professor Vitius vi aiuterà, quando sarà il momento, a padroneggiare il vostro elemento.

Poteva dire di aver ricevuto l’attenzione completa della classe in quel momento; credeva fermamente nell’impresa in cui si stava imbarcando e sapere di avere l’appoggio e l’aiuto della preside e di Vitius era per lei motivo di orgoglio.

Avrebbe aiutato quei ragazzi a rinascere.
Perché lei aveva visto.




Magazzino d'autrice:
E rieccoci qui con quello che dovrebbe essere a tutti gli effetti il primo capitolo di questa storia. Spero di non far scappare nessuno ma questa cosa l'essenza di mago è venuta fuori da sé a mano a mano che scrivevo quindi io non ho colpe *alza le mani in segno di resa*.
Aspetto di sapere cosa ne pensiate, nel mentre vado a morire d'ansia nell'angolino. 
Bye, Liz :)

 
  
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