Qualcosa non andava

Martina camminava. Voleva correre via da lì. Voleva fuggire. Le mancava l'aria. Qualcosa non andava. Decisamente qualcosa non andava. Si sentiva pesante. Come se ci fosse qualcosa che le pesasse, che la circondasse e non la lasciasse respirare, non la lasciasse muoversi liberamente. Non andava. Decisamente non andava bene. Non sapeva. Qualcosa non andava e lei non sapeva. Voleva correre ma non ci riusciva. Le stava venendo il fiatone. Le mancava l'aria. La sua testa pesava tantissimo ma era vuota. Dentro non c'era nulla. Qualcosa non andava. Martina sapeva che c'era qualcosa che non andava. Era sola. Voleva un abbraccio, ma in quel momento non l'avrebbe mai ottenuto. Era sola. Qualcosa non andava. Qualcosa non andava e lei stava male. Era scossa da spasmi che la percorrevano per tutto il corpo. Camminava. Aveva freddo. La notte era limpida. Non una nuvola in cielo. Stelle come se piovesse. Come se avessero deciso di trovarsi tutte lì. Tutte sopra di lei. Sentiva anche il loro peso. Qualcosa non andava. Non andava. Non stava piangendo. Si stava stringendo tra le braccia. La strada era illuminata da lampioni dalla luce bianca. Nessuna macchina passava. Era deserto intorno a lei. Camminava da sola. Le era familiare il luogo. Lo conosceva. Non c'era nessuno e qualcosa non andava. Qualcosa non andava. Non sapeva dove mettere gli occhi, non sapeva cosa guardare. La testa rivolta leggermente verso il basso. I capelli a caschetto lisci neri le scivolarono davanti. Ma non durò che mezzo secondo. Qualcosa non andava. Urlare. Voleva urlare. Urlare a squarciagola e non smettere più. Voleva urlare e basta. Tutto il resto non contava perché qualcosa non andava. Qualcosa non andava.