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Autore: Okimar    04/02/2009    4 recensioni
Una storia che comincia dalla fine di M.A. Elena parte. Conoscerà un nuovo ragazzo, che le ricorda qualcuno. Zick scopre terribili segreti sul suo passato e su quello di Elena. Un dubbio unisce i due quasi inseparabili migliori amici..
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Così adesso state insieme?- chiese una ragazza bionda.
-Si. E tu e Johnny avete fatto qualcosa nel week end?- chiese una ragazza dai capelli arancioni.
-No, non abbiamo fatto niente di speciale, ma dicci di Steve..-
-Non so cosa dirti, è stato amore a prima vista...-
-Chi l'avrebbe mai detto?- disse Katy, mentre svuotava il suo zaino sul letto.
-Di certo non io, ma adesso dovrei andare, ho appuntamento con lui.- disse Elena.
-Ma certo, vai dal tuo tesoro.- dissero, poi si misero a ridere.
-Ciao!- disse salutandole con la mano, mentre usciva dalla stanza.
"Bene, se la sono bevuta"
Attraversò il corridoio e si mise in contatto con chiunque che le aveva lasciato un messaggio anonimo sulla porta di casa. Fortunatamente non lo avevano trovato i suoi genitori: sarebbe stato davvero difficile da spiegare, e non ci avrebbero creduto di certo.

-Timoty!- gridarono all'unisono Zick e suo padre per la sorpresa.
-Proprio io.- disse il tutore, di nuovo dopo tanto tempo con le sembianze di un gatto.
-Ho riflettuto a lungo su quello che mi avete detto. Elena è anche una mia amica e mi sono affezionato a lei, quindi...-
-Quindi...?- chiese Zick, speranzoso.
-Quindi avete il mio appoggio nella missione per salvare Elena.-
-Quale mis?- Zob tappò la bocca a Zick, con la mano.
-Possiamo fidarci di Timoty. Cosa ti sta succedendo? sei sempre più sospettoso.-
-E' che non riesco più a dormire. Tutte le notti sogno Elena, con un ragazzo che non ho mai visto, con i capelli neri e gli occhi azzurri, ma che è diverso da quello che sembra, e tutte le notti il sogno va avanti, come se fosse a puntate... mi fa diventare matto.-
-Vai avanti, la cosa si fa interessante.- disse Timoty.
-Beh ecco, tutto è cominciato la sera del giorno che ho visto Elena, mentre ci stava guardando ognuno dalla propria camera, lei si è alzata e ha chiuso la finestra, sono andato a trovarla, ma sua madre ha detto che non voleva visite, poco dopo sono usciti entrambi i suoi genitori, con Elena in braccio svenuta e...-
-Fermati un attimo. Hai detto che mentre vi stavate guardando si è alzata è ha chiuso la finestra, giusto?- gli chiese Timoty, che cominciava ad avere un dubbio terribile in testa.
-Si, è esatto.- rispose.
-Per caso ti ricordi se avesse uno sguardo particolare, qualcosa negli occhi?-
-Qualcosa negli occhi?- ripeté Zick, mentre cercava di ricordare, quando all'improvviso qualcosa gli tornò a galla. -Beh, adesso che ci penso era piuttosto strana, sembrava quasi in...-
-In trance?- suggerì Timoty, mentre deglutiva a fatica.
-Si, ma perchè queste domande?- chiese il ragazzino che non aveva ancora capito la gravità della situazione, nonostante non fosse così difficile, dato che ne parlava persino il manuale del domatore, ma lui non aveva mai avuto il tempo di studiarlo.
-Te lo spiegherò dopo, ora dimmi esattamente cosa sognavi su Elena.-
-Ok..- disse lui, anche se un tantino contrariato di non sapere cosa stava tramando Timoty.

