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Autore: Beckett    01/09/2015    0 recensioni
[Intrattenimento]
" Siamo ritornati. Pronti per un nuovo capitolo della nostra storia."
Genere: Commedia, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SIAMO QUELLI DI SEMPRE 2x01

8 mesi dopo.
Gli scatoloni sono proprio sopra quel tavolo!” disse eccitata Katherine a Elis mentre si apprestavano a ordinare il loro nuovissimo e costosissimo appartamento a New York.

Si erano lasciate molte cose alle spalle dall’ultima volta che erano a Mainland, avevano partecipato al funerale in onore di Lydia e l’avrebbero sempre ricordata con il sorriso sulle labbra perché faceva parte della loro vecchia vita. Passato sì, ma una volta fu presente.
Entrambe avevano deciso di chiudere una grande porta all’università, volevano reinventarsi, volevano provare qualcosa di nuovo che non fosse studiare e studiare e studiare. Il loro curriculum ormai si era andato a farsi fottere, il loro diploma anche e quindi avevano deciso di crearsi piano piano qualcosa di nuovo, qualcosa all’altezza delle loro aspettative. Avevano chiuso delle grandi porte a delle grandi opportunità universitarie nonostante il loro curriculum scarseggiasse di tante cose…Ehi, erano pur sempre figlie di grandi ed era loro dovere mantenere alta la bandiera della loro famiglia.
Vivevano da sole, per il momento. Ogni giorno controllavano la cassetta della posta per vedere se qualcuno avesse accettato di venire a vivere con loro, si sentivano quasi in una sitcom e speravano che non fossero mai venuti a vivere nel loro appartamento dei cocainomani o dei luridi maschi.
Si sentivano diciannovenni pronte a nuove avventure e a nuovi amici.
Per quanto riguardava Max, lui aveva deciso di proseguire l’università e quindi dopo anni di amicizia intensa le cose andavano sempre peggiorando. Si sentivano molto poco, a volte soltanto nelle festività perché era d’obbligo.
Max viveva nel campus del suo college mentre loro due in un bel appartamento a New York, disoccupate e felici.
Jackson viveva ancora ad Atlanta con suo padre e non aveva ancora deciso cosa farne della sua vita. Il padre lo voleva ad ogni costo al college, lui si vedeva come grande proprietario di grandi industrie, ma le due cose non combaciavano. Con Katherine le cose non andavano come si sarebbero aspettati. Si lasciarono dopo poco. Un mese di amore puro e l’altro di odio. Non si erano lasciati in buoni rapporti e quindi non si videro nemmeno più dopo l’ultima volta.
Lucy uscì di prigione grazie a tante cose illegali che non si conosceranno mai, Kat non seppe mai che Lucy era finita in prigione. La sua storia con Connor filava a gonfie vele e nemmeno questo seppe mai Katherine.
Vivevano entrambi a Denver dai nonni dei due fratelli.
La relazione tra Mick Pakkins e Elis continuava solo perché era ormai una routine essere fidanzati e questo non era un bene. Lui aveva preso il posto in una scuola di New York e viveva qualche isolato lontano da Elis, ma non c’era più quel brio che li aveva legati all’inizio.
“ Credi che oggi saremo fortunate Kat?”

“ Incrociamo le dita.”
Avevano un disperato bisogno di due coinquilini per potersi dividere l’affitto, bella sì ma anche tanto costosa. E i genitori dicevano che nel momento in cui avrebbero varcato la soglia di casa non era più una loro preoccupazione l’affitto da pagare. Dovevano reinventarsi e dovevano essere indipendenti. Questo era il prezzo da pagare.
“ Vedo delle buste..”
“ Spera che non siano bollette della luce.” Disse Katherine timorosa.
“ Di già?” Kat annuì.
“ Qualcuno vuole venire a vivere da noi. QUALCUNO HA DETTO Sì!!” Elis urlava e saltava contenta ed eccitata. Finalmente poteva spendere soldi per qualcosa che non erano bollette o affitti già il primo mese.
“ Voglio i nomi El.”
“ Cristopher McDonalds ed Harry Cavanough.”
“ Due luridi maschi.” Riecheggiò la voce di Kat.
“ Due luridi maschi.” Fece da eco El.
“ NO.”
“ Ci servono quei soldi.”
“ NO. Io con i maschi non ci sto, e se sono violentatori, o peggio assassini?”
“ Da che pulpito vien la predica.” Disse Elis in tono sarcastico.
La discussione continuò a lungo fino a che le due non decisero di convocare questi due ragazzi per fargli qualche domanda e per essere sicure che i due non avessero un passato brusco come il loro.

