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Autore: MargaretMadison    28/08/2015    1 recensioni
«M-Michael, dobbiamo dimenticare quello che è successo ieri, è stata una follia» disse Olivia superando il ragazzo.
Michael l’afferrò per il braccio facendola voltare «E se io non volessi?»
«C-Cosa vuol dire “se io non volessi”? Alla fine… alla fine si tratta di un errore, eravamo ubriachi» urlò quasi, toccandosi nervosamente i capelli.
Michael si avvicinò di un passo e Olly indietreggiò finché le sue spalle non trovarono il muro e il petto il corpo del ragazzo, era in trappola «E se io non lo fossi stato? E se io fossi stato sobrio e mi ricordassi tutto? E se quella notte fosse stata la più bella della mia vita perché, anche se per poco e solo in parte, tu sei stata mia?»
Olivia deglutì a vuoto, con lo sguardo non osava spingersi oltre al collo del ragazzo perché le sue labbra e i suoi occhi erano calamite per lei in quel momento «E se io fossi la ragazza di uno dei tuoi migliori amici?
Michael ghignò, accarezzandole una guancia «Allora renderemo le cose più divertenti»
«Cioè? Che intendi dire?»
«Se non vieni a letto con me dirò a Luke quello che è successo ieri sera»
Genere: Erotico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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(8)

 
 
 
Are we wasting time
Talking on a broken line?
Telling you I haven't seen your face in ages
I feel like we're as close as strangers
Won't give up
Even though it hurts so much
Every night I'm losing you in a thousand faces
Now it feels we're as close as strangers

 
- Close as strangers

 
 