Elena era in una stanza molto buia, sottoterra. Accanto a lei c'era un ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri, che la stava letteralmente trascinando verso una porta, che era illuminata artificialmente da un neon appeso sul soffitto di quella strana caverna. Elena si era spaventata, e a un certo punto, si era avvicinata al ragazzo, probabilmente in cerca di supporto, ma lui l'aveva scacciata via in malo modo. Elena si era quindi arrabbiata e aveva deciso di tornare indietro, ma il ragazzo l'aveva trattenuta per un braccio e le aveva detto che avrebbe incontrato dei veri fantasmi, e le aveva chiesto se non fosse stata contenta di questo. La ragazza aveva detto che si, in fondo sarebbe stato bello incontrare dei fantasmi, ma non di sicuro degli spettri neri. Il ragazzo aveva quindi rivelato alla ragazza che non c'erano spettri neri e gorka, ma degli spettri che erano stati esiliati dalla città sospesa, con accuse infondate e che l'aveva condotta lì, con l'inganno, perchè aveva bisogno del suo aiuto. Elena aveva chiesto al ragazzo come faceva a sapere che lei avrebbe scoperto il covo di mostri, e sopratutto come sapeva che lei vedeva i mostri perchè era una rifugiatrice. Il ragazzo le aveva confessato che non era un semplice domatore, ma che era anche un sensitivo, perchè sua madre era una sensitiva e suo padre un domatore. Elena aveva apprezzato che lui gli avesse rivelato tutti quei segreti, e che si fosse fidato di lei. Però gli disse anche che non sapeva come avrebbe potuto aiutare lui e gli spettri, perchè come sapeva di sicuro anche lui, lei aveva un solo potere dom: la vista.

-Sei sicuro che non ci sia altro?- chiese Timoty quando Zick finì di raccontare.
-No, questo è tutto quello che ho visto, beh, solo la prima notte.-
-Per adesso è sufficiente.- rispose il tutore, tutto concentrato.
-Ma che cosa hai in mente?- chiese Zick.
-Già, piacerebbe saperlo anche a me.- aggiunse Zob.
-Beh, la verità è che ho scoperto cosa sta succedendo a Elena.- disse Timoty.
-Allora parla.- disse Zick, spazientito.
-Sicuro di essere pronto?-
-Certo, ho affrontato numerosi pericoli, te lo sei dimenticato?-
-Si, ma nessuno riguardava qualcosa di sentimentale.-

Il ragazzo stava camminando da solo per la strada, quando qualcosa attirò la sua attenzione verso il tombino. Si chinò in mezzo alla strada, tirò con tutte le sue forze e finalmente il coperchio venne via. Si calò all'interno del tombino, scendendo sempre più in profondità. Si trovò davanti le fogne, come d'altronde si era aspettato di vedere, e segui il percorso della mappa che aveva in mano. A un certo puntò si trovò davanti a un bivio. Quelle carte, sfortunatamente per lui erano molto antiche, e non segnavano i nuovi condotti istallati nei sottosuoli di Bigburg, addirittura ne segnava alcuni che non esistevano nemmeno più. Inveendo contro chiunque avesse disegnato quelle carte, proseguì scegliendo la destra, perchè il suo istinto gli diceva che era quella giusta. Finalmente trovò la scala che lo fece sbucare direttamente sotto la Piramyd Inc.
Speriamo almeno che si faccia viva ,pensò mentre si intrufolava in quel edifico ormai vuoto da tutto quello che l'aveva riempito: non solo impiegati mezzi umani e mezzi mostri, non scrivanie e televisioni per le sale riunioni, ma un potente esercito di gorka, trai quali anche Magnacat, Omnised e Omniquad.
E proprio mentre entrò in quello che era stato l'ufficio dove Magnacat aveva elaborato ogni piano nei minimi particolari, dove ogni volta aveva dovuto dire che aveva perso un'altra battaglia, ma non la guerra, poi però, alla fine aveva perso anche quella, e la Piramyd Inc era crollata, in senso figurato, mentre lui veniva rinchiuso per sempre in un mostro sauro, dentro un ignobile Dom box, proprio lì era lei, seduta su un'isolata sedia di quel desolato luogo sinistro.
-Vedo che non hai mancato il tuo appuntamento.- le disse lei, come al solito sfacciata.
-Non potevo mancare a una cosa così importante, ti pare?- disse avvicinandosi alla donna.
-Bene, sono felice che tu sia qui, se solo ti potesse vedere tuo padre...-
-Non ti preoccupare mamma, riusciremo ad avere la nostra vendetta.- disse fiero lui, mentre un terzo occhio gli spuntava sopra al naso.

