Capitolo 43: Dopo la battaglia
Una delle possenti braccia si diresse
velocemente verso Sora. Come un lampo, il ragazzo colpì il polso della
creatura, riuscendo a spostarsi. Gli artigli colpirono il suolo con
violenza, creando una devastante onda d’urto.
- Paperino, Pippo! - urlò
Sora. - Presto! -
I due amici seguirono il giovane, correndo a tutta
velocità. Un raggio oscuro piombò alle loro spalle, mancandoli di
poco.
La testa dell’enorme mostro si voltò, seguendo il percorso dei
tre. Spalancò le fauci, lanciando un ruggito feroce che rimbombò in tutta
la vallata. Dopodiché, Albaran prese a colpire con forza il terreno con i
lunghi artigli, cercando di afferrare il Custode del keyblade, senza
successo.
- La fuga è inutile - ruggì. - E il tuo destino è segnato
-
Un altro raggio scalfì il terreno, proiettando per aria massi
giganteschi che piovvero su tutta l’area circostante. I tre amici si
persero di vista.
Sora fece apparire il keyblade, guardando in
direzione di Albaran.
- Troviamo il punto debole. Ne avrà pur uno! -
urlò verso i compagni, riuscendo a scorgere Paperino, che era riuscito a
rifugiarsi tra alcuni detriti, riparandosi con Aero e Reflex, mentre Pippo
si era portato alle spalle del mostro. Disposti in tal modo, formarono un
triangolo. Sora non ci mise molto ad escogitare un piano.
- Pippo,
resta fermo dove sei! -
Costui annuì, preparandosi ad ogni evenienza.
Quindi, Paperino e Sora iniziarono a correre lungo tutto il bordo della
voragine, oltrepassando ai lati Albaran, in modo da portarsi dietro di
lui.
Tuttavia, l’oscuro essere spalancò le grandi ali e, con un solo
battito, si alzò di parecchi metri da terra, rimanendo sospeso a
mezz’aria. In seguito, iniziò rapidamente a prendere quota, levandosi al
di sopra di tutta la vallata ed osservando la città dall’alto.
Aprì le
braccia, accumulando tra le mani delle piccole sfere nere che andarono
pian piano ad inglobarsi in un golbo sempre più ampio e dall'aspetto
minaccioso. Una roca risata provenne dalle fauci di Albaran.
- Con
questo porrò il capitolo fine a tutta questa stupida messinscena!
-
Distese le braccia verso il basso, ponendo innanzi a sé la sfera
nera. L’ennesimo raggio si sprigionò con potenza inaudita, diretto verso
l’arena dove, proprio in quel momento, Sora, Paperino e Pippo si stavano
preparando a contrattaccare.
Il ragazzo balzò sullo scudo dell’amico,
il quale lo spinse verso l’alto. Sulle spalle di Sora c’era Paperino
pronto a lanciare un potente incantesimo. I due si ritrovarono a parecchi
metri da terra, poco più sotto di Albaran.
- Ora! - ordinò
Sora.
Puntò il keyblade verso il mostro e, contemporaneamente, Paperino
lanciò un Firaga ben indirizzato al petto dei Albaran. Il fascio che
scaturì dalla punta della Chiave ed il turbine infuocato furono raggiunti
ben presto anche dallo scudo di Pippo che roteava nella medesima
direzione. I tre attacchi si unirono in una sola sfera dorata che emanava
una luce intensissima. Essa andò a segno una frazione di secondo prima che
il raggio nemico potesse colpire il suolo, sbriciolando ogni
cosa.
L’esplosione fu violentissima. I tre quarti delle abitazioni
furono ridotte in un mucchietto di polvere, mentre del resto di Linahar
non rimase altro che rovine e catapecchie, in piedi per miracolo. Il
raggio, inoltre, colpendo il pieno centro del cratere, andò ad allargarlo
formandone un altro spaventosamente vasto che si estendeva da una sponda
all’altra della vallata.
Passarono secondi interminabili. Poi, solo il
silenzio.
Sora uscì da una piccola nicchia dove aveva trovato
rifugio assieme ai due compagni poco prima dell’esplosione. Erano riusciti
a ritornare a terra in tempo per potersi mettere in salvo.
- Ooooh! -
esclamarono stupiti Paperino e Pippo.
Sora, invece, non disse nulla.
Iniziò ad avviarsi verso il centro del cratere, convinto che fosse rimasta
ancora qualche traccia del nemico. Ma giunto a destinazione, il giovane
trovò solo un uomo riverso a terra, con la bocca semiaperta e gli occhi
socchiusi.
Si avvicinò, sino a giungere a qualche metro dall’individuo.
Come se aspettasse soltanto l’arrivo del ragazzo, Alabaran cominciò a
dissolversi nell’aria. Una nube di fumo nero trascinata via dal
vento.
Ci impiegò pochi secondi a svanire del tutto e, quando ciò
accadde, si alzò un’ultima, lieve, brezza mattutina.
Sora alzò lo
sguardo verso il cielo e vide che il sole stava già iniziando ad alzarsi,
facendosi largo tra le nubi che si stavano diradando.
