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Autore: Matih Bobek    28/08/2015    1 recensioni
Il cosmo nel caos è una raccolta di poesie che racchiude le esperienze emotive dell'ultimo anno (2014/2015). Si toccano tematiche differenti: il senso di colpa e la ricerca dell'io, l'essere e il divenire, la rassegnazione in campo amoroso e l'inquietudine sociale, il tutto raccolto in contorni naturalistici ( che richiamano la poesia cinese). Segna una nuova tappa nel mio percorso di maturazione.
La raccolta presenta prevalentemente poesie in versi liberi, ma anche quartine brevi in quattro o cinque parole ( anche qui, sulla base di una struttura metrica appartenente alla poesia cinese).
Questi componimenti sono pensati per raccogliere in un microcosmo di parole due mondi distanti, : l'occidente e l'estremo oriente. Perciò sono frequenti i riferimenti al mondo letterario e culturale cinese, in particolar modo, e giapponese, nonché alla filosofie orientali.
Il cosmo nel caos appare senza la minima coesione interna. In realtà fa del suo caos il cardine per erigere un cosmo poetico.
Spero che la mia seconda raccolta sia di vostro gradimento. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Il vagone del treno è nudo
come la dolce pelle
di una novizia sposa,
la prima notte di nozze.
Sopra il mio capo,
il riflesso di quest'infinita
distanza straccia i suoi lembi
d'azzurro respiro
 sotto le fameliche fauci
di una coltre plumbea.
La pioggia si avvicina,
e intanto spigolose risate
di giovani sgraziate
attraversano ubriache
i corridoi sporchi, venendo
a morire in seno al mio petto.
Il treno rallenta la sua corsa, 
mentre il mio sguardo
percorre le lunghezze bionde
dei vasti campi selvaggi.
Per un momento mi pare
di carpire il vuoto che 
circonda il nostro nulla
mentre fluttuo vagabondo
tra spume di cotone 
e grida di gelo. 
Il metallo arioso
di una lontana voce
riduce in frammenti
l'eco dei miei sogni,
che con un sordo
tonfo si vanno a posare
sui sedili vuoti 
tutt'intorno.
Mi ritrovo seduto
e intorpidito, mentre
ormai il vagone del treno
è una tomba di metallo
sepolta dal tamburellare
incessante della pioggia.
Le porte si aprono,
la mente si chiude
mentre la ruota del giorno
torna a premere col suo
peso sulle mie ore.
   
 
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