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Autore: AriannaPotterhead    01/09/2015    2 recensioni
E se esistesse un'altra razza di creature? E se Aragorn avesse una sorella? Cosa accadrebbe alla Compagnia dell'anello?
Tratto dal Capitolo 1:
“Trovo profondamente ingiusto che s’indica un’assemblea alla quale vengono invitati tutti fuorchè noi…”. Una ragazza stava seduta su di un ramo esattamente sopra alla testa di Aragorn. Aveva dei lunghi capelli mossi di un color nero pece e gli occhi guardavano Re Elrond con fierezza e delusione allo stesso tempo, due occhi grigi come le pietre chiare dei fiumi con qualche sfumatura verde che a Frodo ricordarono le colline della Contea. Teneva la schiena appoggiata al tronco ed una gamba a penzoloni; in una mano reggeva una pipa mentre l’altra era appoggiata sul ginocchio della gamba in aria. Era bella: Frodo non aveva mai visto una ragazza così bella. Non vestiva abiti sfarzosi: indossava un paio di pantaloni molto stretti del colore dei capelli; aveva una specie di corpetto color verde foglia con le maniche lunghe e molto larghe; il mantello era nero con un cappuccio ricamato con fili color rame.
“D’altra parte…” continuò la ragzza guardando la pipa:”…non mi pare di essere mai stata alleata di Mordor. O Isengard.”
AriannaPotterhead
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aragorn, Frodo, Gimli, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Avevano navigato oltre le statue e decisero di fermarsi su una sponda appena prima di una cascata per riposare la notte: il mattino dopo avrebbero ripreso il cammino verso Mordor.
Sarà stata la forza della Regina Bianca, oppure la sicurezza acquistata da ognuno di loro, fattosta che quella notte passò tranquilla per tutti, salvo che per Legolas che, come ogni notte, si agitava sognando lei.
Aranin era sempre di guardia, seduta vicino alla riva, con i piedi nudi nell’acqua e i capelli corvini sciolti al vento. La luna le incorniciava il pallido viso e le faceva risplendere gli occhi grigi come perle. Aveva fame: erano tre giorni che non mangiava nulla e cominciavano a mancarle le forze. La pelle le stava diventando verdastra ed aveva bisogno di un bagno, ma prima decise di fumare la pipa.
Fece appena in tempo ad accendere il tabacco quando Aragorn si destò dal sonno e tirò un respiro profondo. Aveva sognato Arwen, come tutte le notti, e come tutte le notti l’aveva sentita al suo fianco. Si toccò la Stella del Vespro rigirandosela tra le mani. La sua bianca luce si stava affievolendo e la vita eterna di Arwen si andava spegnendo. Pensava se fosse mai riuscito a rivederla. Pensava a come sarebbe stata la sua vita se non avesse scelto l’amore. Una donna tanto bella, tanto forte, tanto innamorata e tanto innocente che ha scelto un Amore che canta felice con la Morte.
“Devi amarla davvero molto.” Disse Aranin guardando il fratello e rivolgendogli un sorriso appena accennato prima di tornare ad ammirare il fiume illuminato dalla luna. “Ora capisco molte cose…” sospirò. “Dovresti mangiare qualcosa…” disse l’uomo alzandosi ed andando verso la riva senza guardare la sorella. Sembrava quasi colpevole, come un bambino sorpeso a rubare dei dolciumi; sembrava volesse dire che non aveva fatto nulla di male-com’era effettivamente- ma provava un senso di colpa enorme, un peso troppo grande.
Aranin si alzò dalla spiaggia e, come una madre che rimprovera il figlio, si avvicinò a lui. Si fermò qualche metro prima dell’uomo. Egli non si girò. “Non cambiare argomento, Aragorn.” gli disse :”Io non ti odio.”
A queste parole, Aragorn si voltò, come risvegliato dal sonno, come il peccatore a cui si dice che non ha mai peccato e guardò la sorella con gli occhi sgranati. “Credevo…”disse :”…Ti ho sempre pensata, Aranin: tutte le notti, ma Arwen è la mia vita e non ho potuto evitare che bloccasse i miei sogni, che mi bloccasse da te.” Fece una lunga pausa prima di aggiungere:”Aranin mi sei mancata in questi trena lunghi anni.”
La ragazza si fece ancora più vicina al fratello e, toccandogli la spalla sinistra, gli sussurrò all’orecchio :”Ora so molte cose, Aragorn. Cose che non credevo fossero possibili. Sono maturata molto dall’ultima volta che mi vedesti ad Erebor e mi dicesti della tua futura battaglia a Palhandire. So cosa è l’amore, ora. So cosa vuol dire dare la propria vita per quella di un altro. So che non la lascerai mai e ti giuro, ti giuro su tutto ciò che è il mondo che darò la mia vita per te e permetterti di vivere con l’amore e di morire con il sorriso sulle labbra e la tua anima in pace. Ti giuro che tornerai da lei.”
