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Autore: Inquisitor95    01/09/2015    1 recensioni
Questa è la storia di una maga la cui vita un giorno verrà stravolta da una tragedia, sarà costretta a dire addio alla propria vita e ricominciare dall'inizio. Portando con sé un oscuro segreto riguardo i propri poteri, Myrah viaggerà fino alla città vicina al suo clan, durante il viaggio però la sua vita subirà dei cambiamenti che la porteranno al compimento del proprio destino, il destino di una Profetessa nella battaglia contro la Gilda delle Tenebre, una società intenta a riportare in vita l'esercito delle ombre che anni prima minacciarono la pace e la serenità.
A.A. Avevo già pubblicato questa storia ma per alcuni motivi ero stato costretto ad eliminarla, ora che ho più tempo voglio postarla nuovamente qui sperando che vi piaccia. (non siate cattivi è un'opera a cui tengo molto xD)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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28.

La capitale imperiale






Nonostante le forti tensioni nel nostro gruppo, la situazione parve inspiegabilmente più tranquilla. Tarnyth era sempre distante da me, non riusciva più neanche a guardarmi. Questo mi fece dubitare spesso del suo posto insieme a noi, se lui non era disposto ad aiutarmi, come potevo essere certa che nel momento del bisogno mi avrebbe aiutata? Soprattutto, perché restava ancora con noi? Perché il dolore gli piaceva? Perché sperava in un mio ripensamento? Era impossibile.
Mi ero trasformata in un'arpia forse! Una creatura cattiva che ingannava gli uomini, gli avevo mai dato motivo di credermi coinvolta nei suoi sentimenti? No, fu lo stesso Winsper a confermarmelo, l'unico per cui realmente mi dispiaceva. Lui continuava ad amarmi in silenzio e io cercavo di essergli quanto più amica possibile, almeno quello glielo dovevo. La sera prima di arrivare alla grande capitale eravamo parecchio stanchi, vi era stata una lunga giornata di pioggia e il cielo era ancora annuvolato, la temperatura bassa e l'aria ghiacciata da far male alla pelle. Raphael mi aveva però ceduto il mantello del drago che mi scaldava piuttosto bene e mi dava sollievo. Mentre mettevamo su l'accampamento avemmo modo di incrociare qualcuno per la nostra strada; si trattava di due uomini, uno che guidava un cavallo dal suo carro mentre l'altro cercava qualcosa. Chiaramente erano mercanti. Quando ci videro si fermarono.
« Che piacere trovare dei viandanti come noi! » l'intero approccio già mi puzzava. « Permettetemi di presentarmi, mi chiamo Andelao, il mio compare qui si chiama Deni! »
« Siete mercanti? » chiese Raphael avvicinandosi per pochi istanti a loro, nel frattempo ebbi modo di incendiare il falò così da fare luce, i due parvero sconvolti dalla mia magia.
« Si siamo mercanti... » rispose il secondo. « Se vi interessa qualcosa tra i nostri oggetti magari... » l'uomo fu subito interrotto da Tarnyth in maniera scontrosa.
« Non ci servono cianfrusaglie! Domani saremo alla capitale e faremo direttamente là rifornimenti! » disse freddo e rapido, un po' troppo indelicato ma aveva ragione. I due non parvero offendersi. Mi voltai verso di loro infine.
« Grazie ma non ci serve nulla! » dissi io.
« Figurarsi... fate attenzione però, in questi giorni l'Avvoltoio è parecchio irritato e la guarnigione è severa! » disse il primo mercante, non riuscii a comprendere a cosa si riferiva.
« L'Avvoltoio? Cosa è... non credo sia semplicemente un animale! » dissi più tardi durante la cena quando avevamo già abbandonato i due mercanti, Raphael aveva cucinato qualcosa di diverso dalla sua minestra dolciastra, era una strana zuppa che sapeva di carne e verdure, molto speziata!
Fu Glaremy e rispondere alla mia domanda. « No, non si tratta di un animale. Molte persone sono solite chiamare l'Imperatore con l'appellativo “Avvoltoio”... »
« Fergrant l'Avvoltoio! » commentò Raphael usando il nome dell'Imperatore di Inakarrias. « Si dice che beva il sangue dei nemici dello stato! Ho sentito dire anche che beve il sangue degli elfi servitori... » a quelle parole la mia attenzione fu totalmente catturata. Era una cosa orribile! Tuttavia qualcuno dissentì quello che Raphael aveva appena detto.