 
Erano passati altri tre mesi.
Tre mesi pieni di bugie e di avvenimenti.
Era tornata con Luke – o, almeno così dicevano le varie riviste di gossip – quando in realtà si stavano a poco a poco riavvicinando. Con Michael le cose procedevano bene, si sentivano di nascosto quando gli altri della band dormivano, lontano quindi da occhi indiscreti.
«Non ci credo, andiamo a Londra. Londra, Olly. L-O-N-D-R-A. Lo capisci, vero?» Evelyn strinse al petto il biglietto aereo iniziando a saltellare come una bambina a cui erano state date delle caramelle.
Indossava una maglietta a righe blu e bianche mentre i jeans boyfriend le calzavano alla perfezione facendo quasi invidia a Olivia che le curve sexy dell’amica se le sognava di notte.
«Certo che me ne rendo conto e anche io non sto più nella pelle. Da quanto ho sentito i ragazzi si sono trasferiti a Camden Town» ridacchiò sistemandosi il vestito a fiori che le si era alzato «E poi parteciperemo ai primi MTV Awards dei ragazzi e sono davvero orgogliosa di loro» sorrise sincera.
Qualche settimana prima, i ragazzi le chiamarono per telefono invitandole ai loro primi Awards dove erano stati candidati in tre differenti categorie ed erano tutti e sei super emozionati.
Olivia sentì il cellulare nella borsa e si affrettò a ripescarlo dalla sua borsa fin troppo piena.
«Il tuo romeo non sta più nella pelle per vederti?» la beffeggiò Evelyn quando lesse il nome sul display.
Olly scosse la testa divertita e dopo aver rifilato una linguaccia all’amica si allontanò un po’ per parlare «Pronto?»
«O-Olly» il suo nome uscì smorzato da un gemito e da sospiri.
«Michael tutto bene? Sono le tre di mattina a Londra» chiese preoccupata, la bocca coperta da una mano per non farsi sentire.
«No, non va tutto bene perché mi sono svegliato con una grandissima voglia di te ma tu non sei qui e aiutarmi da solo mi deprime» rispose Michael dall’altra parte del telefono che continuava ad accarezzarsi da sopra i boxer «Ho ispezionato il nostro hotel ieri e ho già scelto i posti dove voglio fare l’amore con te»
Olivia alzò gli occhi al cielo, certa che Michael non sarebbe mai cambiato «Tra cinque minuti mi devo imbarcare, Tra quattordici ore sono da te»
Il ragazzo strabuzzò gli occhi verdi e si alzò di scatto dal letto «Vorresti veramente che resti con un’erezione per quattordici ore? Sei crudele».
«Se vuoi davvero che facciamo sesso telefonico la risposta è no. Lo trovo squallido, usa l’immaginazione»
Michael sbuffò, ributtandosi sul letto «Allora posso dire io che ti farei. Sono passati tre mesi dall’ultima volta e l’immaginazione non mi aiuta più. Ho davvero, davvero bisogno di te»
«Allora illuminami genio, cosa posso fare per te?» Olivia era davvero al limite della sopportazione e la hostess aveva appena chiamato il suo volo.
«Ho bisogno di una tua foto, ti prego»
La bionda passò lo sguardo dalla coda che avanzava alla porta del bagno poco distante da lei.
«Per favore» insistette, la sua mano di nuovo su di sé a darsi un po’ di piacere.
«D’accordo, d’accordo. Adesso vado, ci vediamo quando arrivo» disse prima di salutarlo e riattaccare.
Tornò in coda e lasciò la sua borsa ed Eve che la guardò curiosa di capire cosa l’amica stessa tramando e «Dove pensi di andare, signorina? Ci stiamo imbarcando» la riprese.
Olivia si spostò i capelli dal volto e cercò di ricomporsi perché solo ora si era accorta di ciò che stava facendo Michael.
«Devo andare un attimo in bagno, sarò velocissima, giuro» disse sbrigativa e subito si avviò a passo svelto verso i bagni, ignorando Evelyn che continuava a parlarle.
Una volta nella toilette femminile, Olivia si chiuse nel bagno per i disabili, decisamente molto più spazioso.
Si specchiò i capelli di lato, poi provò a raccoglierli in una coda un po’ disordinata ma alla fine decise di lasciarli sciolti lungo le spalle. Sospirò prima di slacciare la cerniera laterale del vestito e dopo diche lasciò scivolare il vestito lungo il suo corpo.
Indossava un completo di seta color prugna che risaltava la carnagione ormai non più abbronzata come nei precedenti mesi estivi. Prese il cellulare e iniziò a scattare un paio di foto cambiando posizione e spogliandosi di volta in volta -  una dove si mordeva il labbro, un’altra dove i capelli le coprivano il seno… - e continuò, quasi divertita a scattare foto fin quando non sentì qualcuno bussare pesantemente alla porta.
«Olivia Amanda Brown, se non esci immediatamente da questo cazzuto bagno giuro che parto senza di te» tuonò Evelyn minacciosa, spaventando l’amica.
«A-Arrivo subito» disse Olivia imbarazzata iniziando a rivestirsi in fretta.
«Hai trenta secondi» sibilò Evelyn da dietro la porta, le braccia conserte sotto il seno e il viso imbronciato «E non pensare che non sappia cosa stavi facendo»
Olly si morse il labbro imbarazzata e la guance le andarono a fuoco mentre chiudeva la zip del vestito, pii aprì la porta a testa bassa.
«Siete due schifosi, adesso muoviti che abbiamo un aereo da prendere»
 
