30/08/2015
2 recensioniProtagonista: Haymitch.
Note: Ehilà, bene, bene. Ecco la nuova – cortissima – flash. Questa volta finalmente su un personaggi maschile: Haymitch! Ho deciso di scrivere e pubblicare la sua flash perchè tra quelle in programma mi sembrava l'idea meno "buona" e più "evasiva" (nel sensso che non ha molti dettagli e anche per questo è la più corta). In realtà di dettagli ne avrei voluti aggiungere, ma l'effetto complessivo della fic non sarebbe stato lo stesso e, sinceramente, lo preferisco così. La fic è incentrata su un piccolo Haymitch dalla famiglia complicata, che spera di riavere la vita che conduceva prima che Panem e il governo la rovinasse (anche se questo non è emerge dalla flash e così che l'ho pensata). Poi, vi vorrei chiedere una cosa, dopo di che vi lascerò in pace. Le fic che ci sono finora sono Katniss, Johanna, Gimmer, Effie e Haymitch. Le prossime fic saranno su Finnick, Gale, Annie, Peeta (non in questo preciso ordine). La domanda è voi, lettori, per caso vorreste una flash su un personaggio in particolare, non tra quelli citati? Perchè vorrei arrivare a dieci capitoli (idk) e quindi se voi mi consigliate personaggi e su uno di quelli io riesco ad adattarci una canzone e scriverci una storia, beh, tanto meglio. Quindi se vi piacerebbe leggere di una piccolo-qualcuno, let me know. Alla prossima, S
Questa è casa tua.
Ho sognato che non so dove c'è
una nuova terra, sta aspettando me
dalla gente mia, quando passerò,
mi saluterà, dicendo questa è casa tua.
[Ce la posso fare, Hercules]
Il pavimento di legno della casa era cosparso di polvere. Dalle finestre socchiuse filtrava la debole luce della luna ed un venticello fresco si insinuava nella stanza. L'odore di alcol impregnava l'aria circostante e ad Haymitch, quell'odore, dava fin troppo fastidio. Aveva nove anni e guardava le stelle, in cerca di qualcosa che solo lui conosceva. Toc, toc. Un bussare lieve, delicato, lo riscosse dai suoi pensieri. Sua madre, una donna esile dagli occhi stanchi e i capelli rovinati, entrò nella stanza, tossendo. «E' ora di dormire, Mitch» disse al bambino con un sorriso. «Io non ho sonno.» Rispose Haymitch imbronciato. La donna incurvò ancora di più le labbra. «E' ora di dormire, piccolo mio. Mi spiace. Ma è tardi. E tuo padre sta arrivando; meglio non farlo arrabbiare. Dev'essere molto stanco, per il lavoro, sai.» Tossì ancora. Haymitch la guardò negli occhi, trattenendo le parole – piene di veleno nei confronti di suo padre – per sé. Sapeva che non c'era nessun lavoro. Solo taverne, scommesse e donne. Sapeva che sarebbe tornato a casa barcollante e biascicando insulti privi di senso. Sapeva che se si fosse intromesso nelle liti dei genitori si sarebbe solo guadagnato altri lividi. Perciò si infilò sotto le coperte e si addormentò in poco tempo.
Sognò un posto colorato e felice, molto diverso dalla realtà grigia in cui viveva. In questo posto suo padre era l'uomo di un tempo e sua madre stava di nuovo bene. In questo posto Haymitch aveva tantissimi amici ed aveva tanti soldi, abbastanza per vivere bene. In questo posto, che sapeva di casa, c'era anche una bambina bionda che il piccolo Haymitch aveva notato qualche giorno prima, al Forno. E questa bambina (Maysilee, secondo la catenina che portava al collo) lo invitava a giocare, tendendogli la mano.
[301 parole circa]