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Autore: nirveil    31/08/2015    3 recensioni
[Sabriel, possibili accenni Destiel]
Questa fan fiction non ha una trama complicata, è soltanto uno sfogo delle mie fantasie per le mie ship preferite. Sarà come un passatempo per me e per voi, per tenerci compagnia giusto quei cinque, dieci minuti.
Dal testo:
Ogni cosa di quel ragazzo lo attirava come una calamita, dagli occhi ai capelli, dalla sua voce al suo chupa-chupa incastrato fra quelle labbra.
Quelle dannate labbra.
E per l'amor del cielo, si era incantato di nuovo. 
Si passò una mano sul viso e si schiarí la voce, per poi allungare una mano verso il ragazzo.
-Mi chiamo Sam-
[SOSPESA]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charlie Bradbury, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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CAPITOLO QUATTRO.

I giorni seguenti, Sam non vide molto Gabriel. Aveva per lo più passato il suo tempo con suo fratello e Charlie. Guardando film, serie tv, entrando ed uscendo da un bar dopo l’altro in cui Charlie e Dean facevano a gara a chi riusciva a rimorchiare più ragazze. E doveva ammettere che Charlie ci sapeva fare con le donne.

Charlie li aveva portati anche in un locale gay, dove si era data molto da fare e quindi era sparita quasi subito, lasciando i due Winchester in balia degli uomini. Dean quel giorno l’aveva odiata, lui adorava e apprezzava solo le forme di una donna e non voleva che la popolazione maschile di quel locale gli si strusciasse addosso. Sam invece aveva deciso di lasciarsi andare e di provare a divertirsi. Non aveva mai avuto nessuna relazione con nessun uomo ma era ben consapevole di non disprezzare le avance che gli venivano rivolte in quel posto. E lui era più che certo che non provasse attrazione solo verso le ragazze. Un piccolo pensiero venne rivolto inconsapevolmente a Gabriel ma Sam scacciò via il suo viso dalla mente. Quella sera conobbe un ragazzo.
Era poco più basso di lui, i capelli sembravano biondi, scompigliati e gli occhi di un azzurro chiaro. Ma non avrebbe saputo dirlo con certezza, a causa di tutte le luci colorate che si riflettevano per tutto l’ambiente. Era un bel ragazzo, quello poteva dirlo con certezza. Se lo era ritrovato spalmato addosso, mentre si trovava al centro della pista e stava ballando sul posto, adocchiando ogni tanto qualche ragazzo che si trovava lì vicino. In un primo momento si sentì imbarazzato ma presto il drink che aveva bevuto poco prima accorse in aiuto, facendolo rilassare. E quindi iniziò a muoversi a ritmo della musica in sintonia con il ragazzo che aveva di fronte. 
Ballarono avvinghiati per svariati minuti e il ragazzo in questione aveva preso a muoversi in modo sensuale addosso al corpo di Sam. Quest’ultimo non si tirò indietro, mentre il ragazzo faceva aderire la schiena contro il suo petto ampio, continuando a muoversi a ritmo della musica. Forse a causa dell’alcool che già scorreva nel sangue di entrambi, i due non smettevano di ridere e Sam circondò il busto del ragazzo con le sue braccia mentre lui posava la testa sulla spalla di Sam. Entrambi avevano un sorriso divertito dipinto sul volto. Alcuni ragazzi che si trovavano sulla pista ballavano tenendo lo sguardo su Sam ed il ragazzo. Stavano dando spettacolo ed entrambi ne furono compiaciuti.

