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Autore: Kaguya    29/08/2015    1 recensioni
“Edward Elric...Fullmetal, l'Alchimista d'Acciaio...”
Conferma, restituendomi il foglio. E' un sorriso quello che le compare sulle labbra?
“E' arrivato stamattina, appena in tempo per la prova...”

Edward ritorna dopo un anno al quartier generale, riaccendendo inconsapevolmente un fuoco che covava sotto la cenere.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Casa è dove ci sei tu


Stop making the eyes at me,
I'll stop making my eyes at you.
What it is that surprises me is that I don't really want you to
And your shoulders are frozen (as cold as the night)
Oh, but you're an explosion (you're dynamite)

(I Bet You Look Good On The Dancefloor – Arctic Monkeys)



“Non capisco davvero perchè Ed sia dovuto partire...”

Sorrido, scuotendo piano la testa, mentre continuo a tagliare le verdure. Winry è seduta al tavolo alle mie spalle. E' da stamattina che si lamenta per la partenza di Ed. Potrei persino ingelosirmi se non fosse che so bene che il motivo del suo fastidio non ha nulla di romantico.

“Te l'ho detto Win, avrebbe perso il titolo di Alchimista di Stato se non si fosse presentato per la valutazione annuale...”

Le spiego per la decima volta, ben sapendo che questo non servirà a nulla. Non è una risposta soddisfacente per lei.

“Appunto! Perchè continuare a servire l'esercito??? Ormai avete di nuovo i vostri corpi...Potete stare qui a casa e vivere una vita normale...”

Come volevasi dimostrare.
Le lancio un'occhiata da sopra la spalla. Ha l'aria imbronciata di una bambina.

“Win...”

Accenno, ma lei mi interrompe, picchiettando le unghie sul tavolo spazientita.

“Insomma...volete davvero farmi morire di crepacuore...Non sono bastate le preoccupazioni di questi anni...”

“Win...”

“Quando siete tornati pensavo che avremmo potuto finalmente rilassarci e andare avanti...Invece quel testardo era quasi depresso! Ci mancava poco che si staccasse un braccio a morsi e si facesse rimettere l'automail per poter continuare a trasmutarlo...”

“WIN!”

Stavolta la mia voce esce dura, mentre lascio cadere il coltello sul tagliere con un tonfo, voltandomi verso di lei. Devo avere un'espressione piuttosto scossa, perchè la vedo spalancare gli occhi e portarsi le mani alla bocca, improvvisamente consapevole di cosa ha detto.

“Al...”

Bisbiglia, alzandosi e avvicinandosi veloce. Continuo a fissarla. Non riesco a togliermi quest'aria di rimprovero dal viso. E lei tentenna per poi poggiarmi una mano sull'avanbraccio.

“Scusa...io....ho esagerato...è solo che...”

Prova a spiegarsi, ma le lacrime la interrompono. Appoggia il viso contro il mio petto per nascondere i singhiozzi. Sospiro, abbracciandola forte. La sua voce mi arriva come un suono soffice e ovattato e riesco a cogliere solo poche parole: orribile, insensibile, perdonami.
Le poso un bacio sulla testa per cercare di rassicurarla.

“Win...Noi non abbiamo più una casa...e vivere una vita normale è qualcosa....beh è impossibile ormai...Alcune cose non possono essere dimenticate...”

La sento irrigidirsi fra le mie braccia. Le accarezzo la schiena.

“Io ho trovato il mio posto con te...ma Ed...Lui lo sta ancora cercando Win...”

E stavolta lei risponde e le parole mi arrivano, scatenandomi una risata.

“Ha una fissazione con i fiammiferi quello lì...”

----------

Havoc e Breda si sono quasi superati...Mi chiedo come abbiano fatto ad addobbare tutto il cortile del quartier generale da soli e con gusto per di più. E soprattutto chi li ha autorizzati? Dovrei sentirmi piuttosto offeso, ma essendo la festa di bentornato di un certo fagiolo chiuderò un'occhio.
Mi guardo attorno, ma del festeggiato non si vede ancora l'ombra. Gli altri invitati sono tutti qui. E sono tutti piuttosto eleganti...bisogna capire solo quanto durerà considerando la quantità di alcolici disponibile accanto al tavolo del buffet.
Anche Riza non è ancora arrivata, il che mi turba abbastanza. Di solito mi viene a prendere a casa in queste occasioni, ma stavolta in macchina ad aspettarmi c'era Jean. Che quasi indovinando i miei pensieri mi si avvicina.

