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Autore: nettie    31/08/2015    1 recensioni
Un parco, tanta gente, vita, sole, Estate. Una semplice passeggiata, mille differenti punti di vista.
Ognuno di noi ha una storia da raccontare, il nostro passato influenza il nostro presente, e come è possibile tenersi tutto dentro?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Storie brevi scritte in un lasso di tempo breve. '
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L’amore è un punto di vista.

 

Una coppia: un uomo e una donna, entrambi mostrano meno di trent’anni. Un parco, tanta gente, una gelateria non troppo lontano da lì, dietro il bancone del locale una donna dalle forme generose sta servendo ogni suo singolo cliente, regalando sorrisi a chi forse ne ha sempre avuto bisogno. Il sole batte forte sul suolo, è una delle giornate più calde di questo afoso Agosto, e i due camminano mano nella mano, osservati indisturbati dalla gente che popola quel simpatico parchetto. Bambini schiamazzanti che sprizzano allegria da ogni singolo poro, le loro stesse madri sedute qualche panchina più in là a tener d’occhio le loro creature, e ancora qualche metro più avanti, un vecchio che sembra star semplicemente leggendo un quotidiano da dietro due occhiali da sole, tondi e scuri. Sotto una grande quercia, poi, tre adolescenti vestiti di nero dalla testa ai piedi, due ragazzi e una ragazza dai capelli tinti di un viola intenso, lunghi e setosi. Su un’altra panchina ancora, in un punto più isolato degli altri, siede una ragazza non troppo alta, esageratamente magra, gli occhi nascosti da due occhiali da sole specchiati e un curioso taglio di capelli.

 

***

 

Cammino mano per mano con la mia donna, e cosa potrei chiedere di meglio? Come se non bastasse, ad aumentare il mio ottimismo è il sole - che nonostante mi faccia sentire un caldo terribile, non può far altro che alimentare le mie buone speranze. Dentro la tasca dei miei pantaloni larghi nascondo un segreto, e ho pregato tutta la notte un Dio in cui non ho mai creduto per far sì che le piaccia, che accetti di diventare la mia sposa a vita. Lo so, forse è un po’ presto, ma sono pazzo di lei. Intanto, le ho promesso che questo pomeriggio l’avrei portata a prendere un gelato: com’è tenera, se basta così poco per renderla felice cosa mai succederà quando vedrà quell’anello così delicato? Quell’anello che, in tutta onestà, già immagino addosso a lei. La guardo camminare stringendo forte la mia mano e non posso far a meno di sfoggiare uno dei migliori sorrisi di tutta la mia vita, è incredibilmente bella, e minuto dopo minuto il nervosismo sale, sempre più impossibile da reprimere dentro e celarlo con questa tranquillità apparente del quale mi sono vestito. Ma devo contenere l’entusiasmo, perché l’ultima cosa che voglio è mandare a monte ogni piano e farle scoprire tutto.

 

***

 

Sono nervosa, sono incredibilmente nervosa e sto cercando in tutti i modi di non darlo a vedere. Ieri sera ho alzato un po’ troppo il gomito, e diamine -- neanche Dio sa perché non l’ho lasciato venir con me a quella festa di merda. Non ricordo precisamente cos’ho fatto dopo qualche drink di troppo, ma ricordo che c’era un uomo con me, e che gran pezzo di uomo. Poco ma sicuro che gli ho messo un bel paio di corna, e il fatto di non riuscire a ricordarlo mi disturba fin troppo. Quei pochi ritagli di ricordi che sono rimasti nella mia testa dolente mi scuotono tutta: a dir poco non riesco a crederci, e non so come farò a tener il segreto ancora nascosto a lungo. Lui, poi, lui non fa altro che peggiorare tutto! Sembra così fottutamente felice che quasi mi irrita, ma no, infondo non è colpa sua, ma solo mia. Sì, mia, perché sto per smorzare quel sorriso del quale sono innamorata. Ma si può parlare veramente d’amore, in questi casi? Dio santissimo, non mi sono mai sentita più confusa di così. Non posso far altro che continuare a camminare in silenzio, e aspettare questo benedetto gelato, sperando che mi vada tutto bene.

