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Autore: Kaguya    27/08/2015    1 recensioni
“Edward Elric...Fullmetal, l'Alchimista d'Acciaio...”
Conferma, restituendomi il foglio. E' un sorriso quello che le compare sulle labbra?
“E' arrivato stamattina, appena in tempo per la prova...”

Edward ritorna dopo un anno al quartier generale, riaccendendo inconsapevolmente un fuoco che covava sotto la cenere.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Casa è dove ci sei tu


If you could only see the beast you've made of me
I held it in but now it seems you've set it running free
Screaming in the dark, I howl when we're apart
drag my teeth across your chest to taste your beating heart
[…] The saints can't help me now, the ropes have been unbound

(Howl – Florence and the Machine)



Percorro il lungo corridoio degli alloggi a grandi falcate. Come se avessi le ali. Il pensiero di poterlo rivedere mi fa questo effetto. Se non fosse un colpo davvero troppo grande per il mio orgoglio avrei potuto persino correre. Ma mi trattengo. Sento i passi di Riza dietro di me e riesco cosi a mantenere il controllo. Almeno esternamente.
Quando arriviamo davanti la stanza di Acciaio non ho nemmeno un attimo di esitazione. Il mio stomaco si. Ma la mia mano corre veloce alla maniglia. Spalanco la porta e sguscio dentro chiudendola alle mie spalle. Sul bel viso di Riza. Dopo potrò fingere di non essermene reso conto. E lei potrà fingere di credermi. Non importa in questo momento. Apro la bocca per fare una bella ramanzina a quell'ingrato fagiolo, ma resto per un istante senza fiato mentre lui si volta di scatto, sorpreso. E'...cresciuto.
Lascio scorrere gli occhi sulla sua schiena, diventata un po' più larga, seminascosta da una cascata d'oro. Non avevo mai visto Ed con i capelli sciolti. Gli danno un'aria cosi innocente e sensuale allo stesso tempo. Mi ritrovo a fantasticare per un attimo a come sarebbe affondarci dentro le mani e di riflesso le infilo nelle tasche per nasconderne il fremito.

“Quando pensavi di venire a fare rapporto, Fullmetal? Ti ci vuole l'invito scritto...?”

Sbotto allora, buttandola sul burocratico tanto per uscire da quel tunnel di pensieri pericolosi. E lui sogghigna, piantando le mani nei fianchi con aria spavalda. I primi tre bottoni della camicia bianca sono slacciati e lasciano intravedere il petto ancora liscio. E' leggermente abbronzato, riesco a notare di sfuggita.

“Pensavo odiasse le scartoffie, Taisa...”

Ribatte, usando il mio vecchio grado. Irrispettoso come sempre. Irrispettoso e splendido, mentre si volta, dandomi nuovamente le spalle, iniziando a intrecciare i capelli. Provo quasi sollievo a vederlo imbrigliare quella chioma bionda. La treccia è familiare e non mi lascia senza fiato almeno.

“Sono arrivato appena in tempo per la prova, sarei passato a salutare tutti più tardi...”

Spiega, quasi come a volersi giustificare. Ma parla di “tutti” senza permettermi di sperare poi troppo. E dopotutto perchè dovrei sperare e nutrire questi sentimenti? Quattordici anni. Quattordici anni di differenza. Senza contare che siamo due uomini e non posso sapere che tendenze abbia Edward visto che per 18 anni si è comportato da asessuato. Che poi non sono più nemmeno sicuro di che tendenze abbia io! Non è che mi piacciano tutti gli uomini. Solo lui. Perchè ovviamente le cose facili non sono nel mio stile.

“Beh stavo appunto analizzando i tuoi scarabocchi...”

Gli spiego, con ostentata indifferenza, provocandogli una smorfia di insoddisfazione, probabilmente per il modo in cui ho definito la sua ricerca.

“Non si sarà mica affaticato troppo? Alla sua età, Taisa, non dovrebbe strapazzarsi...”

Se l'è decisamente presa. E ha colpito basso. Mi lascio sfuggire un mugolio di dolore. Tutto. Ma non l'età. Soprattutto non tu, testardo, insopportabile demone biondo. Non puoi farmi notare i miei anni. Ma devo ammettere che mi erano mancati anche i nostri battibecchi. Cosi faccio spallucce.

“E' che hai la calligrafia di un bambino, Fullmetal, interpretarla è stato impegnativo...”

Insinuo, consapevole dell'effetto che otterrò. E infatti Acciaio scatta verso di me agitando un pugno con aria minacciosa, almeno nelle sue intenzioni, iniziando a strepitare isterico qualcosa circa mocciosi piccoli come plancton. Ma più lui si infervora e meno riesco a seguire quel che dice. Quegli occhi di ambra in fiamme...ecco cosa volevo vedere. Ho desiderato per un lungo anno di potermi specchiare di nuovo in quelle pozze d'oro e di sentire scorrere nell'aria quell'energia dirompente che solo quel fagiolino sa sprigionare. Cosi mi lascio andare e sogghigno.

