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Autore: StormLight94    30/08/2015    6 recensioni
Fanfiction AU.
Pasadena, California.
Sheldon ha ventidue anni, è molto affascinante e all'università non passa inosservato. Ha una fila di ragazze che gli cadono ai piedi e che morirebbero pur di avere la sua attenzione. Nonostante ciò non ha nessuna intenzione di avere relazioni serie, anzi preferisce divertirsi e passare da una festa all'altra con i suoi migliori amici Leonard, Howard e Raj. È un genio, ma prende tutto troppo superficialmente.
Amy si è trasferita da lontano per iniziare l'università e insieme alla sua migliore amica, Penny, dovrà ambientarsi in quella città nuova. È introversa e preferisce un buon libro a una festa sfrenata. Il suo unico interesse è quello di studiare e prendere buoni voti.
Ma cosa succederebbe se due persone così diverse si incontrassero? E se iniziassero a passare molto tempo insieme? Potrebbe andare bene o sarebbe un disastro?
Dal primo capitolo:
"« Tu?! » dissero all'unisono Amy, con un'espressione sconvolta e Sheldon con un'aria sorpresa e leggermente divertita.
Doveva essere un incubo, o una specie di scherzo.
Il tizio più irritante che avesse conosciuto era il vicino di casa della sua migliore amica."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XIV.
Black Holes and Revelations (parte due)




“Non so che fare, da un lato vorrei dimenticarla, contemporaneamente ho la certezza che sia l’unica persona, l’unica dell’intero universo, in grado di rendermi felice.”

500 giorni insieme




« Siete pronte per andare, donne? » disse Sheldon con un sorriso smagliante mentre chiudeva la porta di casa.

« Assolutamente sì! » rispose con entusiasmo la vicina di casa aggiustandosi la borsa sulla spalla e affiancandosi a lui.
Amy prese un grosso respiro. Sarebbe andata, avrebbe assistito alla bellezza e all'emozione di vedere il ragazzo che ti piace rischiare di spiaccicarsi contro qualcosa e poi sarebbero usciti da qualche parte per festeggiare fino a chissà che ora. Fortuna che restava da Penny a dormire e che il giorno dopo era sabato quindi niente lezioni, perciò potevano tranquillamente alzarsi a mezzogiorno.
« Vi avverto che questa volta ci sarà più gente del solito. Quindi occhio a dove andate e con chi parlate. »
« Ricevuto, capo! » disse Penny senza smettere di sorridere. Intanto Leonard li osservava da dietro. Ancora non aveva detto una sola parola, quasi gli dispiacesse intromettersi tra di loro.
« Ma Howard e Raj non vengono mai con voi? »
« No, loro—»
« Loro sono delle checche cagasotto. » lo interruppe Sheldon senza tanti problemi. « Ci sono venuti un paio di volte, ma non amano particolarmente quel posto e hanno sempre paura di venire arrestati. »
« E tu non hai paura? »
Scrollò le spalle. « Chi se ne frega. Io mi diverto a gareggiare, conta solo quello. »
Amy non poteva credere che fosse così menefreghista e poco interessato. Si trattava di una cosa seria eppure a lui non importava più di tanto. La sensazione dell'adrenalina scorrergli in corpo doveva valere qualsiasi rischio, pensò.
Leonard osservò l'amico e Penny mentre parlavano di tutto e di più come se si conoscessero da una vita. Odiava ammetterlo, ma tra di loro c'era una certa sintonia. Presto probabilmente sarebbero diventati migliori amici, considerandosi a vicenda come fratelli. E li invidiava anche. Avrebbe voluto esserci lui al suo posto, a parlare in quel modo con la ragazza e invece la sua stupida quanto improvvisa timidezza lo costringeva a restare indietro. Lui, che mai una volta nella vita aveva avuto problemi ad interagire con altre persone, donne o uomini che fossero, non riusciva a dire una sola sillaba in presenza di Penny. In questo momento si odiava con tutto se stesso. Aveva davvero perso la testa per lei così tanto da cambiare in un modo tanto radicale il suo carattere?
Eppure solo con lei si mostrava in questo modo, lo aveva appurato giusto un paio di giorni fa quando non aveva avuto alcun problema a rimorchiare una ragazza al bar. Doveva essere un test per verificare se fosse solo un caso isolato o se davvero si fosse rincoglionito del tutto, ma per fortuna non era così.
Sospirò. A quanto pare solo con Penny si comportava da vero rincoglionito.
Improvvisamente la bionda del gruppo fece un paio di passi indietro e afferrata Amy per le spalle la spinse in avanti, portandola un po' troppo vicino a Sheldon. Si voltò per cercare di capire cosa accidenti volesse fare, ma lei si limitò ad ammiccare con lo sguardo nella sua direzione e a rivolgere poi un sorriso soddisfatto quando Leonard la guardò senza capire.
Amy alzò gli occhi al cielo. Quando faceva così l'avrebbe presa a calci.
Appena arrivarono davanti alle macchine Penny prenotò immediatamente l'auto di Leonard così Amy fu praticamente costretta ad andare con Sheldon visto che non voleva rimanere da solo e voleva che qualcuno gli facesse compagnia durante il viaggio.
Pensava sarebbe stata nervosa per tutto il viaggio, invece si stupì dalla facilità con cui si rilassò. Sheldon sapeva come metterla a suo agio, era davvero molto abile nel farlo. Dopo aver tolto il cd, ormai rovinato dai troppi ascolti, dei Guns and Roses mise quello di Neil Diamond ancora fresco di apertura dalla sua protezione di plastica e cercò immediatamente la canzone preferita di Amy.
Non gli chiese nemmeno perché avesse un cd nuovo di Neil Diamond, genere che si discostava completamente dai suoi gusti, né perché avesse scelto proprio quella  canzone. Intuiva già la sua risposta, un qualcosa di simile a "me l'hanno regalato e Sweet Caroline è l'unica canzone decente che ha scritto". Ovviamente non avrebbe mai ammesso che aveva girato quattro negozi di musica per trovarlo e che aveva messo proprio Sweet Caroline perché quando Amy socchiudeva gli occhi e si lasciava trasportare dalla musica avrebbe voluto rimanere fermo a guardarla per ore, quasi il suo viso fosse come una calamita da cui non riusciva a staccarsi.
Amy era così presa dal raccontargli una cosa che aveva fatto con Penny quando era a Portland che non si accorse di essere arrivati a casa di Stuart. Aspettò pazientemente che finisse il racconto, sorridendo ogni tanto o solo quando ebbe finito scesero dall'auto. Un po' le dispiacque averci messo così poco ad arrivare, avrebbe voluto raccontargli un sacco di altre cose.

Arrivati nel luogo dove avrebbero disputato la gara Penny scese dall'auto e si guardò attorno cercando Amy.