 

***

 

Un’altra sana ma faticosa giornata di lavoro, l’ennesima, come è stato ieri e come sarà naturalmente domani. Però, nonostante tutto non posso lamentarmi: il lavoro mi stanca da morire, sì, ma sono soddisfatta del mio stile di vita, quando hai due figli e un uomo che ti aspettano a casa tutte le sere non ti puoi certo lamentare! Ogni tanto spero che lui rincasi prima dal lavoro, e non so, che passi qui a farmi una sorpresa. Mi è capitato più volte di cercare il suo volto fra la lunga fila di persone che si pone davanti al bancone, ma ogni volta è una specie di delusione che mi fa contorcere lo stomaco. Continuo a ripetermi che sì, siamo adulti e queste cose le fanno solo i ragazzini, e allora perché non si può ritornare ragazzini almeno per un po’?! Mi sento troppo esigente a volte, ma non importa. Piuttosto, non dovrei assolutamente distrarmi con questi futili pensieri: ho dei clienti da soddisfare, e ovviamente ognuno di loro viene accolto con un sorriso ampio e solare. Adoro i sorrisi, mi fanno sentire così bene - perciò penso che facciano sentire bene anche gli altri, almeno spero… Mio marito ha sempre detto che ho un sorriso bellissimo, e che i bambini hanno addirittura preso da me! Nonostante me lo dica ormai da anni ogni volta non posso far a meno di sentirmi orgogliosa, perché tutto questo lo sto costruendo con l’uomo della mia vita, ed’è tutto ciò che ho sempre desiderato.

 

***

 

Fa un caldo assurdo, l’aria è irrespirabile ma non ci posso fare niente: ho voluto portare mio figlio a giocare con gli amici al parco, oggi. Me lo chiedeva da tanto, e ogni volta era un “no” continuo, per colpa dei miei impegni costanti. Una volta mi ha detto che sono una mamma troppo impegnata, e allora lì mi si è stretto il cuore. Forse ha ragione, anche se è solo un bambino ha ragione: devo dedicare più tempo a lui, a mio marito. Piuttosto, mentre lo guardo correre e giocare con altri bambini noto quanto stia crescendo a vista d’occhio, e quanto somigli sempre di più al padre giorno dopo giorno. Hanno lo stesso sorriso, e vederli entrambi sorridenti dietro la tavola è una gioia immensa. Più in là poi vedo una coppia, sembrano così felici insieme che quasi mi ricordano me e mio marito dieci anni fa, prima che ci perdessimo entrambi nel lavoro. Forse è proprio questo che ha ucciso la passione: il lavoro. Ah, e dire che prima d’ora non ci avevo mai pensato! Mi accomodo meglio sulla panchina, e un’amica inizia una semplice chiacchierata, forse un po’ monotona ma sempre accettabile. Mentre mio figlio si diverte dovrò pur passare il tempo anche io, insomma. Forse, però, invece che chiacchierare dovrei pensare a come dare una sistemata alla fredda situazione in famiglia, sarebbe più che giusto.

 

***

 

E’ Estate, e io ho sempre odiato l’Estate. Anzi, sta per finire, quindi forse qualcosa di positivo c’è. Poi, non è che ho sempre odiato l’Estate, è che da quando lei si è lentamente spenta fra le mie braccia questa stagione non ha più gusto. O forse, sono semplicemente io ad aver perso il gusto della vita in generale. Mi dispiace ammetterlo, ma penso sia così. Figli e nipoti pensano al mio benessere più completo, ma senza di lei non posso stare bene, non posso sorridere di mia spontanea volontà. E’ già passato qualche anno e non penso ancora di essermi abituato alla sua assenza in ogni secondo della mia giornata. Ma ormai, cosa voglio pretendere? Sono vecchio, e come un vecchio che si rispetti me ne sto seduto su una panchina con un quotidiano in mano. A che serve leggere le notizie attuali, se da quando se n’è andata lei non mi sembra più di essere parte di questo mondo? Mi limito ad osservare la gente nonostante a lungo andare gli occhi inizino a farmi male. Sembrano tutti così felici, sorridenti, e non posso far altro che provare un po’ d’invidia. Anche io la vorrei qui con me, la donna che mi è stata vicino per più di cinquant’anni, e solo Dio sa quanto vorrei raggiungerla lassù. Ma ormai, non mi resta che aspettare: spero solo che sia più rapido ed indolore possibile, perché già so che lei lì m’ha lasciato un posto.

