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Autore: deborahdonato4    28/08/2015    1 recensioni
Ade è annoiato per via dell'assenza di Persefone.
Apollo si trova negli Inferi come punizione.
Cosa mai potrebbe accadere tra i due?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ade, Apollo
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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«Dovremo dirlo ai nostri figli.»

Ade smise di accarezzargli la schiena. «Stai scherzando vero?»

«No, per niente.»

Apollo rotolò sulle coperte e lo guardò. Gli occhi azzurri splendevano. «Non dico a tutti i nostri figli. Ma almeno a Will e Nico.»

«"Tutti i nostri figli". Io ne ho due. Tu un centinaio.»

Apollo ridacchiò. «Sì, ma ormai non ne ho più così tanti.»

Ade annuì serio, e si sedette di fianco a lui. Erano nudi - ormai era normale - e avevano da poco consumato l'ennesimo rapporto. Erano entrambi soddisfatti e desiderosi di coccole.

«Stavo pensando...» mormorò Ade, e Apollo lo guardò.

«Anch'io.» disse il biondo, serio. «Credo che dovremo inviare a Nico e a Will un messaggio, o andare direttamente da loro e dirglielo.»

Ade inspirò e guardò l'anello brillare all'anulare di Apollo. Ne aveva uno anche lui, identico. «Ho detto no.»

«Ma sono nostri figli.»

«Non puoi favorire solo di Angelo e Solace!»

«Tu lo fai continuamente!»

«Be', io ne ho solo due, e riservo ad entrambi gli stessi trattamenti. Magari non invio vestitini a Nico, ma Nico sa che non deve prendersela per questo.»

Apollo rise. «E se lo volesse anche lui, un vestitino?»

Ade storse il naso. «Non li avrà di certo da me.»

Apollo si avvicinò a lui e gli scioccò un bacio sulle labbra. Ade gli posò le mani sui fianchi e gli impose di sedersi sopra di lui. Il dio biondo cominciò a baciare l'altro sul collo, mordicchiandogli infine l'orecchio e passandogli le braccia attorno al collo.

«Allora?» chiese Apollo, strusciandosi su di lui.

«Allora va bene.» brontolò Ade, abbassando lo sguardo sul suo corpo. «Riesci sempre a trovare il modo di convincermi.»

«Le magie del sesso.»

«Sì, be', basta fare queste magie, altrimenti non rispondo più delle mie azioni.»

Apollo sorrise tra sé e spinse la sua erezione contro lo stomaco di Ade. «Fammi tu una magia.» mormorò, infilandogli le dita tra i capelli.

Ade si mordicchiò il labbro. «Uff, d'accordo.»

Apollo scoppiò a ridere. «Da come lo dici, mi sembri contrariato. Ma il tuo corpo non lo è affatto.»

«Non sono contrariato, te l'assicuro.» Ade lo baciò, passandogli la lingua sulle labbra prima di schiuderle e cominciare ad accarezzargli la lingua. Apollo gli infilò le dita i capelli, passandogli le gambe attorno ai fianchi. Ade si sollevò e, continuando a baciarlo, iniziò a penetrarlo.

Apollo gemette, affondando le dita tra i suoi capelli neri, e prese a baciarlo con più foga, muovendo i fianchi al suo ritmo, venendogli incontro nelle spinte. Ade ansimò tra le sue labbra.

«Va bene.» mormorò Ade, mettendosi a baciarlo sul collo.

«Va bene cosa?» mormorò a sua volta Apollo, facendogli risalire il volto e continuando a muoversi.

«Possiamo dirlo a Nico e Will.»

Apollo sorrise vittorioso, e si lasciò scappare un forte gemito.

Ade era piuttosto nervoso quando, due giorni dopo, attendeva l'arrivo di Nico e Will. Aveva scritto loro una lettera, chiedendogli di presentarsi negli Inferi ad una tale ora di un tale giorno. Aveva sperato che quell'ora e quel giorno non arrivassero mai ma, invece, ormai mancava veramente poco.

«Perché mi sono lasciato convincere...» borbottò Ade, passandosi le dita tra i capelli e fissando poi il suo anello.

Si era lasciato convincere per l'amore che provava per il dio biondo. Che, attualmente, da vero uomo, si era ritirato nelle sue stanze dicendo di avere un mal di testa terribile e di non poter incontrare né il figlio né il genero.

«Maledetto stronzo.» disse Ade tra i denti, fissando l'ora. Le tre in punto.

Preciso, Nico di Angelo comparve nel centro della sala del trono con un viaggio ombra. Aveva la barba lunga e l'aspetto di un uomo che ha passato le ultime ore insonni. Al suo fianco, alto e abbronzato, con il volto tirato e le occhiaie, Will Solace.

Ade sussultò un momento per la sorpresa. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che li aveva incontrati?

«Ehi, padre.» lo salutò Nico, mentre Will lasciava la mano del marito sgranchendosi le braccia.

«Nico, Will, grazie per essere venuti.»

«Si figuri, divino Ade.» mormorò Will, lanciandogli una rapida occhiata e arrossendo leggermente.

