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Autore: Didy31    29/08/2015    0 recensioni
"Haz, chi è?" Chiese con quel tono dolce. Dolce, i miei stivali.
"La sua ex" Risposi prima di girare i tacchi e tornare alla macchina.
"No! A-aspetta Lily" Harry mi prese per le spalle intenzionato a girarmi, ma si ritrovò solo una sensazione fastidiosa alla guancia destra, venuta a contatto con la mia mano. Gli diedi uno schiaffo.
"Come hai potuto?!" Gli urlai con le lacrime che mi solcarono il viso.
"I-io, ero devastato Lily. Le tue parole, mi avevano distrutto. Lily, perdonami, ti prego. I-io ti ho perdonato! M-ma ho sbagliato, ti prego. Io ti amo! Torniamo a casa e dimentichiamo tutto! T-ti prego, piccola" Harry mi implorò e potei vedere i suoi occhi diventare lucidi. Cercò di prendermi la mano.
"L-lasciami, brutto schifoso! Non toccarmi! Ti odio! Ti odio Harry Styles!" Detto questo, salii in macchina. Ignorai le suppliche di Harry, il quale mi guardò con il viso contornato di lacrime e con lo sguardo rivolto verso il basso. Invertii la marcia e mi avviai verso casa.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lilianne's POV


"Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile, lasciate un mess-" e chiusi la chiamata per la decima volta. Questa mattina mi svegliai stanca. Non riuscii a dormire la notte scorsa. Non dopo l'accaduto. Non avrei mai dovuto dirgli quelle cose. Non avrei dovuto urlargli in quel modo.  Troppi pensieri occuparono la mia mente, portandomi ai ricordi dell'ultima sera.

Flashback.

"Ma perché no?! Perché? Dimmi soltanto perché!" Chiesi arrabbiata come non mai. Harry si girò di scatto e mi guardò torvo.

"E lo chiedi pure? Come osi dirmi che vuoi tornare a Doncaster e stare un mese da tua madre? Ed io? Non pensi a me? Come dovrò affrontare la tua assenza?! Non posso stare da Louis, lo sai bene! Sai quanto è complicata la situazione con Eleanor! E alla casa non pensi? Come dovrei pagare le bollette e l'affitto da solo? Non puoi andartene! Chiedi a tua madre di venire qui, non mi interessa! Ma tu a Doncaster, non torni! Rimarrai qui con me a Londra! Fine della discussione!" Sbraitò contro di me. Come poteva dirmi questo? Sono mesi che non vedo mia madre e lui sapeva benissimo che non era in ottima forma!

"Mia madre è malata, Harry! Come devo fartelo capire? A mala pena riesce ad alzarsi dal letto! Come puoi essere così egoista? Sai benissimo che è sola in casa e che Logan sta studiando a Brighton e non ha tempo di farle visita!" Praticamente, gridai.

"Non mettere di mezzo tuo fratello adesso! Lui non c'entra un cazzo! Poteva benissimo farsi una vita a Doncaster stando così vicino a tua madre! Ma no, ha deciso di seguire la fidanzatina e di farsi l'avventura, l'idiota!" Come si permetteva? Marge era la cosa migliore che a Logan fosse mai capitata.

"Come ti permetti di parlare così di lui? Sai benissimo che è fidanzato con Marge e che tra poco si sposeranno! Non è colpa sua! Lui è solo andato avanti, si è rifatto una vita tutta sua! Sarà un fantastico avvocato, si manterrà benissimo e vivrà felicemente con lei!" Gli urlai di rimando. Doveva capire che stava sbagliando.

"Certo, in fondo, è entrato alla facoltà di legge con i soldi di mammina." Sorrise sarcastico, il che non fece che aumentare la rabbia in me. Cercai di trattenere a stento le lacrime che pregavano di scendere lungo il viso ma non gli avrei dato questa soddisfazione. Con tutte le forze che mi rimasero, gli risposi.

