Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Chekkumeto    28/08/2015    2 recensioni
Iron Man ha superato le sue crisi di panico e ora è senza armature, Barton sta superando i postumi del controllo mentale con (più o meno) l'aiuto di Natasha, Thor è impegnato altrove e a Rogers tocca l'arduo compito di tenere unita la squadra.
Una nuova missione chiama a raccolta i nostri eroi, un nemico dagli strani poteri trama nell'ombra e tesse intrighi. Niente battaglie epiche questa volta, solo una caccia all'uomo. E qualcuno emergerà dalle sabbie del tempo, per portare scompiglio nella vita di uno dei nostri eroi.
Il male vincerà? O i suoi intrighi saranno smascherati?
Parecchio Clintasha. Accenni alle altre coppie canoniche.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve!

Tra il computer andato a quel paese e capire come diavolo funziona l'editor html di EFP c'è voluto un po', ma eccoci qui. Abbiamo infine deciso di liberarci definitivamente delle scadenze, il capitolo arriverà quando sarà finito e basta. Detto ciò, le pubblicazioni saranno comunque più rapide delle ultime, ora che sono finite le vacanze e quant'altro.

Non ci resta che augurarvi buona lettura e rinnovare l'invito a visitare la nostra pagina facebook con link al capitolo precedente.

Chekkumeto&Lawrence_Victory


CAPITOLO 6

In cui Natasha si diverte un po' troppo


Tornati nel corridoio, Clint e Natasha si sedettero vicini, mentre Rogers prese posto sulla sedia proprio davanti a loro. I tre amici erano un po' più tranquilli ora che Pepper non era in pericolo di vita, ma nessuno riuscì a trovare nulla da dire e fu ancora silenzio. Nat, anche se non lo dava a vedere, era la più triste di tutti: lei e Pepper avevano appena iniziato a legare e subito un attentatore fuori di testa per poco non l'ammazzava. Non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che fosse colpa sua, Coulson e la Stanza Rossa le avevano ripetuto più volte che creare dei legami era pericoloso. Proprio per questo motivo si era ripromessa di non innamorarsi di nessuno. Mai.

-Ti va... di parlare di...tu sai cosa?- disse all'improvviso Clint, rompendo il silenzio.

-Non so cosa- rispose Nat, un po' infastidita con l'amico per aver interrotto i suoi pensieri.

-Ma sì... la missione... la nostra fuga- le ricordò lui.

-Oh, intendi quando hai cercato di ucciderci entrambi?- lo schernì l'assassina, incrociando le braccia.

-Andiamo Natasha, sai di cosa parlo. Non possiamo rimandare in eterno-

-Non ho voglia di parlarne, e forse non l'avrò mai, quindi piantala- il tono dell'assassina prese una sfumatura più grave.

-Dovremmo informare Fury dell'esistenza di…-

-NO!- rispose Nat perentoria, e il tono acuto riscosse Steve dal suo torpore.

I tre si guardarono per qualche secondo, poi Cap intuì che quella conversazione non lo riguardava e tornò ai suoi pensieri.

-No, il direttore non lo deve sapere- riprese Nat.

-Perché? Pensi che venendo a conoscenza della sua esistenza possa dubitare delle tue abilità di agente?- rispose Clint senza riflettere.

Come risposta ricevette un calcio sullo stinco che lo fece mugolare. Anche se perplesso, il Capitano fece finta di non essersene accorto.

-Lei non vuole che si sappia- rispose poi Nat.

Clint sgranò gli occhi.

-Lei? È una Lei?- chiese incredulo.

-Sorpreso?- rispose lei fingendosi offesa.

-Da quanto tempo sai che è una lei?-

Nat sospirò prima di rispondere.

-Da Amsterdam. Quando ha messo KO il pilota dell'elicottero e ci ha permesso di fuggire. L'ho vista tirare la freccia. Non aveva il cappuccio, probabilmente pensava di essere abbastanza lontana da non essere vista...- raccontò.

-Vorrei tanto sapere chi è. Sembra una specie di angelo custode-ipotizzò Clint.

Nat rise.

-Gli angeli custodi di solito hanno un solo protetto, non due-

-...Sai Nat, in verità credo che lei protegga me...-

-Cos'è, pensi di avere l'esclusiva sugli angeli custodi?-sbuffò Natasha ridendo.

