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Autore: rowiel    31/08/2015    3 recensioni
(IN REVISIONE)Aly è sempre stata innamorata di Alex, ma non ha mai fatto niente per conquistarlo. Per lei lui è bello e irraggiungibile come il sole, eppure i loro universi sono destinati ad avvicinarsi inesorabilmente. Cosa accadrà quando si scontreranno?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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When dreams come true
CAP

Qualcuno mi stava chiamando.
Aprii gli occhi spaesata. Dovevo essermi addormentata. Ci misi qualche attimo a ricollegare tutto.
Ero ancora sul pianerottolo davanti alla porta dell'appartamento di Alex.
Lui mi guardava basito.
Non era partito. Non ero arrivata tardi.
Il sollievo esplose travolgendomi. Di slancio mi gettai su di lui e lo strinsi forte. Colto di sorpresa Alex cadde a terra, ma non esitò ad abbracciarmi a sua volta. Lo sentii sorridere per l'impulsività con cui l'avevo travolto. Non ricordavo più l'ultima volta che l'avevo sentito ridere. Amavo la sua risata.
Dio! Mi era mancato così tanto. Era una boccata d'aria fresca, era la gioia, la pace. Io lo amavo. Avevo bisogno di lui e stavolta dovevo farglielo sapere.
“Credevo fossi già partito. Credevo di averti perso.”, sussurrai felice di essermi sbagliata.
“Ero a cena dai miei. Parto domani.”, mi rispose lui.
“Non te ne andare.”, lo implorai.
“Aly...”, iniziò.
“Non te ne andare.”, feci di nuovo più decisa e prima che potesse rispondere o obiettare lo baciai.
Riversai in quel bacio tutto ciò che avevo. Non volevo più avere paura, non volevo più nascondermi, non volevo avere un altro rimpianto. Ne avevo già abbastanza.
Alex non mi respinse. Dopo lo stupore iniziale rispose al bacio con lo stesso ardore. Mi strinse attirandomi a sé, le sue labbra si muovevano con le mie.
Le mie dita si intrecciarono ai suoi capelli, mentre le sue mani mi accarezzavano. Non so come mi ritrovai a cavalcioni sopra di lui. Era dannatamente eccitante.
Non riuscivo a smettere di baciarlo, né lui sembrava intenzionato a permettermi di allontanarmi. Ogni volta che mi distaccavo quel tanto che bastava a prendere fiato, lui mi afferrava di nuovo trascinandomi in un turbine di desiderio che mi infiammava corpo e cuore. Il sangue mi ribolliva nelle vene e il mio corpo fremeva acceso dai suoi tocchi delicati.
Nemmeno nei miei sogni più sfrenati avevo immaginato sensazioni del così belle e intese.
“Ti amo Alex.”, gli dissi col fiato corto.
Per tutta risposta lui mi afferrò di nuovo e riunì la sua bocca alla mia. Nei suoi occhi leggevo lo stesso desiderio che mi ribolliva dentro, la stessa bramosia, la stessa fame.
“Fai l'amore con me.”, sussurrai vinta dal bisogno.
Alex si bloccò di colpo. Mi guardò sorpreso e solo allora io mi resi conto dell'enormità che avevo appena detto.
Non ci potevo credere. Glielo avevo detto veramente. Non che non fosse ciò che desideravo, lo volevo, lo volevo da morire, ma lo avevo detto ad altra voce mentre pomiciavamo seduti in un pianerottolo.
Sentii la faccia avvampare e il desiderio impellente di nascondermi. Possibile che dopo tutto ciò che avevo passato ancora non riuscivo a filtrare ciò che mi passava per la testa quando ero con lui?
“Vuoi farlo qui? In mezzo al corridoio?”, mi stuzzicò peggiorando la situazione.
Era ridicolo quanto fosse sensuale ed erotico il modo in cui la sua voce mi carezzava, il modo in cui solo sentirla bastò ad accendere il mio corpo facendo contrarre muscoli che non sapevo nemmeno di avere.
“Be' magari potremmo entrare.”, mormorai incapace di guardarlo negli occhi.
Alex mi mise un dito sotto il mento per costringermi a guardarlo in faccia. Ogni pensiero mi evaporò dalla testa davanti al blu sconfinato dei suoi occhi.
“Aly...”, fece tornando serio.
“Ho letto la lettera.”, lo interruppi.
“L'avevo immaginato.”, mi rispose lasciandomi un dolcissimo bacio sulle labbra.
Con un braccio mi cingeva la vita e con la mano libera mi accarezzava delicatamente il volto. Quel suo modo di toccarmi mi riempiva di così tanta gioia, di così tanta tenerezza da non riuscire a contenerla.