"Chiudi la bocca! Tu non sai un bel niente! Non ti permetterò di parlare di lui in questo modo! Logan presto si laureerà e vivrà la sua vita! Tu sai quanto abbiamo sofferto quando i miei divorziarono e quando mio padre ci abbandonò!" Ormai seppi di non potercela più fare. Fui sul punto perdere il controllo delle mie parole. E lui non fece che provocarmi. Amava farlo, lo conoscevo.

"Non penso che a tua madre fosse dispiaciuto così tanto dopo che le sono arrivati gli alimenti su un piatto d'argento." Adesso basta. Aveva raggiunto il limite. Era troppo.

"Sei uno stronzo! Come ti permetti?! Sai una cosa, partirò da mia madre e prenderò il primo treno per Doncaster e non mi interessa niente di quello che mi dirai! Tu sai solo come provocarmi e come farmi arrivare al limite!  Non so neanche perché accettai di mettermi insieme a te quel pomeriggio e me ne pento amaramente!" Urlai con tutte le forze che mi erano rimaste, ma sapevo di aver esagerato. Feci per avvicinarmi per scusarmi ma mi batté su tempo.

"Bene Lily. Se è questo che vuoi. È stato un errore metterti insieme a me, quindi? Perfetto. Rimedio subito." Con questo, salì le scale di fretta e potei sentire la porta della stanza sbattere forte.

Crollai sul tavolo, bagnandolo di lacrime che non cessarono di fermarsi. Non avrei mai dovuto dirgli quelle cose. Ma lui tirava fuori il peggiore di me. Io lo amo. Io voglio stare con lui. Voglio sposarlo, voglio vivere una vita felice insieme a lui.
Rimasi appoggiata per più di venti minuti quando sentii la porta della stanza aprirsi per poi sbattere di nuovo. Scese le scale, con un borsone poggiato sulla spalla, e fece per raggiungere la porta. No. Non poteva farlo. No.

"Harry dove stai andando?! Perché hai quel borsone? Harry, no. Ti prego, no! Non farmi questo, ti prego! No!" Corsi di fretta fino alla porta, appoggiandomici. Cercai di spiegargli che non avrei mai voluto dirgli quelle cose, che avevo sbagliato. Ma non mi ascoltò.

"Spostati, Lily" Fu tutto quello che riuscì a dire. Non accennai a spostarmi nemmeno di un centimetro.

"Lily, non voglio farti male. Se non ti sposti tu, lo faccio io." Ma io rimasi ferma a guardarlo, a pregarlo con gli occhi di restare, di non lasciarmi, di perdonarmi.

"Va bene, Lily." Si avvicinò al mio viso ed io mi sentii inerme. Afferrò il mio braccio con fermezza e mi spostò dalla porta senza alcuno sforzo. Sapevo che iscriverlo a quella palestra fu un grosso errore. Aprì la porta ma cercai di trattenerlo.

"Harry no! Io ti amo! Ti prego, perdonami! Non lasciarmi! Ti prego..."
Lo pregai. Harry si girò, ma solo per rivolgermi un ultimo sguardo, uno sguardo di tristezza, di rancore. Sparì dalla mia vista, sbattendo la porta. Caddi sul pavimento, piangendo e urlando come un'isterica. Ero rotta.


Fine flashback.
 

E come ieri sera, piansi. Piansi, per tutte le volte che avevamo litigato. Piansi, per come lo avevo trattato. Piansi, per come aveva parlato della mia famiglia. Piansi, per tutti i bei momenti passati assieme. Piansi, perché mi aveva lasciata.

Stavamo insieme da quattro anni ma ci conoscevamo da sette. Ci siamo conosciuti a Doncaster e abbiamo frequentato il liceo insieme ma eravamo in classi separate, essendo più piccola di tre anni rispetto a lui. Dopo il diploma, mi trasferii a Londra per iscrivermi alla facoltà di medicina, il mio sogno. Lui decise di seguirmi. Harry si trasferì a Londra insieme a me, perché mi amava, perché non avrebbe sopportato una relazione a distanza. Ed io gli fui grata per questo. Ora abbiamo ventidue e venticinque anni. Volevamo un futuro insieme, una vita felice ma io ho dovuto rovinato tutto. Come sempre.

