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Autore: BDiz Ishida Histugaya    30/08/2015    0 recensioni
[Avatar la leggenda di Aang]
[Avatar la leggenda di Aang]Dopo l'Avatar Korra e i due successivi Avatar, nel Tempio dell'aria dell'est nasce Suta
che dimostra subito grandi potenzialità se non che i monaci non vogliono farlo uscire
nel mondo esterno. Una avventura che coinvolgerà più Avatar provenienti dal
passato per salvare il futuro da un destino tremendo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Suta riaprì gli occhi una luce verde lo investì completamente accecandolo momentaneamente. Pian piano i sensi tornarono, cominciò a sentire la roccia umida e dura sotto di sé, il rumore assordante della cascata e l'odore inconfondibile del muschio bagnato. Riuscì dopo un paio di minuti a mettere a fuoco il paesaggio intorno. Si trovava ancora lì, sulla sporgenza di fianco alla cataratta dove era stato lasciato da Zaheer. Chissà da quanto tempo era in quel luogo. Durante la sua intensa meditazione aveva perso la cognizione del passare dei minuti o delle ore. Il mondo degli spiriti da sempre questo effetto utopistico ed etereo. Si rialzò constatando che le gambe si erano completamente addormentate facendolo ciondolare pericolosamente. Si guardò intorno per cercare Zaheer, ma esso sembrava sparito. “ZAHEER! Dove ti trovi! Ho finito la meditazione, ho sbloccato il chakra della terra!” urlò pieno di soddisfazione e gioia. In effetti da quando si era risvegliato si sentiva diverso, più leggero, senza quel peso sullo stomaco che lo aveva accompagnato nelle ultime settimane. Rilassato, percepiva l'energia cosmica fluirgli in ogni sua arteria, vena o capillare. Una sensazione magnifica, tutto il suo potere era finalmente ritornato più devastante che mai. In quel momento apparì Zaheer dietro di lui. Suta si voltò e disse nuovamente “Signor Zaheer, sono riuscito a sbloccare il chakra della terra!”. L'altro sembrava cupo in viso, il quale era segnato da una espressione più severa del solito. Questo mise parecchio a disagio Suta che iniziava a preoccuparsi. Istintivamente si mise in guardia, tutto sommato quella persona aveva attentato alla vita di Korra qualche tempo prima, non poteva di certo sottovalutarlo. In quei giorni di allenamento non lo aveva mai visto così minaccioso, teneva solitamente un'aria seria, ma in qualche modo pacata, forse ciò era dovuto alla permanenza in carcere. Quell'avversità che sembrava essere stata ormai soffocata, sfavillò nei suoi occhi. “Ci hai impiegato solamente un giorno, impressionante. Avevo programmato secondo le tue potenzialità una sessione di allenamento più lunga di due miseri giorni, ma a quanto pare possiedi un talento naturale per questo genere di cose, vero?”. Suta non sapeva se doveva ritenersi offeso da quell'ultima affermazione ma non gliene importava più di tanto. Si rese conto che anche il tono della voce del suo maestro era chiaramente cambiato, aveva una voce più lugubre e cavernosa. Zaheer fece qualche passo in direzione del monaco che, a sua volta indietreggiò. Si stava dirigendo sempre più verso la fine della sporgenza, seguita poi dal vuoto. “Però dobbiamo fare ancora una piccola verifica, non trovi?”. Nella mente di Suta schizzò un pensiero improvviso, qualcosa di pericoloso. Zaheer non voleva ucciderlo, voleva testare se avesse veramente raggiunto il grado di pace interiore necessaria e c'era solo un modo per farlo. Zaheer provocò una forte raffica di vento che scaraventò il monaco giù dalla cataratta. Non ebbe il tempo di pensare a ciò che stesse succedendo. Le goccie d'acqua che si frantumavano sul suo viso lo costringevano a chiudere gli occhi. Si sentiva cadere ad una velocità molto elevata, il cuore iniziò a battergli forte, ma sapeva bene che sarebbe sopravvissuto, ci sarebbe stato Sossen al suo fianco, non doveva temere. Ormai arrivò ad una decina di metri dal suolo. Chiuse gli occhi, si concentrò e ripeté tra sé “Io sono Suta e Sossen nello stesso momento”. Cercava di ottenere la piena comprensione della propria anima e mente. Zaheer lo guardava dall'altro. Anche se non lo dava a vedere gli sarebbe dispiaciuto se quel bambino si fosse sfracellato al suolo, non sarebbe stato nemmeno un bello spettacolo. Senza contare che gli agenti del Dai Ly se la sarebbero presa con lui e il Loto bianco avrebbe trovato una buona motivazione per toglierlo di mezzo definitivamente. Suta ormai era a tre metri di distanza dal pavimento piastrellato. Ma all'altezza di mezzo metro qualcosa di incredibile accadde. Il corpo del monaco si fermò a fluttuare a mezz'aria. Se prima si sentiva leggero, in quel momento non sentiva praticamente il suo corpo. Sembrava essere ritornato nel mondo degli spiriti, immerso in una atmosfera eterea, onirica e lontana dalla frenetica realtà in cui viveva. Zaheer lo raggiunse ,anch'esso volando, e lo guardò soddisfatto, forse Suta scorse anche un accenno di sorriso nel volto dell'altro, ma probabilmente se lo era solo immaginato. Dopo ciò Zaheer dedicò tutta la giornata al solo insegnamento pratico del volare e il monaco dovette ammettere che era più difficile di quanto sembrasse. Diverse volte andò a schiantarsi contro le pareti della grotta sotterranea o sotto la devastante cascata. Impiegò tre ore per imparare a virare, ed altre due per scendere in picchiata. Nonostante ciò Suta si divertì come mai era accaduto. Dopo diverse ore di allenamento estenuante, Suta comunicò agli agenti del Dai Ly in zona, che se ne sarebbe andato quel mezzogiorno visto che, secondo Zaheer, il suo addestramento era ormai concluso. A mezzogiorno esatto arrivarono le guardie reali a prendere il monaco. Il ragazzino allora incominciò a rimettere a posto tutte i suoi oggetti. Ripiegò la tunica vecchia e se ne mise una nuova più brillante e sgargiante. Ripose la palla di stracci che avevano usato due giorni prima nella sacca, come ricordo, e infine si diede una sciacquata alla faccia e riempì la sua borraccia dai canali che segnavano il pavimento. Si mise la sacca sulle spalle e si preparò a congedarsi da Zaheer. Gli si avvicinò e disse “Grazie di tutto, lei è una brava persona, sono sicuro che prima o poi uscira da qua”. L'altro non disse niente. “ Korra, dopo ciò che hai fatto, sicuramente potrà aiutarla”. “Non credo che lo farà, tu non provare a chiederlo, sarebbe solo fiato sprecato” rispose finalmente Zaheer. Suta sbuffò, sapeva bene che aveva ragione, il Loto non lo avrebbe fatto sicuramente rilasciare dopo ciò che aveva fatto. Nonostante avesse fatto cose orribili gli dispiaceva terribilmente per lui. “Addio, signor Zaheer” disse infine sorridendo Suta. Le guardie reali aprirono un varco nella parete e accompagnarono Suta lungo il tunnel che lo avrebbe riportato in superficie. Quando il varco si richiuse, Zaheer rimase nuovamente solo, anche se solo per tre giorni, Suta gli aveva ricordato cosa volesse dire stare con un amico. Si girò e se ne ritornò sulla sporgenza della cascata. “Grazie a te, Suta ...”

