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Autore: Kira Eyler    28/08/2015    4 recensioni
[Crossover Corpse Party Tortured Souls-Dragon Ball]
[HORROR e SPLATTER]
Alcuni personaggi di Dragon Ball, nell'ultimo anno di liceo, decidono di fare un rituale per rimanere amici per sempre. Sfortunatamente sbagliano qualcosa e vengono trasportati all'interno di una scuola elementare: Heavenly Host Elementary School.
Tra fantasmi e mostri, chi ne uscirà vivo?
Riusciranno a placare la furia di Sachiko e gli spiriti dei tre bambini?
Genere: Avventura, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
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                                                    Separazione

-Che botta...- sussurrò una voce femminile.
Quella era la voce di Bulma.
La ragazza si mise a sedere sulle ginocchia, massaggiandosi la spalla destra dolorante. L'unica cosa che ricordava era quella di essere caduta insieme ai suoi compagni.
D'istinto iniziò a guardarsi intorno per cercarli, ma non ne intravide nessuno: nessuno ad eccezione di una figura femminile che poco distante da lei si stava alzando.
-Chichi!- esclamò felice.
Si alzò in piedi e percorse, di corsa, la poca distanza che la separava dalla sua migliore amica. Chichi alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi scuri in quelli azzurri di Bulma, per poi sorridere, felice di rivederla.
-Tutto bene?- chiese alla turchina.
-Sì, sto bene! Tu piuttosto?- rispose con un'altra domanda Bulma.
-Mi fa un po' male il braccio, ma niente di grave.- 
Bulma abbracciò forte Chichi d'improvviso. La corvina stava per rispondere all'abbraccio, ma poi si fermò.
Guardò uno dei tanti banchi davanti a lei e rimase come paralizzata: non ricordava di aver mai visto quella classe prima d'ora, eppure la sua scuola la conosceva benissimo. Notò poi che, oltre a lei e a Bulma, non c'era nessuno ed era impossibile, visto che tutti erano caduti contemporaneamente e nello stesso luogo.
Posò le mani sulle spalle esili dell'amica e la allontanò dolcemente da lei, guardandola dritta negli occhi.
-Bulma... dove sono i nostri compagni? E la professoressa?- chiese poi, preoccupata.
Bulma abbassò lo sguardo tristemente e dopo un momento di silenzio si decise a rispondere, con tono quasi impercettibile: -Non lo so...-
Chichi strinse i pugni sulla gonna azzurra della sua divisa scolastica. Si aspettava quella risposta, e chissà perché aveva una brutta sensazione.
-Vedrai che saranno fuori di qui e ci staranno aspettando.- sentì poi dire, con tono allegro.
Chichi si ritrovò a sorridere alle parole di Bulma -Giusto! Muoviamoci!-
Iniziarono a camminare verso l'uscita della classe, ma Bulma si fermò un attimo per guardarsi intorno e capire dove si trovava. 
Non assomigliava per niente alla sua scuola. Il soffitto presentava in alcuni punti della muffa e i banchi erano troppo piccoli per appartenere ad una scuola superiore. Inoltre erano tutti impolverati e rovinati.
Il pavimento in alcuni punti era ceduto, e ad ogni passo delle giovani ragazze cigolava.
No, quella non era la loro scuola: sembrava piuttosto un edificio antico e abbandonato. Osservò fuori dalla finestra: pioveva a dirotto, ma la cosa che la incuriosì era un vetro rotto.
Un urlo le fece interrompere i suoi pensieri e si voltò immediatamente a guardare Chichi, ferma davanti ad un foglio attaccato al muro.
-Chichi, cosa c'è!?- le chiese preoccupata. 
-Non può essere, non è possibile! Non può essere!- urlava Chichi. Sembrava che non avesse udito la voce della compagna.
-Calmati, dannazione!- esclamò Bulma afferrando con forza la corvina per un braccio e costringendola a guardarla.
-Come faccio a stare calma dopo quello che ho appena letto!?- esclamò come risposta.
Bulma lasciò la presa e prese a leggere il foglio. Era piuttosto rovinato e alcune parole risultavano impossibili da leggere.
                                                       "Scuola Elementare Heavenly Host - Avviso agli studenti"
Alla ragazza bastò leggere il titolo per rimanere sconvolta. Si portò due mani alla bocca e sgranò gli occhi: erano finite in una scuola elementare, come avevano fatto?