L'orologio segnò le una e trentaquattro. Non avevo le forze per prepararmi da mangiare. Non avevo nemmeno fatto colazione. Il mio telefono prese a squillare e mi alzai per raggiungere alla svelta quell'oggetto che si trovava in camera. Spero sia lui, pensai. Le mie speranze fallirono quando mi ritrovai il numero di Louis illuminare lo schermo.

"Pronto?" Risposi.

"Ehi, Lily. Come stai?" Oh Louis... Se solo sapessi.

"Sto bene..." La mia voce tremò. E lui lo capì.

"Cosa c'è Lily? E perché Harry non risponde al telefono? È successo qualcosa?" Non risposi. Cominciai a singhiozzare al telefono, troppo debole per parlare. Questo significava....che Harry aveva spento il suo cellulare.

"Lily? Perché stai piangendo? Lily, dov'è Harry? Rispondi!" Alzò la voce, preoccupato.

"L-Louis! Ho sbagliato! Ho sbagliato tutto! S-se ne è andato e m-mi ha lasciato!" Urlai piangendo. Lo sentì sospirare per poi pronunciare qualche un'imprecazione a bassa voce.

"Maledizione a te, Harry! Ha spento pure il cellulare il deficiente! Ma io avvolte mi chiedo che cosa passi su quella testa di cazzo che si ritrova!" Sbottò, arrabbiato. Non lo avevo mai sentito parlare così. Doveva tenere molto ad Harry, in fondo, si conoscevano da quando indossavano il pannolino.

"Scusami. Stai tranquilla. L-lo troveremo. Hai mangiato?" Mi chiese con tono protettivo.

"N-no." Sussurrai.

"Vai a magiare, Lily. Hai bisogno di forze. Non preoccuparti. O-ora ci penso io. Ma tu mangia, ti prego. Ciao." E chiuse la chiamata. Cosa aveva intenzione di fare? Andare dalla polizia per rintracciarlo? Non ci feci troppo caso e posai il telefono sul comodino.

Tornai in cucina e decisi di farmi una pasta veloce, facendo come aveva detto.
Quanto volevo bene a Louis. Telefonava sempre, per sapere come stavamo, per invitarci ad uscire, per divertirci insieme. Mi ha sempre reputata una sorella minore, anche se di sorelle, ne aveva parecchie. Finii di mangiare e mi recai nel salone.

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Due settimane dopo.

E due settimane passarono ed io sentii sempre di più la sua mancanza.
A stento mangiai quei giorni, non dormii neppure. Non ci riuscii. Il dolore fu troppo forte.

Fu una giornata piuttosto ventosa ed erano solo le undici di mattina. Mi recai al salone e mi sdraiai sul divano. Sentii gli occhi appesantirsi e mi addormentai.
Lo squillo del telefono riempì la stanza fin troppo silenziosa, svegliandomi. Era Louis.

"Dimmi, Louis?" Gli domandai con tono assonnato e piuttosto infastidito, ringraziandolo mentalmente per avermi svegliata. Ero troppo stanca per alzarmi.

"Lily, stavi dormendo?" Mi chiese. Capitan Ovvio.

"No, davvero?" Gli chiesi ironicamente. Perché mi aveva chiamato?

"Lily, so dove si trova Harry" E i miei occhi strabuzzarono.

"C-cosa? Come hai fatto a trovarlo?" Cominciai a riempirlo di domande.

"Non importa come ho fatto. Ora prendi carta e penna, ti do l'indirizzo."

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Mi ritrovai di fronte ad un appartamento rosso, accanto ad una gelateria. Rilessi per sicurezza il nome dell'indirizzo e il numero civico. Beh, è questo, pensai. Mi avvicinai alla porta ma per uno strano motivo non riuscii a bussare. Forse ho sbagliato a venire. Forse avrei dovuto dargli più tempo. Scacciai via quei pensieri e mi feci coraggio. Bussai. Nessuna risposta. Bussai un po' più forte, quando sentii dei passi avvicinarsi e il mio cuore palpitare a mille. La porta si aprì, rivelando una figura alta, maschile, con dei ricci che gli coprivano la testa, a torso nudo e con addosso solo dei pantaloncini. Dio, aiutami. Harry mi guardò con aria confusa.

