"Perchè?"
Si chiedeva lei, la ragazza dai capelli castani. 
Era brutta, stupida, mai apprezzata. Questo era quello che credeva lei.
Con tutti gli sforzi che faceva non riusciva mai nel suo intento.
Ogni volta per colpa sua, versava lacrime salate, bagnando sempre il cuscino.
Si chiedeva il perché del suo nome, Aicha, dall'arabo "ragazza a cui piace vivere", ma a lei non piaceva, tante volte aveva pensato al suicidio o all'autolesionismo, ma non aveva nemmeno il coraggio di farlo.
La sua vita era un'unica delusione, senza parenti che l'amassero, senza amici. Questo era quello che credeva lei.
Stava per porre fine alla sua vita, nello stesso parchetto dove da piccola passava il tempo a giocare con i maschi, ma una voce la chiamò dicendole di andare con lei, la voce della persona che amava, anche non ricambiata. Questo era quello che credeva lei.
Buttò il coltello sul prato dietro gli alberi e seguì il ragazzo.