Ade lo ignorò, chiedendosi cosa gli stesse passando per la testa.

«Padre, i colleghi di Will credono che ci siamo chiusi in bagno per, ehm, amoreggiare.» disse Nico, passandosi le dita sul mento. «Quindi... visto che abbiamo veramente voglia di, ah, amoreggiare, sbrigati a dirci quello che devi.»

Will diede una gomitata a Nico. «Sii un pochino più rispettoso verso tuo Padre!»

Nico alzò un sopracciglio. «Pensavo che anche tu volessi amoreggiare.»

«Certo che voglio amoreggiare, ma avevamo un appuntamento con tuo padre. E possiamo amoreggiare benissimo questa sera.»

«Questa sera devo partire, e torno alle tre di notte! Non possiamo amoreggiare.»

«Ti aspetterò sveglio, allora.»

«Per amoreggiare?»

«Esattamente.»

Ade li guardò scambiarsi un'occhiata così carica di intenzioni sessuali che ebbe paura che i due intendessero amoreggiare proprio lì, nella stanza del trono.

Tossicchiò. «Ragazzi?»

Will sussultò e lo guardò, come se si fosse dimenticato della sua presenza. Nico si voltò a guardarlo, sempre con un sopracciglio inarcato, e Ade si chiese se avesse anche lui quell'espressione.

«Devo parlarvi di una cosa seria, ma visto che avete fretta tralascerò i particolari e arriverò al dunque.» disse.

«No, va be'.» sorrise Nico. «Metti anche i particolari. Will mi aspetta sveglio questa sera.»

Will sorrise tra sé.

«Allora... scenderò più nei particolari.» Ade sospirò. «Vi ricordate la battaglia di Gea?»

I due annuirono. Come potevano dimenticarla? Era grazie a quella battaglia se Will aveva fatto restare in infermeria Nico per qualche giorno. Era da quella battaglia che il loro amore era nato e cresciuto, e che ancora resisteva nel tempo.

«Ecco... Sapete che Apollo è stato costretto a venire qui negli Inferi.»

«Come punizione.» annuì Nico.

«Per cinquant'anni.» gli fece eco Will, spostando lo sguardo in giro per la stanza come se sperasse di vedere suo padre.

«Esatto.»

In silenzio calò sui due semidei in attesa che Ade proseguisse.

Il signore dei morti inspirò più profondamente e parlò, scoccando loro un'occhiataccia per prevenire eventuali interruzioni.

«Due anni dopo che Apollo si trovava negli Inferi, io e lui abbiamo intrapreso una relazione. All'inizio sembrava solo una relazione sessuale, ma con il passare degli anni la cosa si è ingigantita, e ora siamo ufficialmente sposati.» Indicò loro l'anello. «È stata una cerimonia semplice, nulla di che. C'era solamente Zeus, e presto o tardi tutti gli altri dei sapranno di questa nostra unione. Apollo ha pensato che fosse il caso di dirvelo.»

Per i cinque minuti successivi, Ade tenne d'occhio le espressioni dei due uomini di fronte a lui.

Il volto di Nico di Angelo era impassibile, mentre la bocca di Will era spalancata, disegnando un enorme O. Di tanto in tanto chiudeva la bocca, inumidendosi le labbra come se fosse pronto a dire qualcosa. Ma non aveva ancora detto niente. Sembrava che le parole gli morissero in gola ogni volta che apriva bocca.

«COSA?!»

L'urlo di Nico sorprese Ade, che sussultò e fece un passo indietro. Anche Will sembrò sorpreso da quell'urlo, perché inciampò su se stesso e cadde a terra.

«TU E APOLLO?!» urlò ancora Nico, facendo un passo verso il padre. «UNA RELAZIONE? MATRIMONIO?!»

«Sì, esatto!» annuì Ade, inarcando le sopracciglia. Il volto di Nico si era arrossato di colpo, e le narici fremevano di rabbia. «C'è qualche problema?»

«Ma tu...» Nico lanciò un'occhiata a Will e gli porse la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi. «Insomma, lui posso capirlo, ma tu...»

«Stai dando per scontato che solo mio padre può avere relazioni omosessuali?» chiese Will, calmo.

«No! Cioè, sì. Insomma, hai visto mio padre?! Il signore dei morti, e tutto il resto?! Che se la fa con il tuo?!»

«Non mi sembra molto diverso da te e me.» disse Will, con una scrollata di spalle. «Insomma, io e te siamo sposati da tanto tempo, e...»

Will smise di parlare e guardò Ade. Sbatté le palpebre un paio di volte.

«VI SIETE SPOSATI?» urlò Will, e Ade si massaggiò le tempie. «E NON MI AVETE INVITATO?!»

Ade bofonchiò qualcosa e tornò a maledire Apollo tra sé e sé, mentre i due figli urlavano proteste e battibeccavano tra di loro.

Fuori dalla sala del trono, Apollo stava assistendo a tutta la scena, e iniziò a ridere di cuore, amando sempre più quel dio ombroso.

   
 
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