“Non si preoccupi...Hawkeye sta arriva....ndo...”

Inarco un sopracciglio, mentre lo vedo bloccarsi a metà frase e poi continuare, lasciando cadere la sigaretta dalle labbra. Mi volto per capire cosa l'abbia sconvolto tanto e li vedo. Le due teste bionde più importanti per me. Per poco non resto poco decorosamente a bocca spalancata come Havoc.
Riza ha i capelli sciolti e un aderente tubino nero. E i tacchi. Cerco di ricordare se si sia mai vestita cosi prima. Ma nada. E' la prima volta che la vedo cosi...femminile. Sono sicuro che avrà trovato il modo di nascondersi una pistola addosso comunque. Ma è davvero splendida, mentre avanza appoggiata al braccio di Edward. Deve averlo convinto lei. Non c'è altra spiegazione. Con quelle guance rosse è evidente quanto sia a disagio ad andare in giro con i capelli sciolti. E quel completo rosso fuoco.
Registro distrattamente altre occhiate stupite oltre quella di Havoc. C'è uno dei ragazzi dell'accademia che fissa in particolare Acciaio o è una mia impressione? Non posso evitare di accigliarmi all'idea che qualcun altro possa provare interesse per lui e il desiderio di legargli i capelli e coprirlo con una tovaglia si fa stranamente intenso. Cosi avanzo verso di loro, seguito a ruota da Havoc che pare essersi ripreso dallo shock.
Faccio per tendere una mano a Riza, ma Jean si intromette, passandomi bellamente davanti. Cosa diamine sta succedendo?

“Havoc....mi stai rubando la dama...?”

Domando fra l'ironico e lo scocciato, mentre Riza lascia il braccio di Fullmetal, stranamente silenzioso, per prendere quello di Jean.

“Mi scusi Comandante...potrebbe prendere a braccetto Acciaio...”

Suggerisce, anche troppo allegro. Ed diventa istantaneamente dello stesso colore della giacca. E' normale che lo fasci in quel modo?

“Jean credo sia meglio che tu vada ad aiutare Breda...”

Suggerisco sfilando la mano dalla tasca del completo blu notte, mostrando casualmente il guanto che indosso. Non riesco però a sentire la risposta perchè proprio Breda prende in mano la situazione e con un fischio richiama la nostra attenzione su un grosso cartello che non avevo notato prima. La scritta “Bentornato Fullmetal” fa bella mostra di sé mentre tutti iniziano ad applaudire. Non mi hanno fatto il saluto militare quando sono arrivato e guarda cosa scatenano per il fagiolino...
Mi volto ad osservarlo e finalmente lo vedo sorridere felice. Sempre rosso in volto, ma felice.
C'è una sottile ironia nel fatto che un anno fa una ragazzina vestita di rosso me l'ha portato via e che ora lui sia tornato, con una festa e un abito rosso. Lo vedo scambiare qualche battuta con gli altri, mentre anche Riza e Jean si avviano verso il buffet. Sembrano tutti cosi contenti.
Abbiamo combattuto per questo momento. E mi viene da sorridere. Sono ancora tormentato da questi sentimenti impossibili, ma almeno ho realizzato una parte del mio sogno.

“Taisa...non faccia il vecchietto, venga a brindare...”

Mi provoca il mio piccolo demone. Di nuovo con la storia dell'età. Ma ormai è deciso. In un modo o nell'altro, andrà come deve andare. Dovrò dirglielo. Nel frattempo però...

“Arrivo, signorina...quanta impazienza...”

Ribatto, prendendolo in giro e avvicinandomi. Oso anche offrirgli il braccio lanciandogli un'occhiata ammiccante e languida. E lui arrossisce di nuovo in quel modo adorabile.

“Glielo stacco quel braccio, stupido Taisa...”

Lo sento borbottare fra i denti, mentre si scava furiosamente nelle tasche. Alla fine ne estrae un codino nero con cui raccoglie i capelli in una coda bassa. Mi scappa una risata. E come prevedibile lui mi fulmina con lo sguardo.