Sperava tanto che fosse solo un incubo molto reale. Aveva sentito parlare molto di quella scuola, ma non in positivo: c'erano state molte disgrazie, da come si raccontava, come quella della maestra caduta dalle scale o del preside che si era ucciso.
Se erano finite lì, erano in una specie di scuola maledetta.
Ora doveva provare a rassicurare Chichi, anche se non sapeva come visto che anche lei era in preda al panico. 
Il cuore le batteva forte e la testa era invasa da mille domande, tutte senza risposta.
Sentiva che quello che le era accaduto c'entrava col rituale, ma non dava molto peso a questa cosa: l'aveva fatto solo per incoraggiare Lunch, non credeva davvero che un pezzo di carta poteva far rimanere le persone amici per sempre.
-Troviamo l'uscita e andiamocene, ok?- chiese Bulma.
Chichi annuì, così uscirono dalla classe e giunsero nel corridoio. Anche lì il pavimento, in alcuni punti, aveva ceduto. Provarono ad aprire una finestra che si trovava lì, davanti a loro, ma senza risultati: sembrava incollata, bloccata da qualcosa
Sospirando dalla rassegnazione, si allontanarono da lì.
Alcuni luoghi erano inaccessibili a causa della mancanza del pavimento e questo le faceva spaventare: non sapevano se il pavimento avrebbe potuto cedere di nuovo.
In quella scuola, oltre loro, non c'era anima viva, quindi i loro amici non potevano essere lì.
Giunsero davanti a delle scale che, probabilmente, portavano al piano terra. 
-Ci sarà di sicuro un'uscita! Corriamo!- disse Chichi allegra, correndo giù per le scale seguita da una Bulma sorridente.
Come infatti pensavano, dopo delle scarpiere c'era la porta dell'uscita. Le scarpe non erano ordinate sulla scarpiera, ma erano sparse a terra come se volessero significare qualcosa. Chichi fu la prima ad avvicinarsi alla porta e afferrò velocemente una delle maniglie, mentre Bulma si era accovacciata per osservare le scarpe.
"Addio Heavenly Host!" pensò allegra la corvina.
Tirò la maniglia, aspettando che si aprisse la porta... cosa che non successe. Bulma che le era stata dietro tutto il tempo sgranò gli occhi e si precipitò ad aiutare l'amica: forse in due sarebbero riuscite ad aprirla. 
Purtroppo non ci riuscirono neanche in due e, tristemente, si abbracciarono. Non potevano uscire, erano bloccate nella scuola maledetta.
Dopo aver camminato per molto tempo invano, alla ricerca di un'altra uscita, si fermarono in quella che sembrava essere un'infermeria. Si sdraiarono sui due letti e sbuffarono.
Se era un sogno, bastava addormentarsi per ritornare alla realtà: e quello era di sicuro un incubo, un brutto incubo. Così, una affianco all'altra, chiusero gli occhi e dopo un paio di minuti si addormentarono. Non passò molto tempo che Chichi si svegliò d'improvviso: le sembrava aver sentito la voce di una bambina che chiedeva aiuto. Era felice, perché aveva finalmente scoperto che lei e Bulma non erano le sole ad essere intrappolate là dentro, ma era anche triste perché, purtroppo, significava che quello non era un incubo ma la realtà.
Si alzò di corsa e stando attenta a non svegliare l'amica uscì dalla stanza, per correre verso la voce.
Correva per il corridoio che ora le sembrava infinito, sperando con tutto il cuore di trovare quella bimba il prima possibile. Le grida della bambina erano troppo reali e non poteva averle sognate, quindi doveva correre per trovarla perché le era parsa anche spaventata.
Ma d'altra parte come non esserlo? Ritrovarsi lì, per una bambina, non era di certo una cosa bella.
-Chichi...-
La ragazza si fermò non appena udì il suo nome. Sembrava un sussurro.
-Chichi...-
Lo sentì di nuovo, qualcuno la stava chiamando. Ma chi? Non le sembrava la voce di nessuno che conosceva.
-Dove sei? Che cosa vuoi da me e come fai a conoscere il mio nome?- chiese Chichi.
