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Autore: mirandas    29/08/2015    4 recensioni
"Beh, Beatrice mi ha detto, che Lucia le ha detto che la Madonna le ha detto di dirle mentre era con Rachele…sì, insomma, mi manda Beatrice!" (Estratto dal capitolo 2)
Chi, leggendo la Divina Commedia, non ha mai pensato che gli svenimenti del nostro amato fiorentino fossero leggermente fittizzi? Per Dante, Beatrice passa in secondo piano di fronte alla fascinosa guida, anche se ci vorrà un po' di tempo: esattamente la durata di un periglioso tour fra inferno, purgatorio e paradiso. Buona lettura a tutti!
Genere: Comico, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dante Alighieri, Un po' tutti, Virgilio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scusate l'enorme ritardo ma questo mese sono stato moooolto impegnata e lo sarò fino all'8 settembre. Spero che il canto vi piaccia e che il POV di Virgilio vi regali un sorriso dopo tutta questa attesa.
Buona lettura!


Canto XV

Virgilio


 

Erano all'incirca le sei del pomeriggio e Dante ed io ci stavamo godendo una piacevole passeggiata, mano nella mano. Ora che finalmente eravamo da soli e senza montagne da scalare o voci che ci perseguitavano, si era stabilita tra noi una sorta di tregua silenziosa: non ci saremmo stuzzicati a vicenda e avremmo solo pensato a godere l’uno della vicinanza dell’altro per quel poco tempo che ci era concesso di trascorrere insieme in intimità. Diciamo, però, che questo patto non mi vietava di portare le cose a un livello più...alto. Come potevo non approfittare di questa perfetta occasione per fare qualcosa di più? Nella mia testa avevo già formulato un piano eccezionale: alla luce del tramonto avrei baciato passionalmente Dante fino a fargli perdere tutto il fiato che aveva in corpo e poi...

Pervertito.

Senti chi parla!

Beh, io sono te, quindi a regola...

D'accordo, ho già capito che questa sarà una battaglia persa. E poi che male c'è nel volere di più?

Ammettilo, è da quando hai capito di essere molto importante per lui che muori dalla voglia di saltargli addosso.

...Non posso negarlo.

Ma sai, forse dovresti lasciare al nostro Dante del tempo per metabolizzare il tutto…

Un momento, da quando è il “nostro Dante”? E perché oggi non ti limiti a fare commenti pervertiti?

Pfttt. Ma per favore! Io sono te e tu sei me, è ovvio che anche io tenga a Dante. E poi...io e la vocina pervertita del fiorentino abbiamo stipulato un'alleanza mentre voi eravate troppo impegnati a fare gli stupidi per accorgervene.

Ma com'è possibile?!?! Tu sei dentro la mia testa e la vocina di Dante è dentro la sua! Aspetta... anche lui ha una vocina...! Ma quindi...oh santo cielo.

Nulla è impossibile grazie alla forza della pervers...ehm, volevo dire dell'amore!

Incredulo, scossi la testa e tornai in me. Stavo lasciando un po' troppo spazio alla voce nella mia testa... Diedi una leggere stretta alla mano callosa di Dante, i segni della sua passione per la poesia in rilievo sul palmo, identici ai miei. Era incredibile come quella pelle dura non mi desse alcun fastidio. Piuttosto ne ero orgoglioso perché sapevo quanto quest'uomo fosse talentuoso e provavo piacere nel condividere con lui questo mio amore per la parola scritta.

Al mio gesto improvviso, Dante si voltò a guardarmi, aspettando che aprissi bocca. quando non lo feci, si limitò a sorridermi e a ricambiare la stretta. Il silenzio che era calato fra di noi era molto lontano dall'essere imbarazzante. Piuttosto, percepivo l'aria pregna del nostro affetto. Ognuno di noi era perso nei propri pensieri, ma andava bene così. A noi bastava solo la reciproca compagnia per essere soddisfatti.

Ma sì, in fondo che male c'è nel godersi una semplice passeggiata, mano nella mano, con la persona che ami?

Ah-ah! Quindi lo ammetti!

Sì, sì, lo ammetto. Hai vinto. Soddisfatta?

Ci puoi giurare.

Purtroppo però, nulla dura mai per sempre. All'improvviso, l'intensità dei raggi luminosi aumentò a dismisura e arrivò quasi ad accecarci. Per pararci gli occhi ci lasciammo le mani, a malincuore.

“Maestro! Cos'è questa luce accecante?!” esclamò sorpreso Dante.

“E' un angelo. È normale che tu sia ancora abbagliato dalla loro luce perché il rituale di purificazione non è ancora completo, ma vedrai che presto potrai guardarli dritti negli occhi.” gli spiegai per calmarlo. “Ora avviciniamoci.”

Lo trascinai per un braccio al cospetto di niente popò di meno che l'angelo della misericordia. Giunti al suo cospetto, l'uccellaccio malefico non aveva pensato di diminuire i raggi e quindi ci ritrovammo ben presto accecati.

“Spegniti!” quasi lo implorai. “Non si vede niente!”