« Dove sono Sheldon e Amy? »
« È andato a prendere la macchina con cui gareggia. Ci raggiungerà con quella. » spiegò iniziando a farsi strada tra la folla. Sheldon aveva ragione: c'era molta più gente rispetto alle altre volte.
Penny si guardò attorno e si accorse di diversi uomini che immediatamente l'avevano adocchiata e alcuni facevano segno agli amici che avevano in parte di dare un'occhiata anche loro. Un brivido freddo le percorse la schiena. Si sentiva terribilmente osservata. Allungò il passo in modo da mettersi più vicino a Leonard.
Leonard accorgendosi su chi diverse persone avevano deciso di focalizzare la loro attenzione accigliò lo sguardo e cercò di risultare il più minaccioso possibile. Se pensavano che li avrebbe lasciati avvicinarsi a lei si sbagliavano di grosso.
« Leonard, mi sento osservata...è inquietante. »
« Tranquilla non ti accadrà nulla. Sono solo dei morti di figa. » disse sorridendole gentilmente per rassicurarla. Poi si fece serio. « Restami vicino. » ordinò e Penny annuì più volte. Gli sarebbe rimasta appiccicata finché non sarebbero tornati a casa.
Poco alla volta la tensione iniziò ad affievolirsi e poté iniziare a godersi l'ambiente circostante. Guardava affascinata le numerose auto che costeggiavano la strada e non seppe assolutamente scegliere la sua preferita, talmente erano belle. Vide una donna che scendeva dalla sua auto elaborata e faceva vedere alla gente circostante il suo operato come se fosse una guida turistica che spiegava i minuscoli dettagli che componevano il quadro. Penny la osservò a lungo. Doveva ammettere che le sarebbe piaciuto molto essere al suo posto. Chissà se avrebbe mai gareggiato anche lei un giorno.
L'importante ora era riuscire a trovare un posto comodo dove assistere alla gara insieme a Leonard e...un momento, dov'è Leonard?!
Guardò attorno, ma non riuscì a trovarlo da nessuna parte. Sembrava si fosse volatilizzato nel nulla. Per fortuna le aveva ordinato di restargli vicino, accidenti. Si ritrovava da sola in mezzo a quel branco di gentaglia e velocemente sentì il panico invaderla.
Provò a farsi strada sperando di incontrare qualcuno che conoscesse, magari Stuart o il tizio vestito in modo strambo dell'altra volta. Si fermò quando capì che spostandosi avrebbe solo peggiorato la situazione. Se rimaneva ferma Leonard avrebbe avuto più probabilità di ritrovarla.
Improvvisamente sentì due forti mani appoggiarsi sulle sue spalle e stringerle. Sentì il respiro bloccarsi.
« Che cosa ci fai qui da sola? »
Penny riconobbe immediatamente la voce e il panico fece presto spazio alla rabbia. Si girò e gli diede un colpo energico sul braccio.
« Ma sei cretino!? Mi hai fatto prendere un colpo! » gridò.
Sheldon si massaggiò la parte dolorante. « Ehi, ma che ti prende? » chiese non capendo da dove venisse tutta questa violenza.
« Pensavo fossi un maniaco, ecco che mi prende! »
Sheldon si guardò attorno non dando molto peso alla questione. « Dov'è Leonard? »  
« Non lo so dov'è quell'idiota del tuo amico. È preso e se n'è andato di punto in bianco senza dirmi nulla. » gonfiò le guance e si imbronciò.
Meno di due secondi dopo lo vide riapparire con in parte Stuart e il commentatore della gara. Era vestito in modo ancora più assurdo dell'altra volta con quei pantaloni attillati e la maglia di un'orrenda fantasia.
« Leonard perché l'hai lasciata da sola? » disse Sheldon con tono serio.
« Io non l'ho lasciata da sola! Le ho detto che avevo visto Stuart e che dovevamo raggiungerlo, pensavo mi stesse seguendo e quando mi sono girato e non l'ho vista ho iniziato a cercarla. » si difese il ragazzo dando poi un'occhiata ammonitrice alla bionda.
« D'accordo abbiamo perso la biondina e l'abbiamo ritrovata. Ora possiamo passare alle cose interessanti? » disse il commentatore con sguardo stizzito.
« Dai CJ, dimmi cosa abbiamo stasera. » disse con un sospiro Sheldon.
« Davvero si chiama CJ? » domandò Penny a bassa voce rivolta al meccanico.
« È un soprannome. Il suo vero nome è Chester Johnson. Forse però non avrei dovuto dirlo...»
« Tu dici? » disse sarcastica.
« Ora zitta che voglio sentire anche io. »
Penny alzò lo sguardo al cielo e si mise in parte ad Amy.
« Spero che si sbrighino perché mi sono già stufata. » brontolò quest'ultima iniziando a spostare il peso da una gamba all'altra.
« Credo siano quasi pronti...» disse non del tutto convinta a giudicare da come discutevano piuttosto animatamente. « Secondo te di cosa staranno parlando? »
« Non ne ho idea...e comunque non ci capisco niente, perciò...»
«...ma la zona del molo è l'unico posto dove c'è un rettilineo abbastanza lungo per riuscire a superare qualcuno nel caso non fossi primo! »
« Ma è troppo stretto, dannazione! Se lo superi a sinistra e si avvicina troppo a te rischi di cadere in acqua! »
Le due ragazze guardavano Sheldon e gli altri parlare e discutere sugli aspetti tecnici della gara. Amy si domandò che cosa cavolo avesse in mente di fare quel negligente di uno Sheldon. Non sarebbe stato così stupido rischiare di finire in acqua per una cosa come una gara clandestina.
« Lo sai che dopo la zona del molo non c'è più alcuna possibilità di recuperare vero? »
O forse sì?
Stuart sospirò. « D'accordo fai come ti pare, ma se cadi in acqua sappi che la macchina te la farò riportare sulla terraferma a furia di calci in culo. Te ne darò così tanti che non sarai in grado di sederti per i prossimi dieci anni. »
Sheldon ghignò. « Adoro come ti preoccupi per me. » disse e si allontanò per raggiungere le due ragazze rimase in disparte.
« Infatti non è per te che mi preoccupo, idiota! » sbottò dietro alle sue spalle.
« Gareggerete dove c'è molo? » chiese Amy.
« Un pezzo del tracciato comprende anche quella zona, ma tranquilla che andrà tutto bene. »
« Lo hai già fatto prima? »
« No. » rispose tranquillo con una scrollata di spalle. Amy sospirò allontanando lo sguardo. Era incredibile come non gli importasse mai niente.
CJ lesse un messaggio sul cellulare e iniziò a farsi strada tra la gente agitando il braccio e gridando per farsi sentire.