-E' che... non te lo ho mai detto... ma lei mi aiutava da prima che conoscessi te... da  prima che mi unissi al circo in effetti. E ora mi dici che è una lei... e se fosse... mia madre?-

-Clint...-

-Siamo entrambi arcieri, magari mi ha trasmesso le sue abilità...-

-Clint, anche io la conosco da prima di conoscere te. Da quando ero alla Stanza Rossa-sbottò l'assassina.

Da sempre Clint sognava di rivedere la madre e illudersi l'avrebbe solo fatto soffrire dopo.

-...Tu... ma allora chi...-

- Non lo so, ma non credo sia tua madre, mi dispiace- lo anticipò lei, gelida.

Calò nuovamente il silenzio.

All'improvviso Clint si spose verso la sua migliore amica e le stampò un bacio a tradimento sulla guancia.

Nat si sentì bruciare e dovette fare ricorso a tutto il suo addestramento  per non tradire emozioni sconvenienti.

-Grazie per avermi detto la verità Nat. Parleremo della nostra salvatrice quando te la sentirai, va bene?-mormorò l'arciere con un timido sorriso.

Non attese la risposta, diede un altro dolce bacio alla guancia di Natasha.

La ragazza non sapeva cosa dire, quel bacio innocente aveva cancellato la sua rabbia nei confronti di quello stupido di Clint. Da molto, troppo, tempo i due non erano così vicini, già da prima che Loky li mettesse l'uno contro l'altra.

Per un attimo pensò di voltarsi e rispondere con qualcosa di più di un bacino fraterno, ma le parole di Coulson le rimbombarono nella mente: "Non permettere a Clint di diventare più di un amico. Le coppie di spie non hanno mai funzionato e mai lo faranno. E dopo non sareste più in grado di essere lo Strike Team Delta".

E poi Clint non se la sarebbe cavata così a buon mercato.

Senza contare che Steve li stava osservando.

-Allora Steve, vogliamo parlare del nostro appuntamento?-  disse infine.

quelle poche parole furono sufficienti a far quasi cadere dalle sedie ben due Avenger.

-C... c... cos.... qui? A... adesso?- fu la risposta dell'impavido e imbarazzato Captain America.

Lo sguardo di Clint viaggiava da Steve a Nat ad una velocità impressionante e l'assassina capì di aver fatto centro.

-Certo! Quale momento migliore? Non daremo a quel pazzo la soddisfazione di rovinare i nostri programmi. Ovviamente aspetteremo che Pepper e Bruce stiano meglio ma fino ad allora c'è così tanto da organizzare...- rispose.

Natasha non aveva bisogno di voltarsi verso Clint per sapere che era impallidito.

Un colpo di tosse lì avvisò della presenza di un quarto ascoltatore.

-No vi prego, continuate, sembrate una soap argentina per ragazze-

I tre amici non si erano accorti che il tempo concesso a Stark era finito da un pezzo e che probabilmente  il miliardario li stava osservando da un bel po'.

-Pepper come stà?- chiese Clint cercando di cambiare argomento.

-È stabile, non credo che corra pericoli. Aspettiamo solo che finisca di... vibrare- disse Tony in un tono a metà tra il serio e il divertito-Ora vorrei solo avere notizie del nostro dottore- riprese incupendosi.

-È arrivato giusto in tempo allora-esclamò una voce entusiasta poco lontano.

La dottoressa Cho era appena uscita dalla stanza accanto a quella di Pepper, seguita da un uomo dall'aria stanca, un accenno di barba sul viso, capelli lunghi e brizzolati e una sfumatura vagamente verde negli occhi.

Gli Avengers si precipitarono verso il dottor Banner molto sollevati e cominciarono a tempestarlo di domande sulla sua salute. Bruce guardòò la dottoressa Cho con aria interrogativa.

Lei alzò gli occhi al cielo e zittì il gruppo di supereroi con un gesto della mano.

-Bruc... ehm... il Dottor Banner si è ripreso quasi totalmente dalle ferite e può essere già dimesso, come vedete...purtroppo c'è ancora il problema dell'udito. I timpani si sono danneggiati più di tutto il resto-

Gli amici si guardarono tra loro, preoccupati.