“Va bene, va bene, non c'è bisogno di essere tanto ostili.” L'angelo schioccò le dita e...si spense. Quanto meno questo messaggero divino non sembrava superbo o in vena di scherzi come gli altri. “Prego, da questa parte.” disse, indicandoci una via, in salita come tutte quelle che già avevamo percorso, ma di certo molto più lieve.

“Oh, no! Ancora scalate!” sentii Dante lamentarsi.

Non riuscii a trattenere un sorriso. “Non ti abbattere, questa strada che stiamo per percorrere, al confronto di quelle che abbiamo attraversato fino ad ora, è una pianura.”

“Bene, allora io vi lascio.” ci salutò l'angelo, per poi volare via. Praticamente lo avevano mandato per far vedere che nel Purgatorio anche le insegne luminose hanno stile.

Cominciammo la salita e dietro di noi sentimmo intonare “Beati misericordes!” e “Godi tu che vinci!”

Mentre camminavamo, Dante cominciò il suo gioco preferito, quello delle “20 domande”, che di solito, per lui, erano almeno una cinquantina.

“Maestro?”

“Sì?”

“Ti ricordi Guido del Duca? L'anima che abbiamo incontrato poco fa?”

“Mmh mmh.”

“Cosa intendeva dire con la sua predica sui beni materiali, la cui possessione esclude la condivisione?”

“Vedi, Dante, Guido conosce fin troppo bene le conseguenze del suo peccato, l'invidia. Perciò non ti meravigliare se cerca di avvertirci affinché non commettiamo gli stessi errori. L'invidia spinge gli uomini a desiderare i beni degli altri, ma più sono a possederli e meno se ne gode. Invece, voi viventi rivolgeste lo sguardo al cielo, verso i beni spirituali, varrebbe il contrario. Perché, nell'Empireo, più sono i possessori di un bene, tanto maggiore ne è il godimento.”

Lo vidi riflettere profondamente su quanto avevo detto e pensai che la discussione sarebbe finita lì, invece Dante era già pronto con un'altra domanda. “Ora sono ancora più confuso, maestro. Com'è possibile che un bene, posseduto da più persone, renda queste più ricche che se fosse posseduto da pochi?”

Sospirando, mi apprestai a spiegare con parole più semplici quanto stavo per dire. A volte era proprio duro a capire il mio fiorentino. “Tu stai pensando a beni terreni e non a beni spirituali. Vedi, più il Boss trova carità in un'anima e più concede se stesso. Quindi, se ci sono moooooolte anime nell'Empireo, lui spargerà molto più amore. Ci siamo? E di conseguenza le anime riflettono questo amore e tutti sono più felici e contenti. Comunque, capirai tutto una volta che vedrai Beatrice.

Sono sicuro che sarà ben contenta di appagare questo… e ogni tuo altro desiderio” aggiunsi con una punta di stizza. “...Ora preoccupati solo che gli angeli ti cancellino le altre 5 P o sarai ridicolo quando la incontrerai.” Perfetto. Ancora una volta il mio lato geloso si era fatto vedere e tutto per colpa di quella baga...brava donna di Beatrice. Che razza di guida ero se non potevo nemmeno controllare i miei sentimenti? Eppure l’idea di lasciare il mio Dante nelle grinfie laccate di quella tronfiolona mi faceva venire l’orticaria.

Feci per proseguire, ma Dante mi fermò per un braccio.

“Maestro, aspetta! A me non serve Beatrice, tu mi appag...” Si fermò. Mi voltai, confuso e preoccupato. Notai che il suo sguardo vagava nel vuoto, come colto da una visione. Aspettai qualche secondo. Cominciai a temere che fosse veramente successo qualcosa di grave, quando cominciò a risvegliarsi. Lo scossi. “Dante? Dante! Sei sveglio? Ma che ti è preso?”

Finalmente il fiorentino parve essere tornato in sé. “Maestro! Se sapessi cosa ho appena visto! Ho visto Gesù, Pisistrato e Santo Stefano e...!”

“E Dio, la Madonna e tutti gli angeli in colonna…ma che stai dicendo?”

“Ma no, maestro, li ho visti davvero! Sono lì e…e…sono…”

“Calmati! Ora capisco. Queste visioni che hai avuto erano esempi di mansuetudine che dovrebbero distoglierti dall'ira. Ora muoviti, però. Con tutto il tempo che sei rimasto lì a fissare l'aria come una baccalà non abbiamo fatto altro che perdere tempo.” lo esortai. Cercai di sembrare convincente, nonostante dieci minuti in più che passavamo assieme fossero per me tutto ma non tempo perso.

Dante mi osservò, confuso dai miei modi bruschi. “Maestro...sei arrabbiato?”

Non gli risposi. Per un attimo, passata la preoccupazione per il suo stato catatonico, avevo sperato che avrebbe concluso la frase che aveva cominciato prima di cadere vittima delle visioni. Sapevo di non potergliene fare una colpa, ma non potevo fare a meno di provare un po' di delusione.

  
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