***
Il volo fu estenuante.
Un bambino, seduto affianco a loro, non smise per un secondo di frignare mentre Evelyn sobbalzava a ogni turbolenza, afferrando e stritolando la mano di Olivia che pregò l’hostess di darle un’aspirina per il mal di testa.
«Io al ritorno chiedo un posto molto, molto, molto lontano dal tuo. Intesi? Non mi hai fatto riposare nemmeno un secondo» disse Olivia una volta recuperati i bagagli da stiva.
Evelyn sorrise colpevole e cercò di non ridere nel vedere l’espressione buffa dell’amica quando le passò davanti il bambino che aveva pianto tutto il tempo assieme ai genitori, lo stava incenerendo con lo sguardo.
«Forza, Erode. Ci aspetta il taxi per arrivare in hotel. Non sei contenta?»
«A dire il vero preferirei tornare su quell’aereo insieme a quel piccolo mostriciattolo che frigna» rispose la bionda sconsolata.
«E non vuoi vedere Michael?» chiese Evelyn.
Le ragazze si avviarono verso l’uscita dell’aeroporto dove ad attenderle c’era un autista vestito di tutto punto che reggeva in mano un cartello con scritto i loro nomi.
«Sì ma… sarà tutto complicato» borbottò per non farsi sentire e poi sorrise educatamente all’autista una volta vicini.
«Ben arrivate, i ragazzi vi stanno aspettando all’hotel a Regent Street, una delle vie più importanti per lo shopping» disse l’uomo, molto probabilmente sulla trentina, con un buffo accento inglese.
Gli occhi di Evelyn s’illuminarono all’improvviso e iniziò a farsi consigliare negozi e via dall’autista che le accompagnò alla macchina una BMW nera lucida.
Salì in macchina, rifugiandosi nel suo mondo mentre Evelyn continuava a chiacchierare indisturbata con l’uomo sedendosi affianco a lui. Olivia, dal canto suo, ammirava la città, i colori delle tipiche villette inglesi e alcuni impiegati vestiti in giacca e cravatta che correva verso la metro reggendo in mano la loro ventiquattrore.
Fu quando arrivarono a Piccadilly Circus che il suo sorriso si spense nel vedere una coppia di giovani baciarsi, le mani intrecciati i sorrisi che comunicavano quanto quei due si amassero.
E si chiese, quando succederà anche a me?