« Io so notizie diverse... e credo siano pure vere! » cominciò a parlare Morkor. « È afflitto da una grave malattia che gli fa costantemente sanguinare lo stomaco, l'odore del sangue risale da esso infettandogli l'alito... ecco perché l'Avvoltoio! »
Glaremy era quella che poteva averne maggiore contatti e stava annuendo con forza a ciò che era appena stato detto. « È esattamente così. Conosco personalmente l'Imperatore, è la persona più gentile di questo mondo! Bere il sangue... che assurdità! » non sapevo che immagine farmi dell'Imperatore, era possibile che avesse una malattia così grave? Probabilmente non avrebbe potuto vivere a lungo con costanti perdite di sangue nello stomaco, immaginai però la sua sofferenza e l'orrore nel sentire il costante sapore del sangue sulla lingua. Mi fece pena.

 
* * *

Il giorno seguente ci mettemmo in marcia di buon mattino e quando il sole fu abbastanza in alto nel cielo arrivammo davanti le grandi e possenti mura di pietra della città. Ero meravigliata!
Erano alte e imponenti, piene di balconate colme di guardie pronte ad attaccare al minimo segnale, le porte furono spalancate al nostro arrivo senza che ci fosse chiesta cosa, ci addentrammo lungo le bellissime vie e in particolare restammo pochi istanti nella gigantesca piazza alberata che si presentava ai nostri occhi; una fontana gigantesca colma d'acqua, ragazzi e ragazze ovunque che sembravano felici, il panettiere che stava appena mettendo sul bancone le sue pagnotte, il fabbro che stava cominciando a martellare all'aria aperta sopra l'incudine. Le persone che si salutavano allegramente e si soffermavano a parlare con l'anziana erborista che stava ricamando qualcosa con delle lana. Sembravano tutti felici e quella probabilmente era la parte bassa della popolazione, non immaginavo in che stato di benessere era la nobiltà. Sembravo essere l'unica meravigliata.
« Questa città è magnifica. È gigantesca ed è... viva! » mi faceva sentire così, mi sentivo viva e piena di forze, neanche sembrava che Inakarrias e tutto il regno fossero minacciate dalla Gilda. Lì il tempo si era fermato mesi prima.
« Non sei mai stata qui ad Almajeria? » chiese Raphael stringendosi a me. Scossi il viso lentamente ed Hematha parve sconvolta per qualcosa. Mi prese per la mano e mi trascinò via.
« Dove mi stai portando? » chiesi stranita dal suo attimo di follia insensata. Fui seguita pure da Raphael e insieme a noi si mosse anche Winsper, Hematha mi stava portando lungo una via gigantesca e piena di persone.
« Chiunque abbia fede nel Creatore e venga qui per la prima volta deve assolutamente entrare nella Santa Cattedrale! » disse in risposta, a quel punto aveva attirato la mia attenzione.
La Santa Cattedrale di Almajeria era stata costruita secoli fa ai tempi della caccia ai maghi e alle maghe durante l'Era del Caos. Inizialmente la grande chiesa era stata costruita come sede principale per le riunioni della Sacra Crociata; oggigiorno era però una grande meta di pellegrinaggio e chiunque mettesse piede per la prima volta nella città era tenuto ad andare a pregare nella cattedrale. Non riesco neanche a descrivere la sensazione che ebbi quando mi trovai di fronte l'enorme struttura: era imponente e alta, il campanile era alto quanto le grandi mura e una campana suonava una melodia familiare, una canzone liturgica probabilmente. Era familiare, come se l'avessi sentita spesso cantata da una voce, la voce di mio fratello.
« Hai mai sentito “Grazia del Creatore”? » ecco il titolo della canzone che mi veniva cantata, sì l'avevo sentita spesso. Brester me la cantava sempre con la sua voce rozza dicendo però che nostra madre la cantava come un angelo. Mi immaginavo sempre come sarebbe stata se fosse stata lei a cantarla per me.