-Se fosse stato un uomo normale sarebbe rimasto audioleso a vita, ma considerando il suo fattore rigenerativo potrebbe recuperare l'udito in poco più di un mese- li tranquillizzò la dottoressa.

-Quindi dobbiamo fare un corso accelerato di linguaggio dei segni?- domandò Stark, dando una pacca sulla spalla dell'amico scienziato.

-Non sarà necessario- esclamò Clint con un sorriso furbetto.

I suoi amici (Banner compreso) lo videro estrarre qualcosa dalla tasca, una specie di congegno dalle dimensioni di una palla da golf. Cominciò a girarlo tra le dita mentre cominciava a spiegare.

-Fury me ne ha dato solo uno di scorta per ogni evenienza ma per ora basterà. È un apparecchio acustico dello SHIELD ed è quasi meglio di un timpano normale. Provare per credere-disse indicandosi l'orecchio.

Passò il dispositivo a Bruce che sembrava aver capito di cosa si trattasse. Banner se lo sistemò all'orecchio e cominciò a regolarlo, ma l'attenzione di tutti era su Clint.

-Non avevo idea che tu fossi sordo, Clint- disse Steve a nome di tutti, esclusa Nat.

-Sì…una missione…non è finita bene-confessò Clint, andando a cercare la mano di Nat, che gli dette una stretta amichevole.

-Come va' amico?- chiese al dottor Banner.

-Beh... ti ho sentito, penso sia positivo- rispose lui mentre si massaggiava l'orecchio privo di dispositivo.

-Lo so, da fastidio averne solo uno. Chiederò a Fury di procurartene un paio come soluzione temporanea-.

Tony si rivolse alla dottoressa -Grazie per il suo aiuto signorina Cho-

Lei arrossì-oh non ho fatto nulla di speciale…praticamente il dottore si è curato da solo-

Banner e Stark stavano osservando la torre dalla pista di atterraggio. Era ormai buio e con la poca luce dei palazzi vicini era impossibile vedere in che condizioni fosse dall'esterno. Bruce avrebbe voluto dire qualcosa all'amico ma il fragore dei motori del Quinjet in decollo copriva qualsiasi altro suono.

I due entrarono nell'enorme atrio: ovunque c'erano vetri rotti e pezzi di mobilia sparsi sul pavimento, dal soffitto cadevano ancora dei detriti e i cavi scoperti mandavano scintille a intervalli regolari.

Stark si fermò a osservare quello spettacolo desolante. Voleva che la torre fosse un simbolo di speranza e di protezione, ma non era riuscito a proteggere nemmeno la sua ragazza.

-La ripareremo, Tony. Tornerà ad essere grandiosa-lo rassicurò Bruce.

-Si...certo...-mormorò Tony-Ma prima dobbiamo trovare l'indizio. Quel bastardo è venuto a fare casino a casa nostra e adesso noi lo ridurremo in briciole-aggiunse con sguardo determinato.

Il prossimo indizio poteva essere ovunque ma i due pensarono di cominciare dal piano colpito dalla bomba, dopotutto Thunderwithe non aveva avuto molto tempo per nascondere la valigetta dopo l'esplosione.

Cominciarono a cercare nelle stanze vicino al cratere, Stark spostava tavoli, sedie rotte, armadi e tutti i detriti che occupavano il pavimento, ma Bruce si guardava attorno. Appesi alle pareti c'erano gli striscioni bianchi e i palloncini scoppiati. Per terra spuntavano mazzi di rose bruciacchiate e un tappeto rosso ricoperto di detriti attraversava il salone. Era impossibile che Stark non li avesse notati, eppure non aveva fatto domande.

-Lo sapevi vero?-chiese Bruce con un timido sorriso.

Stark si fermò e lo guardò.

-Beh..Pepper è una donna fantastica e un'eccezionale amministratore delegato, ma non è brava a fare le cose di nascosto... soprattutto in una torre piena di telecamere-rispose piatto Tony, ricominciando a lavorare.

Bruce era senza parole.

-Non preoccuparti, ti farò avere una copia della lista nozze dopo che avremo preso quel bastardo-aggiunse il miliardario, facendogli l'occhiolino.

Il dottore scoppiò a ridere.

-Quindi vuoi farlo?- chiese.