« Tra poco comincia! Preparatevi! »
Sheldon guardò Amy negli occhi. « Devo andare. Augurami buona fortuna. »
« Stai attento perché potrei aiutare Stuart a prenderti a calci. »
Lui scoppiò a ridere. « Come siete gentili tutti e due. » disse sarcastico. Avvicinò il viso al suo e le diede un bacio sulla guancia vicinissimo all'angolo della bocca, soffermandosi un po' troppo. « Se vincerò saprò cosa mi ha portato fortuna. » disse con una punta di malizia nello sguardo.
Amy si sentì avvampare.
« Dai muoviti che stanno aspettando solo te! » urlò CJ tirandolo per un braccio.
Mentre i piloti raggiungevano la linea della partenza Leonard, Amy e Penny raggiunsero CJ all'angolo della strada da dove sarebbero partiti.
« Ma così non vedremo niente! » si lamentò Penny.
CJ allungò un tablet piuttosto grande a Leonard. « Non questa volta. Abbiamo ragazzi che filmano tutto e noi possiamo seguire la gara da qui. » disse indicando l'oggetto che aveva in mano.
« Fantastico! » esclamò la bionda appiccicandosi a Leonard. Si guardarono negli occhi per qualche secondo poi Penny, sentendosi in imbarazzo per la troppa vicinanza, si staccò un po'.
Anche Amy decise di avvicinarsi per vedere. Il non sapere cosa stesse accadendo sarebbe stato mille volte peggio del vedere e aver paura che stesse per accadere qualcosa.
Appena partirono le immagini immediatamente iniziarono a mostrarsi sul tablet e anche se la qualità non era al massimo era comunque meglio di niente.
I primi due chilometri procedettero lisci e senza intoppi, ma appena arrivarono al molo tutti e quattro iniziarono a trattenere il respiro.
Sheldon era secondo e stando alle sue parole di poco prima aveva tutta l'intenzione di superare in quel rettilineo anche se il rischio di finire in acqua era molto elevato.
« Spero che Sheldon non abbia davvero intenzione di fare quello che ho in mente voglia fare. » disse CJ guardando lo schermo con la coda dell'occhio.
« Temo voglia farlo invece...» disse Leonard mentre si mangiava un'unghia.
Stuart arrivato solo ora si mise dietro di loro e si alzò sulle punte per riuscire a guardare qualcosa da sopra le loro teste.
« Sapete che se cade in acqua le portiere non si possono aprire e muore affogato, vero? »
Tutti e quattro si girarono verso di lui fulminandolo con lo sguardo.
« Lo sappiamo...» mormorò Leonard tra i denti.
Stuart scrollò le spalle. « Pensavo di spezzare un po' la tensione...» cercò di mostrarsi tranquillo, ma in realtà era preoccupato quanto loro.
E non si trattava della macchina.
« Beh, si è trovato in situazioni ben peggiori no? Ti ricordi Leonard quando con la vecchia macchina ha rischiato di prendere fuoco ben due volte perché Sheldon l'aveva praticamente portata al limite? O di quando si sono rotti i freni. » ridacchiò nervosamente. « Dio solo sa come ha fatto a non farsi niente. Ha davvero un culo enorme in queste cose e—»
« Oh santo cielo stai zitto! » sbottò Penny lanciandogli un sguardo di fuoco. Amy sentiva lo stomaco contorcersi per quello che Stuart aveva raccontato. Quante volte aveva rischiato la vita?
Stuart abbassò lo sguardo affranto. « Ma io volevo solo spezzare un po' la tensione...» ripeté.
CJ lo guardò esasperato. « Ragazzo, ascolta la biondina e chiudi quella dannata bocca. »
Tornarono a guardare lo schermo e si accorsero con grande orrore che Sheldon si stava preparando per superare il tizio con la Mitsubishi davanti a lui.
« Vuole farlo davvero...» mormorò CJ sgranando gli occhi.
« Oh mio Dio...» Penny iniziò a tormentarsi le mani.
« Giuro che se osa cadere non so cosa gli faccio...» Stuart tirò il tablet verso di sé con un gesto stizzito. « Hai capito razza di idiota che non sei altro?! Appena torni ti farò tanto di quel male che ti passerà la voglia di rifarlo ancora! » urlò rivolto allo schermo.
Leonard se lo riportò davanti a sé. « Dai che ce la fai...»
CJ saltò giù dal rialzo della console dove trasmetteva la musica e mise una mano sulla spalla di Penny per riuscire a vedere meglio.
« Visto? » indicò con il dito un punto dello schermo. « Quello stronzo con la Mitsubishi lo sta spingendo verso il mare! Frena, cazzo! » gridò come se potesse sentirlo.
Ormai mancava pochissimo per uscire dalla zona a rischio e raggiungere il traguardo a soli trecento metri di distanza.
Amy non riusciva a pronunciare nemmeno una sillaba. Mentre gli altri gridavano lei rimaneva semplicemente immobile come se fosse stata rinchiusa in una bolla.
La Skyline però non rallentava, anzi sembrava stesse prendendo sempre più velocità.
« S-si sta allontanando. » disse Leonard.
Dieci secondi dopo aveva già tagliato il traguardo.
« Mio Dio ce l'ha fatta...» CJ si passò entrambe le mani nei capelli e si lasciò andare in un lungo sospiro.
« Ovvio che ce l'avrebbe fatta avevate qualche dubbio? » disse Leonard sorridendo a trentadue denti.
« Ma se sei quello che se l'è fatta addosso più di tutti. » affermò Stuart per poi sorridere a sua volta e dandogli il cinque.
Penny gridò saltando per la felicità e Amy non poteva credere a quello che aveva visto.
« Voglio bene a quel ragazzo, ma è davvero il più grande incosciente e sconsiderato che abbia mai visto. Mi farà morire di crepacuore, lo so. » disse CJ prendendo le cuffie attorno al collo e mettendosele.
Quando Sheldon ritornò al punto di partenza una grande folla gli si avvicinò per esultare della sua vittoria.
Stuart fu il primo ad avvicinarsi dei suoi amici.
« Visto? Te lo riportata come nuova. » disse sorridendo e tamburellando con le dita la parte alta della portiera.
« Ti avevo detto cosa ti avrei fatto se non fosse stato così. » si avvicinò e gli passò un braccio attorno al collo. « Allora dove sono i suoi soldi? Gente, se manca anche un solo dollaro mi incazzo di brutto. »
Anche gli altri lo raggiunsero e dopo vari insulti da parte di Leonard finalmente prese i soldi dalla sua mano e iniziò a contarli.
« Posso abbracciarti? » disse una Penny entusiasta.
« Non credo che...» neanche il tempo di finire che una morsa lo avvolse completamente, rendendo difficile anche respirare.
« Penny, così mi soffochi. »
La ragazza si staccò immediatamente. « Scusa. »
Sheldon si allontanò dalla presa di Penny per raggiungere Amy rimasta un po' in disparte come sempre.