« Sì... l'ho sentita! » risposi, ci avvicinammo poi verso le porte bianche della cattedrale e allora cominciai ad avvertire qualcosa di negativo in tutto quello, qualcosa che non mi rassicurava.
Salimmo le scale tutti e quattro insieme, la porta era spalancata e potevo benissimo vedere la meraviglia che stava dentro: arcate dipinte o realizzate in oro, mosaici bellissimi che rappresentavano il Creatore, reliquie sacre ovunque e fedeli che pregavano, suore e preti che parlavano di qualcosa sussurrando per non disturbare coloro che pregavano. Sentivo però che c'era qualcosa di sbagliato, tutto quello era sbagliato, lo sentivo bruciare dentro di me, lo sentivo pulsare nel marchio delle tenebre. Era come un avvertimento, mi diceva di stare lontana e non era più una semplice sensazione. Lo sentivo in me.
E infine fu troppo tardi per agire: appena il mio intero corpo si fu spostato all'interno della chiesa, avvertii subito dolore in tutto il corpo, era come se stessi andando intemeratamente a fuoco, improvviso quanto i colpi di mille spade. Non potei automaticamente gettare un urlo facendo voltare tutti i presenti, caddi persino a terra perché le ginocchia non riuscivano più a tenermi in piedi, il tutto era inspiegabile ed Hematha non capì.
« Che sta succedendo!? » disse lei nel panico mentre io continuavo a contorcermi per il dolore, cercavo di trattenere le urla stringendo i denti e sentendo il sapore del sangue.
« Forse ho capito! » sentii la voce di Raphael, mi prese di peso interamente tra le braccia e mi spinse fuori dall'arcata della chiesa tornato sotto la luce del sole e allontanandoci dalle scale. Le fiamme si erano finalmente placate ma il dolore restava come un lontano ricordo. Eppure il mio corpo era illeso.
« Non capisco... che cosa è successo? » chiese Winsper raggiungendomi subito insieme a Hematha, Raphael mi fece sedere per terra e mi prese il viso tra le mani, vedevo la paura nei suoi occhi verdi, una paura che non mi piaceva. Eppure mi sentivo già molto meglio, ma non capivo.
« Non ci ho pensato prima! È tutta colpa mia! Perdonami... » Raphael parlava con me, continuavo però a non capire. « Si tratta del demone... essendo vincolato in lei, non può varcare la soglia di una chiesa... i demoni sono proibiti sul suolo sacro! »
Non era colpa di Raphael, lui non c'entrava nulla, era colpa mia ancora una volta: io ero la responsabile delle mie azioni e della mia condanna; lo sapevo benissimo, i demoni non varcano la soglia della chiesa, i demoni non possono toccare oggetti sacri o protetti dalla benedizione divina. Ciò vale anche per il corpo che abitano. In quell'attimo sentii che la mia vita doveva finire. Ero uno strumento del demone.
« Non voglio più continuare così... non posso farcela! » sussurrai, Raphael si voltò nuovamente verso di me. « Non è questa la vita che voglio! E sapevo che sarebbe accaduto... che alla fine avrei ferito anche te! » la mia morte significava la sua sofferenza, perciò non potevo lasciare che la morte mi prendesse e basta, troppi si aspettavano qualcosa da me.
« Smettila di dire queste cose! Hematha troverà la soluzione per liberarti dal demone... » si voltò ancora verso di lei alzandosi davanti ai miei occhi. « Quando ci vuole per trovare la soluzione al demone? Sono settimane che studiate quel dannato libro! »
Mi amava, mi proteggeva, ma io non meritavo qualcuno che mi amasse e difendesse in quel modo. Gli stavo lentamente rovinando la vita, così come mi stavo distruggendo. « Non sono certa di aver trovato la soluzione. Non sono sicura di riuscire a compiere il rito... volevo aspettare di andare al prossimo clan di elfi. Abbiamo deciso di andarci no? »
La mia vita non significava più nulla. Ma se c'era ancora qualcosa che potevo fare, era riuscire a salvare Inakarrias prima che il demone avesse totalmente divorato la mia anima. « Basta così! Non ha senso continuare a parlarne... » cercai di farmi forza alzandomi anche grazie all'aiuto di Raphael. « Siamo venuti qui nella capitale per conferire con l'Imperatore. Non perdiamo altro tempo visto che non sappiamo quanto ne resta... » mi riferivo alla Gilda delle Tenebre e al tempo che restava prima della loro prossima mossa, ma tutti e tre capirono che mi riferivo a me in realtà. Nonostante questo nessuno disse una parole e tornammo dagli altri quattro, Raphael mi stringeva la mano per darmi supporto e io cercavo di concentrarmi sul presente e su quanto lo amassi, il resto mi deprimeva.