Rimase in attesa di una risposta per alcuni minuti, ma non arrivò.
-Chichi...-
Cosa doveva fare? Poteva seguire la voce, vedere chi era a chiamarla, cosa volesse e poi sarebbe tornata indietro da Bulma. Ma la bambina? Non la sentiva più gridare, cosa le era successo?
Alla fine decise di seguire la voce: la bambina poteva cercarla insieme a Bulma dopo, anche se era più importante di una voce che la chiamava. 
Nel frattempo, in infermeria, Bulma era stata svegliata da un rumore simile a quello di una penna che scriveva su un foglio. Cercò di voltarsi per vedere chi stava scrivendo, ma non ci riusciva.
"Non riesco a muovermi..." pensò.
Era completamente paralizzata, non riusciva a muovere nulla: né braccia, né gambe, né niente. 
-Sei venuta a trovarmi, Sacchan?- sentì domandare improvvisamente da una voce. Una voce che aveva un tono tutt'altro che dolce e tranquillizzante.
Davanti a lei iniziò a materializzarsi un'ombra nera, con due enormi occhi gialli. Quella cosa non le sembrava per niente amichevole o buona.
-Sacchan...- ripeté di nuovo l'ombra.
"Chichi, dove sei!? Aiuto!" pensò la ragazza. Non riusciva nemmeno a parlare e a gridare per cercare aiuto, cosa stava succedendo al suo corpo? Dov'era finita la sua amica Chichi? Il pensiero peggiore era quello che quell'ombra le avesse fatto qualcosa di brutto e questo non se lo sarebbe mai perdonata.
L'ombra nera iniziò ad entrare nel corpo della ragazza, che lentamente veniva circondata da una luce viola molto scura.
Voleva gridare, doveva riuscirci, doveva farcela. Non poteva rimanere ferma mentre quell'ombra stava per... ucciderla? 
Questo non le piaceva, provò di nuovo a gridare, ma senza risultati.
Iniziò a piangere silenziosamente: cosa poteva fare, ora?
Raccolse tutto il fiato che aveva nei polmoni e gridò il primo nome che le venne in mente, cercando di liberarsi e sperando che la voce le fosse tornata.
-CHICHI!-
Sì, era riuscita a gridare. Era anche riuscita a liberarsi dalla paralisi e quindi si alzò di corsa dal letto e raggiunse la porta: con suo orrore la vide chiusa da tanti capelli neri.
-Aiuto! Chichi! Dove sei!?- gridò.
Il cuore le batteva al mille: l'ombra era ancora in quella stanza e lei poteva essere attaccata in qualsiasi momento. Istintivamente iniziò ad afferrare ciocche di capelli e a strapparle dalla porta.
Il respiro si faceva sempre più difficoltoso, mentre alcune ciocche di capelli azzurri le rimanevano attaccate al volto a causa delle lacrime e del sudore.
-Sacchan, dove vai?- 
Bulma si girò e, proprio dietro di lei, vide quell'ombra nera. Iniziò a strappare via i capelli con più foga e alla fine, visto che erano troppi, afferrò la maniglia. Con difficoltà riuscì ad aprire la porta, facendo cadere a terra i mille capelli. 
La turchina cadde sul corridoio e si girò solo per vedere l'ombra sparire. Si coprì gli occhi con le mani e iniziò a piangere e a singhiozzare: non sapeva se piangeva per paura o per la gioia di essere riuscita a sopravvivere. Provava mille emozioni in quel momento ed era molto confusa: dov'era Chichi? Non sarebbe tornata in infermeria per cercarla e quindi si alzò. 
Guardò a destra e a sinistra del corridoio, quando la sua attenzione fu catturata da una figura in piedi. Iniziò a correre verso di lei, pensando di aver trovato la sua amica. Appena arrivò, le toccò una spalla: d'improvviso il corpo cadde a terra, rivelando un corpo in decomposizione ricoperto di larve all'interno della bocca, spalancata.
Bulma non riuscì a trattenersi: si ritrovò a terra a vomitare, mentre si massaggiava il ventre con una mano. Gli faceva male, ma almeno si sentiva un po' libera.
Si alzò e continuò a cercare Chichi: chissà dov'era finita.