« Mi hai portato fortuna. » disse con il suo sorriso smagliante.
« Non farei affidamento così tanto sulla fortuna se fossi in te. »
« Giusto, faccio affidamento solo sul mio talento fenomenale nel mettermi nei guai. » abbassò un po' la voce. « Sono davvero bravo in quello. » Mise poi un braccio attorno alle sue spalle e si girò verso il gruppo di amici. « Andiamo a festeggiare! Offro io! » gridò alzando il braccio per far vedere la mazzetta. Prese poi il cellulare. « Chiamo anche quei due imbecilli, vediamo se vengono. » non lo entusiasmava avere Raj in mezzo alle scatole quando c'era anche Amy, ma dopo una gara era fisso che festeggiavano tutti insieme.
Improvvisamente il rumore in lontananza delle sirene della polizia fece impallidire tutti quanti che immediatamente iniziarono a correre alle proprie auto per andarsene il più in fretta possibile.
« Ci mancava solo questa. » mormorò Sheldon. Si voltò per prendere Amy e portarla via, ma con grande orrore vide che non c'era più. Ed era sicuro che non fosse andata con Leonard perché non l'aveva vista salire in macchina con lui. Le persone correvano da tutte le parti, i rumori dei motori di tutte quelle auto elaborate creavano un boato fastidioso e Stuart che lo tirava insistentemente per un braccio non lo aiutava di certo.
« Forza, dobbiamo andarcene! Cosa stai aspettando?! »
« Non riesco a trovare Pigeon! » gridò per farsi sentire.
Stuart scosse la testa incredulo. « Non è possibile! Ma dove è andata?! »
Sheldon partì immediatamente alla ricerca della ragazza facendosi strada tra tutta quella gente che scalpitava per trovare una via di fuga.
« No, fermo non—» si portò entrambe la mani sulla testa quando lo vide sparire nella folla. « Merda...merda, merda, merda. »
Ci mise solo una ventina di secondi per trovarla. Era ferma sul marciapiede che si guardava attorno con aria spaesata. Quando lo vide gli corse immediatamente incontro.
« Sheldon! La folla mi ha...mi ha trascinata e non vi vedevo più e—» sembrava sull'orlo di una crisi di pianto. Lui l'afferrò per la mano e la portò via da lì. « Muoviti, dobbiamo andarcene! » gridò con tono tremendamente preoccupato.
Stuart appena li vide correre verso di loro salì immediatamente in macchina nel posto del passeggero.
Sheldon si sedette al posto guida cercando di riprendere fiato.
« Dai parti! » lo incitò il ragazzo seduto in parte.
Senza perdere altro tempo girò la chiave due volte, ma la macchina non si accese. Tutti e tre impallidirono.
« Prova di nuovo! » gridò Stuart.
« N-non va! » riprovò per la terza volta, ma ancora niente.
« E adesso che facciamo!? » disse Amy nel panico sbucando da dietro e mettendosi tra i due ragazzi.
« Stuart, cazzo, è tutta colpa tua! Dovevi controllarla meglio! »
« Mia?! Ma se sei tu quello che l'ha guidata fino adesso, cosa centro io? »
« Fino a dieci minuti fa andava! »
Amy tornò a sedersi e si prese la testa tra le mani. « Non sta accadendo davvero...» Immediatamente immaginò  la peggiore delle soluzioni. Li avrebbero presi, sarebbe andata in prigione per anni, rovinandosi per sempre la vita. Sua madre non le avrebbe mai più rivolto la parola e avrebbe condotto per sempre una vita piena di stenti. Ma non poteva rimanere nella sua stanza a leggere un libro della Austen?
« Ormai sono praticamente arrivati, VUOI DARTI UNA MOSSA CON QUELLA CHIAVE?! »
« Ci...sto...provando...oh! » esclamò quando finalmente sentì il rombo del motore. « Si è accesa. »
« Molto bene. Ora, per cortesia, VUOI PARTIRE!? » sbraitò Stuart pallido come un lenzuolo.
Immediatamente premette sull'acceleratore e riuscì ad andarsene nel momento esatto in cui la prima volante arrivò dove c'erano loro fino a un attimo prima. L'unica cosa che i poliziotti riuscirono a vedere erano i fari rossi della macchina che si allontanavano sempre di più nel buio delle strade.
« Visto? Ce l'abbiamo fatta. » disse sorridendo.
Stuart si passò una mano sugli occhi. « Non farlo mai più. Non mi sono mai spaventato così tanto in vita mia. »
« Non l'ho fatto apposta! Se non si accendeva non era colpa mia! » si difese.
Amy sentiva il cuore battere alla velocità della luce. Era incredibile la quantità di emozioni che aveva provato in quell'ultima ora. Sentiva l'adrenalina scorrerle nelle vene e per la prima volta si sentì davvero viva. Forse solo ora riusciva a capire il perché a Sheldon piacesse così tanto rischiare nelle corse clandestine, ma questo non le impedì di pensare che comunque non ci avrebbe mai più rimesso piede in quel luogo per tutto l'oro del mondo. Sheldon e il suo invito a vederlo gareggiare sarebbero anche potuti andare a quel paese.
« Adesso dove andiamo? » mormorò Amy con un filo di voce dopo qualche chilometro percorso nel più totale silenzio. Si sentiva stanchissima.
« A festeggiare, ricordi? » rispose Sheldon tranquillamente come se non fosse accaduto nulla.
« Ma davvero vuoi andarci? » chiese incredula allungando il busto verso lo spazio tra i due sedili. Come poteva avere la forza di festeggiare?
Lui si voltò brevemente verso di lei. « Mi sembra ovvio. Ho vinto, no? »
« Sì...hai vinto...» mormorò sistemandosi meglio sul sedile e lasciandosi cullare dal rumore del motore e dalle luci dei lampioni che si riflettevano sul viso. Sperò di non addormentarsi ancora come l'ultima volta.
« Mi ci vorrà una bottiglia intera di rum per riprendermi. » disse Stuart che intanto aveva iniziato a prendere un po' di colore.
« Se vuoi te ne compro anche dieci. Ho tanti di quei soldi che potrei dare da bere a tutta l'università. »
Quando arrivarono davanti a casa di Stuart parcheggiarono la Skyline e presero l'Audi.
« Vieni con noi? » chiese Sheldon rivolto all'amico.
« Dio mio, certo che sì! Ho perso dieci anni di vita stasera e non lascio che mi offri da bere? » sbottò aprendo la portiera della macchina.
Arrivati al bar videro i loro amici seduti al tavolo con aria preoccupata mentre fissavano Leonard che premeva con forza il dito sullo schermo del cellulare touchscreen.