-Pepper si merita il suo grande giorno e una bella famiglia, soprattutto ora che ho appeso l'armatura al chiodo-

Banner si avvicinò all'amico e gli mise una mano sulla spalla.

-Hai ragione. Ma prima avremo bisogno un'ultima volta del grande Iron Man, in tutta la sua forza e genialità. Non riusciremo a prendere quel pazzo senza di te-

Tony annuì.

-Signore, ho terminato il download dei video di sorveglianza-

Era stato JARVIS ha parlare.

Banner sbarrò gli occhi sorpreso.

-Pensavo che JARVIS fosse rimasto danneggiato nell'esplosione...-

-Infatti, ti presento JARVIS mobile, non avrai pensato che abbia passato tutto il tempo all'ospedale a piangermi addosso!-sorrise Tony, mostrando il suo telefono all'amico.

-E' un piacere rivederla dottor Banner-rispose l'AI.

-Comunque una volta riparata la torre sistemerò anche lui. JARVIS, mostraci il video. Telecamera 23, 24 e 25, dalle ore 6:55 in poi-

Sul display apparve un'indaffarata Pepper che si muoveva avanti e indietro con un telefono in mano. Ora sistemava un mazzo di rose  e ora rispondeva ad una chiamata. Non si fermava per un secondo. In tutti e tre i filmati la ripresa si interrompeva improvvisamente, l'ultima immagine era quella di Pepper che si sistemava i capelli allo specchio.

-Niente di utile-commentò piatto Tony rimettendosi il telefono in tasca.

Banner poteva giurare di aver visto scendere una lacrima solitaria sul volto dell'amico ma decise di non parlarne.

-Dovremmo contattare Thor!- sbottò improvvisamente Stark.

-Thor?-chiese Bruce, sorpreso dall'improvvisa affermazione.

-Si, non hai quell'aggeggio per chiamarlo?-

Bruce tirò fuori dalla tasca il già visto diapason e si guardò attorno in cerca di qualcosa.

-Dobbiamo dargli la scossa, funziona con l'energia elettrica-spiegò.

-E qui di corrente ne è rimasta poca... a parte quei cavi che pendono dal soffitto-indicò Tony.

-Non ci tengo a rimanere folgorato. Proviamo a tirarcelo contro?- suggerì Bruce.

Tony ci pensò un attimo, poi schioccò le dita e si diresse verso la finestra, scansando le macerie sul pavimento.

-Che vuoi fare?- domandò Banner.

-Possiamo chiamarlo in un altro modo!- disse Tony, poi si affacciò alla finestra e guardò il cielo stellato.

-Ehi, tu lassù! Heimdal, Hedall o come diavolo ti chiami! Se dovessi vedere Thor digli che sulla terra abbiamo urgente bisogno di lui!- gridò.

 Stark ritrasse la testa e guardò l'amico.

-Visto? Meglio di una mail!- disse Stark con aria soddisfatta, ma Bruce non lo stava guardando, anzi, stava guardando i suoi piedi.

-Ehm...Stark?-esclamò.

Tony abbassò lo sguardo e si accorse di avere un piede su una valigetta nera.

****

-…o magari una passeggiata sulla spiaggia, dopo il cinema e il ristorante…-

Nella statua della libertà, a metà della scala che portava alla sala di controllo, Clint Barton provava l’incontrollabile desiderio di sbattere la testa contro il muro, ripetutamente.

Da quando il Quinjet si era sollevato dalla pista di atterraggio dell’Avenger Tower, Natasha non aveva fatto altro che parlare con Steve del loro appuntamento.

Già solo l’idea che uscisse con lui gli faceva venire la nausea, figuriamoci sentirne parlare in continuazione.

-Ma la vuoi smettere!-sbottò furioso.

Natasha si azzittì e il Capitano lo guardò perplesso.

-Scusa Capitano, ma abbiamo un lavoro da fare ora-disse all’amico, mentre li superava e proseguiva la salita.

Pur sapendo i motivi della sua rabbia, Natasha era sconcertata. Non aveva mai sentito Clint usare quel tono.

Per un po’ decise di starsene buona, sia perché dovevano effettivamente fare un lavoro e sia perché non voleva rischiare di tirare troppo la corda.

La sala di controllo era ovviamente deserta, scura, con un distributore di bibite, uno di snack, tre sedie e tre schermi che inquadravano tre diverse zone: la testa, l’ingresso e la sala dell’impianto elettrico, dove avevano messo la finta bomba.