 
***


Il Victoria’s Hotel ea uno degli Hotel più famosi di tutta Londra che aveva ospitato un sacco di Celebrities tra cui Michael Jackson, Madonna e Lady Gaga. Appena la macchina parcheggiò, Olivia impallidì alla vista di tutte le fan che erano lì ad attendere i propri idoli – fuori c’erano solo Calum ed Ash - mentre la security cercava di reprimere la folla.
Non fece nemmeno in tempo a parlare con Evelyn e chiederle di rimanerle vicina che subito la sua amica era uscita dalla macchina per buttarsi tra le braccia del moro.
«Calum!» urlò Evelyn dopo aver chiuso violentemente la portiera della macchina. I suoi occhi s’illuminarono alla vista del suo ragazzo che scendeva le scale dell’hotel per andarle incontro e abbracciarla forte.
Si fece coraggio e uscì dalla macchina. Improvvisamente fu colpita da flash e da una raffica di domande riguardanti lei e Luke.
«State ancora assieme?»
«È vero che vi sposerete?»
«Confermi le voci che dicono che sei incinta?»
Olivia si guardò in giro confusa, non sapendo cosa stesse succedendo e cosa le stessero dicendo.
Davvero c’era chi pensava fosse incinta? Ci mancava solo questo!
Si girò dove vide Calum ed Evelyn scambiarsi un bacio, scatenando gli applausi della folla.
«Ma trovatevi una camera» parlò Ashton che si stava avvicinando ad Olivia che rise all’affermazione dell’amico.
«Oh, Ash» disse la bionda avvolgendo il ragazzo in un abbraccio «mi sei mancato così tanto, sai?»
«Anche tu piccola e appena puoi dobbiamo parlare di un paio di cose molto importanti»
Olivia sorrise e spezzò l’abbraccio in modo da poter osservare il ragazzo nei suoi splendidi occhi «Ah sì, del tipo?»
«Del tipo che so tutta la storia» rispose accennando un sorriso.
Olivia s’irrigidì una volta collegato tutto. Come faceva a spere la storia sua e di Michael? Per un attimo pensò che forse si stesse riferendo a un’altra questione ma lo sguardo duro di Ashton le diede conferma alla sua teoria.
«Ma non è pos-»
Ashton le fece cenno di stare zitta e la prese per mano «è meglio se ne parliamo dentro, lontano da tutti»
Olly annuì e dopo aver lanciato un ultimo sguardo a Calum ed Evelyn che salutavano i fan, entrò seguita dell’amico.
La hall dell’hotel era veramente grande ed elegante.
La pareti erano dipinte di rosso scuro mentre dal soffitto bianco pendevano preziosi lampadari in vetro molto elaborati. I dipendenti erano vestiti in giacca e cravatta e sorridevano a chiunque passasse per la hall.
«Sediamoci qui» disse Ashton indicandole un piccolo divano rivestito da un lenzuolo rosa «Luke doveva farsi bello per te e Michael probabilmente starà ancora dormendo»
Olivia si sforzò di sorridere e prese posto in parte ad Ashton.
«Come l’hai scoperto?» chiese lei andando dritta al punto.
Ashton sospirò e passò lo sguardo sul corpo di Olly. Aveva le gambe accavallate, le labbra increspate e continuava a strofinare le mani sulle cosce, in segno di rifiuto e nervosismo per quella situazione che era diventata fin troppo stretta per lei.
«Una sera volevamo uscire, eravamo ad Amsterdam e avevamo finito un concerto. Luke però non si sentiva bene allora Calum decise di accompagnarlo a casa e poi raggiungere me e Michael in un locale tranquillo vicino all’hotel» iniziò lui calmo «E tutto stava procedendo bene fin quando Calum non è tornato. Abbiamo iniziato a bere, come sempre solo che Michael deve aver alzato il gomito perché una volta usciti si è messo ad urlare per strada, ad urlare il tuo nome. Noi ovviamente non capivamo il motivo perché non siete mai andati molto d’accordo ma poi ha iniziato a parlare della sera in cui siamo tornati, del vostro patto e di come è rimasto fregato. Noi all’inizio non capivamo ma poi abbiamo collegato i tasselli e allora abbiamo capito molte cose. Ad esempio, le vostre assenze quando eravamo in compagnia. Come all’aeroporto quando siamo partiti, ricordi? Ti sei allontanata un attimo e improvvisamente anche Michael era sparito. Io non sono nessuno per giudicarvi ma questa, chiamiamola “relazione”, sta diventando troppo malsana»
«Si dà il caso che la “relazione malsana” come la chiami tu, sia la cosa più bella che mi sia mai accaduta e ovviamente mi sento uno schifo per fare questo a Luke ma vedi, Ash, io… io penso di essermi innamorata per davvero. E so che Michael non è uno da questo genere di cose ma… io lo accetto. All’inizio avevo paura di soffrire e starci male ma poi ho capito che sto male senza di lui. Non guardarmi in quel modo, Ash. Anche tu sei stato innamorato e lo sai che diventiamo tutti pazzi per amore»
Ashton sospirò e si passò una mano tra i capelli.
Non riusciva ad alzare gli occhi e osservare la sua amica. Era confuso, a ripensarci ora sembrava tutto così palese che proprio non capiva come mai non ci era arrivato prima.
«È veramente una situazione di merda, lo sai vero? Se Luke lo viene a sapere sei spacciata, ok?» riprese il discorso Ash dopo qualche attimo di silenzio.