« Perché non mi risponde quel coglio—Sheldon! » esclamò appena lo vide. Lo sguardo sorpreso si trasformò presto in uno sguardo adirato. « Si può sapere dove eri finito? E perché non mi rispondevi? Pensavo ti avessero preso! »
Sheldon prese una sedia e si sistemò di fronte all'amico. « Rilassati stavo facendo un po' di scena, no? Mica potevo arrivare qui prima di tutti...»
« La macchina non si accendeva. » si intromise Stuart sedendosi accanto a lui.
« Davvero? » disse Penny guardando l'amica che si limitò ad annuire.
« Me lo dicevi e ti venivo a prendere! »
« Certo, così se ci beccavano prendevano tutti quanti! Ma fammi il piacere. » sbottò chiamando la cameriera per ordinare.
Leonard sospirò. Aveva il presentimento che prima o poi davvero sarebbe finito nei guai con la polizia. Sperò solo che si trattasse di una sensazione e che questo non sarebbe mai accaduto.
Amy invece si sedette nel posto in parte a Raj che le aveva tenuto libero apposta. Sheldon dovette accontentarsi del posto più lontano rispetto a dove la brunetta si era seduta. Non li aveva proprio di fronte e non poteva nemmeno sentire quello che si dicevano.
Quando la birra di Sheldon arrivò iniziò a sorseggiarla lentamente mentre dava veloci occhiate a Leonard e Penny seduti di fronte a lui che non facevano altro che ridere e scherzare. Aveva notato che da tutta la sera erano stati sempre praticamente insieme e non si erano quasi mai staccati l'uno dall'altra.
Non che forse c'era qualcosa anche da parte di Penny?
Chissà se avrebbero concluso in bellezza la serata, pensò.
Guardò poi Raj e Amy che parlavano e gesticolavano come se fossero stati amici di lunga data. Raj però la stava ascoltando distrattamente a giudicare da quanto intensamente la stava guardando. Lo vide anche abbassare gli occhi un paio di volte sul suo seno e per poco non gli andò di traverso la birra. Voleva cacciarle la lingua in bocca e pomiciare con lei davanti a tutti già che c'era?
Sentiva di nuovo quella fastidiosa gelosia invaderlo fin nella parte più profonda di sé.  
« Sheldon guarda chi c'è. » disse Stuart dandogli una leggera gomitata per richiamare la sua attenzione.
Il ragazzo si voltò verso di lui sperando così di distrarsi da quei due. « Chi? »
« Quella ragazza là al bancone insieme a quella con i capelli rossi. »
« Non la conosco. » disse dandole un'occhiata veloce. Amy adesso stava bevendo il suo cocktail mentre Raj appoggiava una mano sul suo ginocchio e si avvicinava un po' di più. E no, se pensava che avrebbe permesso di farla ubriacare si sbagliava di grosso. Amico o non amico un pugno in faccia non glielo avrebbe tolto nessuno. Sapeva però che Raj non avrebbe mai agito in un modo così subdolo. Non era quel genere di persona.
« Dai Sheldon te ne ho parlato a lungo! »
Sheldon sbuffò e si girò di nuovo verso l'amico. « Ma chi? Me ne hai parlate di così tante che non mi ricordo! »
« Come se ne avessi avute chissà quante! » sbottò accavallando una gamba sull'altra.
Sheldon si passò due dita sotto il mento. « È quella che ti ha fatto ubriacare e ti ha costretto a tatuarti "I love my ass" sul tuo culo? »
« Cos—no! Non è lei e ti ripeto per la centesima volta che non ho quel tatuaggio! »
Sheldon sorseggiò la sua birra tranquillamente. « E io ti ripeto che ti crederò quando me lo farai vedere. »
Stuart sbuffò esasperato. « È Jane! »
« Ah Jane! La ragazza che ti piace dalle medie giusto? »
« Esatto! Guardala come è diventata bella...» sospirò con aria sognante.
« Vi siete mai parlati almeno? »
« Ehm...una volta, ma era ubriaca e...mi ha vomitato addosso. »
Sheldon arricciò le labbra disgustato. « Ottimo. Senti, cosa vuoi fare adesso? » chiese mentre guardava con la coda dell'occhio Raj e Amy. Amy sembrava aver voluto prendere un po' le distanze da lui. Molto bene.
Stuart abbassò lo sguardo per poi rialzarlo con decisione. « Io...io vado a parlarle! Basta ho deciso, questa sarà la mia grande occasione! » esclamò dando un colpo sul tavolo.
« Quello che è successo stasera è un segno, Sheldon. La vita ha voluto darmi una seconda possibilità e io non me la lascerò scappare. Non questa volta. »
Sheldon si massaggiò la fronte stancamente. « Oh, Signore...»
Il meccanico si sistemò la maglia e stese le braccia come se si stesse scaldando i muscoli. Si passò poi una mano nei capelli. « Come sto? » disse rivolgendo all'amico un sorriso sbilenco.
« Sei orribile come sempre. »
« Grazie lo prenderò come un complimento. » disse alzandosi e facendo un paio di passi per poi correre a sedersi nuovamente. « Non posso farcela da solo. Dammi una mano, Sheldon! »
« Io? E cosa vuoi che faccia? »
« Rompi il ghiaccio, presentami a lei! Inventati qualcosa! »
Sheldon vide Raj dire qualcosa all'orecchio di Amy e quest'ultima aveva iniziato a ridacchiare. Sheldon fissò Stuart con decisione. « D'accordo, andiamo. »
Si alzarono entrambi e si incamminarono verso il bancone.
« Sai almeno cosa le piace bere? »
« Credo Long Island Iced Tea, perché? »
« Bene. Ora lascia fare a me. »
Amy notò che Sheldon aveva lasciato il tavolo insieme a Stuart per raggiungere due ragazze sedute al bancone. Sentì la rabbia crescerle dentro. Appoggiò la guancia sul palmo della mano e si voltò completamente verso l'indiano sperando così di non vederlo mentre ci provava con una delle due o...con entrambe.
Sheldon ordinò i due cocktail e quando furono pronti si avvicinò alle due donne. « Spero non vi offenderete se offro qualcosa a due belle ragazze come voi. » disse con tono sensuale.
Entrambe lo squadrano dalla cima ai piedi. « Assolutamente no. Tra l'altro il Long Island Tea è il mio preferito. » sorrise la ragazza con i capelli castani.
« Ma davvero? Che coincidenza. » diede un alcolico a lei e uno alla sua amica e preso Stuart lo pose davanti alla mora con gli occhi verdi che corrispondeva al nome di Jane. « Lui è il mio amico Stuart. Stuart saluta le ragazze. »
Stuart balbettò un ciao.
« Ma aspetta io ti conosco! Ci siamo visti alla festa di fine estate e, oh Dio, non mi dire che sei quello a cui ho vomitato addosso! » disse mettendosi una mano davanti alla bocca.
« No...cioè sì, ero io, ma non preoccuparti non è stato nulla di che...»
