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Autore: mitologianicodiangelo    01/09/2015    1 recensioni
Se Ade dopo averli portati al hotel Lotus li avesse mandati in due luoghi opposti i due fratelli Nico di Angelo e Bianca di Angelo? E se gli avesse cancellato la memoria e inserito delle infanzie differenti? Loro non si ricorderebbero l'uno dell'altro ma soprattutto non saprebbero che sono semidei greci e non semplici umani, credono di essere dei semplici adolescenti orfani, senza sapere la pura verità. Come sarà la loro vita così? Non ho detto che non abbiano i loro poteri però...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Bianca di Angelo, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bonnie Lanchester

 

Era più difficile di quanto avessi pensato comprare qualcosa da vestire a Nico di Angelo. Oltre che non gli piaceva nulla, non avevo idea della taglia che potesse portare. L'unica che gli stava era una L, mi chiedo soltanto come abbia fatto ad alzarsi così tanto in così poco tempo. Rimaneva sempre slanciato ma diversamente da prima aveva dei muscoli, lo so che sono malvagia ma prima aveva più forza una mozzarella di lui. Mi nascondeva qualcosa lo sapevo, non poteva essere diventato così bel cioè carino; in una sola estate senza aver fatto palestra o non so che altro. Di certo stava meglio ora i suoi lineamenti ben definiti risaltavano sui suoi occhi neri come l'ossidiana e sul suo fisico quasi scolpito, “Cosa vai a pensare? Risvegliati Bonnie, non può piacerti uno come lui” la mia testa ha ragione è troppo misterioso per piacermi non lo conosco, “Peccato che tu sei attirata dal mistero, ti affascina”. Ultimamente qualsiasi decisioni dovessi prendere avevo la testa divisa a metà, per ogni singola decisione, insomma uno strazio. Non riuscivo neanche a decidere autonomamente il cibo, tra verdura e frutta per esempio. Una parte mi diceva “La verdura è ricca di vitamine e sali minerali invece la frutta è piena di zuccheri”, l' altra “La frutta è dolce come te invece la verdura non è per niente buona, non ti piace neanche”. A volte era come se il cranio mi si dividesse in due parti ben delineate, mi venivano dei mal di testa lancinanti. Mi svegliai nel mondo reale quando per la millesima volta uscì Nico dicendo-Cosa ho fatto di male per venire a far shopping con te?-.

-Questo completo va bene, direi che per oggi bastano-. Usciti dal negozio Nico esultò, lo so sono stressante sul vestire perché anche se non sono più una “Barbie” mi piace abbigliarmi come si vede, cosa c'è? Ognuno ha i suoi hobby. Mentre camminavamo verso la scuola, Nico mi pose una domanda che stranamente non aveva fatto prima:

-Ma come hai fatto a pagarmi i vestiti se non ti davano più la paghetta?-.

-Non sono in punizione per sempre! Però solo quella è tornata, non posso tornare a teatro e a danza anche se volessi-.

-Non potevi neanche uscire di casa o mi sbaglio?-.

-Allora mi ascolti quando parlo! Posso uscire di casa per tua informazione perché?-.

-Così-. Lo guardai in cerca di risposte.

-Cosa volevi fare?-.

-Per ringraziarti dei vestiti anche se sei una scocciatura, oggi dopo scuola puoi venire davanti a Starbucks? Quello vicino casa mia cioè quello dell'altra volta-.

-Si-. Non avevo captato subito l'ultima frase.

-Ma tu abiti vicino Starbucks? Finalmente so dove abiti-.

-Non ti ho detto precisamente dove-. Fece la faccia compiaciuta.

-Suonerò ogni campanello per trovarti, finché non mi risponderai tu-.

-E se io non ti rispondo?-.