Il giovane monaco venne portato all'esterno, tra gli intricati vicoli di Ba Sing Se attraverso un'altrettanta intricata rete di sotterranei che attraversavano tutta la capitale del regno. Gli agenti del Dai Ly lo lasciarono nei cerchi più inferiori della città senza dire una sola parola. Suta si trovò in uno dei luoghi più malfamati della zona senza sapere niente di come e del perché fosse arrivato lì. Certo, essendo l'Avatar, uno degli esseri più potenti sulla faccia della terra, tramite di due dimensioni parallele e capace di governare il 90% della materia presente sul pianeta, non aveva nulla di cui temere eccessivamente, ma essere lasciato in un posto del genere circondato da quel tipico alone di mistero che rimaneva impregnato nell'aria al passaggio del Dai Ly, lo inquietò non poco. Avanzò titubante lungo una viuzza completamente deserta di gente o di qualsiasi forma di vita che non fossero furetti ed affini nascosti negli angoli più bui. Il terreno era completamente sterrato, la strada era delimitata da una serie di baracche trasandate, carretti, locati sfitti che stavano lentamente degradando adornati da piante rampicanti insinuatesi col tempo. Mentre proseguiva circondato da una coltre di polvere, un senso terribile di inquietudine lo assalì e lo spinse a guardarsi alle spalle più e più volte senza però non vedere nulla di anomalo. Non c'era nulla di strano, suggestione, pensò. Eppure sentiva una presenza persistente dietro sé, qualche volte credette persino di aver sentito dei passi svelti. Passarono diversi minuti e Suta non aveva realizzato il perché si trovasse in quel luogo con un ipotetico inseguitore che non sembrava avere troppa di rivelarsi presto.

Salve a tutti, mi dispiace essere stato assente così tanto ma ho avuto diversi impegni, quello che vi propongo è solo un “promemoria” per far si che mi seguiate ancora per un po' e che portiate pazienza, mi dispiace un sacco. RECENSITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!! (Cosa?)

  
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