« Oddio mi dispiace così tanto, non volevo assolutamente! »
« Tranquilla, almeno ho avuto un pretesto per andarmene via prima da quel postaccio. »
« Anche a te ha fatto schifo, vero? Santo cielo ogni anno peggiora quella festa...»
E così iniziarono a parlare del più e del meno e Stuart sembrava essersi finalmente rilassato un po'.
Sheldon guardò l'ora. « Oh, ma guarda come si è fatto tardi. Ho un sacco di cose da fare. » disse rivolto ai due, ma Stuart lo liquidò con un gesto veloce della mano. Si spostò di un paio di posti più in là. Al tavolo non aveva voglia di tornarci. Leonard parlava con Penny, Howard con Bernadette e Raj con...Amy. Si sentiva il terzo incomodo tra tutte quelle coppiette. E ora che anche Stuart aveva trovato con chi stare si sentiva solo. Lui non aveva nessuno con cui passare il tempo. Bel festeggiamento, pensò. Ordinò un Long Island che gli fu servito in quindici secondi. L'alcol era l'unica cosa che gli facesse compagnia ora.
Passò alla radio una canzone.

Such a lonely day
Shouldn’t exist
It’s a day that ill never miss
Such a lonely day
And it’s mine
The most loneliest day of my life
And if you go
I wanna go with you
And if you die
I wanna die with you
Take your hand and walk away*


La ragazza amica di Jane si sedette in parte a lui e gli sorrise ammiccante. « Jane ha Stuart con cui parlare e magari noi due potevamo conoscerci un po' meglio visto che anche tu sei qui da solo...»
Sheldon fece una smorfia infastidita. « Scusa non te l'ho detto? Non mi piacciono le rosse. » tagliò corto iniziando a bere il suo Long Island.
La ragazza batté gli occhi incredula, non aspettandosi un commento del genere detto con un tono così acido e se ne andò offesa.
« Patetica. » borbottò.
Quando ebbe quasi finito il suo cocktail qualcun'altro si sedette accanto a lui. Sperò non si trattasse di un'altra donna. Invece si sorprese nel vedere Howard.
« Cosa ci fai qui? »
« Me ne sono andato appena ho sentito le parole "ciclo mestruale". » disse facendo cenno a Penny e Bernadette che parlavano tra di loro. Lo guardò mentre tamburellava con le dita sul bancone. « Va tutto bene? »
Sheldon mostrò un sorriso tirato. « Certo. »
« E allora perché sei qui e non sei di là con gli altri? »
Sheldon guardò il suo bicchiere ed emise un breve sospiro. « Voglio stare da solo per un po'. »
Howard guardò verso il suo migliore amico che intanto stava raccontando qualcosa di cui era molto preso mentre una Amy particolarmente interessata non gli toglieva gli occhi di dosso.
« È per Raj e Amy vero? »
« Non dire cagate. Non centrano nulla loro due. »
Howard sospirò. « Sheldon perché non dici qual è il problema? Lo so che è per Raj, non sono stupido! »
Gli lanciò un'occhiataccia. « E da quando saresti diventato così sveglio? »
Howard ignorò l'insulto. « Da quando te ne stai qui a guardare male nella sua direzione mentre stringi quel bicchiere come se avessi il suo collo tra la mano. »
Solo ora Sheldon si accorse di quanto avesse stretto il bicchiere. Diamine, non poteva fargli quell'effetto.
« Dammene un altro! » disse rivolto al barista.
« E non è l'unica volta che lo fai, me ne sono accorto. » concluse l'amico.
« Okay, mettiamo che forse mi dà fastidio che Raj passi così tanto tempo vicino ad Amy, cosa dovrei fare secondo te? »
Howard alzò un sopracciglio e abbozzò un sorriso. « Andare da Amy e dirle che ti piace? » disse con ovvietà.
Sheldon scosse la testa e prese il suo Long Island. « Subito, guarda. » sbottò guardando ancora una volta verso di loro notando come non si fossero staccati nemmeno un secondo da quando Amy si è seduta vicino a lui. « Sarebbe del tutto inutile se glielo dicessi dato che a lei piace Raj. » ammise abbassando la voce e tornando verso il suo bicchiere.
« Fidati che non le piace. Forse sembra, ma ti assicuro che non è così. Sono convinto che le piaccia qualcun'altro e credo anche di sapere chi...» disse guardandolo negli occhi.
Sheldon alzò le sopracciglia sorpreso. Non le piaceva Raj? Perché allora aveva sempre la sensazione che tra di loro ci fosse qualcosa? E sopratutto perché Howard insinuava che in realtà fosse proprio lui il ragazzo che piaceva ad Amy?
« Cosa ti convince che sia io? »
« Perché ci era rimasta davvero male quando non le hai parlato per due settimane e un paio di volte era venuta a chiedermi se per caso sapessi il motivo di questo tuo cambiamento. Inoltre Bernadette mi ha detto che ha indagato su chi fosse Alex. »
« Alex? Ah, giusto, ne ho parlato in mensa oggi e c'era anche lei. » bevve un lungo sorso di cocktail e quando lo finì ne ordinò un altro. « Non lo so...da quando siamo arrivati qui non mi ha rivolto neanche mezza parola. »
« Forse perché ha avuto paura per quello che hai rischiato stasera e vuole prendere un po' le distanze. Lei non è abituata a queste cose e Raj le dà più sicurezza. »
« È per questo che non potrà mai esserci nulla tra di noi, Howard. Raj è il classico bravo ragazzo che tutte vorrebbero avere. Io sono un casino, invece. » Al terzo Long Island con tutto l'alcol che aveva assunto si sentiva decisamente più disposto ad aprirsi con qualcuno.
« Perché dici così? »
« Perché dico così? Evidentemente hai frequentato qualcun'altro in questi cinque anni. » disse bevendo un sorso e sentendo la gola bruciare. Aveva le guance rosse e la testa aveva iniziato a girare. « Faccio corse clandestine in cui ogni volta o rischio la vita o rischio di andare in galera, non sono capace a relazionarmi con una donna a meno che non si tratti di una botta e via e ho questo stupido problema con l'alcol che non riesco a risolvere. » sbottò indicando il bicchiere già quasi vuoto. Appoggiò la fronte sul palmo aperto della mano. « Come potrebbe decidere di stare con me? » disse abbassando la voce e facendo trasparire tutta la sua delusione la quale probabilmente avrebbe mascherato se solo fosse stato sobrio. « Senza contare poi tutti i casini che ho combinato quando ero in Texas. »
« Questi problemi sono tutti assolutamente risolvibili se ci mettessi un po' di impegno! Vuoi essere sicuro che Amy si sentirà sicura a stare con te? Allora smetti di gareggiare, smetti di andare con ogni donna che ti guarda e smetti di bere! » disse allungandosi per togliergli il bicchiere.