-E allora?- disse lui, nascondendo l'amore che provava dietro a un odio inventato.
-Se lo dici tu...- disse ancora dubbioso Timoty, cominciando a raccontargli la verità.
-Elena era in trance quando ha chiuso la finestra, perchè qualcun altro guidava la sua mente. E' già successo un caso simile, ma molti anni fa, circa due secoli di preciso, durante il regno di Ok.- disse facendo un mezzo inchino.
-Ok?- chiese allarmato Zob, ricordando ciò che gli aveva insegnato suo padre.
-Chi è questo Ok?- chiese allora il ragazzino, preoccupato dallo strano comportamento dei due.
-Ok fu uno dei più potenti domatori del diciannovesimo secolo, tanto che durante la grande invasione, quando i gorka erano alleati con dei mostri che per fortuna furono sconfitti definitivamente, tutti gli altri domatori, decisero che avevano bisogno di un capo, è scelsero proprio Oken, un giovane domatore che aveva sviluppato velocemente i suoi poteri, e che sarebbe diventato il più grande di tutti i tempi, se non fosse che...-
-Che...?- chiese Zick, totalmente assorto dalla storia e super curioso.
-Se non fosse che incontrò Leila, una giovane molto carina che discendeva da una famiglia di rifugiatori. I due si conoscevano da molti anni, ma nessuno dei due aveva mai rivelato i propri sentimenti all'altro, finchè...- Timoty chinò la testa, molto triste per quello che stava per dire.
-Leila dovette scappare con la sua famiglia in un altro posto, perchè dei cacciatori di domatori li avevano individuati come un problema per la crescita dei poteri di Oken. Anche i genitori del ragazzo impedivano ai due i vedersi, ma loro erano sempre riusciti a incontrarsi di nascosto. Un giorno, Oken decise di andare a trovare Leila, ma quando la incontrò lei lo ignorò, quasi come se non fosse esistito. Oken ci rimase molto male, tornò a casa e venne eletto nonostante la sua giovane età. Vinse la guerra e decise di ritrovare Leila, ma seppe da un vecchietto che la ragazza era stata data in sposa al re dei gorka, per un tozzo di pane. Distrutto, il ragazzo tornò a casa sua, dove morì dopo un'ora con nella mano un medaglione di una ragazza. Aveva ucciso lui la ragazza che aveva sempre amato, e tutto perchè non aveva mai avuto il coraggio si dirle cosa provava.-
-Oh.- si limitò a dire Zick, sfinito dalle le troppe emozioni che aveva provato mentre Timoty raccontava la storia.
-Quello che ti sto cercando di dire, e che quelli che tu credi sogni, sono in realtà...-
"Non dirlo, non farlo, nononono!"
-Visioni su Elena.- concluse il tutore.

-Sono Elena.- disse la ragazzina, rintanata in uno sgabuzzino, mentre teneva due dita sulla sua testa per cercare di rendere il contatto telepatico più forte. -Bene Elena.- disse una voce di donna. -Ora farai esattamente quello che ti dico.-
-Certo, attendo ordini.-
-Andrai da Steve Moon, e gli consegnerai questa lettera. Hai capito esattamente ogni cosa?-
-Certo, andrò.- rispose, mentre con una mano scriveva su un pezzo di carta quello che la voce nella sua testa gli dettava.
-Questa è la tua prima missione, non mi deludere.-
-No padrona.-
-Bene.- la donna seduta sulla sedia del grande ufficio vuoto, si lasciò scappare un sorriso di soddisfazione, mentre chiudeva il contatto con quella ragazzina molto sfortunata.
Esattamente come la sua bisnonna pensò la donna, mentre stracciava in due la foto di una giovane ragazza dai capelli arancione castano, accanto a un ragazzo dai capelli blu, vestiti alla moda più grande del 1800.
Chiuso il contatto, ne aprì subito un'altro con un altro ragazzo.
-Sta arrivando, tutto sta andando come previsto figlio mio.-
-Bene madre, sono ansioso di leggere la lettera.- rispose il ragazzo mentre si scostava una ciocca nera dalla fronte.