“ Potete accomodarvi qui, prego. Non abbiamo ancora ristrutturato bene l’appartamento e quindi vi dovete accontentare di queste sedie un po’ mal ridotte, ma per vivere a New York bisogna pagare un prezzo, e poi siamo leggermente disoccupate, ma stiamo provvedendo a questo.” Disse Kat con l’aria da padrona di casa. Elis, nel frattempo, li squadrava da capo a piedi. Non erano niente male. Ma ogni tanto doveva ricordarsi di avere un fidanzato, e quello era il momento.
I due un po’ timorosi e ansiosi si sedettero sulle rispettive sedie e aspettarono che Kat prendesse un blocchetto per poter scrivere tutto quello che c’era da scrivere o forse solamente per darsi un’aria più da padrona.
“ Bene. Prima domanda: da dove venite?” disse Kat.
(Freddie Stroma è Cristopher McDonalds) 
" Io vengo da Atlanta."
Rispose Cristopher quello con la faccia tosta. Mentre Harry cercò di mantenersi sulle sue e disse di venire anche lui da Atlanta.
“ Ok questo assolutamente è un no.” Bisbigliò Kat ad Elis. Atlanta non era mica la loro città preferita.
“ Seconda domanda: anni?”
Il primo disse di averne 20, l’altro 21. Ma questo era irrilevante.
Le domande continuarono parlando di professione passando alla famiglia e concludendo nel parlare del più e del meno.
Elis era già convinta dal primo momento, per Kat ce ne volle un po’ ma alla fine capì che erano meglio questi due bravi ragazzi a qualcun altro di peggiore.
“ Ci sono due stanze disponibili per ognuno di voi, potete portare le vostre cose se volete.” Disse infine, con un chiaro sorriso, Kat.
“ Curiosità; ma tu invece da dove vieni?” Cristopher quello che più amava parlare e mettersi in mostra si fermò a parlare con Kat curioso delle sue nuove coinquiline, soprattutto di una.
“ Mainland.”
“ Ah, quel paesino dimenticato da Dio.”
“ Proprio perché Dio se lo è dimenticato, si sta da Dio. Penso che sia ora che tu vada a prendere le tue cose Cristopher. Stasera io e la mia amica siamo impegnate, non penso avremo tempo per aiutarvi.”
“ Oh no grazie, non desidero mica il vostro aiuto. Mi serviva solo una casa per potere viverci, per il resto ritienici sconosciuti. Parlo per me. Lo sfigato di Alfred, Enrik…Harry, pensa per sé.”
E andò via. Katherine penso di rivedere in quel ragazzo una brutta versione di Jackson, un Jackson 2.0
Si disse che con quell’essere non voleva passarci nemmeno un secondo di più e passò a parlare con Harry, forse con lui sarebbe andata meglio.
“Ciao Harry, come ti trovi?” domandò Katherine con un sorriso a 32 denti.
“ Bene.”
( Daniel Sharman è Harry Cavanough)
“ Spero che questo appartamento possa essere di tuo gradimento, sai da coinquilini quali presto diventeremo, dobbiamo conoscerci meglio.” Lui annuì e poi con un gesto del capo se ne andò.

“ Come vanno le cose con Pippo e Lippo?” domandò Elis intenta a messaggiare con Mick.
“ Uno è antipatico, l’altro pure.”
“ Come giudichi in fretta, dai. Parliamo di cose serie: Max mi ha inviato un email, e non è una di quelle felici.”
“ Che ti ha scritto? Ultimamente Max non è mai felice, la morte di Lydia, l’allontanamento da tutti i suoi amici per via del college…”
“ Ecco sì, il college. Mi ha appena scritto dicendo che lo hanno cacciato per via del suo compagno; nascondeva della droga nella loro stanza.”
“ Non so come ma questa cosa mi sa tanto di familiare.” Rispose Katherine pensando ai tempi con Lucy. Che sentiva raramente, quasi mai.
“ Per concludere, non vuole dirlo ai genitori e ha bisogno di una casa in cui stare fino a che non troverà un qualche cosa che si avvicini ad università, futuro e lavoro. Vuole venire a stare da noi.”
“ Se prima non avevamo pretendenti per il nostro appartamento, ora ne abbiamo fin troppi. Abbiamo la stanza degli ospiti che può tranquillamente usare. Siamo a quota tre. A breve commetterò un omicidio.”
“ Non essere frettolosa Kat, ne hai già uno alle spalle.” Elis dopo 8 mesi amava fare del sarcasmo su quello che era successo ad Atlanta e su come quel caso fosse stato nominato come ‘non risolto’.

“ Quando pensi di uscire da questa stanza e trovarti un lavoro?” domandò il padre di Jackson al figlio che era intento a far … NULLA.
Gli otto mesi di Jackson erano passati diversamente. Non era andato all’università, non aveva cercato di reinventarsi con qualche sua attività e non era andato a vivere con nessuno. Viveva ancora con suo padre ad Atlanta, passava le giornate nella sua stanza e la sera andava a sbronzarsi per dimenticare i vecchi accaduti. Come Katherine. Era l’unica cosa che le era rimasta ma aveva perso anche quella. Ogni giorno aveva intenzione di prendere un aereo e volare fino a New York, trovare il suo appartamento e dichiarare il suo grande amore. Ma ogni giorno, allo stesso tempo, capiva di essere ubriaco e ci metteva una pietra sopra. Questa era la vita di Jackson Tawson e se qualcuno la riteneva bella allora non avevano capito di cosa si parlava.
Era ricco, era ubriaco costantemente, e partecipava alle feste più IN ma non era felice. Era l’unica cosa che gli mancava dopo la rottura con Kat. Non ci poteva mica passare.