« Rimettilo lì dov'era. » lo minacciò con lo sguardo. Howard timidamente lo riappoggiò nel punto di prima.
« D'accordo, magari questo lo risolviamo più avanti...» mormorò iniziando a tormentarsi il tessuto dei pantaloni. « Per quanto riguarda quello che hai fatto in Texas, beh, chi se ne frega! Ormai è fatta, non puoi cambiarlo. Puoi però cambiare quello che farai in futuro. »
Sheldon fece cenno al barista di versare ancora. « Sapevi che a sedici anni ho rubato un'auto perché mio padre non me la voleva comprare? »
Howard sospirò. « No, non lo sapevo. »
« E sapevi che per quello sono stato un anno in riformatorio? »
 Howard trattenne il respiro. « No, neanche questo sapevo. » disse rilasciando l'aria.
« Non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico di stare in quello schifo di posto. » sussurrò con voce biascicata. Ormai i freni erano stati completamente tolti. « A dodici anni ho dato uno spintone a un mio compagno di classe facendolo andare a sbattere contro lo spigolo del banco cavandogli quasi un occhio solo perché mi aveva chiamato idiota. A quattordici anni sono stato coinvolto in una rissa dove mi hanno rotto un braccio e sono stato sospeso da scuola. A quindici ho rischiato di dormire in mezzo alla strada dopo che mio padre mi cacciò fuori di casa. Per fortuna c'era Leonard. » prese una breve pausa. « La lista è ancora lunga. »
« Non voglio sapere che cosa hai fatto prima di venire qui. » disse serio.
« Dovresti invece. » disse guardandolo intensamente. « Cambierebbe la tua opinione che hai di me. » Si passò stancamente entrambe le mani sul volto. « Da una parte vorrei allontanarla, ma dall'altra se vedessi Amy mettersi con qualcun altro credo che impazzirei. »
« Amico, sei davvero cotto di lei. » disse Howard completamente sorpreso da quelle parole.
« Io voglio solo che sia felice. Non mi sembra di chiedere tanto. » biascicò a bassissima voce.
« Purtroppo non è così facile...»
Howard rimase seduto vicino a lui per tutto il resto della serata mentre Sheldon gli raccontava cosa aveva fatto prima di conoscerlo e di come Leonard l'avesse sopportato per così tanto tempo. Il tutto accompagnato dall'alcol.
Dopo un bel po' i ragazzi seduti al tavolo si alzarono e raggiunsero Howard e Sheldon pronti per andarsene.
« Ragazzi è tardissimo, le ragazze vogliono tornare a casa. » disse Leonard stropicciandosi un occhio per la stanchezza.
« Già stanco, Leonard? Ma come, così presto? » Sheldon si girò leggermente, quel tanto che bastava per far vedere il suo viso rosso e gli occhi lucidi per il troppo alcol ingerito. « Non dirmi che con Penny hai già finito? » borbottò mangiandosi le parole.
« Sheldon quanto hai bevuto? » sospirò Leonard guardando male prima lui poi l'amico seduto accanto il quale si limitò ad alzare le spalle.
« Quanto non ho bevuto, Leonard. C'è una sostanziale differenza. » disse girandosi completamente verso di loro e mostrando un sorrisetto compiaciuto.
« D'accordo, quanto non hai bevuto. Andiamo adesso. » lo prese per un braccio, ma il ragazzo non sembrava volersi muovere.
« Ed ecco i miei amici preferiti! » esclamò con un sorriso rivolto ad Amy e Raj. Ma il sorriso durò poco e le labbra si strinsero in una linea, l'espressione seria per quanto possa esserlo dopo tutto quello che aveva bevuto. « Sei patetico, Raj. Ecco cosa sei. E sai una cosa divertente? Nemmeno le piaci. » disse guardando prima uno e poi l'altra.
« Cosa sta dicendo? » chiese quest'ultima dopo essersi trovata gli occhi di Sheldon puntati addosso per diversi secondi.
« Lascia stare, Amy. È completamente andato. » disse Raj toccandole un braccio.
« È inutile che ci provi, tanto non ti vuole. Ficcatelo in testa. » continuò lui cercando una sfida che Raj non era per niente intenzionato a dargli.
Questa volta Leonard riuscì a farlo alzare, ma Sheldon si staccò dalla sua presa.
« Lasciami. Riesco a cavarmela da solo. » sbottò mantenendo appena l'equilibrio. Cercò le chiavi della macchina che con fatica riuscì a tirare fuori dalla tasca del giubbino. « Ora spostatevi che devo andare. »
Vedendo che nessuno muoveva un muscolo Amy li guardò indignata. « E lo lasciate andare così? »
« Amy, è già tanto se riuscirà a trovare l'uscita. » disse Howard con un sospiro.
Sheldon vacillò per un paio di metri poi appoggiò una mano su un tavolino per sostenersi a causa di una fitta alla testa.
Penny fu l'unica che rise vedendo quella scena. « Non riesce a reggersi in piedi! »
Notarono che anche lei era parecchio su di giri anche se non si ritrovava nelle stesse condizioni del loro amico.
« Penny, forse è meglio se andiamo. » disse Leonard sostenendola e iniziando ad avviarsi verso l'uscita.
Amy si fece strada tra le persone finché non arrivò davanti a Sheldon. « Dammi le chiavi. » aprì la mano e lo guardò decisa.
« No, non ti do le chiavi della mia macchina...»
« Le chiavi. Adesso. » non se ne sarebbe andata finché non gliele avrebbe date. Alla fine Sheldon cedette e con mano tremante le appoggiò sul suo palmo aperto. Amy si mise un suo braccio attorno al collo e con fatica lo portò fuori dal parcheggio. Fu difficile perché Sheldon non faceva nulla per sostenere il peso, così gravava tutto sulle sue spalle.
Quando lo fece sedere nel posto passeggero non si lamentò nemmeno una volta ed Amy poté mettersi al posto guida senza dover discutere con lui. Ingranando la prima, si avviò verso casa sua. Ci misero davvero poco tempo ad arrivare a motivo del poco traffico per l'ora tarda.
Giunti davanti alla prima rampa di scale Amy sentì un brivido. E ora come avrebbe fatto a portarlo fino al quarto piano? Tra l'altro l'ascensore era ancora rotto.
Stranamente Sheldon sembrava più disposto a collaborare e un po' per volta riuscirono a fare tutti i quattro piani di scale a piedi. Frugò nelle tasche del suo giubbino per cercare le chiavi di casa, ma queste, ovviamente, si trovavano nella tasca dei pantaloni. Quando infilò la mano nella tasca Sheldon iniziò a ridere.