Non volevo pensare al demone nonostante continuasse però ad assillare i miei pensieri. Riempiva di ombra ciò che c'era di buono nella mia vita, e ciò faceva anche vacillare la mia fede: era una punizione del Creatore? Non ero mai stata in una chiesa, e questo beneficio mi era stato tolto definitivamente. Avevo voglia di urlare e piangere ma la situazione non sarebbe cambiata con le mie lacrime, dovetti farmi forza. Gli altri non fecero parola di ciò che era successo ma molti di loro probabilmente sapevano cosa poteva essere accaduto, Tarnyth ovviamente lo capì, lui era un esperto di Magia Nera e sapeva benissimo che i demoni non si potevano avvicinare alla soglia di una chiesa. Ci facemmo strada in silenzio e non potei più godermi a pieno la meravigliosa Almajeria con tutta la sua allegria; davanti a noi c'erano ragazzini che giocavano, che si rincorrevano ed erano spensierati. Li invidiavo. La strada principale ci portò direttamente al grande fossato colmo d'acqua che separava la città in due, il fiume arrivava attorno ai bastioni del distretto più importante, torri alte e possenti. Fummo subito ricevuti grazie alle guardie e alla presenza di Glaremy al castello, ci fecero entrare nella sala delle udienze, per la prima volta la confrontai con qualunque altro stanza nei castelli che avessi già visto durante il viaggio.
Era lunga più di venti metri, forse era il doppio delle altre. Larga e colma di tende e statue lungo tutto il suo perimetro, porte di legno nero portavano chissà dove e alla fine della stanza vi erano due troni colmi d'oro e di altre meraviglie. Successivamente vidi il resto delle persone presenti nella sala, nobili di chissà quali angoli di Inakarrias, persone vestite con strani abiti stretti, quelli delle dame erano davvero i più strani, c'erano però molti colori e questo mi dava una strana sensazione di allegria. Seguiti dal nostro arrivo, sentimmo uno squillare di trombe ai lati dei due troni, comparve poi il ciambellano e strillò qualcosa che echeggiò nella sala.
« Fa il suo ingresso in sala, la famiglia reale: l'Imperatore Fergrant di Almajeria, l'Imperatrice Dalién di Korxavo e i piccoli Juster e Ornex! » a quel punto sentimmo un coro e una musica, non potei vedere da dove veniva visto che i nobili si misero davanti a noi coprendoci la visuale.
Cercavo di sporgermi in qualche modo ma non riuscivo proprio a vedere, a quel punto sentii una stretta ai fianchi e il pavimento venir meno ai miei piedi, fui sollevata di pochi centimetri in aria da Raphael e mi tenne in equilibrio. Potei vedere chiaramente la famiglia reale che faceva il suo ingresso a passo di musica con l'inno di Inakarrias, non lo conoscevo purtroppo, non mi era stato insegnato ma riuscivo a capire che le parole erano un inno alle terre prosperose e gentili, le fortezze potenti e l'armata imperiale. Era più un inno di guerra forse. I miei occhi restarono meravigliati vedendo i quattro membri della famiglia imperiale: tutti e quattro biondi e dagli occhi vivi e di diversi colori eccetto per i due gemelli, perfettamente uguali come fossero messi allo specchio. I due imperatori si sedettero e la nobiltà si inchinò, a quel punto Raphael mi mise giù e si inchinò, seguii il suo stesso esempio facendo toccare il tappeto alle mie ginocchia per poi rialzarci quando l'inno terminò.