-Ma ne si proprio sicuro?- chiese Zick.
-Volevi la verità a tutti costi, no? Beh, io te lo data.-
-Si, ma cosa significa? Quel ragazzo del sogno non si è mostrato mica cattivo.-
-No, ma tu hai detto che era diverso da quello che sembrava, o sbaglio?-
-Si l'ho detto, ma nel sogno non ne ho mai avuto la prova.-
-Perchè tu lo sentivi, come sentivi che Elena era in pericolo.-
-Cos'altro hai sognato?- chiese Timoty, mentre lui si preparava di nuovo a raccontare tutto, ma stavolta c'era qualcosa che non avrebbe potuto dire, solo a pensarci diventava rosso dalla vergogna.
Qualcosa che considerava senza valore per Timoty, mentre invece ne aveva molto.
-Ecco, io...-
I ragazzi erano entrati nella stanza e il ragazzo aveva emesso uno strano suono, successivamente al quale erano sbucati fuori attraversando i muri, numerosissimi fantasmi, dall'aspetto benevolo, che evidentemente non erano spettri neri. Il giovane aveva subito presentato ai fantasmi, Elena, che non potendo stringere la mano a tutti si era limitata a un sorriso. Elena aveva quindi chiesto come poteva aiutarli, e il ragazzo le aveva prontamente risposto. Avrebbe cominciato a pubblicare storie su ognuno di quei fantasmi, sulla loro vita prima e dopo che morissero, su come li avevano maltrattati i mostri della città sospesa e infine al loro esilio in quel buco. Elena gli chiese come faceva a sapere che avrebbe tanto voluto fare la giornalista o la scrittrice, poi si ricordò che era un sensitivo e che le leggeva nella mente. Per adesso sarebbe bastato, ma purtroppo non sarebbe stato sufficiente, aveva aggiunto tristemente il ragazzo, posandole una mano sulla spalla. Elena aveva quindi ribattuto che avrebbe fatto qualsiasi cosa avesse potuto perchè quei fantasmi potessero di nuovo camminare (si fa per dire) di nuovo liberamente per la città sospesa. Lui l'aveva abbracciata e lei aveva ricambiato. Poi si era messa all'opera e aveva ascoltato numerose storie, (due però avevano attirato la sua attenzione, (ma anche quella di Zick, che si era ingelosito quando quel ragazzo nel sogno aveva abbracciato Elena). Intanto il ragazzo scriveva riga per riga quello che dicevano i fantasmi, finchè arrivò il turno per parlare di un fantasma che era stato un glorioso domatore, come disse lui, che era stato il primo a essere eletto giovanissimo da altri domatori per vincere un grande guerra, che aveva avuto tutto, ma che per lui era sempre stato niente, perchè aveva perso per sempre la ragazza che amava, se non adirittura l'aveva ucciso lui stesso. Il fantasma aveva anche un aspetto più giovane degli altri, e aveva i capelli blu, cosa che sul momento ricordò proprio Zick. Poi fu il turno dell'altra unica fantasma giovane presente in quel gruppo, quando Elena le si avvicinò subito sembrò di vedere la stessa persona, perchè anche lei aveva i capelli arancione castani, ma legati in una pettinatura ottocentesca, una mezza coda di cavallo, e vestiva abiti molto più antichi, ma sembrava davvero la fotocopia di Elena, solo con