- Allora - disse
una voce. - Alla fine è stato schiacciato dal suo stesso odio -
Una
figura avanzò tra i detriti, chinandosi laddove era scomparso Albaran.
Nonostante il nero cappuccio calato sul volto, il folto ciuffo fuoriusciva
lo stesso; il che, lo rendeva riconoscibilissimo. Sora estrasse, per
l'appunto, il keyblade, indietreggiando.
- Sei venuto qui per me, non è
vero? - domandò con una calma apparente. - Preparati, perché ben presto
raggiungerai anche tu il tuo caro fratello -
Grelwan lo fissò,
rialzandosi. Sorrise a malapena.
- Risparmia il fiato, Sora - disse.
-Se ti avessi voluto vedere morto, ti avrei ucciso quando meno te lo
saresti aspettato -
Conclusa la frase, lo Stregone delle Acque
scomparve in un vortice nero, lasciando Sora da solo, a scrutare il
vuoto.
- Buongiorno! - fece irruzione una nuova voce.
Sora aprì
gli occhi e vide che qualcuno lo stava fissando dall’alto. Era
Aerith.
- Dormito bene? - gli chiese.
Il ragazzo si mise a sedere.
Non capiva come, ma aveva perso i sensi, senza accorgersene. Si era
involontariamente sdraiato su un cumulo di terra.
- Mentre gli altri si
davano da fare, lui stava qui a schiacciare un pisolino - aggiunse Tifa,
affiancando Aerith.
- State bene, allora - disse Sora, rimettendosi in
piedi. - Dove sono gli altri? -
Aerith sorrise. - Non preoccuparti,
stanno tutti bene. Tutto è finito un’ora fa. Gli ultimi Heartless sono
fuggiti all’improvviso -
- Avresti dovuto vederli - intervenne Tifa. -
Un’intera macchia oscura scossa da un tremito e poi... Puff, tutti
spariti! - gesticolando con le mani.
- Beh, è molto strano - rifletté
Sora, grattandosi la testa.
- Puoi ben dirlo! - affermò Tifa. - Eravamo
pressoché tutti esausti e ci stavamo per arrendere. Non so perché se ne
siano andati di colpo... Avevano quasi la vittoria in tasca -
- Tutti
esausti? - chiese il giovane.
Aerith annuì. - Tutti, tranne quel tuo
amico. E’ rimasto quasi da solo per un bel po’ a combattere contro tutti
quegli Heartless! -
- Ah sì, l’amico carino di Sora - sorrise Tifa, per
poi voltarsi verso il ragazzo. - Pensa che Aerith è rimasta lì impalata
per qualche minuto a guardarlo... Credo si sia presa una bella cotta!
-
- Non è vero! Smettila! - la ripresa Aerith, con le mani ai fianchi e
il broncio. In viso era tutta rossa. - Ero solo preoccupata perché, se
avesse ceduto anche lui, tutto sarebbe finito -
Sora si mise a ridere,
ma smise quasi subito.
- Qualcosa non va? - domandò Tifa.
- No...
Nulla... - rispose Sora, rabbuiato. - Va tutto bene... -
Sospirò,
sedendosi su di un masso e guardandosi le punte dei piedi.
- Ehi, c’è
Leon! - esclamò Aerith.
Dopo qualche istante, arrivò Leon seguito da
Barret, Red e Yuffie. Dall’altra parte, notati solo da Sora, giunsero
Paperino e Pippo, rimasti leggermente indietro. Si raggrupparono tutti
attorno al Custode del keyblade.
- Sora, sono felice di vedere che stai
bene - esordì Leon, sorridendo.
- Ehi, e noi? - sbuffò Paperino,
battendo un piede per terra.
- Scusate... Sono felice di vedere che
state bene anche voi, Paperino e Pippo -
- Adesso che abbiamo visto che
tutti stanno bene - intervenne Barret. - Direi che potremmo anche metterci
alla ricerca di quegli altri cinque che non vedo da un pezzo -
-
Cinque? - chiese Sora. - Ma qua c’è un’intera città da aiutare! -
- Non
preoccuparti, la città è stata evacuata qualche ora prima che gli
Heartless si avvicinassero - spiegò Red. - Sennò, avresti notato una certa
confusione per le strade -
Sora annuì. - Chi manca? -
- Il Re,
Riku... - cominciò Leon.
- ... Axander... - aggiunse Pippo.
- ...
Basch e Marcus - concluse Sora.
- Dividiamoci, avremo più possibilità
di trovarli - propose Aerith.
I presenti acconsentirono ed iniziarono
in tutta fretta le ricerche.
Sora, assieme a Paperino e Pippo,
arrivò alle mura dopo circa dieci minuti.
Sotto il suo sguardo, uno
spettacolo poco piacevole a vedersi: le mura erano in parte state
distrutte e in vari punti presentavano profonde crepe, larghe, a volte,
anche vari metri. Le due torrette accanto al cancello non esistevano più e
anche il cancello stesso era scomparso; Albaran aveva provveduto a
disfarsene personalmente.