Raggiunta la loro destinazione, Natasha si mise al lavoro per trovare i filmati a partire dall’apertura al mattino, sperando di trovare qualche traccia dell’attentatore, oltre che della ragazza misteriosa.

Per un po’ non volò una mosca, finché…

-Nat, Cap! Qui!-esclamò Clint indicando la testa della statua.

Premette un pulsante e tirò indietro la registrazione.

-Ecco, guardate. Qui è quando hanno trovato la bomba e stanno sgomberando la statua. Laggiù, la ragazza con i jeans e la felpa blu che guarda fuori dal vetro-indicò.

Quando gli agenti entrarono, la ragazza controllò che nessuno la guardasse e si piegò a terra. La folla di gente impediva ai tre Avenger di vedere cosa stesse facendo e quando si spostarono lei non c’era più.

-Dov’è andata?-esclamò Steve basito.

Nat indicò il punto in cui si intravedeva una macchia scura sul pavimento.

-Lì. C’è una specie di grata. E’ l’impianto di areazione. Si è infilata nel condotto-spiegò-E’ una brava-commentò.

-Mica come certa gente che si fa beccare dietro gli angoli-la rimbeccò Clint.

-Ma sentitelo…hai fatto certi errori che nemmeno una recluta al primo giorno di addestramento-sbottò Natasha fulminandolo.

-Se se…intanto per poco non ci facevi catturare-rise lui amaramente.

-E tu non ci facevi ammazzare-aggiunse piccata.

-…e adesso esce-disse Steve a voce alta.

I due assassini spostarono la loro attenzione sullo schermo e videro la grata spostarsi e la ragazza ne uscì rapidamente. Ora aveva anche uno zainetto e ne estrasse una felpa nera.

La indossò, tirò su il cappuccio e uscì di corsa dalla stanza.

-Ed eccola che arriva da noi-disse Clint un attimo dopo, indicando lei che compare e parla con Stark.

-Non ha guardato la telecamera neanche una volta-sbuffò Clint-Ci sa fare-

-Aspetta, torna a quando sono arrivati gli agenti di polizia-disse Natasha.

Clint riavvolse il filmato come richiesto.

-Ecco. Ferma qui-

Il video inquadrava la ragazza voltata verso la loro direzione, quando aveva controllato di non essere osservata.

-Riesci ad ingrandire?-chiese Clint a Natasha.

La ragazza annuì e l’immagine zoomò sul volto, anche se molto sgranato.

-Non si vede un granché…-mormorò Steve.

-Però…non so…Nat…non ti sembra…familiare?-chiese Clint.

-Sì…mi ricorda qualcuno, ma non si vede abbastanza bene-

Un rumore di passi nel corridoio li mise in allarme.

Clint incoccò una freccia, Steve imbracciò lo scudo e Natasha tolse la sicura alle pistole.

I passi si avvicinarono e la porta si spalancò seguita da un clangore di armi.

I tre Avenger si trovarono sotto il tiro di cinque fucili d'assalto.

-Fermi!-tuonò una voce fin troppo familiare.

Il direttore Fury si fece strada tra i suoi soldati e sorrise.

-Non penserete di essere gli unici a voler vedere quelle registrazioni-

-Poteva almeno avvisare-puntualizzò Steve, abbassando lo scudo.

-Avete trovato qualcosa?-chiese il direttore, ignorandolo.

-Sissignore, qui si vede in viso la donna che è venuta ad avvertirci-spiegò Clint, indicando il video.

-Io e Clint pensiamo di averla già vista. Lei sa chi è?-chiese Natasha affiancandolo.

-Qualcuno che non dovrebbe essere lì. Prendete le registrazioni e portatele alla base-abbaiò ai soldati.

Clint, Nat e Steve rimasero immobili a guardare le loro prove sparire in una borsa.

-Ma signore…può dirci chi è?-chiese Romanoff.

-E' riservato-sbottò lui lasciando la stanza.

Chi poteva essere così classificato che nemmeno i migliori agenti dello SHIELD potevano saperlo?


Speriamo che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e vi ringraziamo per l'affetto con cui ci seguite.

A presto.

Chekkumeto&Lawrence_Victory


   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Chekkumeto