“E vorrei che tutti si stringessero le mani così…”

E io sono rimasto immobile accanto a te. Ho abbassato lo sguardo e mi sono guardato i piedi.

Due secondi, non di più, ma quante cose ho pensato in quel momento.

Mentre un brivido mi ha percorso la schiena e sono rimasto immobile perché è quello che faccio da anni.
Mentre me ne stavo li ad osservarmi le adidas sgualcite, per quei lunghissimi due secondi.

 Ho pensato alla prima volta che ti ho stretto la mano che era ancora più piccola della mia, era calda e non aveva paura di stringere ancora più forte perché eravamo li da soli a sorriderci sul divano e non ci importava di niente.

Ho pensato a tutte le volte che non ho più potuto farlo, a tutte le volte che l’istinto mi portava verso di te e dovevo tirarmi indietro all’ultimo secondo e guardami le punte delle scarpe confuso, come adesso.

Ho pensato a quando quella volta ti stavo stringendo per strada, le dita intrecciate e poi ti ho sentito scivolare via perché ti eri accorto che qualcuno ci stava filmando e il mondo non doveva vedere, il mondo non doveva sapere e quello squallido brivido di paura che ho sentito vedendo la piccola telecamera e sentendo il vuoto sul mio palmo. Una paura che mi avrebbe perseguitato per anni. E ancora non lo sapevo.

E’ in quel momento che il mio vuoto si riempie.

La tua mano scivola sulla mia e la copre, la tua mano così tanto più grande della mia oggi ma ancora calda e non ha paura di stringermi più forte per la prima volta dopo anni davanti a tutti, dopo millenni di sorrisi nascosti e lacrime sotterrate, dopo anni di paura e vergogna.

E tu sei la mia piccola nave e io sono la bussola, lo sono sempre stato.

Ma non oggi.

Oggi mi insegni tu la strada.

Oggi alzo lo sguardo sorpreso mentre le nostre mani sono intrecciate in alto, non nascoste dietro la schiena, ma che tutti le possano vedere.

E’ un gesto di vittoria il nostro e il mondo ancora non può vederlo tutto ma lo vedo io.

Lo vedo io nel tuo modo di trovarmi la mano senza nemmeno guardarmi. Sorridi alla fotocamera.

Io alzo lo sguardo sorpreso e il mio palmo non è più vuoto e non ho più paura.

Ti guardo con orgoglio.

Sei mio anche oggi.

Non hai più paura del mondo.

Non ne ho più nemmeno io.