Enormi blocchi di marmo bianco erano
accasciati sul terreno, sparsi un po’ qua, un po’ là. Sopra quelle rovine,
spadroneggiava, nei cieli, l’imponente fortezza volante.
- Ne sono
rimasti solo due - disse Sora, osservandola. Strinse i pugni. - E presto
tutto questo finirà... -
- Giusto, finirà. Ma non per te, Sora, amico
mio -
Axander stava passeggiando con calma verso il ragazzo, facendosi
strada in mezzo a tutta quella distruzione.
- Axander! Sei vivo! -
esultò Sora. - Temevo che non ce l’avresti fatta! -
- Non mi conosci
molto bene neanche tu, in fin dei conti - sorrise Axander. - Ci vuole ben
altro per potermi abbattere. Sicuramente non una marmaglia di Heartless...
-
Paperino e Pippo, intanto, erano scomparsi alla loro vista,
dirigendosi verso un punto dove avevano scorto il Re.
- Allora è tutto
a posto. Ora che anche il Re è stato ritrovato, ci siamo tutti - disse
Axander. Si sedette, di fronte a Sora. - Riku sono riuscito a portarlo al
riparo, poco prima di riprendere a inseguire gli Heartless. Ho chiesto a
Basch e a Marcus di rimanere con lui, dato che anche loro non erano più in
grado di continuare a combattere -
Sora ascoltò senza fiatare.
-
Veniamo a noi, dunque. Ti ho parlato di una cosa, prima, e suppongo tu
voglia ascoltare per bene ciò che volevo dirti -
- Certamente,
qualsiasi cosa pur di ritrovare Kairi, se veramente non è morta! -
-
Fidati, sono quasi sicuro che è salva -
- Quasi? - si allarmò
Sora.
- Non sono mai stati sicuro di nulla - disse Axander con
tranquillità, scrutando i dintorni. - Per cui ci tengo a precisarlo di
tanto in tanto. Devi sapere che la gente come me, cioè io e i miei quattro
fratelli, non muore mai. Non possiamo morire -
- Wow, siete
immortali... Sapevo che avevate un bel po' di annetti, ma questa non me
l'aspettavo -
- Se per immortali intendi che duriamo per sempre, sì -
chiarì il Guardiano. - Ma ciò non significa che siamo invincibili. Lo hai
potuto constatare tu stesso. Quando perdiamo tutte le nostre energie e
veniamo sopraffatti da qualcuno, svaniamo, un po’ come i Nessuno. La
nostra essenza, tutto il nostro essere, però, non scompare
definitivamente. Và a finire in un altro luogo: lo stesso luogo ove
Ilfrien e gli altri vennero imprigionati ere or sono. Il Nulla -
Sora
continuò ad ascoltare, più attento che mai.
- Quindi intendi dire che
Kairi... -
- ... E’ viva, esiste. Ma si trova nel Nulla, assieme ad
Albaran e Nathan; imprigionata lì, per chissà quanto ancora -
-
Imprigionata assieme a quei due? Ma allora... -
- No, non fraintendere!
- lo ammonì Axander. - Con imprigionata non intendo rinchiusa in una
cella, dove potrebbe ritrovarsi ben presto sotto le pressioni dei miei due
fratelli... Che cosa orribile da pensare - scosse la testa il Guardiano. -
Il Nulla è molto vasto, un mondo intero. Certo, potrebbe rischiare di
incontrarli lì, ma è inevitabile se ciò dovesse accadere. Ti dirò: è raro,
comunque, che nel Nulla si incontri altra gente. Si è soli -
Sora
rabbrividì. Il modo in cui l’amico aveva calcato quelle ultime tre parole
gli aveva provocato un profondo senso d’angoscia nel cuore.
- Altro non
ti posso dire, mi dispiace. Volevo solo incoraggiarti a combattere e
donarti nuova speranza, perché la tua amica vive ancora e ha la
possibilità di tornare tra noi. Tutto questo dipende da te, Sora. Tu
dovrai andarla a cercare -
Axander sorrise, fissando Sora. Il ragazzo
ricambiò, con incertezza, il sorriso.
- Grazie - lo ringraziò
sinceramente. Non gli importava cosa sarebbe accaduto. Lui sarebbe partito
il più presto possibile per poter riabbracciare Kairi.
Axander si alzò,
come se avesse visto qualcuno alle spalle di Sora.
- I tuoi amici sono
già di ritorno. E vedo che il Re sta benone! -
Sora si sollevò a sua
volta, notando i tre e salutandoli, facendo loro cenno di
avvicinarsi.
- Ehi, Ax - disse ad un certo punto Sora.
- Cosa c’è?
-
- Lo sai che hai fatto breccia nel cuore di qualcuno? -
- Coma,
scusa... ? -
- Non dirmi che non hai notato come ti guardava Aerith -
continuò il ragazzo, con un'aria maliziosa.
Calò un breve silenzio,
alquanto imbarazzante.
- Sora - proferì Axander, incrociando le
braccia.
- Sì? -
- Comincia a correre, perché in questo preciso
istante hai da temere più me che tutti gli esseri più malvagi ed oscuri
che tu possa immaginare - lo avvertì Axander.
- Uh-oh, Via!
-