pochi anni di più. La fantasmina le raccontò che era morta a soli sedici anni, ma non ne ricordava nemmeno la ragione. Sapeva che amava un ragazzo della sua età, e che dopo aver compiuto dodici anni non l'aveva mai più rivisto, ma non si ricordava nemmeno più come fosse di aspetto. Elena si comosse alla storia di quella povera ragazza e le chiese come si chiamava, ma ella disse che non se lo ricordava. Sospettava che era proprio il fatto che non aveva più rivisto quel ragazzo la causa della sua perdita di memoria. Dopo che ebbe finito di scrivere quelle due storie che avevano particolarmente interessato Elena, il ragazzo le chiese se avesse mai saputo di una lontana parente rifugiatrice di mostri, ai tempi dell'ottocento, che venne bruciata sul rogo insieme al marito che era per metà gorka. Elena gli chiese il perchè di quella domanda e rispose comunque dicendo che non sapeva molto dei suoi avi, e non si sarebbe mai aspettata di avere una trisnonna rifugiatrice. Lui le rispose che non era sicurissimo, ma data la somiglianza di Elena e la fantasmina, poteva benissimo darsi che fosse proprio lei la trisnonna di Elena. Allora la ragazzina si avvicinò alla fantasmina e le chiese che effetto le faceva pensare a un rogo. La fantsmina emise un verso di dolore e comincioò a parlare tutto di seguito: raccontò che proveniva da una stirpe di rifugiatori, disse che un giorno era dovuta scappare con la sua famiglia lontano, che era stata data in sposa a un re malvagio, e che quando un prode guerriero aveva vinto la guerra, i soldati domatori avevano messo lei e il suo sposo sulle fiamme ardenti. Elena le chiese mentre si trovava ancora in quello strano stato se ricordava il suo nome. lei le rispose che certo si ricordava come si chiamava: Leila Patata, ecco qual'era il suo nome. Di fronte all'evidenza Elena rimase un tantino scioccata, ma si riprese quando la fantasmina, la ringraziò per averle fatto ritrovare i suoi ricordi. Elena le disse che le aveva fatto molto piacere e con il permesso del ragazzo, le rivelò che per il nonavantanove per cento delle possibilità era la sua tris nipote. Leila disse che era molto felice di avere una nipotina, e che anche lei aveva notato la loro somiglianza. Il ragazzo le disse che adesso però, dovevano andare alla redazione di bigburg, per pubblicare l'articolo sui fantasmi esiliati dalla città sospesa. Elena annuì e salutò la sua "nonna". I due ragazzi uscirono dalla specie di grotta sotterranea e apparirono in superficie, precisamente in un bosco.
Ed'è proprio alla fine del sogno che avenne la cosa che Zick non volle raccontare: il ragazzo, dopo che fece uscire Elena la prese per il colletto della divisa e la avvicinò a sè... baciandola. Zick non voleva confessare la fine del suo sogno, e quando Timoty gli aveva detto che non era un sogno, ma delle visioni di cose accadute veramente, si era veramente arrabbiato e ingelosito.
-Sicuro che non ci sia dell’altro?- chiese sospettoso Timoty.
-No, non c’è altro...- indugiò Zick.