-Capisco che è casa tua no?-. Eravamo testa a testa, ci guardavamo negli occhi, era cambiato si era aperto ed era più divertente del solito ed era così perfet...”Non provare pensare ancora a Di Angelo così, non puoi, non ti fai schifo? È già tanto che siete diventati amici” ha ragione non so neanche perché siamo diventati amici forse per i miei soldi, abbassai lo sguardo e me ne andai. Nico era perplesso, “Penserà che sia colpa sua, è solo mia non so cosa mi prende”. Due vocine nella testa mi tormentavano “Lui non potrebbe mai volere i tuoi soldi, non ti avrebbe mai invitato lì, gli piaci e a te piace lui, non negarlo”; “Infatti non vuole i suoi soldi, no ma se prima veniva a casa sua solo per usare il laboratorio e lei come una stupida lo faceva venire quando voleva”; “È amore, non senti l'amore nell'aria è un'adolescente, sono i suoi primi amori quelli che non scorderà mai”; “Ma...”. Non mi resi conto di urlare all'aria- Basta!-. Qualche piccione prese il volo e qualche persona mi guardò storto ma erano tutti di fretta, stavo diventando matta lo sapevo. Avevo una parte razionale che mi aiutava a studiare, a stare con i piedi per terra, a ballare, a recitare e una parte irrazionale che mi faceva pensare a Nico a più di un amico, ai vestiti, alla bellezza, a tutto quello superficiale o più “leggero”. Mi sedetti in una delle tante panchine che ci sono a New York, mi dicevo mentalmente “espira, inspira, espira, inspira” andai avanti così per qualche minuto. Era l'unico modo per zittire quelle voci e per farmi passare l'emicrania. Mi diressi verso scuola, non potevo arrivare in anticipo figuriamoci non sarei stata Bonnie Lanchester altrimenti. Ero in ritardo, iniziai a correre non avevo tempo da perdere anche se non avevo voglia di vedere Penny e Annie. Da quella volta, non l'avevo più vista, veramente neanche a scuola, mi iniziai a preoccupare, ero talmente concentrata sui miei problemi e Nico che mi ero scordata di lei, completamente. Mi mancava tanto, ok Nico faceva da amico e a volte anche da amica (non chiedetemi cosa passa per la mia testa malata, è senza speranze ormai) ma non era la stessa cosa. Nico non era stato l'unico ad essere cambiato, eravamo all'inizio del 3° anno di liceo ma io non avevo mai e poi mai visto Annie in forma così. Non dico che era grassa ma robusta si, io mi definirei nella media, forse in vacanza due/tre chili li avrò messi su ma lei era magra ma tanto quasi anoressica. Non ero in ritardo, la campanella non era ancora suonata, in realtà tutte le classi dovevano entrare quindi tutti avevano saltato le prime due ore. Non avevo notato oltre che era vicino a Penny e a un tizio che la abbracciava credo lo stesso dell'ultima volta, aveva una sigaretta in mano e la stava fumando. Sarei voluta svenire lì. Non suonava la campanella ed era molto strano erano le 10:05 e di solito la scuola è molto puntuale. Sentì puzza di bruciato nell'aria ed iniziò a suonare la campanella antincendio, da fuori si vedevano i professori zuppi d'acqua correre fuori dalla scuola. Con la coda dell'occhio vidi Penny dire:- Ben lavoro Annie, sei forte-. Avevano fatto scattare loro l'allarme e l'incendio, i professori appena arrivarono fuori, scapparono e tutti gli alunni andarono a casa. Mentre Penny & co. Passavano mi urtarono “accidentalmente” la spalla:- Oh, scusa non ti avevo visto, sei diventata invisibile tesoro, come mai non hai più la tua tinta color alga ti donava- gli altri risero e gli diedero il cinque. Non potevo credere che anche Annie ridesse a queste cose, vi assicuro che i suoi vecchi vestiti gli sarebbero entrati due volte è certo. Se ne andarono, Annie mi guardò da dietro la spalla come se mi volesse chiedere scusa ma bloccata dalla sua malsana compagnia. L'unico rimasto lì ovviamente non poteva che essere Nico, l'ultima persona che volevo vedere perché con lui non riesco a non dirgli tutto, i suoi occhi per me sono rasserenanti. Mi si avvicinò con una mano in tasca e l'altra che si grattava la nuca lo faceva sempre quando si sente in imbarazzo:

-Visto che a scuola è evidente che non si può andare ti andrebbe bè di andare da...-.