“Perché sei qui?”, mi domandò serio.
Voltai il volto quel tanto che bastava a baciargli il palmo. Era arrivato il momento di giocare a carte scoperte.
“Per dirti che io non voglio perdonarti.”, gli dissi guardandolo dritto negli occhi.
Sentii il suo corpo contrarsi come se fosse appena stato colpito a tradimento. Sapevo che aveva bisogno di sentirsi dire che lo perdonavo, ma io non potevo farlo.
“Non hai bisogno del mio perdono. Vederti con Roxy mi ha fatto male da morire, ma non è colpa tua se sono stata male. Mi sono arrabbiata con te, ma in realtà ce l'avevo con lei. È stata lei a tradirmi, non tu.
Ho fatto un gran casino. Ho confuso la delusione di vedere te con lei, con il dolore di scoprire lei con te, non so se riesci a capirmi... forse no... nemmeno io ci capisco molto.
Però il punto è che non avrei dovuto prendermela con te. Alex io non posso pretendere niente da te. Noi non siamo amici e tu non sei il mio ragazzo. Non puoi tradirmi.”
“Ti ho ferita di proposito, Aly. Ho cercato di spiegarti che...”
Lo fermai con un gesto della mano. Se non dicevo tutto adesso avrei perso il coraggio.
“Ti sto dicendo Alex che ti ho dato io il potere di farmi male. Mi sono messa io in quella posizione.”, presi un respiro profondo preparandomi a dire tutto ciò che ancora non gli avevo confessato, “Quando le persone normali si innamorano, non allontanano la persona che gli interessa, ma cercano di conquistarla, di farsi ricambiare. Io invece ti ho tenuto deliberatamente a distanza. Mi sono convinta che tra noi non potesse... che tu non potessi... che noi...
Era più facile pensarla così. Se il mio era destinato ad essere un amore non corrisposto non aveva senso provarci, espormi sapendo già che sarei stata respinta e ferita. Però allo stesso tempo invece di dimenticarti ho costruito un interno mondo intorno a te, senza chiederti di farne parte. A me bastava guardarti così era più sicuro e se stavo male vedendoti insieme ad ad un altra ragazza potevo arrabbiarmi con te o con lei, tutto pur di negare che ero io ad essermi messa in quella posizione, ad essermi negata ogni possibilità.
Amare a distanza è più facile, perché se non ci si mette davvero in gioco, non si può restare delusi. Per questo non voglio le tue scuse, Alex. Tu non hai fatto niente di male. Non c'era nessun tipo di impegno tra noi, non mi devi niente. È colpa mia, sono stata una vigliacca ed un'ipocrita. Volevo evitare una delusione e, senza rendermene conto, ti ho messo nella posizione di farmi molto male e oltrettutto per colpa mia hai discusso con Tom. In fin dei conti sono io che dovrei chiedere scusa.”
Alex mi prese il viso tra le mani e mi guardò come se mi vedesse per la prima volta. Era uno sguardo così intenso da togliere il fiato. Voleva parlare, ma aveva capito che non avevo ancora finito e stava aspettando che continuassi.
“Stavolta voglio fare le cose per bene. Voglio dirti tutto quello che avrei dovuto dirti fin dall'inizio. Voglio correre tutti i rischi che posso.
Per me Alex tu sei... Dio non ci sono parole per descriverlo. Sei il mio sole, sei il mio amore, sei il centro del mio universo. Quando tu entri in una stanza a me sembra che il mondo si illumini, il solo vederti rende le mie giornate migliori.
Ti amo da quel primo giorno di dieci anni fa. Avevi la guanciotte rosa ed i capelli ricci tutti arruffati. Mi è bastato uno sguardo. Non ci eravamo nemmeno parlati e mi ero già persa nel blu profondo dei tuoi occhi. Il semplice fatto che tu esista, mi ha stravolto la vita in modi che non so... non posso spiegare.
Ti amo da sempre e credo che lo farò finché avrò vita. L'amore che provo è enorme e profondo, tanto che a volte mi fa paura. Probabilmente se avessi potuto scegliere, avrei scelto un sentimento meno impetuoso, più adatto a me, ma il cuore non sente ragioni. Vuole te e te soltanto.
Ho passato gli ultimi mesi cercando di odiarti, di soffocare questi sentimenti, ma non posso, non ce la faccio. Io ti amo Alex, ti amo davvero. Ti amo e basta e voglio averti tutto per me. Non voglio essere tua amica, voglio essere tua.”
Espirai come se avessi appena finito di correre una maratona, sentendomi emotivamente stravolta. Ormai era fatta nel bene o nel male.
