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Autore: Bluemiko    27/08/2015    1 recensioni
Quando cadi nel vuoto, quando ti rendi conto che stai per morire, non puoi fare a meno di avere paura.[…] Nessun essere dotato di abbastanza intelligenza per potersi chiedere cosa sarà di lui dopo la sua vita terrena riesce a concepire né una fine, né l’infinito perchè entrambi sono concetti a noi incomprensibili, sotto certi aspetti ignoti, e non c’è niente che ci faccia più paura dell’ignoto, […]ed proprio allora che, quando hai realizzato che speri ancora di sopravvivere, il tempo si dilata, l’angelo nero che taglia il sottile filo che ancora ti lega alla vita, ti concede un dono.
Allora lentamente ripercorri tutta la tua vita per cercare ancora di aggrapparti a quel filo sottile.
(Se pensate che questa storia abbia a che fare con colpa delle stelle vi sbagliate. Tutto questo è in Bluemiko’s mind )
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando cadi nel vuoto, quando ti rendi conto che stai per morire, non puoi fare a meno di avere paura. Non importa quanto tu abbia accettato l’idea di lasciare il mondo, quando sia grande la tua devozione per il tuo maestro e la tua gioia nel sapere che morirai per lui, non importa quanta fede tu possieda nel cuore, quando senti la morte di fronte a te non puoi non sentire quel inconfondibile senso di paura che ti avvelena il cuore e si espande in tutto il corpo attraverso il sangue.

Non ci si può fare niente, nemmeno se si desidera con tutto il cuore la propria fine, è un istinto primordiale essere attaccati alla vita, anche quando tutto è perduto ogni essere vivente si attacca alla vita con ogni fibra del suo corpo, e non tanto perché non si vuole lasciare il proprio universo, in cuor suo ognuno crede di vivere in un mondo crudele, ma perché si ha più paura di cosa ci sia dopo.

Nessun essere dotato di abbastanza intelligenza per potersi chiedere cosa sarà di lui dopo la sua vita terrena riesce a concepire né una fine, né l’infinito perchè entrambi sono concetti a noi incomprensibili, sotto certi aspetti ignoti, e non c’è niente che ci faccia più paura dell’ignoto, di fatto esso si presenta a noi in varie situazioni e la morte ne è la forma più completa e significativa.

Ed proprio allora che, quando hai realizzato che speri ancora di sopravvivere, il tempo si dilata, l’angelo nero che taglia il sottile filo che ancora ti lega alla vita, ti concede un dono.
Allora lentamente ripercorri tutta la tua vita per cercare ancora di aggrapparti a quel filo sottile.

All’inizio riaffiorano i primi ricordi che possiedi, la spensieratezza di quei tempi, la gioia, e ogni cosa ti faccia ricordare di essere stato felice da bambino. Comprendi di aver avuto un’infanzia facile, che non ti ha segnato, che ti ha permesso di sviluppare dentro di te il tuo amore verso il mondo.

Poi, senti come una brezza di vento che ti strappa a quelle memorie, come a suggerirti di proseguire, e allora vai avanti.

Ricordi il tuo corpo che cambiava, i primi amori, le prime volte che hai dovuto prenderti delle responsabilità, la difficoltà ad accettare quella nuova situazione che ti stava caricando di oneri, togliendoti sempre più tempo libero.

Lentamente cominci a spingerti più in là, ricordi di Lei, giovane e bellissima, un fiore di ragazza, gentile e delicata ma decisa e coraggiosa, non la capisci, ma l’ami davvero tanto. Allora ricordi dei sorrisi che vi scambiate, dei primi baci così dolci, della felicità di averla al tuo fianco.

Sei talmente innamorato che sei deciso a chiederle di sposarti quando vieni portato via. Vieni portato via dalla guerra che impervia nel vostro paese, e, all’inizio, ci credi, credi che serva combattere per tenere al sicuro i propri cari, per tenere al sicuro Lei, ma i mesi passano, e la guerra continua, non finisce mai. Lentamente i tuoi amici cadono, gli unici legami che hai si dissolvono nel corso di una giornata, è allora che cominci a soffrire, credi di aver ritrovato un motivo per combattere, invece negli occhi dei nemici vedi solo il tuo stesso dolore e capisci che loro stanno soffrendo quanto te, cominci a non voler più impugnare una spada, cominci a esitare, e ogni volta ti costa una ferita, ma non smetti di esitare perché non smetti di odiare la guerra, allora arriva il giorno che non puoi più esitare, perché sei steso nel letto dell’infermeria come ferito grave.

Finalmente ti rimandano a casa e tu sei così felice che salti di gioia, ora puoi rivedere Lei. Spalanchi la porta di casa euforico, ma il sorriso ti si spegne sulle labbra: è tutto vuoto, non è rimasto nulla o quasi. Di Lei non c’è traccia, ma al suo posto solo uno strato di polvere. Sull’unico tavolo, uno dei pochi mobili rimasti, vi è una lettera, è sua, con quella ti dice che se ne è andata, era stanca di aspettarti già dopo il primo anno, e tu ora sai che ne sono passati cinque e ti viene da ridere a pensare che Lei potesse aspettarne altri quattro, Lei troppo bella per sprecare i suoi anni migliori ad aspettare, troppo perfetta per chiunque, figuriamoci per rimanere buona buona a casa da sola.