« Buongiorno nobili di Inakarrias. Siate come sempre i benvenuti... » salutò l'imperatore con voce calda e saggia, sentii qualcuno strattonarmi per la veste e vidi la mano di Glaremy che mi faceva segno di avanzare. Ci facemmo largo tra i nobili, superammo infine gli ultimi nobili e restammo a distanza di pochi metri dai due sovrani. Entrambi stavano già puntando lo sguardo su me, stavano indagando su ogni centimetro del mio corpo, dal mio aspetto trasandato fino al marchio. L'Imperatore era chiaramente colpito soprattutto dal fatto che fossi una maga.
« Imperatori, sono fiera di presentarvi Myrah degli Erranti, colei che ha già più volte sventato i piani della Gilda delle Tenebre! » disse Glaremy annunciandomi, la sua voce era tornata rispettosa come ogni volta in cui parlava con dei reali.
« Grazie comandante... » commentò l'Imperatore; era un uomo alto e dalle braccia muscolose, gli occhi dorati e brillanti proprio come i suoi capelli sfavillanti, corti e con una barba accennata. Un uomo incredibilmente attraente a mio parere, indossava degli abiti piuttosto semplici ma di complessa fattura con alcuni pezzi di armatura di chissà quale pregiato materiale. L'Imperatrice aveva invece occhi di ghiaccio, una bellezza immonda e la pelle candida come la neve. Un vestito rosso come l'abito del marito; entrambi indossavano due corone tra loro diverse con un grande diamante in comune però.
« È un onore essere in vostra presenza. E sono addolorata di dovervi portare notizie di guerra... » ero ancora scossa da quanto era accaduto nell'ingresso della chiesa.
L'imperatore alzò una mano. Un sorriso si dipinse sul suo volto compiaciuto. « Il piacere è mio; ho sentito grandi cose riguardo te... un drago di ferro. Una chimera. Hai salvato un villaggio dagli orchi e hai ucciso dei giganti sulle Montagne di fuoco... » le vicende con i nani erano già arrivate alle sue orecchie.
« Sono semplicità! Ho fatto solo il mio compito! » dissi in parte compiaciuta di avere il rispetto dell'imperatore. Lui si fece scappare un sorriso che lo rese ancor più bello.
« Non sottovalutarti... » il suo tono di voce poi cambiò. « Sono sempre stato interessato all'avere un mago a corte ma nessuno si è mai rivelato sufficientemente bravo. Mi chiedevo... se magari qualcuno di portentoso come te fosse interessato a unirsi alla mia corte... magari quando questa storia sarà finita! »
Non riuscivo a crederci, il respiro mi si era bloccato, i polmoni smettevano di arieggiare. L'Imperatore mi aveva appena offerto un posto nella sua corte come Grande Strega, sarei stata al pari del famoso Endelisis. « Io non so cosa dire... non mi ritengo così brava, io... » scosse il viso con forza.
« Riconosco che non è una scelta facile. Inoltre vi è ancora da sistemare una grave situazione che sta affliggendo tutta Inakarrias. Questa misteriosa Gilda delle Tenebre... » sì, era meglio non parlare al momento di quell'occasione. Eravamo là per parlare della guerra e del nemico.
« La situazione sembra tranquilla. Restano ancora quattro membri di questa misteriosa organizzazione ma sappiamo bene che hanno alleati nei clan di orchi e di giganti. Temo che stiano radunando un esercito forte per sferrare un attacco preciso! »
« Qui al castello!? » chiese l'Imperatrice con evidente stupore. « Almajeria è costruita come una possente fortezza. È inespugnabile e solo dei folli tenterebbero di conquistarla. »
« Il problema è che abbiamo a che fare con persone potenti e pericolose che non si preoccupavano di creare caos. Il loro fine ultimo è l'evocazione delle ombre e di chissà quale demone... » disse Glaremy in risposta alla sovrana, a quel punto la parola tornò nuovamente all'Imperatore.
« La situazione è critica. Voglio essere però certo che i nostri alleati siano consolidati, voglio indire una riunione con i nostri alleati per decidere la prossima mossa... non credo di saper gestire la situazione nel dettaglio! » voleva convocare i sovrani delle tre regioni; la Regina Henstia, i due sovrani di Serpah, Leoniun ed Eveblen e il neo re Rustin. Il suo invito però non si sarebbe fermato a loro. Avrebbe chiamato anche il re dei nani.