Sam non pensava a nulla in quel momento, continuava a muoversi contro quel ragazzo di cui non sapeva nemmeno il nome, passando entrambe le mani sui suoi fianchi mentre lui non smetteva un attimo di ballare, tenendo costantemente il suo corpo attaccato a quello di Sam. Il ragazzo decise di voltarsi, riuscendo così a guardare nuovamente Sam in viso. Rimase stretto nella morsa delle braccia possenti del minore dei Winchester. Portò quindi le proprie braccia attorno al suo collo, stringendolo più vicino a sé e posando poi la fronte tra la spalla ed il collo di Sam. In quella posizione gli fu facile lasciare qualche languido bacio in prossimità della clavicola, facendo provare a Sam un brivido di piacere. 
L’ennesima canzone finì e nessuno dei due ebbe più la forza di continuare a ballare. Si fermarono quasi contemporaneamente e il misterioso ragazzo dai capelli biondi prese Sam per un polso e lo trascino al bancone del bar. In quel punto c’era meno folla e si riusciva a respirare e se ci si impegnava, si poteva anche parlare senza gridare troppo.
- Posso offrirti da bere? - chiese il ragazzo a Sam, che si ritrovò ad annuire. Non amava l’alcool, non più almeno, ma quella era la sera giusta per sperimentare e non tirarsi indietro. Il ragazzo gli porse poi in mano un drink super colorato, che solo a guardarlo faceva girare la testa. Ne bevve un sorso, era fortissimo e per poco non lo sputò ma presto riuscì ad abituarsi al sapore. 
-Ehi io non so nemmeno il tuo nome - gli disse Sam, dopo aver mandato giù il liquido colorato.
Il ragazzo, per essere sicuro che Sam sentisse (o forse, solo per avvicinarsi nuovamente a lui), allungò il collo e avvicinò le labbra al suo orecchio.

 -Puoi chiamarmi Lucifer - accompagnò quella frase con una leggera risatina, rimanendo vicino all’orecchio di Sam e provocandogli così un altro  piacevole brivido lungo tutta la colonna vertebrale.

Lucifer, che strano soprannome.

Dopodiché, si allontanò e Sam si presentò a sua volta, rivolgendo un sorriso sincero al nuovo conoscente. I due ragazzi continuarono a chiacchierare animatamente, continuando però anche a bere e questo portò Sam a non riuscire più nemmeno a mettere insieme una frase. Farfugliava cose senza senso. Non reggeva per niente l’alcool, a differenza di suo fratello, e questa cosa gli era stata quasi fatale delle volte.
Lucifer ebbe un lampo di buon senso e tolse dalle mani di Sam il bicchiere ancora mezzo pieno, abbandonandolo sul bancone. Si fece strada tra l’insieme di corpi che si muovevano, sudati e appiccicati l’uno all'altro. Teneva un braccio attorno al fianco di Sam, così da assicurarsi di non perderlo in mezzo alla folla.
Arrivarono presto all’uscita e una volta fuori, Lucifer portò Sam nel parcheggio, facendolo sedere sul marciapiede. Prima di sedersi accanto a lui, però, si avvicinò ad una macchinetta e prese una bottiglietta d’acqua. La aprì e gliela porse.
Sam bevve stupidamente tutto il contenuto della bottiglia in una sola volta, provocandosi così solo una bruttissima nausea.
- Lu...ci...devo...- non fece in tempo a finire la frase, che vomitò sulla strada.

Pessimo spettacolo.

Sam poi si accasciò con la testa sulle gambe di Lucifer, sentendosi malissimo. Sentiva la testa pulsare e girare come se fosse su una malefica giostra infinita. 
-Sam... Sei venuto con qualcuno? Sam?!-
Lucifer cercò più volte di chiedere a Sam chi dovesse chiamare o dove abitasse ma Sam ormai era addormentato profondamente sulle gambe del ragazzo biondo. 
Questo quindi decise di portarlo verso la sua macchina. Sì alzò in piedi, afferrando Sam per le spalle così da non farlo cadere a terra. 
- Sam, ce la fai a camminare? La mia macchina è qui vicino -

In risposta però Lucifer  ricevette solo uno sconnesso mugolio, che prese come un sì. Tenendolo sempre stretto a sé, Lucifer lo guidò verso la vettura anche se con molta fatica. 
Aprì la portiera del passeggero e lo fece sedere, aiutandolo ad allacciarsi la cintura. Sembrava di avere a che fare con un bambino e a Lucifer sfuggì una risata. Chiuse poi la portiera per andare a sedersi nel posto del guidatore. Mise in moto ed uscì dal parcheggio, immettendosi sulla strada e dirigendosi a casa propria.

Durante il viaggio, Sam rimase buono ed addormentato per fortuna.

Arrivarono a casa del biondo in meno di una mezz’oretta e mentre Lucifer cercava di tirar fuori dalla macchina un Sam a peso porto, il telefono del bell’addormentato si mise a squillare. Ovviamente Sam non si svegliò, probabilmente nemmeno lo sentiva il telefono. Lucifer decise di rispondere, nel caso fossero amici di Sam che ancora lo cercavano nel locale. Appena premette la cornetta verde sullo schermo del telefono e se lo portò all’orecchio ela voce di un uomo piuttosto arrabbiato e preoccupato lo investì.