 

***


Mi sto annoiando a morte, e per di più - come se non bastasse sto bruciando dall’invidia. Lei, la mia migliore amica è seduta a nemmeno un metro da me, con il ragazzi dei miei sogni accanto. Il problema, è che è anche il ragazzo dei suoi sogni. Ho sempre preferito mantenere segreta la cosa nonostante io la veda come una sorella, semplicemente perché ho paura della sua reazione. Ho paura della reazione un po’ di tutti, per questo mi costringo a vivere nell’ombra. E’ triste come cosa, ma se penso che grazie a lei posso vederlo quasi tutti i giorni la mia vita assume un po’ di colore come ai vecchi tempi. Li vedo tenersi per mano seduti fin troppo vicini sotto questo vecchio albero e mi si stringe il cuore, abbasso lo sguardo e faccio finta di niente, faccio finta di ascoltare le loro chiacchiere. Nel vialetto del parco, fra i bambini schiamazzanti, sta passeggiando un’altra coppia. Posso vedere solo la faccia di lui voltata verso di lei, e i suoi occhi esprimono solo tanto amore. Li invidio, li invidio da morire e per questo mi odio. A volte mi chiedo semplicemente perché non sono libero di amare chi voglio, e non riesco a darmi una risposta. Forse sono sbagliato e basta, ecco la risposta: forse è solo colpa mia. La mia famiglia mi ha sempre insegnato che il vero amore è solo fra uomo e donna, allora perché io per le donne non riesco a provare più di una semplice amicizia? Forse, non sono in grado di provare amore.

 

***

 

Agosto sta finendo, finalmente. Non avrei seriamente potuto chiedere di meglio, l’Estate mi disturba a morte e non riesco a vivere come vorrei. Ho cercato un po’ di sollievo nell’aria aperta, ma le cose non fanno che peggiorare. Starsene seduti qui su questa squallida panchina mi fa stare peggio, sempre peggio, semplicemente perché non ho niente da fare se non pensare, ed osservare il mondo che mi circonda. Mi sale lo schifo e l’amaro in gola, a guardare tutte queste coppie e queste persone felici. L’unica persona che vorrei qui con me al momento è lontana, lontana chilometri e chilometri, c’è un mare a separarci e ogni volta che ci penso vorrei solo scomparire. Se c’è un Dio, che si sbrighi a dirmi cos’ho fatto di tanto male in una scorsa vita per meritarmi tutta questa sofferenza in questa. La felicità ora ha un tempo ben preciso, e se non vivo quegli attimi dovrò aspettare mesi e mesi prima di avere una seconda chance, prima di poter riposare nuovamente fra le sue braccia. Sbuffo appena, e cerco un po’ di conforto nella musica: un paio di auricolari al momento sono i miei unici amici, la cosa mi fa sentire terribilmente sola. Guardo la gente passare da dietro gli occhiali da sole mentre Steele mi urla nelle orecchie tutto il suo dolore. Abbasso lo sguardo e lo punto a terra, per ancora un po’ di felicità dovrò aspettare un mese e passa.

 

 


 

 

Come si può pretendere di essere sinceri con gli altri, quando in realtà non si è sinceri neanche con sé stessi?

La vita è tutta una grande bugia, e noi non siamo reali. E dico questo perché la vita è una puttana, fine. Non c’è un giorno nel quale non mi risparmi la sofferenza, ormai mi sono arresa. I giorni si confondono l’un l’altro, sto perdendo la cognizione del tempo in questo dolce abbandono. Abbandono al non far nulla, alla marea che mi porta via, lontano dalla riva, mi porta in salvo. Perché è solo questo quello di cui ho bisogno: salvezza, senso di protezione.

Che qualcuno possa assolvere i miei peccati, tutti!

 

-nettie.

 
   
 
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