Detto questo si voltò indietro e s’incamminò verso i piedi di un alberello sotto cui si era sistemata poco prima, ma Aragorn le prese il braccio con forza e la girò velocemente portando il viso di lei a pochi centimetri dal suo. Sussurrò il suo nome e, poi, l’abbracciò forte. E in quell’abbraccio i trent’anni sembravano non essere passati. Era così simile a quello datole ai confini di Eldur quando l’aveva rivista dopo la distruzione del villaggio. Gli sembrava di essere tornato bambino. Sentiva la sua innocenza e la sua consapevolezza premere nel suo cuore e cercare di uscire.
Chiuse gli occhi e si godè il momento fino in fondo, fino all’ultimo respiro. Non avrebbe mai voluto staccarsi da lei. Non gli importava più della morte di Gandalf, dell’avventura o degli altri compagni: c’erano solo lui e la sorella, sperduti nei ricordi di un abbraccio.
Quando riaprì gli occhi, gli sembrava di aver trascorso l’eternità e di essersi svegliato nel sogno più bello di tutti. La guardò dolcemente negli occhi grigi, così simili a quelli della madre, le spostò una ciocca corvina dietro l’orecchio e, prendendole il collo con la mano ed avvicinandola alla sua bocca, le diede un affettuoso bacio sulla fronte.
Aranin chiuse gli occhi e si perse in quel contatto così unico e raro e vero, finalmente vero: un bacio fraterno come a dire “ti voglio bene” ed allo stesso tempo “scusa”. Sentiva le labbra morbide di Aragorn premere sulla sua fronte e non voleva che finissero di premere.
Quando l’uomo si staccò, stava quasi per sorgere l’alba, anche se mancavano ancora poche ore, si poteva benissimo scorgere l’orizzonte diventare sempre più rossastro oltre le cascate.
“Forse” disse l’uomo gurdando accigliato la ragazza :”Dovresti davvero mangiare qualcosa, a loro ci penso io, tranquilla.” E le rivolse un sorriso paterno.
La ragazza lo ringraziò con un leggero cenno del capo, poi, tornando verso l’alberello, raccolse il suo mantello nero come la notte e se lo infilò con un’eleganza che, se Aragorn l’avesse vista, sarebbe rimasto esatsiato dalla sua bellezza e semplicità.
Aranin rivolse ancora uno sguardo al fratello e sospirò prima di alzare il cappuccio e sparire nella foresta alle loro spalle silenziosa come il vento e veloce come l’acqua.
Quando Aragorn voltò lo sguardo, si accorse che la sorella era sparita sentì un vuoto di paura nel petto, nonostante sapesse bene cosa era andata a fare.
Qualche ora più tardi, quando ormai erano già tutti svegli e Frodo aveva chiesto più e più volte dove fosse andata Aranin, ella riapparve con due lepri in mano ed un cervo sulle spalle.
Gli occhi di Marry, Pipino e Gimli s’illuminarono di gioia quando videro il grosso bottino portato dalla giovane.
“Non ci sono orchi nelle vicinanze” disse appoggiando le lepri a terra e dando il cervo ai due hobbit affamati :”Almeno, non ce n’erano stanotte.” Concluse togliendosi il cappuccio.
Non appena vide la sua faccia, Legolas emanò un verso di disgusto ed Aranin di passò una mano sulla bocca intuendo che vi era ancora del sangue.
“E chi avresti ucciso per procurati questa roba?” le chiese Boromir guardandola con aria sospetta e sguardo malvagio. Aragorn ed Aranin lo guardarono nello stesso istante con occhi di ghiaccio che, se avessero potuto incenire, l’avrebbero fatto senza timore.
“Solo questa roba” gli rispose la ragazza di tono e, arrabbiata o forse delusa, si diresse verso la spiaggia, dando le spalle a tutti i suoi compagni. Si tolse il mantello appoggiandolo sulla riva e cominciò a spogliarsi, lentamente. Si fermò quando rimase in sottoveste ed entò con tutta la calma possibile in acqua.
Frodo la guardava spogliarsi come si guarda una dea. Era bellissima ai suoi occhi di hobbit della contea. Tanto bella quanto forte e giusta. Improvvisamente gli venne voglia di fare un bagno, rinunciando al pranzo.
  
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