Sammy, dove cazzo sei finito? L’ultima volta che ti ho visto avevi un coglione biondo attaccato a te, ripeto, dove cazzo sei?!-

Lucifer fece finta di non aver sentito il grazioso nomignolo affibbiatoli da quel tizio, si sforzò di sembrare gentile, anche se gli riusciva molto difficile.

-Sono quel coglione biondo che era attaccato a Sam, ciao - rispose il ragazzo con un tono ironico.

Silenzio. Si sentivano solo i respiri dell’uomo che Lucifer ancora non conosceva ma la sua risposta arrivò qualche secondo dopo.

Brutto coglione figlio di puttana, che hai fatto a mio fratello?- Sentita la risposta, Lucifer alzò gli occhi al cielo, sbuffando.

- La mamma non ti ha insegnato a parlare come si deve? Non va bene, no no. Comunque, idiota, tuo fratello Sam sta bene. Forse un po’ sbronzo, a quanto pare non regge l’alcool. È a casa mia. Tranquillo, non gli faccio niente, non sono uno stronzo -.

Il tono ironico pian piano lasciò spazio a quello tranquillo e spensierato, cercando di riuscire a convincere quel testardo del fratello di Sam ma a quanto pare aveva usato le parole sbagliate.

Tu adesso mi dici dove cazzo abiti e vengo a riprendermi mio fratello! Figlio di...-.

Venne interrotto da Lucifer, che seppur sbuffando, gli stava fornendo l’indirizzo. Dopodiché, senza dar tempo all'uomo che c'era dall'altra parte della cornetta di formulare una qualsiasi frase, chiuse la chiamata.

Lucifer rimase appoggiato all’auto, attendendo il fratello del ragazzo addormentato nella sua auto. Nel frattempo si era preso la libertà di auto-chiamarsi con il telefono di Sam, così da avere il suo numero.

Dopo una ventina di minuti, un’auto parcheggiò accanto alla macchina di Lucifer. Ne uscì un ragazzo poco più basso di lui, con un'espressione decisamente incazzata sul volto. Rivolse uno sguardo di sdegno a Lucifer, prendendosi la libertà di aprire la portiera della sua macchina dal quale scorse suo fratello Sam.

La sua espressione subito si tramutò e divenne dolce, quasi paterna, avrebbe potuto affermare Lucifer. Prese con delicatezza Sam dalle braccia, sollevandolo e tirandolo così fuori dall'auto con facilità. Sembrava abituato a certe cose. Lucifer pensò che non doveva essere la prima volta che Sam si prendeva una sbronza pesante.

Sam, nel frattempo, si svegliò, stringendosi automaticamente al fratello. Quest'ultimo, lo aiutò ad arrivare alla macchina, facendolo poi sdraiare nei sedili posteriori. Chiuse la portiera e si rivolse a Lucifer. La fronte corrucciata ed i muscoli tesi, lasciavano capire al povero malcapitato che il fratello di Sam fosse di nuovo incazzato. Era inquietante come riuscisse a cambiare umore in base alla persona che aveva davanti.

Non disse niente, dopo averlo guardato male per l'ennesima volta, salì in auto e sgommò via, lasciandosi alle spalle un Lucifer perplesso.

* * *

Dean guidava la macchina presa in prestito da Charlie; l’aveva lasciata a casa prima di andare a recuperare suo fratello. Desiderava tanto essere a bordo della sua amata Impala che riusciva sempre a lenire la sua preoccupazione e la sua frustrazione in quei momenti.

Odiava il fatto che il suo Sammy si fosse ubriacato di nuovo, erano anni che non capitava. Odiava anche quel tizio biondo, per averlo fatto bere più del dovuto.

Sbuffò ed osservò con la coda dell'occhio il viso contratto del fratello minore, probabilmente stava combattendo con la nausea e con la voglia di buttar giù ancora alcool. Dean sapeva cosa fare, sapeva che a Sam stavano tornando in mente tutte le immagini che lo tormentavano ormai da molti anni. Doveva portarlo a casa, metterlo a letto e rimanere con lui per tranquillizzarlo. La presenza di Charlie avrebbe sicuramente facilitato ogni cosa.