Le labbra di Alex mi presero alla sprovvista. La sua bocca reclamò il possesso della mia, cercando la mia lingua e assaggiando le mie labbra fino a farmi gemere. Riuscivo a sentire il desiderio vibrante diffondersi da quel bacio al resto del corpo come un fiume in piena.
“Alex...”, mormorai
“Direi che abbiamo parlato abbastanza.”, mormorò senza staccarsi.
“Forse è meglio se entriamo.”
Senza smettere di baciarci ci alzammo e raggiungemmo in qualche modo la porta. Le nostre bocche non facevano che reclamarsi febbrilmente. Sentivo la sua lingua lambire la mia, causandomi brividi di piacere. Non ero mai stata tanto viva e cosciente del mio corpo, come ora che ero tra le sue braccia.
I nostri corpi erano attaccati. Alex teneva una mano tra i miei capelli afferrandomi la nuca in modo da non farmi allontanare, con l'altra armeggiava con la serratura. Io mi aggrappavo a lui quasi con disperazione. Non era più desiderio, ormai era un bisogno.
“Alex... la porta...”, lo implorai.
“Ci sto provando...”, mi rispose, con la voce sporcata dalla stessa impellente necessità.
Provò a staccarsi per aprire, ed io inizia a lasciargli una scia di baci lungo la mascella, il collo, le spalle. Sentii i suoi muscoli contrarsi mentre mi premeva con più forza contro la porta.
“Se fai così non ci riuscirò mai.”, ridacchiò senza fiato.
“Non è un problema mio.”, gli risposi non curante.
Alex smise di armeggiare con le chiavi. Mi afferrò e mi sollevò facendosi circondare i fianchi con le gambe.
Oh mamma! Sentivo la sua erezione premere contro la mia gamba. Avvampai per l'imbarazzo di sentirlo così, era tutto nuovo, le sensazioni, i desideri. Rischiavo di impazzire.
“Piccola impertinente.”, mi sgridò divertito mordicchiandomi l'orecchio.
“Alex...”, mugolai.
“Che c'è?”, sussurrò iniziando a baciarmi il seno sopra il vestito.
Inarcai il corpo automaticamente. Non avevo mai desiderato così tanto essere toccata. Era così intenso da far male.
“Ti prego...”
Mi coprì la bocca con la sua, travolgendomi con una nuova ondata di desiderio. Era una spirale infinita. Ogni volta che credevo di non poterlo volere di più, venivo travolta da un bisogno più forte, più impellente che mi bruciava quasi fino a consumarmi.
Finalmente la serratura scattò. La porta dietro di me sparì e fu sostituita da una parete.
L'ultima volta che ero stata in quell'appartamento era quando avevo mostrato ad Alex il video di Roxy. Rabbrividii al pensiero di ciò che era successo dopo. Non volevo pensarci, non in questo momento.
“Tutto ok?”, la voce di Alex mi sorprese.
“Si.”, dissi cercando lavare via quei ricordi.
Lui smise di baciarmi e mi fece scendere. Se n'era accorto. Lui si accorgeva sempre di tutto. Maledetta me e il mio tempismo. Perché dovevo pensare proprio a quello? Perché proprio in quel momento?
“Aly, non devi farlo se non sei pronta... io posso aspettare.”
Io no.
La voce nella mia testa protestò a gran voce. Dieci anni. Avevo aspettato più che abbastanza.
“No, non è questo. È che mi è tornata in mente l'ultima volta che sono venuta qui.”, confessai incerta.
Alex sospirò. Non era facile nemmeno per lui. Appoggiò la fronte alla mia.
“Mi dispiace Aly. Ti giuro che mi dispiace tanto.”
Era la prima volta che lo diceva e sentivo che quelle scuse gli veniva davvero dal cuore. Nonostante quello che gli avevo detto sentivo la colpa incrinargli la voce. Gli accarezzai la testa con dolcezza, lasciandogli piccoli baci vicino all'attaccatura dei capelli.
“Rincominciamo Alex. Rincominciamo tutto da capo. Rincominciamo tutto da qui.”, gli dissi.
Nell'appoggiarmi alla parete dietro di me, sfiorai involontariamente l'interruttore accendendo la luce.
Rimasi accecata per un po', ma quando riuscii di nuovo a vedere per poco non mi prese un colpo. La stanza alle spalle di Alex era completamente invasa da scatoloni e ciò rese incredibilmente reale il fatto che lui volesse partire.
Mi si strinse il cuore e per un attimo mi mancò il fiato.