“L'avevo detto al tenente che non era una buona idea...”

Borbotta nuovamente, stavolta incuriosendomi. E cosi è stata Riza a suggerirgli di lasciare i capelli sciolti? Sospetto l'abbia fatto per me...e l'idea mi fa sorridere. Pare davvero che ci creda più di me in questa possibilità...

“La vuole smettere di prendermi in giro?”

Sbotta Edward, interpretando male il mio sorriso evidentemente. Con la coda dell'occhio analizzo la situazione. Sono tutti distratti dal buffet e dalla musica. Sarebbe davvero un peccato gettare al vento gli sforzi di Riza...senza contare che potrebbe uccidermi nel sonno se dovesse pensare che il suo lavoro non è stato apprezzato. E poi forza Mustang, hai avuto tante di quelle donne...Non può essere cosi complicato con questo ragazzino.
Cosi mi avvicino. Lui ha ancora quell'espressione stizzita, ma non indietreggia anche quando arrivo a un palmo da lui. Non alza lo sguardo però, puntandolo praticamente sul mio petto. Lo vedo irrigidirsi, ma a questo punto non avrebbe senso fermarsi. Cosi sposto un braccio accanto al suo viso andando a cercare la sua nuca con la mano.

“Che fa...?”

Mi chiede lui, la voce un po' acuta e allarmata, alzando il viso verso di me. E' paonazzo ora. Sogghigno, fissandolo negli occhi, senza fermarmi. Infilo le dita nei suoi capelli, tirando delicatamente il codino fino a sciogliere la coda che aveva appena fatto. Seta. Ecco cosa sembrano quei fili dorati.

“Non vorrai far indispettire Hawkeye...”

Bisbiglio, suggerendo che Riza potrebbe prendersela se lui decidesse di legare i capelli contrariamente ai suoi consigli, motivando cosi il mio gesto. Lo vedo sgranare leggermente gli occhi, mentre quella cascata d'oro torna a scivolargli sulla schiena. Per un attimo mi pare trattenga il fiato. Boccheggia come se non sapesse come rispondere e io sento di essere sul punto di fare una follia. Lì. Nel cortile del quartier generale. Davanti a tutti. Che importa?
Ma lui infine si sblocca e ti tira un pugno sulla spalla. Forte. Fa comunque meno male di quando aveva l'automail.

“Stupido Taisa!!”

Urla, dandomi le spalle e dirigendosi verso gli altri.
A metà strada però si volta per un attimo. E, occhi negli occhi, lo vedo: un mare d'ambra in tempesta. Mi si accende una speranza dentro. Stringo il codino nella mano e lo infilo nel taschino interno della giacca, contro il cuore. Servirà a ricordarmi qual'è la mia missione stasera.

----------

Jean mi accompagna al tavolo allestito con il buffet. Credo l'abbia fatto apposta per lasciare qualche minuto a quei due. Mi offre un calice di champagne e stavolta accetto. Non siamo in servizio ora.

“E' splendida stasera...”

Mi dice, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Sento un lieve tepore alle guance. Forse dovrei preoccuparmene. Ma non riesco a non pensare che anche questo è naturale e che le cose naturali sono semplici. Siamo noi a renderle complicate. Come sta facendo Roy.
Faccio un piccolo sforzo per lasciare fuori la mia parte più “militare” stasera e sorrido.

“Grazie, Jean...Non siamo in servizio...chiamami pure Riza...”

Lo vedo inarcare un sopracciglio stupito, ma fa subito un sorriso molto spontaneo. Havoc è cosi. Diretto. Uno che non pensa molto alle cose. L'ho criticato più di una volta per questo. Però gli invidio questa leggerezza.

“Riza...”

Ripete lui, quasi sovrappensiero. Come se stesse provando come suona il mio nome con la sua voce. Suona bene. Mando giù lo champagne. Poi prendo una tartina dal vassoio li accanto e mentre la assaggio decido.

“Sei fidanzato, Jean...?”

Chiedo, fissandolo di nuovo in viso. Gli cade la sigaretta di bocca per la seconda volta stasera e non posso fare altro che scoppiare a ridere. E' una risata liberatoria. Sto buttando via tutte le paure e le restrizioni, le idee di dovere e responsabilità. Posso riprendermi un po' della mia vita vero? Sono stata brava fin'ora...
Edward ci raggiunge proprio mentre la mia risata sta scemando.