«Parli del diavolo» lo sguardo di Olly andò oltre la figura di Ashton.
Luke Hemmings fece il suo ingresso nella hall dell’hotel con una canottiera nera dei Ramones e un paio di jeans scuri a fasciargli le gambe lunghe e magre che Olly segretamente gli invidiava.
«Olly!» la salutò spalancando le braccia con un sorrisone sulle labbra.
Olivia si alzò e sentì Ashton borbottare un «Il discorso non finisce qui» a cui non diede molto peso.
Alla fine sapeva che Ashton non l’avrebbe mai giudicata ma, al contrario, voleva sapere tutte le dinamiche per darle consigli e metterla in guardi.
Si lasciò stringere dalle braccia forti e muscolose del biondo, nascondendo il viso nel suo petto.
«Ti sono mancata?» chiese lei poco distante dalle sue labbra.
Luke si chinò facendo scontrare le loro labbra che da troppo tempo non si univano in quel modo. Stavano assieme, più o meno, e Luke aveva deciso che avrebbe fatto l’impossibile per riconquistarla.
«Certo che mi sei mancata, babe» le sorrise «Ti ho pensato tutto il tempo»
Olivia sorrise di riflesso, poco convinta e non più così comoda e protetta tra quelle braccia, tant’è che cercò il più educatamente possibile di sciogliere l’abbraccio.
«Ti va di fare un giro per Londra? Ashton proponeva di tornare a Camden Town e mangiare lì, vieni?» propose il biondo riportandola affianco a sé.
«Oh, in realtà io sono molto stanca e pensavo di andare a riposarmi. Il viaggio è stato lungo e Eve non mi ha lasciato dormire» buttò lì Olivia.
Luke annuì comprensivo e l’accompagnò a prendere le chiavi della camera «Sei sicura di volere una camera singola?» le chiese mentre la bionda firmava le ultime carte da firmare «Insomma, ora che stiamo assieme pensavo volessi stare in stanza con me»
Olivia sospirò e alzò gli occhi al cielo, ringraziò la receptionist e, con un sorriso, afferrò le chiavi. Poi si girò e si avviò a passo svelto verso l’ascensore, seguita, ovviamente da Luke, che non capiva il motivo del suo improvviso cambiamento.
«Ne abbiamo già parlato, Luke. Non stiamo ancora assieme» sbottò Olivia una volta dentro l’ascensore, fortunatamente vuoto. «Devo ancora pensarci» disse premendo il pulsante per salire al secondo piano.
«E quanto tempo ancora ci vorrà? Sono passati tre mesi, Olivia. Io sono ancora innamorato di te e ho bisogno di te al mio fianco per andare avanti» urlò quasi, Luke.
«Lule io… io non lo so, davvero. Mi dispiace, non penso di farcela»
«Non ci stai nemmeno provando!» urlò nell’esatto istante in cui le porte dell’ascensore si aprirono.
Davanti a loro, una coppia di vecchietti li guardava stranito.
Olivia abbassò lo sguardo imbarazzata e iniziò a cercare la sua stanza, 27A, cercando di non dare troppo peso alla figuraccia appena fatta.
«Facciamo così, Olly» Luke l’afferrò per un braccio facendola voltare verso di sé e Olivia gli si spalmò addosso, un po’ perché perse l’equilibrio e un po’ per via dei corridoi troppo stretti «Una volta per tutte, dimmi cosa vuoi fare con me, con noi. Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami più, ammesso che tu mi abbia mai amato»
Olivia aprì la bocca ma non ne uscì alcun suono. Ora, davanti agli occhi azzurri di Luke che la fissavano non poteva mentigli, non ancora una volta «I-io… mi dispiace, Luke»
Luke sospirò, i pugni serrate e le spalle ricurve «Va bene allora… presumo sia tutto finito. Ci vediamo, Olly»
Il biondo si girò immediatamente dandole le spalle, dirigendosi a passo svelto verso l’ascensore.
Olivia guardò la scena con la bocca schiusa, incerta se parlare o meno e soprattutto cosa dire.
La suoneria del suo cellulare la fece riprendere e si affrettò a recuperarlo e leggere il messaggio appena ricevuto.
In che camera sei? Non vedo l’ora di baciarti.



















 

MY LITTLE TALK
SCUSATEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Lo so, soo in STRA RITARDO ma ho avuto molti ripensamenti su questa storia ma poi mi sono detta "siamo in ballo, no? Allora balliamo" poi sono rimasta senza wifi per un'infinità di tempo e forse una amica ha trovato il mio profilo quindi (davvero) ne ho passate di ogni ç.ç Inoltre ora sono più o meno nella stessa situazione di Olivia e va beh, è un periodo de mierda.
Anyway, Luke e Olivia tira e molla continuo, Evelyn stufa della situazione, Calum e Ash che sanno tutto e Michael sempre più porchello (raawr) capitolo ricco, no?
bene, fatemi sapere se la storia vi piace ancora, tra due settimane (devo praticamente iniziare i compiti, aiuto) aggiorno, se riesco anche prima, niente più attese così lunghe, I swear!
bacissimi
megghy
P.s. vi va di passare dalla mia nuova fan Fiction?
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3230373
e qui una OS su Luke: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3239195&i=1
 

  
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