-Steve!- chiamò Elena raggiungendo un ragazzo seduto da solo ad uno dei tavoli della mensa.
-Si?- chiese lui.
-Ho una lettera per te.- disse meccanicamente lei, mentre nella sua testa, due Elene combattevano l’una contro l’altra. Una voleva consegnare la lettera a Steve, perchè la donna le aveva ordinato di farlo, e anche perchè era sotto il comando di una forza esterna e sconosciuta. L’altra, la parte completamente umana della ragazza, voleva riuscire a mettersi in contatto con quel ragazzo che era stato per un anno il suo migliore amico, ragazzo del quale non si ricordava più il nome. Ne l’aspetto, ne il carattere. Sapeva solo che avrebbe dovuto parlargli di qualcosa, ma non si ricordava più cosa. Una strana sensazione però, gli diceva che avrebbe fatto meglio a seguire la sua parte umana, che quella “mostruosa”.
Elena consegnò la lettera a Steve, nonostante le proteste della sua testa.
Steve lesse la lettera con molto interesse. Conteneva gli ordini che avrebbe dovuto eseguire.

1) ricattare fantasmi per convincere la ragazzina della tua bontà
2) portare la ragazzina sottoterra e “trasformarla” come già detto in riunione
3) portare la ragazzina nel covo e eliminare la sua immagine
4) trovare il “fattore Z”
5) eliminare il fattore Z
6) liberare M
7) conquistare la città sospesa
8) schiavizzare il genere umano
9) conquistare il mondo

-Grazie Elena. Mi sei stata di grande aiuto.-
"Non immagini quanto"
Non appena la ragazzina se ne andò, si mise in contatto con la donna misteriosa.
-Punti 1 e 2 eseguiti, madre.-
-Bene figlio, proseguire con il punto 3.-
-A quando?- chiese
-Direi che nel week end, quando andrà a Bigburg sarà più facile.-
-Bene.- il ragazzo chiuse il contatto.

Zick stava camminando per la strada solitaria, quando vide qualcosa sulla strada. Il coperchio del tombino era stato tolto, e chiunque ci fosse entrato non aveva chiuso molto bene. Ci riflettè su.
"Non può essere stato un operaio del comune. Avrebbe certamente richiuso il tombino, e se ci fossero stati dei lavori avrebbero messo dei cartelli, ci sarebbe qualcosa di diverso, avrei sentito dei rumori. E di sicuro avrebbero richiuso il tombino, altrimenti se fossero successi incidenti, avrebbe potuto risentirne il comune."
Gli venne un dubbio, quindi aprì il tombino e si calò nelle fogne, seguendo quel fiume tossico di immondizia e scarti.
A un certo punto c’era un bivio e non sapendo da che parte andare, prese una moneta dalla tasca e fece testa o croce.
Testa vado a destra, croce a sinistra
Lanciò la moneta. Cadde per terra. Si chinò per vedere da che parte sarebbe andato.
-Testa.- disse nel buio e solitario luogo.

-Elena, sei pronta?-
-No-non mi sento molto bene.- rispose la ragazzina, che era ancora nel suo letto nonostante fossero passate le otto, ora dell’inizio delle lezioni. -Vuoi che chiamiamo qualcuno?- chiese Katy.
-L’infermiera ad esempio.- aggiunse Amy.
-No, devo riuscire ad andare a lezione, oggi c’è il test di algebra.- disse alzandosi e barcollando fino in bagno.
-Ma guarda come stai: non puoi andare a lezione così.- disse Amy.
-Se proprio vuoi uscire mettiti dei vestiti e poi andiamo.- disse Katy, facendo l’occhiolino a Amy che aveva capito le intenzioni dell’amica.
Elena si mise una maglietta azzurra e dei jeans, poi diede una spazzolata ai suoi capelli.
Appena uscì dal bagno, Amy e Katy la presero per le braccia e la trascinarono a forza nell’infermieria.
-Non sappiamo che cosa abbia, ma di certo non sta bene.- disse Amy all’infermiera
-La esaminerò subito.- rispose la donna.
-Ok, noi andiamo a lezione.- disse Amy.
-Ti verremo a trovare più tardi.- disse Katy.
-Ciao!- dissero poi in coro mentre uscivano dalla stanza.
-Ciao.- rispose con il morale a terra, Elena.

Il ragazzino si rese improvvisamente conto che la direzione che stava seguendo, lo stava portando direttamente nel centro della città, verso il vecchio covo di... Magnacat.
Che ci fosse lui dietro questo? si chiese, poi ricordò che Magnacat si trovava nella pancia del mostro sauro, insieme a il suo allealto, e Omniquad e Omnised erano ricnchiusi in due dombox.
Ma poteva esserci un’altro gorka con le stesse intenzioni di Magnacat, magari anche più potente di lui.
-E adesso cosa faccio?- chiese a se stesso, trovandosi di fronte a una scala che portava dentro l’edificio ormai disabitato di Magnacat.
O almeno Zick pensava fosse disabitato...

Spazio autrice:
mi scuso per la grande attesa, ma ho avuto seri problemi familiari, e postare era l'ultima cosa alla quale pensavo...
al prossimo capitolo... sperando che stavolta non passi così tanto tempo! :*)

  
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