“Sono felice di vedere che si diverte tenente...però non seguirò più i suoi consigli!!”

Sbotta, per poi superarci e andare a procurarsi un piatto. Inarco un sopracciglio, seguita a ruota da Havoc.

“Che gli è preso...?”

Chiede lui, ma io ho già trovato la causa. Roy sta arrivando con molta calma e un sorriso sornione sul viso.

----------

La serata sta andando magnificamente. I tre quarti dei presenti sono ubriachi. A Breda è saltato un bottone della camicia dal troppo mangiare. Havoc e Riza hanno aperto le danze, seguiti un po' timidamente da alcuni dei ragazzi e delle ragazze dell'accademia che però ora si stanno scatenando. C'è un gruppetto che canta. E poi c'è lui...Il festeggiato che guarda tutti con aria estasiata.
Si vede chiaramente che è felice della felicità altrui. Ne voglio un po' anche io. Cosi provo ad avvicinarmi di nuovo.

“Non balli Fullmetal?”

Chiedo ironico. “Non vuole un altro pugno?”

Ribatte subito lui, accigliandosi.
Possibile che solo per me non abbia sorrisi? Cosi faccio l'unica cosa che mi sembra possibile ora. Baro.

“Mi spiace rovinarti la festa, ma vorrei un attimo parlarti della valutazione annuale...Potresti seguirmi nel mio ufficio?”

Stavolta lo vedo perdere colore. Ma annuisce e mi segue senza fiatare.
Una volta giunti nel mio ufficio gli faccio cenno di accomodarsi su una delle poltrone. Sfilo la giacca e la abbandono su un'altra poltrona. Slaccio i bottoni ai polsi della camicia e la risvolto, lasciando gli avambracci scoperti.
Edward resta teso e silenzioso sulla poltrona, seguendo i miei movimenti. Mi sento i suoi occhi insistenti addosso. Devo averlo davvero messo in allarme con la storia della valutazione.
Verso un bicchiere di whisky per me.

“Ne vuoi...?”

Offro, ma lui declina, scuotendo la testa.
Prendo posto di fronte a lui e dopo il primo sorso mi decido ad avviare il discorso.

“Perchè sei tornato, Acciaio...?”

Chiedo. La linea della sua mascella si indurisce un istante.

“Che vuol dire....? Sono un Alchimista di Stato, non potevo saltare la valutazione...”

Sorrido, scuotendo la testa.

“Sai bene qual'era la domanda....avresti potuto smettere di essere un cane dell'esercito...le nostre risorse non ti servono più per la tua ricerca...hai riavuto i vostri corpi...”

Lui annuisce, ma non parla. Cosi continuo.

“Quindi perchè...? Perchè lasciare la tua casa, tuo fratello, la signorina Rockbell, per tornare qui...?”

Chiedo, stavolta esplicitamente.
Edward tentenna. Si fissa per un attimo le mani. Poi le stringe a pugno e arrossendo violentemente punta gli occhi nei miei.

“...per lei...”

E' solo un bisbiglio. Ma nel silenzio della stanza è come una bomba che deflagra. Ma forse non ho capito bene. Mi acciglio all'idea e lui pare capire.

“Sono tornato perchè qui c'è lei.”

Dice, imbronciato e imbarazzato, ma con tono deciso stavolta.
Sono quasi sicuro di non avvertire più il mio battito. Prima ancora di potermene rendere conto sbatto il bicchiere sul tavolo e mi alzo. Supero la scrivania e arrivo alla poltrona. Ed non si muove, ma è teso come una corda di violino, mentre poggio le mani sui braccioli, intrappolandolo.
Mi chino verso di lui, fino ad arrivare col viso a pochi centimetri dal suo.

“Che significa, Elric? Non osare prendermi in giro...”

Sibilo. Mentre l'espressione sul viso di lui si fa ancora più contrita.

“Quello che ha sentito, stupido Taisa...”

Borbotta.
Forse ho bevuto troppo e in realtà sono svenuto sul prato in cortile e questo è tutto frutto dell'immaginazione. Lo fisso ancora, cercando di sondare nei suoi occhi una traccia di....cosa? Non so se sto cercando conferme o smentite.