“Non te ne andare. Non lasciarmi!”, dissi con le lacrime agli occhi.
Alex rimase spiazzato dalla disperazione con cui pronunciai quelle parole. Poi notò il mio sguardo fisso sugli scatoloni e sorrise.
“Ok.”, sussurrò asciugandomi con un bacio una lacrima sfuggita al controllo.
“Ok?”, ripetei colta alla sprovvista.
“Si, ok.”
“Non prendermi in giro.”, piagnucolai.
“Sono serissimo.”
Non era vero. Stava sorridendo divertito della mia reazione.
“Cioè io ti dico di restare e tu annulli tutto e resti.”
“Esatto.”, confermò prendendomi il viso e iniziando a riempirlo di baci più o meno casti, “Se mi vuoi sono tuo.”
Il cuore mi si fermò. L'aveva detto. L'aveva detto davvero. Cercai di darmi un pizzico di nascosto.
Ahi!
Stavolta non era un sogno o una fantasia. Era mio. Il mio Alex.
Mi alzai in punta di piedi e lo baciai con tutto l'amore di cui ero capace. Mi chiedeva se lo volevo, la risposta non era ovvia? Certo che lo volevo, non desideravo altro da quando ero bambina.
“Sei mio.”, sussurrai ancora sorpresa, “Sono tua.”
Lui mi sorrise in quel suo modo dolce che mi mandava il pappa il cervello.
“Alex, voglio fare l'amore con te.”, gli dissi per la seconda volta, “Voglio che tu faccia l'amore con me.”
Stavolta non sentii nessun imbarazzo. Era la verità, era ciò che sentivo.
“Sicura di non voler aspettare? Non si torna indietro.”, mi chiese iniziando a lasciarmi una scia di baci lungo il collo.
“Sono stanca di aspettare.”
Sorrise contro la mia pelle prima di baciarmi con dolcezza. Poi mi passò un braccio introno alla vita e l'altro sotto le ginocchia sollevandomi da terra. Prima che potessi protestare le sue labbra mi coinvolsero in un bacio che non era né dolce, né casto e che bastò a farmi dimenticare perfino il mio nome.
Quando tornai sulla Terra eravamo in camera da letto. Lo sguardo di Alex era un misto di trepidazione e desiderio, mentre io ancora non riuscivo a credere a ciò che stava accadendo. Qualcosa però non andava, lui sembrava teso.
“Che c'è?”, sussurrai lasciandogli dei baci dolcissimi su petto e viso.
“Sono nervoso.”, confessò imbarazzatissimo.
Quella risposta mi fece ridere.
“Be' credo che tu ti sia confuso... è la mia prima volta. Dovrei essere io quella nervosa.”, lo punzecchiai intenerita da tanto candore.
“E non lo sei?”, fece riprendendo il suo solito tono.
“No.”, gli risposi guardandolo dritto negli occhi, “Mi fido di te.”
Lui mi fissò a lungo ed io non riuscii più a respirare. Nei suoi occhi potevo leggere un desiderio così intenso da farmi tremare le gambe. Mi attirò a sé senza esitare strappandomi un gemito. La testa mi girava a mille e le ginocchia smisero di sostenermi.
Quando Alex mi adagiò sul letto, io non fui più in grado di pensare. Lo stringevo a me desiderando di unirmi a lui in modo molto più profondo e completo. I suoi baci non mi bastavano più, le sue carezze non facevano che incrementare il fuoco che mi aveva travolto.
Le nostre gambe si aggrovigliarono. Eravamo così vicini che potevo sentire il battito del suo cuore. Il suo torace premeva contro il mio petto, le sue mani esploravano il mio corpo insinuandosi sotto il vestito, mentre con la bocca mi stuzzicava il seno facendomi impazzire.
Ero solo vagamente cosciente che Alex aveva preso a spogliarmi. Volevo farlo anche io, ma non sapevo cosa fare, come farlo o quando.
C'era per caso un galateo nei preliminari? Dovevo seguire un ordine cronologico? Ma perché nessuno insegnava certe cose? Non erano forse più utili queste informazioni delle funzioni aritmetiche?
Con gesti incerti inizia a sbottonargli la camicia. Le mani mi tremavano, per l'emozione e la paura di sbagliare, rendendo tutta l'operazione molto più goffa ed imbarazzante del necessario. Lui aveva uno sguardo divertito e paziente e intanto continuava a baciarmi con più foga, più a fondo rendendomi ancora più impedita. Quando alla fine arrivai all'ultimo bottone e Alex si liberò della camicia, i miei neuroni andarono in tilt.