"Lily? Cosa ci fai qui?" Mi chiese con fare ovvio.

"C-ciao Harry." Lo salutai.

"Cosa vuoi?" Perché non poteva semplicemente salutarmi?

"Harry, ti prego. Torna, ti prego. M-mi dispiace per come ti ho trattato. Non immagini quanto sono stata male per quello che ho fatto. Mettermi insieme a te è stata la cosa più bella che potesse capitarmi. Incontrarti lo è stato ancora di più. Ti ricordi del nostro primo incontro? Ricordi di quando ti offristi di aiutarmi a raccogliere i libri che Lauren Stone me fece cadere? Incontrai il tuo sguardo e me ne innamorai all'istante.
Perdonami, perdonami per quello che ho detto. Torna a casa. Non ce l-" Ma una voce mi interruppe.

"Haz, chi è alla porta?" Una figura femminile si avvicinò e si piazzò accanto ad Harry, squadrandomi. Era alta, magra. Aveva degli occhi ambrati e i capelli color miele. Era bellissima. Ma i miei occhi si spalancarono non appena videro solo una camicia a quadri rossa coprire la sua figura minuta. Era di Harry. E quella camicia, gliel'avevo regalata io. Harry mi aveva tradito.

"Haz, chi è?" Chiese con quel tono dolce. Dolce, i miei stivali.

"La sua ex." Risposi prima di girare i tacchi e tornare alla macchina.

"No! A-aspetta Lily." Harry mi prese per le spalle intenzionato a girarmi, ma si ritrovò solo una sensazione fastidiosa alla guancia destra, venuta a contatto con la mia mano. Gli diedi uno schiaffo.

"Come hai potuto?!" Gli urlai con le lacrime che mi solcarono il viso.

"I-io, ero devastato Lily. Le tue parole, mi avevano distrutto. Lily, perdonami, ti prego. I-io ti ho perdonato! M-ma ho sbagliato, ti prego. Io ti amo! Torniamo a casa e dimentichiamo tutto! T-ti prego, piccola." Harry mi implorò e potei vedere i suoi occhi diventare lucidi. Cercò di prendermi la mano.

"L-lasciami, brutto schifoso! Non toccarmi! Ti odio! Ti odio Harry Styles!" Detto questo, salii in macchina. Ignorai le suppliche di Harry, il quale mi guardò con il viso contornato di lacrime e con lo sguardo rivolto verso il basso. Invertii la marcia e mi avviai verso casa.

Una volta tornata, tolsi la giacca e corsi in camera. Mi buttai sul letto e mi sfogai su di esso. Urlai, piansi, gridai, con la speranza che il dolore cessasse, ma si intensificò.
Non me lo meritai. Questa volta, non fu mia la colpa. Non fui io quella destinata a soffrire. Così, presi il telefono e cominciai comporre il numero con una sveltezza che mi portò a digitare sbagliato.

"Pronto?" Rispose il soggetto dall'altra parte del telefono.

"Mamma, torno a Doncaster."

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Cinque mesi dopo.

"Mamma, dove lo metto questo?" Le chiesi. Mia mamma rivolse lo sguardo al detersivo che tenevo in mano.

"Mettilo in bagno, sotto al lavandino c'è un piccolo armadietto dove tengo detersivi e ammorbidenti, tesoro."

Feci come mi disse e mi recai in bagno, posando quel grosso flacone nell'armadio. Mi sentii leggermente stanca, così tornai in camera.

"Mamma, io vado a dormire. Ho un po' di sonno. Se ti serve qualcosa, svegliami." Le dissi, senza problemi.

"Certo, tesoro. Vai pure, io me ne starò seduta a guardarmi "Dallas." Ammiccò e io alzai gli occhi al cielo. Tornai in stanza e mi infilai tra le coperte, cercando di prendere sonno.