-Si ho bisogno di parlare con te, però non lì-. Aveva una faccia interrogativa.

-Il barista conosce mio padre e se vede ancora che ti frequento ritorno in punizione, sai per quel discorso-.

-Dove vuoi andare allora?-.

-A casa mia e non ti preoccupare avrai il tuo Frappucino, seguimi-. Lo trascinai via come qualche ora prima, non riusciva a stare in equilibrio, una crescita rapida non ti aiuta nell'equilibrio. Era molto lontano, non me lo ricordavo così distante, forse perché non ero mai andata a casa a piedi. Sapevo che era a 3km dalla scuola ma le mie scarpe non aiutavano, avevo fatto una pessima scelta a mettermi il tacco (anche se corto) per andare a scuola. Passammo da un altro Starbucks in cui entrò solo Nico, avevo paura che mio padre potesse conoscere tutti i direttori (cosa molto probabile). Devo dire che era stato gentile ad offrirmi la bevanda ma c'era qualcosa che mi puzzava, era fin troppo gentile e si vedeva da un miglio che mi nascondeva qualcosa ma cosa... mi risvegliò dai miei pensieri quando arrivò con due bicchieri bollenti. Per poco non se ne rovesciò uno, prima poteva essere maldestro ma adesso era senza speranze.

-Dammi il mio bicchiere che è meglio, non voglio che me lo rovesci addosso-. Lo so che ero un po' troppo acida ma a lui non dava fastidio almeno credo. In quel momento non c'era nessuno a casa, erano entrambi a lavoro. Ci accomodammo nel laboratorio, ormai passavo più tempo lì che in ogni parte della casa messi insieme.

-Di cosa volevi parlare?- mi guardò, quello sguardo lì mi scioglie. Lo abbassò sul microscopio, per fortuna, mi stava sciogliendo come un gelato in piena estate.

-Hai presente l'incendio a scuola?-.

-Quello che ha provocato Annie & company?-.

-Come fai a sapere che l'hanno provocato loro?-. Il respiro era diventato un po' più affannato, cosa mi nascondeva non avevo idea ma avrei dovuto estorcerglielo.

-Altrimenti perché mi avresti chiamato a casa tua con quella faccia? Hai la scritta Penny & co in fronte e appena hai detto l'incendio ho capito che era stata Annie a provocarlo-.

-Ok- parlammo di altro ma vidi Nico rilassarsi e sapevo che non era quello il vero motivo. In quel momento non avevo voglio di mettergli le spalle al muro e secondo me non sarei neanche riuscita a farlo, ora come ora è troppo grosso, ci metterebbe un secondo a mettermi a me. “Che ci provi solo a metterti le mani addosso, poi glielo fai vedere tu” ecco una voce dentro la mia testa, non ci potevo credere, “Ma è un bravo ragazzo non lo farebbe mai se gli mettesse le mani addosso potrebbe toccare solo i suoi fianchi per avvicinarla a se per baciarla”. Non mi era mai capitato in così poco tempo, di solito ci mettono molto a tornare ma quando sono con Nico il mio cuore va mille quindi capisco che la testa non riesce a trattenerle, anche se mi chiedo a chi appartengono queste voci. Non voglio dirlo a Nico mi prenderebbe per matta, non voglio perdere anche lui, sarà una cosa passeggera, lo spero. Stavano continuando a discutere e io non avevo sentito quello che mi diceva Nico, finché non mi prese da un braccio e mi scosse. Solo per quel gesto mi veniva da dargli uno schiaffo e baciarlo il bello è che lo avrei voluto fare contemporaneamente.

-Tutto a posto Bonnie? Mi sembri su un altro pianeta!-. “Infatti è sul tuo pianeta, pianeta Di Angelo”

-No, tutto a posto stavo solo pensando. Cosa stavi dicendo?-.