“Dannazione...le serve un disegno???”

Sbraita stavolta il fagiolino, afferrandomi la cravatta con una mano per tirarmi più vicino. Ed è solo un istante, ma lui solleva il viso e mi sfiora le labbra con le sue. E quando lascia andare la cravatta, con la faccia viola per l'imbarazzo, mi rendo conto davvero di cosa significhi quel gesto. Per uno come lui deve essere stato uno sforzo sovraumano.
Mi scappa una risatina al pensare a tutti i problemi che mi stavo facendo io. Inutili a quanto pare. Ed però fraintende e mi spinge per alzarsi di scatto.

“Potrebbe almeno avere la grazia di non ridere...”

Protesta, facendo per voltarsi, pronto ad andarsene. Non stavolta. Lo afferro per un polso e lo tiro di nuovo verso di me.

“Piano Fullmetal...”

Gli dico. E finalmente affondo la mano nei suoi capelli, raggiungendo di nuovo la nuca. Ha uno sguardo cosi...sperso. Come se temesse quello che sta per succedere. So di avere la stessa identica espressione. Ma non mi fermo.
Mi chino e gli rubo un secondo bacio.
E un terzo, mentre lui mi poggia le mani sui fianchi timidamente.
E un quarto quando sospira non appena termina il terzo.
E un quinto.
E altri cento.

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Riza richiude pianissimo la porta dell'ufficio del Comandante. L'aveva aperta solo di qualche millimetro...magari ha cambiato idea. Ma quando si volta a guardarmi ha un sorriso cosi dolce sulle labbra. E un'aria furbetta negli occhi.

“Rettifico...qui non si può...”

Sussurra, avvicinandosi e infilando di nuovo una mano nella mia per poi alzarsi sulle punte e posarmi un bacio sulla bocca. Sogghigno. Chi l'avrebbe mai detto...Sotto quella divisa c'era nascosta questa donna adorabile.
A me piaceva anche quell'altra. Quella un po' bacchettona e sempre seria. Ma questa qui...con questo sorriso mozzafiato è ancora meglio.

“Posso sapere perchè non si può?”

Chiedo curioso. E lei ride, incamminandosi e trascinandomi via.

“Diciamo che non sono stata l'unica ad avere questa idea...”


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Finito anche il terzo capitolo! Dunque intanto se vi va potete cliccare qui per vedere come immaginavo io il vestito di Edo e qui per quello di Roy (magari con una lunghezza giusta e una scarpa decente eh)

Come al solito, grazie per aver letto questa storia fino a qui!! Siamo già quasi al finale...il prossimo (almeno nei piani) sarà l'ultimo capitolo. Seguiranno alcuni omake perchè avevo un paio di cose in mente che non sapevo come inserire nella storia...
Non so se la Riza di questo capitolo vi sembrerà OOC ma io ho voluto immaginarla finalmente libera...insomma non ha avuto un'adolescenza normale, e una volta entrata nell'esercito non si è mai lasciata andare...Almeno ora che tutto va per il meglio volevo che si divertisse e facesse qualche follia anche lei...In più ha l'esempio di Roy come deterrente per cui si fa pochi scrupoli a lanciarsi ora che ha un interesse :)
Altra cosa che non so se è stata notata...il pov di Edward non c'è. E non ci sarà nemmeno nel prossimo capitolo. Lo conserviamo per gli omake e vedrete!
Quindi stay tuned e commentate...per chi scrive le recensioni sono una ricarica...Perciò grazie ancora a LuckyEd <3 Sto scrivendo col turbo anche grazie a te!

Come al solito se vi interessa ecco la traduzione della citazione iniziale
Smettila di farmi quello sguardo
Io smetterò di farlo a te
Quello che mi sorprende è che in realtà non voglio assolutamente che tu smetta
E le tue spalle sono ghiacciate (fredde quanto la notte)
Oh, ma tu sei un'esplosione (sei dinamite)

NB: la traduzione è stata fatta molto liberamente...l'espressione “making eyes at” implica il guardare qualcuno con evidente interesse anche fisico...non avrei davvero saputo come tradurla per cui mi sono arrangiata, ma davvero cosi non significa granchè, abbiate pazienza...
  
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