"Tesoro? Svegliati, Lily." Mia madre mi scosse la spalla dolcemente, svegliandomi.

"Mamma? Che c'è? Cosa vuoi?" Le chiesi confusa.

"C'è qualcuno alla porta per te." Rispose per poi uscire dalla stanza.

Scesi al piano di sotto e mi recai all'entrata. Mi fermai, non appena vidi una figura familiare appoggiata allo stipite della porta, girata di spalle. Non può essere. Ma cosa ci faceva qui?

"H-Harry?" Harry si girò di scatto e mi guardò.

"C-ciao, Lily. " Mi salutò, bene.

"Cosa ci fai qui?" Gli chiesi piuttosto sorpresa. Mi sembrava di vivere un déjà vu.

"I-io, ho saputo che sei tornata da tua madre e che hai lasciato l'Università. Sono tornato, per vederti. Per chiederti scusa. Per come ti ho trattata quella sera. Per come ho parlato male della tua famiglia. Per averti abbandonata. Per averti tradita. Lily, non sai quanto mi dispiace. Non sai cosa ho dovuto passare questi cinque mesi. Non sai quando ho sofferto, quanto ho pianto. Ho passato l'inferno, Lily." Siamo pari.

"Torna da me. Ti prego. Io ti amo, Lily. Non ho mai smesso. Ti prego, Lily. Torna a Londra con me. Perdonami, ti prego." Harry spiegò tutto d'un fiato, senza smettere di guardarmi. Era pentito e si vedeva. Gli sono grata per essere venuto.

"Anche io ti amo, Harry. E ti perdono." Harry spalancò gli occhi alla mia risposta e mi guardò con il sorriso sulle labbra.

"Ma non tornerò a Londra con te." Fece male dirlo. Molto. Ma non sarei mai tornare insieme a lui. L'ho perdonato, sì, ma non avrei mai dimenticato. Vidi il suo sorriso svanire e sul suo viso farsi spazio un'espressione triste. Continuai a parlare.

"Non posso dimenticare quello che hai fatto. Non ci riesco. Sono stata così male per te. Anche io ho passato l'inferno, anche io ho sofferto. Non posso permettere che succeda un'altra volta. Io ti perdono. Ma non posso tornare insieme a te, mi dispiace." Gli spiegai con la voce rotta dal pianto. Lo vidi abbassare lo sguardo, mettersi le mani sulla faccia e singhiozzare.
Tornò a guardarmi e con voce debole, parlò.

"P-possiamo...possiamo almeno...r-rimanere amici? T-ti prego, non voglio perderti." Mi chiese con tono supplichevole, ed io mi sciolsi.

"Sì, Harry." Vidi un debole sorriso formarsi sulla sua bocca.

"G-grazie. Sai, a-anche io mi sono trasferito qui. S-sto da un amico. Mi sono iscritto a ingegneria informatica. Mi pago l'Università con i soldi della nostra casa a Londra." Balbettò ed io gli sorrisi.

"Sono felice per te." E lo ero davvero.

"Grazie, Lily. I-io, devo andare a lezione adesso. C-ci vediamo." Mi guardò e si girò per andarsene.

"Harry." Lo richiamai. Si girò subito, e io lo abbracciai. Ricambiò, avvolgendo le sue braccia attorno al mio bacino. Lo baciai sulla guancia. Fece lo stesso.

"Mi dispiace, tantissimo. " Sussurrò tra i miei capelli.

"A-anche a me." Sussurrai a mia volta. Mi staccai e lo salutai.

"Ciao, Harry." Sorrisi.

"Ciao, piccola." E se ne andò. Quel nomignolo non fece che arrossire le mie guance.

Un giorno, saremmo tornati insieme, forse.

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Ciao!!! Ed eccomi con la mia seconda OS sempre su Harry! Questa era un po' diversa, diciamo che non ha avuto proprio un lieto fine ma spero vi sia piaciuta lo stesso! Votate e recensite per darmi il vostro parere. Grazie in anticipo! Un bacione.

  
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