Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: GabrielleWinchester    01/09/2015    8 recensioni
Dal testo: " Insieme guardammo fuori e vedemmo sorgere un nuovo giorno, laddove la dolcezza si mescolava con la lussuria, come una scia di cioccolato fuso che scendeva dal collo fino ad arrivare verso il centro del nostro più assoluto piacere. Lei si rivestì e strizzando l’occhio mi disse “Le nostre anime hanno avuto un assaggio di lussuria caramellata, caro mio”
Genere: Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buon pomeriggio a tutti,
ecco a voi la mia prima one-shot a sfondo erotico intitolata "Lussuria caramellata" , in cui ho voluto scrivere della notte di piacere tra un barista e una scrittrice...Ogni riferimento a persone reali è puramente casuale ^_^ Chiedo scusa se eventualmente la storia non dovesse risultare abbastanza erotica, in quanto sono più per il genere erotic-soft e per eventuali errori presenti nel racconto. Ringrazio di vero cuore tutti coloro che la leggeranno e la recensiranno, tutti coloro che mettono e metteranno le mie storie tra le seguite/preferite/ricordate e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-)
PS: Abbiate pietà di me ^_^ Buona lettura :-) Gabrielle :-)                                               

                                                                                                    Lussuria caramellata

Lo guardai, mentre si aggirava tra i tavoli, con il vassoio perennemente carico di tazzine e bicchieri, cercando di non impazzire di fronte alle assurde richieste dei clienti. Si era fermato di fronte a una famiglia numerosa, con il marito attaccato al cellulare e la moglie che cercava di calmare un neonato di pochi mesi e aveva tirato fuori dal grembiule nero un taccuino e aveva trascritto le ordinazioni, grattandosi il collo con disinvoltura e nel contempo fissando me, la quale ero seduta in un angolino in fondo alla sala e cercavo l’ispirazione, quell’ispirazione che pensavo di avere perso da tanto tempo.
Fece un inchino con la testa e dopo lo vidi andarsene, rivolgendomi un sorriso che fece diventare la mia anima al pari di una statua di ghiaccio in una location infernale.
                                                                            *
La guardai, mentre mi aggiravo tra i tavoli, stupito e anche abbastanza incuriosito dal fatto che quasi ogni giorno stesse in saletta e scrivesse in un quaderno blu. Volevo leggere ciò che scriveva, vedere se ero io il soggetto delle sue storie, in quanto i nostri sguardi si incrociavano e ci facevano sorridere in maniera leggera e spensierata. La vidi mordicchiare il tappo della penna e di riflesso mordicchiai il labbro inferiore, immaginando le sue labbra sulle mie e io che potevo scompigliargli quei capelli ricci, quella chioma ribelle che la faceva assomigliare a una leonessa con la criniera. Quella leonessa che non aveva nessuna remora a rimproverarmi, quando me lo meritavo. La ragazza dolce ma con il ruggito del re della giungla.
                                                                        *
Posai la penna nella borsa e alzai la testa per sgranchirmi un po’ i muscoli. Avevo scritto parecchio, ero fiera di me e mi accorsi tardi che ero rimasta l’ultima cliente del bar. Ero stata talmente concentrata nella scrittura della mia storia che non mi ero affatto accorta che il bar si stava lentamente svuotando…
“Scusami, adesso vado via” avevo detto imbarazzata, dandogli la mia tazza di thè “Ti ho fatto perdere tempo”
“Per favore, resta con me”
“Devo andare”
Mi prese per il polso e ci  guardammo negli occhi, uno sguardo che apparteneva a una persona che faceva solo finta di essere cattivo e poi in realtà era buono. Mi attirò a sé e mi baciò, un lungo bacio che in confronto il thè zuccherato era solo una bevanda amara. Insieme approfondimmo il bacio, la musica del locale a fare da atmosfera. Lui scese pian piano lungo la linea del collo, facendomi gemere di piacere e nel contempo cercando di non affrettare i tempi, di evitare di mostrargli tutte le mie carte. Con mano tremante mi aveva lentamente sbottonato la camicetta viola che indossavo e con un gesto automatico mi ero coperta la pancia, borbottando che non ero abbastanza magra e che forse era meglio rinunciare…lui era scoppiato a ridere di fronte a quella mia assurda ribellione, mi aveva tolto le mani dalla pancia e mi aveva fatto ridere, una risata che smorzò con un bacio mozzafiato, un bacio che sapeva di cioccolato.