Percorse per molto tempo il corridoio rimanendo in silenzio, con una forte sensazione di preoccupazione e di paura. Man mano che camminava, il suo cuore batteva più forte.
-Bagno femminile...- sussurrò, leggendo ad alta voce un foglio vicino ad una porta.
Poteva cercare Chichi là dentro, perché no. Forse era andata in bagno e non voleva svegliarla per quello.
Entrò sorridente, ma aveva sempre quella forte sensazione di paura: forse era ancora scossa per l'accaduto.
Le porte dei bagni erano rovinate e alcuni lavandini, insieme ad alcuni specchi, erano rotti. Guardò il suo riflesso in uno specchio rotto e sospirò.
-Chichi, so che sei qui.- iniziò a parlare -Non è stata una bella cosa lasciarmi sola...- strinse i pugni con rabbia, ripensando all'accaduto -... mi hanno quasi uccisa!-
Non ottenne risposta, quindi Chichi non era lì dentro.
Stava per andarsene, pensando in quale altro luogo cercare, quando sentì il rumore di una corda che cigolava e una parola soffocata, che non riuscì a capire. Lentamente si avvicinò al bagno da cui aveva sentito il rumore e lentamente aprì la porta che cigolava.
Il suono della porta e quello dei battiti del suo cuore, la facevano preoccupare: cosa avrebbe trovato una volta aperta la porta? Chiuse gli occhi e li riaprì non appena la porta smise di cigolare.
Cadde in ginocchio con gli occhi sgranati, di fronte a quello che aveva visto: Chichi penzolava con una corda attaccata al collo. 
-NOOOO! Perché!? Perché!?- gridò Bulma tra i singhiozzi. Non capiva il perché del gesto dell'amica.
La testa le scoppiava, le faceva male e le lacrime scendevano come fiumi lungo le sue guance.
-A... iu... to...- 
Bulma alzò lo sguardo: Chichi era ancora viva e cercava di liberarsi dalla corda che aveva legata intorno al collo. 
-A... iu...- ripeté, ma fu interrotta dall'amica.
-Non parlare! Ti libero io!-
Bulma si guardò intorno: doveva trovare un secchio o qualcosa per farle appoggiare i piedi, ma non lo vedeva. Era in preda al panico, soprattutto quando vide le mani di Chichi ricoprirsi di sangue. Uscì dal bagno e, fortunatamente, trovò un secchio.
Al suo interno era pieno di sangue e galleggiavano dei pezzi di intestino, con altri vermi. Alla giovane venne di nuovo da vomitare, ma non poteva fermarsi per farlo: la sua amica stava per morire, doveva muoversi. Afferrò il secchio disgustata e lo svuotò, facendo cadere il contenuto sul pavimento.
Corse di nuovo da Chichi, ma subito dopo lasciò cadere il secchio: l'unico rumore che ruppe quel silenzio che si era appena creato. La corvina aveva smesso di parlare, il viso era diventato completamente bianco e, come se non bastasse, aveva gli occhi sgranati con la saliva che colava dalla bocca spalancata.
Sulla corda e sulle sue mani c'era del liquido scarlatto, del sangue. 
Bulma si lasciò cadere e urlò dal dolore, iniziando a piangere a dirotto. Era tutta colpa sua: quel rituale, ora ne era certa, aveva messo in pericolo la sua vita e quella della sua migliore amica, che era morta. Non se lo sarebbe mai perdonata, mai. Se non lo avesse fatto, quello non sarebbe successo.
Sulla soglia della porta, qualcuno la osservava sorridendo sadicamente: era una bambina, dal vestito rosso e dai lunghi capelli neri che le coprivano anche gli occhi... Sachiko.

Salve a tutti!
Ho molto da dire su questo capitolo: la prima è che le coppie sono state sorteggiate e mi è stato particolarmente difficile scegliere la prima vittima. La seconda è che mi scuso con tutti i fan di Chichi >-< mi dispiace averla uccisa... (e allora perché lo hai fatto? Boh... XD)
Voglio ringraziarvi tutti per le recensioni. Sono state bellissime e mi hanno resa felicissima, non pensavo che l'idea di unire i miei anime preferiti piacesse a qualcuno :')
Se ci sono errori, scrivete nelle recensioni!
Grazie di tutto. Alla prossima,
vostra Kiddo_Asuka <3

 
   
 
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