« Mi chiedevo... » non sapevo come esporre esattamente la situazione. « Il nostro esercito è già molto potente e numeroso, ci sono guerrieri e maghi... ma penso sarebbe una buona idea rivolgersi anche agli elfi. Sono i migliori riguardo la conoscenza magica e credo che dovremmo renderli partecipi... »
Quelle parole suscitarono un certo scalpore nei nobili presenti, non avevo tenuto conto del fatto che non fossimo soli e che molti stavano già vociferando. L'Imperatore però non sembrava aver preso male la mia proposta.
« Credo che nelle tue parole ci sia il vero. Qui vicino c'è una foresta con un clan... potresti parlare con loro e ovviamente invitarli alla riunione... sarà fatta alle antiche rovine di Dhom, là sono stati siglati numerosi patti e numerose riappacificazioni. È giusto che ci si incontri tutti là... il problema a questo punto rimane il flusso temporale! » non avevo idea di quanto ci sarebbe voluto ma era ovvio che bisognava agire il più in fretta possibile. Bisognava tenere conto di quanto ci stessero le notizie a viaggiare e gli eserciti ad arrivare, noi dovevamo andare a parlare con quel clan di elfi e io volevo tornare dagli Erranti.
« Ho un'ulteriore richiesta. Da questo potremo senza dubbio decidere l'esatta data... vorrei tornare nella foresta Mikenna. Credo di aver trovato dei dispositivi in grado di rivelare qualcosa che sono certa potrebbe aiutarci nella battaglia finale! » in verità non ne ero così sicura, non potevo però mostrarmi dubbiosa.
« La foresta Mikenna è molto distante da Almajeria, ci vorranno dei giorni per portarvi oltre le Fenandar! » disse l'Imperatore. A quel punto era giunto il momento di sfruttare i miei pensieri.
« A piedi. Non ho intenzione di portare però tutto il mio gruppo. Spostarsi insieme richiederebbe il doppio del tempo » mi voltai verso Raphael. « Il mio cavaliere ha un cavallo, potremmo starci meno di una settimana... è davvero urgente! » la cosa probabilmente non era ammissibile. Sarei stata separata dai miei amici dopo la visita al clan degli elfi, era però giusto così: loro si sarebbero preparati e riposati per lo scontro finale. Io e Raphael nel frattempo saremmo andati dagli Erranti.
L'Imperatore non sembrava molto contento, ma ci sarebbe comunque voluto moltissimo tempo prima che tutti gli eserciti fossero arrivati a destinazione, forse avremmo dovuto aspettare un mese ancora se non di più. Volendo potevamo anche andare tutti quanti e avere il tempo di tornare, ma era comunque meglio che fossimo solo io e Raphael. Nessuno altro doveva sapere la locazione degli Erranti. Di Raphael mi potevo fidare non solo perché ci amavamo, lui avrebbe mantenuto il silenzio.
« Va bene Myrah, come desideri. Andate dagli elfi allora, i vostri compagni saranno ben accetti qui al castello nel tempo in cui sarete via. Ti auguro di tornare il più in fretta possibile... »
« La situazione non è delle più felici e in un qualunque momento la Gilda potrebbe attaccare la città. Dobbiamo essere certi che tutto sia pronto. Anche gli altri dovranno sbrigarsi ad arrivare... » disse l'Imperatrice. Aveva ragione, i più lontani in effetti erano i due fratelli di Serpah. Chissà quanti scandali avrebbe portato a galla quell'incontro.
« Allora è meglio che ci mettiamo subito in marcia! » dissi, rivolta allo stesso tempo ai due imperatori e ai miei stessi compagni. Dovevamo essere il più celeri possibili.






Angolo Autore:
Buon pomeriggio ^^ Sto nuovamente rallentando nella produzione dei capitoli e mi dispiace ma sono impegnati con i seguiti di questa storia xD Missioni missioni missioni e il grande consiglio tra tutti quelli che sono stati radunati. Uniti contro la Gilda! Speriamo che non accada nulla di male... Grazie a Fantasy_Love_Aky per aver lasciato commenti, ringraziarti non è sufficiente ma non saprei dire a parole la mia gratitudine per essere arrivata a un passo dalla fine. ^^ 
  
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