-Te lo avrò ripetuto una decina di volte, sei sicura di stare bene?-. “No, non sta bene e smettila di flertare con lei, facendo tutto il ragazzo carino, non arriverà così in basso cioè all'amore”.

-Sto bene, sto bene-.

-Dove sono i vetrini per ingrandire al microscopio?-.

-Nell'armadio appena fuori dal laboratorio-. Nico andò via, le mie voci stavano peggiorando non sentivo i miei pensieri, riuscivo solo a sentire loro che litigavano. Ebbi la mia peggiore emicrania della storia, una cosa insopportabile. Non mi ero neanche accorta di essere caduta ed essere per terra raggomitolata. Urlavo “Basta! Smettetela” continuavano a dire “Lui è perfetto per lei, si completano a vicenda non vedi At cioè nulla”, “Ti vuoi fare scoprire dalla ragazza Afr”, “Non sono l'unica che si sbaglia vedi?!”. Arrivò Nico tutto tranquillo, almeno credo fosse Nico dal male alla testa mi si era annebbiata la vista. Appena mi vide raggomitolata, gli caddero i vetrini e con il contatto al suolo si scomposero in centinaia di pezzettini, si avvicinò a me e vidi le sue labbra muoversi:

-Cosa ti succede Bonnie!- volevo rispondergli ma non riuscivo ero troppo confusa e frastornata, alla fine ci riuscì ma non era la mia voce, mi uscì molto flebile.

-Testa-. Gli feci segno, capì e mi prese in braccio, in altre occasioni mi sarei sentita lusingata ma in quel momento non capivo nulla, mi sembrava ancora di essere sdraiata su quel pavimento, mi stava portando in camera mia. Nico aveva lo stesso calore di un morto, non saprei dire se era un bene o un male mi baciò alla fronte e mi rilassai talmente tanto che svennì. Mentre ero svenuta mi ricordo delle voci, tra cui alcune familiari ed altre mai sentite prima. Alla fine arrivai in un mondo del tutto differente. C'erano due strade, una in cui c'erano le nuvole, era tutto pieno di banchetti, feste, biblioteche, musei ma sopratutto anfiteatri greci, in cui c'erano donzelle che ballavano e recitavano; insomma un sogno sembrava il paradiso. Dall'altra parte c'erano tutte le anime in pena, che soffrivano, sembravano vicini a un fiume sotterraneo e da quello che dicevano ho capito che si chiama Stige; subito non mi era venuto in mente che era uno dei fiumi nella mitologia del mondo del re dei morti. Era molto tetro quel posto era un inferno, dovevo scegliere dove andare e mi sembrava più che ovvio dove andare. Stavo andando nelle nuvole, stavo afferrando la mano di un giovane molto bello, capelli biondi, occhi azzurri vestito con una tunica greca che irradiava calore da tutti i pori, sembrava il sole in persona. Mi bloccai per un brivido alla schiena sembrava che un morto mi avesse toccato la spalla ma non era un morto: era Nico.

 

Angolo Autrice: so di non essere molto puntuale con i capitoli, scusatemi tantissimo se per così tanto tempo non ho pubblicato nulla ma sapete le vacanze e il fatto che non c'è internet da nessuna parte non aiuta. Appena inizierà la scuola sarà ancora peggio, non credo di pubblicarne più di uno ogni due settimane, se riuscirò ben venga. Andiamo al capitolo, come vi sembra? Spero di non avervi annoiato, mi direte “Perché ha messo che c'è anche Nico e sopratutto Bianca quando in realtà parla solo ed esclusivamente Bonnie? E c'è poco e niente dei libri di Rick?” lo capirete che non è proprio così, mi sto incentrando su di lei per un chiaro motivo che leggendo capirete. Per ora Bianca è centrata poco ma non sarà sempre così. La finisco prima di svelarvi tutto. A presto. Un commentuccio non fa male a nessuno.

   
 
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