« Ehi, non sapevo ti piacesse toccarmi. »
Amy alzò gli occhi al cielo. « Oh, ma piantala. Giuro che ti lascio qui per terra se dici ancora qualcosa. »
Una volta entrati lo portò fino in camera dove lo fece sdraiare poco delicatamente. Ma perché diavolo doveva bere così tanto? Era la prima volta che lo vedeva completamente ubriaco e la cosa la fece arrabbiare ancora di più. Si era allontanato dal gruppo per provarci con quelle due, l'aveva completamente ignorata e aveva bevuto così tanto che tra un po' rischiava il coma etilico. Più lo guardava e più non riusciva a capacitarsi del perché le piacesse proprio uno come lui. Era quel genere di persona da cui aveva sempre giurato di stare alla larga, quella che sua madre le aveva proibito fin da ragazzina di frequentare perché chissà come sarebbe diventata se avesse avuto amici di quel tipo. E dal canto suo non era mai stata nemmeno attirata da quelli come lui, visto che più volte erano proprio loro a prenderla in giro ed emarginarla.
Ma Sheldon  non aveva mai mostrato cattiveria nei suoi confronti. Anche quando la prendeva in giro lo faceva sempre in tono scherzoso, mai con l'intento di ferirla perché sapeva quali tasti poteva toccare e quali era meglio di no.
E per questa sua diversità dai soliti ragazzi che aveva visto fu portata a cercare di conoscerlo meglio invece di allontanarlo, dal fidarsi di lui volta per volta fino a sentirsi completamente a suo agio e a diventare sua amica, anche se presto questa amicizia fece spazio a qualcos'altro di più profondo.
Fu l'unico che iniziò a farle battere il cuore.  
« Amy...» mormorò.
« Basta soprannome? »
Lo vide sorridere nell'oscurità quasi totale della stanza. « Preferisco mille volte il tuo nome. Adoro il tuo nome. »
Amy si avvicinò per sistemargli le coperte. « È meglio se dormi. Stai dicendo un mucchio di stupidaggini stasera. »
Sheldon con uno scatto l'afferrò per i polsi e la tirò verso di sé. La sua bocca vicinissima alla sua, così tanto da sentire il suo respiro solleticarle il labbro. « Mi piaci, Amy. Mi piaci da morire. »
Amy rimase paralizzata. Non lo stava dicendo sul serio, non poteva averle detto per davvero che gli piaceva. Era così assurdo.
L'odore pungente di alcol che veniva da lui le ricordò che molto probabilmente i suoi pensieri erano distorti in quel momento e che non pensava affatto a quello che aveva appena detto. Anzi, il giorno dopo non se lo sarebbe neanche ricordato.
« Sei ubriaco. » affermò con tono severo. Si illuse per due secondi, ma ben presto tornò alla realtà dei fatti.
« Forse sì, ma ti assicuro che lo penso davvero. »
« Domani te lo sarai già dimenticato. » disse con un filo di voce. Era sotto l'effetto dell'alcol e non pensava davvero a quello che stava dicendo. Doveva continuare a ripeterselo.
« Io non penso. Scommettiamo? »
No, non avrebbe scommesso e no, non si sarebbe illusa per niente. Non ancora.
« Sheldon, lasciami. » disse decisa.
Non allentò la presa ai polsi, ma anzi accorciò la distanza che c'era tra di loro premendo le labbra sulle sue e dandole un bacio delicato. Amy rimase pietrificata.
« Questo è il bacio che non ti ho dato alla festa. » sorrise appena e appoggiò la testa sul cuscino sentendo le palpebre pesanti a causa della stanchezza. Poco alla volta lasciò andare la presa attorno ai polsi della ragazza e quando lei si tirò su Sheldon si era già addormentato.
Amy sentiva la testa scoppiarle. Erano successe troppe cose oggi, così tante che adesso era sfinita. La storia di Alex, la paura che fosse la sua fidanzata e invece si era rivelata la sua migliore amica, la corsa, il bacio portafortuna, la paura di venire arrestati, la sua indifferenza al bar, il provarci con delle sconosciute e adesso questa rivelazione mentre era completamente ubriaco. Non si stupì se dopo tutto questo non stava più capendo niente.
Aveva bisogno di essere più lucida per ragionare e per far questo aveva bisogno di dormire. Per fortuna accanto a loro c'era l'appartamento di Penny così avrebbe potuto dormire da lei e non sul divano dei suoi amici.
Prima di uscire lo girò sul fianco nel caso vomitasse e poi si chiuse la porta alle spalle.
Sul pianerottolo vide Penny appoggiata alla porta mentre Leonard la baciava appassionatamente. Proprio adesso doveva uscire? Non le andava di interromperli. Stava per rientrare e aspettare quando avrebbero finito quando Penny la vide ed interruppe il bacio chiedendole poi cosa stesse facendo.
« Ho portato Sheldon in camera e adesso vorrei dormire un po'. Penny posso restare da te vero? »
« Certo, certo...ma non credo di riuscire ad aprire il divano letto quindi...dormiamo insieme? » disse Penny barcollando un po'.
« Vi aiuto io ragazze. » si offrì gentilmente Leonard sistemandosi i capelli con una veloce passata di mano.
Dopo aver preparato il letto ed essersi assicurato che Penny stesse bene uscì e prima di chiudere la porta ringraziò Amy per aver portato il coinquilino a casa.
La bionda la guardò maliziosamente. « Ci hai visto mentre pomiciavamo davanti alla porta come fanno i liceali dopo una festa. Per fortuna non ci hai visto fare le cose sporcaccione. » ridacchiò avviandosi verso la camera.
« Buonanotte anche a te Penny! » disse prima di infilarsi sotto le coperte.
Avrebbero avuto un sacco di cose da raccontarsi il giorno dopo.


* Un giorno tanto solitario
Non dovrebbe esistere
E’ un giorno che non mi mancherà mai
Un giorno così solitario
Ed è mio
Il giorno più solitario di tutta la mia vita
E se vai via
Voglio venire con te
E se muori
Voglio morire con te
Prendere la tua mano e andare via
(System of a Down - Lonely Day)




Sì sono tornata. Sì, ho ripreso in mano questa storia dopo mesi. E sì, quello che state vedendo è davvero un nuovo capitolo di questa long, non state sognando né siete sotto effetto di droghe. Ho davvero aggiornato con la seconda parte del capitolo *parte un halleluja registrato*.
È inutile che provo ad abbozzare una scusa, lo so già che mi odiate per aver fatto passare tutto questo tempo, ma non è colpa mia <.<  Okay, sì è mia ma va? ma non riuscivo più ad andare avanti. Ora spero che l'ispirazione non mi abbandoni e che riesca quindi ad aggiornare in tempi più umani, senza far passare ere geologiche.
Che inizino finalmente a smuoversi un po' le cose tra i due protagonisti? Mmmh, non si sa xD
Ringrazio tutti i lettori e chi abbia voglia di lasciare un commento!
A presto! (prometto).
  
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