Dice che ha trovato qualcun altro, un mercante abbastanza ricco da poter evitare la guerra, o come pensi tu abbastanza ricco da farla sentire bene. Ora stai male, malissimo, perché tu hai pensato a lei ogni singolo giorno, era il tuo primo pensiero la mattina e l’ultimo prima di andare a dormire, l’unica ragione per continuare a combattere invece che soccombere, mentre Lei probabilmente era già stretta tra la braccia di un’altro senza più preoccuparsi per te.

Per un po’ di tempo rimani nella tua città natale, ma non ti senti bene, non hai una tua famiglia, e non hai la possibilità di crearne una, i tuoi anni migliori se li è presi la guerra e ora non hai più possibilità di tornare indietro, intanto la gente parla e alla fine capisci che te ne vuoi andare.

Così parti, da solo e senza meta, ma deciso ad allontanarti il più possibile da ciò che ti ha fatto soffrire, ormai Lei l’hai perdonata, in un certo senso la capisci, così come hai già perdonato tutti quanti, l’unica cosa che non smetterai di odiare è la guerra che ti ha tolto tutto senza darti nulla in cambio.

In fine, trovi una baita abbandonata appena dentro una fitta foresta, pensi che sia il posto adatto a te, silenzioso e solitario e ti fermi lì.

Da quel momento in poi cambi, non sei più il ragazzo di paese pronto ad accogliere chiunque, sei l’uomo della foresta che odia i curiosi, gli scocciatori, gli stranieri. Sei diventato selvatico, selvatico come lo sono le creature del tuo folto bosco, ora le uniche che ti tengono compagnia.

In fine, da un giorno all’altro, spuntano fuori quei due, due fratelli, un ragazzo e una ragazza, ancora troppo piccoli per girare da soli, li aiuti, ma solo perché ne hanno veramente bisogno, glielo dici continuamente che se ne dovranno andare via il più presto possibile.

Ma passa una settimana e sono ancora lì, poi ne passano due, tre e in fine sono già due mesi che vivono con te. Non sei riuscito a farli andare via dopo che hai sentito la loro storia. Dentro di te hai visto in loro la tua stessa solitudine, e loro hanno sciolto lo strato di ghiaccio che hai intorno al cuore, in fondo non aspettavi altro che qualcuno che volesse rimanere con te.

Allora cominci a prenderti cura di loro, li istruisci su cosa serve sapere dentro quella foresta, come sopravvivere e loro sono entusiasti di apprendere, lentamente comprendi il legame paterno che li stringe a te, e più crescono più soddisfazioni ti danno, entrambi lavoratori instancabili, miratori precisi e cacciatori eccellenti, sempre più forti, sempre più belli…

Quando ora li guardi non riesci a non essere fiero di loro, sono i figli che avresti sempre voluto, ma ora una parte di te sa che dovresti lasciarli andare, adesso sono giovani e intelligenti e per loro è arrivato il momento di ritornare nella città dopo aver passato tanto tempo da soli, sperduti nel nulla.

Allora gliene parli e loro come bravi ragazzi ti dicono che non vogliono lasciarti,e tu sei felice, ma sai che non potranno restare con te all’infinito, o perderanno l’occasione di avere la propria famiglia e tu non vuoi che quello che è successo a te capiti anche a loro.

Dopo un poco riesci a convincerli ad andare con la promessa che un giorno torneranno a trovarti e in cuor tuo lo speri davvero. Li lasci andare, ma ora sei solo, di nuovo solo e stavolta, ora che hai conosciuto il calore che da la tua famiglia non riesci più a congelare il tuo cuore e in fondo soffri.

Passano anni e finalmente loro tornano e non sono soli, hanno portato le loro famiglie e tu stai scoppiando di gioia, orgoglioso di loro come un padre. Allora li porti nel posto più bello che conosci: il dirupo.

L’avevi scoperto per caso, quel grande baratro da cui si poteva ammirare tutta la valle e le sue città piene di vita e ora lo condividi con loro, siete felici, siete spensierati, ma la figlia piccola di lei si avvicina troppo al precipizio, gliel’hai detto di allontanarsi, ma lei non ti ha ascoltato, allora l’hai visto, lei che cadeva, la sua morte, così giovane è tutto quello che pensi.
Allora ti butti, riesci a salvarla, riesci a rivederla tra le braccia di sua madre, la tua piccolina, ma intanto cadi, cadi nel vuoto conscio che l’angelo nero è li che sta per accoglierti tra le sue braccia.

Non gridi, non piangi, ti esibisci solo in un ultimo sorriso pacato. Hai scelto, non la morte, ma la vita, la sua.

Ecco ora il dono che ti ha fatto è finito e lentamente tutto scompare, prima i tristi ricordi della tua gioventù, poi la tua infanzia, la tua vecchiaia, per ultimi ti rimangono i momenti più belli, quelli passati con i tuoi figli e poi scompaiono anche loro.
Lentamente anche la tua coscienza svanisce, le tua angosce, i tuoi dubbi, le tue speranze, il tuo amore e per ultima scompare la paura della morte, perché lei è lì, c’è sempre stata e ora che tutto è svanito lei non ha più ragione di restare. Se ne va lasciandoti finalmente libero tra le dolci braccia dell’angelo nero e tu sei sicuro di averla sentita sussurrare: Riposa.

   
 
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