Arrivarono davanti casa che era ormai notte fonda, ma le luci erano ancora accese e Dean scorse dalla finestra due figure sedute al tavolo, probabilmente a chiacchierare.

Il maggiore parcheggiò, spense l'auto mettendo le chiavi nella tasca della giaccia e scese, così da poter aiutare Sam a scendere.

Posò lo sguardo su di lui, una volta aperta la portiera del passeggero e lo vide tremare leggermente. Si sentì uno schifo nel vedere quella scena poiché aveva pregato di non vedere più il fratello stare male in quel modo e si era promesso di aiutarlo in ogni modo.

Da quando erano soli, aveva sempre protetto suo fratello in ogni cosa, dai bulletti a scuola alle cose gravi. Ora si sentiva come se avesse appena fallito.

Fece scorrere una mano dietro la schiena di Sam e l'altra sotto le sue ginocchia. Ricorse a tutta la sua forza per riuscire a sollevare il corpo di suo fratello, era più alto di lui, e nonostante Dean facesse fatica a tenerlo tra le braccia, riuscì a portarlo in casa senza troppi problemi.

Appena entrò, Charlie si fiondò da lui, guardandolo con gli occhi spalancati. Bastò un solo sguardo tra i due e la rossa capì la situazione alla perfezione. Era al corrente di tutto.

Dean si accorse solo dopo aver poggiato suo fratello sul divano in sala, che la seconda figura che aveva intravisto dalla finestra era di Gabriel. Lo salutò con un cenno del capo, mentre lui lo guardava senza capire, spostando lo sguardo dal maggiore dei Winchester a Charlie, come a chiedere in una muta richiesta spiegazioni.

Spiegazioni che ovviamente non arrivarono, ma non se ne fece un problema, capiva che era una cosa di cui era difficile parlare. Ora stava guardando Sam dormire ma tremante. Corrucciò la fronte.

- Sta avendo degli incubi, Gabriel, ma se lo svegliamo sarà peggio - chiarì Dean. Il suo tono era grave, preoccupato e triste.

Il fratello di Sam era seduto accanto a lui sul divano, ma non osava toccarlo, era troppo scosso, troppi ricordi gli erano tornati in mente vedendo il suo fratellino in quello stato.

Gabriel si avvicinò a Dean, gli mise una mano sulla spalla, facendolo così voltare e lo guardò negli occhi.

- Posso stare io con lui, Dean, vai con Charlie e calmati un po' –.

Il Winchester ringraziò Gabriel con lo sguardo e senza dare risposta a voce, si alzò dal divano e sparì in cucina con Charlie.

A quel punto, trovandosi da solo nella stanza, si sedette per terra, incrociando le gambe e restò davanti al divano. Guardò il ragazzo tremante che aveva di fronte, aveva preso a sudare freddo ormai, e Gabriel non voleva nemmeno immaginare che tipo di incubi potessero ridurre una persona così.

Si mise in bocca un lecca-lecca, molte volte servivano a rilassarlo, come in quel momento. Allungò una mano verso Sam, posandola dolcemente sulla sua guancia e gli accarezzo il viso.

- Cosa combini Sam?- sussurrò più a se stesso che al ragazzo che era steso sul divano. Fece scorrere le proprie dita tra i capelli del moro, sperando di riuscire a calmarlo il minimo indispensabile. Un piccolo sorriso si fece strada sul viso di Gabriel e non smise un attimo di accarezzare il viso di Sam.

Dopo una mezz'oretta buona, i tremiti erano spariti assieme agli incubi, lasciando spazio ad un sonno privo di sogni.

Gabriel si trovava ora ad accarezzare il petto di Sam e per quanto cercasse di resistere al sonno fu inevitabile per lui addormentarsi con la testa sul divano e la mano ancora sul corpo del piccolo Winchester. 

NdA
So che ci ho messo un tempo infinto ad aggiornare, ma capitemi, al mare non ho avuto molto tempo per scrivere! 
In questo capitolo ho introdotto un nuovo personaggio, Lucifer, avrà un ruolo importante, che ne pensate? 

Ringrazio ancora chi recensisce, chi legge silenziosamente e chi aggiunge la storia tra le preferite o le seguite, vi adoro. 
Uno speciale ringraziamento va a Roy Bennett che ha betato questo capitolo!
Alla prossima.
 

  
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