“Bentornato, Edward...”

Gli dico, interrompendo i suoi vaneggiamenti, prima di voltarmi e uscire dalla stanza. Non voglio chiedermi perchè lui sia arrossito alle mie parole, né perchè abbia strabuzzato gli occhi, sorpreso. Sono state domande del genere a trascinarmi a fondo in questa storia, in passato. In più, appena metto piede fuori dalla stanza, mi tocca sostenere l'occhiata a metà fra l'indispettito e l'indagatorio di Hawkeye. Sfodero il migliore dei sorrisi ammiccanti alla Mustang, consapevole che non funzionerà nemmeno stavolta.

“Ci sono ancora molti documenti da firmare nel suo ufficio.”

Come volevasi dimostrare. Almeno potrò lavorare con l'immagine di quel maledetto ragazzo ben stampata nella mente.

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Resto impalata davanti alla porta della stanza di Fullmetal come se avessi appena visto un cane a tre teste. E' la prima volta che Roy mi lascia fuori. Sospiro rendendomi conto di provare un pizzico di fastidio. Non è gelosia, quanto più l'idea di essermi troppo abituata a seguirlo ovunque. Mi appoggio con la schiena al muro di fronte la porta e incrocio le braccia al petto. Tocca aspettare.
Dopotutto avrei dovuto prevederlo. Nell'ultimo anno Roy è stato bravo. Ha resistito alla tentazione di chiamarlo, di cercarlo...E so quanto sia stato difficile per lui. I primi mesi sembrava essere diventato l'ombra di se stesso. Arrivava puntuale in ufficio, compiva diligentemente il proprio lavoro, non si dilettava più in cene galanti, per la mestizia della popolazione femminile di Amestris. Ma oggi gli sono brillati gli occhi quando ha letto il suo nome.
Come sia stato possibile non lo ha capito nemmeno lui, figurarsi io. Probabilmente sono solo più simili di quanto pensano. Certo è che deve essere difficile rendersi conto di provare dei sentimenti cosi intensi per qualcuno e avvertire con la stessa intensità il senso di colpa.
In fondo è stato Roy stesso a reclutare Ed, quando aveva solo undici anni. Mi sfugge un altro sospiro. Quell'uomo si sente un mostro, mentre i suoi sentimenti sono i più nobili...
Vago ancora un po' in questi pensieri quando un fruscio quasi impercettibile mi richiama all'attenzione. Insieme a un odore familiare.

“Havoc, esci fuori...”

Intimo, una mano già pronta sulla fondina. Non si sa mai.
Però non avevo torto. Jean esce da dietro l'angolo del corridoio e sorride noncurante della sigaretta spenta che gli pende fra le labbra.

“Quindi è vero, è tornato...”

Commenta, indicando con un cenno del capo la porta della stanza di Acciaio. Annuisco, abbandonando la fondina e appoggiandomi nuovamente al muro. Havoc si affianca a me e l'odore che avevo percepito prima mi investe: tabacco e dopobarba. Forte, ma non spiacevole.

“Il Comandante è dentro...?”

Chiede sornione, con una nota ironica nel riferirsi a Roy con il suo nuovo titolo. Aggrotto le sopracciglia automaticamente e lui si lascia sfuggire una risata.

“Non mi guardi cosi tenente...Eravamo tutti ansiosi che tornasse Fullmetal...Eravamo stanchi di vedere l'Alchimista di Fuoco sui carboni ardenti...”

Confessa, stupendomi non poco. Cosi se ne sono accorti anche gli altri. Scuoto la testa con un sorriso e Havoc strabuzza gli occhi.

“Tenente! Lei sorride...”

Dice, quasi come se mi fosse appena cresciuto un terzo occhio al centro della fronte. Cosa si aspettavano? Che rimanessi in assetto di guerra per tutta la vita?

“Sparo molto meglio di quanto sorrido...”

Ironizzo, mettendo su la mia solita espressione greve. E lui la beve, scattando sull'attenti.

“Mi scusi Tenente! Se vuole scusarmi...pensavamo di organizzare una festa di bentornato, quindi vado...”

Annuncia per poi voltarsi e allontanarsi lungo il corridoio fino a sparire alla vista. E per la prima volta noto che Havoc ha delle belle spalle. Ma il suono della porta che si apre mi riporta all'ordine. Se il Comandante non mi avesse lasciata lì fuori ad aspettare certi pensieri non mi sarebbero mai venuti in mente...

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Tornati nel mio ufficio, osservo Riza mettersi di nuovo alla scrivania. Dovrei imitarla lo so. Ma non riesco. Mi slaccio i primi bottoni della camicia, sotto il suo sguardo severo, e mi avvicino al tavolinetto dove tengo whisky e bicchieri. In silenzio verso del liquore per entrambi. Lei lo rifiuterà, come sempre, ma avrò la scusa per berne io due bicchieri.
Ne ho davvero bisogno. Mi sento elettrico. Rivederlo è stato...sconvolgente. Non è cambiato nulla. Non l'ho dimenticato, non sono andato avanti, non mi sono rassegnato, non lo amo meno.
Porgo a Riza il bicchiere, ma come previsto lei scuote la testa in senso di diniego, riprendendo a esaminare scartoffie. Mi lascio cadere nella poltrona davanti alla sua scrivania e la osservo.
E' una donna meravigliosa. Bella, intelligente, capace, fedele, decisa...