Era uno spettacolo indecente, bello all'inverosimile, perfetto in ogni dettaglio e ora non dovevo più sforzarmi di non toccarlo. Appoggiai la mano sul suo petto e la feci scorrere delicatamente verso il basso fino a sfiorare i jeans e poi la faci risalire verso le spalle, scendendo lungo le braccia; sei mesi fa non osavo nemmeno sognarlo ed ora stava succedendo.
Incapace di resistere ancora reclamai la sua bocca, inizando a mordergli il labbro inferiore. Era buonissimo. Alex sorrise. La sua lingua prese ad accarezzare la mia facendomi impazzire e strappandomi mugolii di approvazione. Dio se ci sapeva fare!
La sua mano scivolò sul mio sedere e lo strinse facendomi perdere la testa. Un gemito d'impazienza mi uscì dalla gola e sentii Alex sorridermi sul collo. Spinta da un'urgenza mai provata mi riappropriai della sua bocca con  foga e passione.
Sorpreso da quel bacio profondo e appassionato Alex mi accarezzò con la mano la spalla scendendo poi giù fino al gomito scivolando poi sul seno. Iniziò ad accarezzarlo e massaggiarlo riempiendomi di brividi meravigliosi. Mi incurvai ancora di più verso di lui abbandonando la tasta all'indietro e lasciandogli libero accesso al collo.
Ormai avevamo entrambi il respiro corto. Alex mi prese la mano e mi baciò delicatamente il palmo ed io gli depositai un bacio casto all'altezza del cuore prima che le sue labbra reclamassero ancora le mie, trasportandomi direttamente in paradiso. Ero al limite.
Poi d'un tratto si allontanò mettendosi in ginocchio sopra di me e invitandomi a mettermi seduta tra le sue gambe. Capii cosa voleva fare solo quando abbassò la cerniera del mio abito. Era il momento.
Alex fece scorrere l'indice lungo la spina dorsale, strappandomi brividi e gemiti di piacere. Era gentile e delicato in ogni suo gesto. Io provavo a controllarmi, ma non ci riuscivo. Non riuscivo a trattenermi dal mugolare e sospirare avvinta dal piacere che mi invadeva. Era dannatamente bravo ed io ero in balia del suo potere. Non avevo mai provato niente del genere, ero impreparata alle reazioni del mio corpo che sembrava rispondere solo a lui.
Con gentilezza mi fece voltare iniziando a tempestarmi di baci anche la schiena, succhiando e mordendo ogni lembo di pelle e liberandomi infine dal vestito che ormai era decisamente di troppo. Lascia che mi sfilasse anche la biancheria ritrovandomi nuda davanti a lui.
Era strano, ma per qualche motivo non mi sentivo a disagio. Per quanto fossi sempre stata insicura del mio corpo in quel momento, davanti a lui, non mi sentivo sbagliata, però ero comunque imbarazzatissima. Sentivo il volto in fiamme, perfino le orecchie mi bruciavano. Quando anche lui si liberò dei vestiti il cuore smise di battere e per quanto avessi sognato questo momento, non riuscii a guardarlo negli occhi.
Alex mi prese per il mento e riportò i miei occhi nei suoi. Rideva divertito e compiaciuto del mio imbarazzo e, se non fossi stata così disperatamente eccitata, mi sarebbe venuta voglia di strangolarlo. Si chinò a baciarmi e mi sussurrò con voce sporca di desiderio “Non abbassare lo sguardo, Aly. Sei bellissima.”
Non so perché ma quelle parole invece di rassicurarmi mi fecero irrigidire. Non ero abituata ai complimenti.
“Sei una ragazza straordinaria Aly.”, mi sussurrò lasciando una piccantissima scia di morsi lungo il collo, “Giuro che farò l'impossibile per renderti felice.”
Mi voltai verso di lui e presi il suo volto tra le mani con delicatezza, come il più prezioso e fragile dei tesori “A me basta avere te per esserlo.”
Alex rimase spiazzato dalla mia risposta. Non disse niente, mi sorrise e si chinò a baciarmi dolcemente. Ero grata di essere con lui in quel momento. Ero grata di non aver perso l'occasione di dichiarargli il mio amore, donandogli insieme anche ciò che restava della mia innocenza.



Ciao a tutte!
Vi ho fatto aspettare più di quanto avevo immaginato, ma spero comunque ne sia valsa la pena.
Non sto a dirvi che giornate ho passato, ma comunque sono sopravvissuta (più o meno)!
Spero di essere riuscita a descrivere al meglio il momento che tutti aspettavano (compresa me), ancora non ho molta dimestichezza con queste scene.
Cmq come sempre aspetto i vostri commenti!



   
 
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