Mi tolse il reggiseno e lo gettò in qualche angolo della saletta, i capezzoli che erano diventati turgidi di fronte al suo tocco.
“Posso?”
“E me lo domandi adesso il permesso?” lo rimproverai divertita “Non mi puoi lasciare così…altrimenti potrei lamentarmi che il servizio clienti è scadente”
A quelle parole, lui si era avvicinato a me e mi aveva baciato i seni, in modo tale da costringermi a urlare il suo nome e a spingere il mio bacino verso il suo, laddove potevo percepire la sua erezione. Ci conoscevamo da tanti anni, ci eravamo squadrati, alcune volte non ci parlavamo per mesi per una stupidata, ma solo adesso io riuscivo a toccare la sua anima e a sentire i batti del suo cuore, quel cuore che avevo agognato dalla prima volta che lo avevo visto e che era stato difficile da raggiungere.
Spostai la mano e con destrezza gli sbottonai i pantaloni. Lui smise di baciarmi e ridacchiò “Non sei così’ dolce come sembri”
“Io posso essere più piccante di una cioccolata al peperoncino” gli sussurrai vogliosa, avvertendo il suo rossore come una carezza birichina “Mi auguro che la tua pistola sia abbastanza carica”
Lui mi strizzò l’occhio, colpito dal mio riferimento ai film d’azione che tanto amavamo e che ci avevano fatto avvicinare “Ho molte munizioni al riguardo”
“Sei solo un pallone gonfiato”
“Stupida”
“Grazie, l’ho sempre…” il primo colpo fu improvviso e lo avevo guardato incuriosita, il secondo colpo fu quello decisivo e in quel secondo colpo urlammo in sincronia i nostri nomi, facendosi di legare le nostre identità e le corde del cuore, mentre il suo seme entrava in circolo nel mio corpo.
“Non mi hai avvertito!”
“Mi hai detto tu di non chiedere il permesso”
Scoppiai a ridere e lo baciai di nuovo, accarezzandogli quella leggera barbetta che tanto mi eccitava e lo faceva diventare intrigante.
                                                                      *
Finalmente ero riuscito ad averla tutta per me, a poterla baciare e nel contempo fare quel sesso che faceva diventare amaro il più dolce degli zuccheri. Le avevo scompigliato la sua folta e imprevedibile criniera di ricci, la quale mi aveva colpito già la prima volta che era entrata nel bar e mi aveva domandato con aria smarrita un bicchiere d’acqua, avevo baciato e accarezzato quel corpo che non era perfetto ma che apparteneva a una persona che ti apprezzava per quello che eri e non per quello che gli altri volevano che tu fossi. Sapevo benissimo che insieme saremmo potuti diventare tempesta e terremoto, due anime che si consideravano reiette e nel contempo cercavano la loro oasi di pace interiore.
Insieme guardammo fuori e vedemmo sorgere un nuovo giorno, laddove la dolcezza si mescolava con la lussuria, come una scia di cioccolato fuso che scendeva dal collo fino ad arrivare verso il centro del nostro più assoluto piacere. Lei si rivestì e strizzando l’occhio mi disse “Le nostre anime hanno avuto un assaggio di lussuria caramellata, caro mio”
“Non mi basta un assaggio”
“Le cose belle si devono assaporare”, facendo una linguaccia mi diede un tenero buffetto sul naso “Ci vediamo domani”
La vidi allontanarsi con passo fiero e con un sorriso soddisfatto, con il sorriso chi era finalmente riuscito a raggiungere il suo obiettivo ed era intenzionato a mantenerlo, almeno fino a quando il destino o la vita con le sue scelte lo avrebbe permesso.
E anche se si prospettava una giornata pesante e ricca di folle richieste, il ricordo della nostra notte, della nostra prima notte insieme mi avrebbe accompagnato per tutta la durata del turno. Divertito, presi il legno per lavare il pavimento e mi feci trovare dai miei colleghi, arrivati in quell’istante, i quali mi trovarono a canticchiare “I believe i can fly”.
“Mi sa tanto che Antonio ha passato una bella serata con la scrittrice”
Sorrisi di fronte alla curiosità dei miei colleghi e ignorai le loro richieste di sapere che cosa fosse successo durante la notte, iniziando una giornata che non sarebbe stata rovinata dalla maleducazione dei clienti, in una giornata in cui avrei conservato il ricordo di una notte dolce come il cioccolato e corroborante come il caffè.
 
  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: GabrielleWinchester