“Avrei dovuto amare te...”

Ammetto, mentre mando giù il primo sorso. La vedo irrigidirsi, mentre mi fissa. Di nuovo quegli occhi pieni di rimprovero. Eppure non mi ha guardato cosi quando le ho confessato cosa provo per quel ragazzino. Bevo il secondo sorso.

“Cosa succederà ora...?”

Chiedo. Un po' a me stesso e un po' a lei. Ok, Edward è tornato. E io continuo ad amarlo. E quindi? Sono di nuovo in un vicolo cieco. Anzi, un labirinto, e continuo a non vedere una via di uscita.

“Potrebbe provare a dirglielo...”

Il suggerimento di Riza mi arriva come un pugno allo stomaco. Ho bisogno di un terzo sorso prima di riuscire ad affrontare di nuovo i suoi occhi. Stavolta sembrano preoccupati. Ma magari è solo il whisky.

“Splendida idea...se dovesse provare a uccidermi, so di avere le spalle coperte dal miglior cecchino di Amestris...”

Ironizzo amaro, alzando il bicchiere come per brindare, prima di svuotarlo con un ultimo lungo sorso e posarlo con poca grazia sulla scrivania. Ecco l'effetto che mi fa quel fagiolo. Un attimo prima sono euforico, quello dopo i dubbi mi divorano. E la vergogna. Non dimentichiamo la vergogna di sentirmi un essere spregevole perchè desidero, tanto e ardentemente, quel ragazzo. Insomma noi abbiamo...

“Quattordici anni...”

La voce di Riza mi riporta al presente. La fisso basito. Legge anche nel pensiero ora?
La mia espressione deve essere decisamente interrogativa, perchè il mio fido tenente fa spallucce.

“La conosco meglio di chiunque altro, Comandante...So come si sta torturando...”

Dichiara, sporgendosi appena sulla scrivania.

“Sa cosa penso? Penso che abbiate entrambi sofferto molto...Che abbiamo tutti sofferto in questi anni difficili. Davvero vuole continuare a sentirsi un mostro? Edward è un giovane uomo molto intelligente...Non credo che una sua dichiarazione possa turbarlo cosi tanto...”

Continuo a fissarla in silenzio. Cosi lei si sporge ancora, concedendomi un sorriso e uno sguardo quasi affettuoso.

“Comandante...Roy....quel ragazzo ha provato una trasmutazione umana a undici anni, in un anno è riuscito a superare i postumi dell'operazione per gli innesti automail...a dodici è diventato un Alchimista di Stato...a diciotto anni è riuscito a recuperare il corpo del fratello e il proprio...Edo-kun è sempre stato precoce...Non sarà certo il tuo amore a spezzarlo...”

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Non ho rivisto Ed per il resto del giorno. Havoc e Breda l'hanno monopolizzato per organizzare una festa. Cosi ho avuto tutto il pomeriggio per ripensare a cosa mi ha detto Riza.
E ci sto tutt'ora pensando in effetti. Il silenzio di questa casa aiuta, e il bagno caldo lava via tutta l'ansia della giornata. Sospiro, osservando il soffitto bianco sopra di me.
Non posso andare avanti cosi, sospeso a un filo...E' giunta l'ora.


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Ed ecco il secondo capitolo! Innanzitutto grazie mille ai lettori del primo e a chi ha seguito/preferito questa storia. Un ringraziamento speciale a LuckyEd...è la prima volta che scrivo su questo fandom e sapere che ti è piaciuto il primo capitolo mi ha davvero fatta felice, dandomi la spinta per finire il secondo...spero non sia deludente!
Ho anche avuto modo di pensare a cosa volevo fare con questa storia, a come articolarla e alla fine ho deciso di inserire più POV, contrariamente all'idea originale in cui l'unico POV doveva essere quello di Roy (che resta comunque il principale). Ho anche in mente un paio di capitoli “paralleli”, uno di prequel sicuramente...ma non ho ancora deciso quando inserirli...Vedremo :)
Infine grazie a chi si dedicherà alla lettura anche di questo capitolo...sono ansiosa di sapere che ne pensate!

Ah per chi se lo stesse chiedendo ecco la traduzione della citazione iniziale (fatta da me quindi non prendetela come oro colato)
Se solo potessi vedere la bestia che mi hai fatto diventare
me la sono tenuta dentro, ma ora sembra che tu l'abbia liberata
Urlando nel buio, ululo quando siamo lontani
striscio i dentri sul tuo petto per assaggiare il tuo cuore pulsante
[…] I santi non possono aiutarmi ora, le corde sono state sciolte

E' molto meno poetica messa cosi XD
  
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