“ MAI.” Teneva la porta chiusa a chiave, la faccia sul cuscino e ascoltava musica deprimente tutto il giorno. Guardava cartoni demenziali alla tv e messaggiava con ragazze che non avessero il nome che cominciasse con K.
“ Io e tua mamma ti abbiamo prenotato uno stage e non vogliamo sentire ragioni. Ti assumeranno in un’azienda automobilistica, lavorerai in un ufficio tutto tuo e potrai vestirti in giacca e cravatta per andare a lavoro e non per farti solamente le foto allo specchio per far vedere al mondo di Instagram che hai ancora una vita.”
“ Non mi muoverò di qui papà.”
“ Hai un volo domani per New York. Comincerai il giorno seguente, prepara i bagagli.”
Jackson aprì gli occhi e si alzò dal letto, aveva gli occhi spalancati, sorpresi. Se questo non era destino allora non sapeva davvero cosa lo fosse. Pensava che questa sarebbe stata la sua grande occasione di poter riconquistare l’amore di Kat, di andare a vivere insieme a lei e di potersi creare la vita che aveva sempre sognato dopo l’omicidio. L’omicidio pensò. Erano passati otto mesi da tutto quello che era successo, e anche se non era stato il protagonista, questo lo tormentava ancora. Era stato complice, anche se in vie esterne,di un omicidio. Questo lo faceva rabbrividire ancora, ma infondo, i tre assassini se la spassavano ognuno nel proprio roseo futuro. Perché avrebbe dovuto preoccuparsene lui? Dopo la morte di Lydia cadde in una profonda depressione, era scocciato dal contesto in cui si trovava, e l’unica cosa che lo faceva star bene era Katherine. Quella ormai che non c’era più, la sua medicina scomparsa. Doveva riprendersela perché senza di lei non poteva proprio. Decise di far presto i bagagli e di prendere quel volo a qualunque costo.

“Ehy Max, ho ritenuto giusto chiamarti invece di mandarti una stupida email. Ho saputo da Elis che le cose lì non vanno. Tutto ok?”

“ Diciamo che me la cavo. Mi mancate sai. Qualche volta vi penso, dopo sette mesi è difficile vivere senza le proprie migliori amiche che ti fanno da spalla.”
Katherine sorrise, ma capì che tutte queste smancerie erano soprattutto per via della casa.
“Ci siamo allontanati parecchio dall’ultima volta.” Entrambi pensarono “all’ultima volta”. La volta in cui si videro al funerale di Lydia, entrambi vestiti di nero e nemmeno mezzo sorriso sul volto. Preferirono evitare l’argomento, si sarebbe aperto più in là, quando sarebbero stati pronti.
“ Ti scoccia se vengo a stare lì per un po’? Non chiamarmi opportunista, e che davvero ho bisogno di voi. Non ho nessuno qui su cui contare e anche il telefono tra i ‘preferiti’ ha menzionato voi. Resterete sempre le mie preferite.”
“ E la tua ragazza? Come vanno le cose con Chantal?”
“ Ci siamo lasciati l’altro ieri. Avevo intenzione di dirvelo proprio quando sarei venuto. Ha scoperto della droga e ora non si fida più di me. Diciamo che non è uno dei miei periodi migliori. Ogni ragazza che ho me la faccio scappare che sia per droga o per … altro.” Quel ‘altro’ aveva davvero mille interpretazioni ma una sola verità.
“ Mi dispiace che le cose siano andate così. A volte mi stava anche simpatica. A volte però.”
“ L’amavo tanto Kat.” Disse Max con un tono pacato ma tanto triste.
“ Sono convinta che Chantal lo sa. E ritornerà presto.”
“ Già.” Disse Max pensando a Lydia. Kat lo aveva capito, ma non voleva affrontare questo argomento, non si vedevano da così tanto tempo.

Katherine ritornò in cucina dove vide Elis che parlava molto allegramente con Harry. E questo era al quanto strano dato che lei non c’era riuscita per niente a togliergli una parola dalla bocca.
“Gelosa che lei ci riesca e tu no?” gli domandò con aria boriosa il suo nuovo coinquilino Cristopher.
“ Cominciamo con il piede sbagliato, sai?!”
“ Cosa c’è di meglio?”
“ Mi ricordi una persona che vorrei tanto dimenticare.”
“ Anche tu, ecco perché cerco di fare conoscenza.”
“ E questa la chiami conoscenza?”
“ Tu come la chiameresti?”
“ Fastidio.”
“ Be’, allora sto facendo bene il mio lavoro.” Gli sganciò un occhiolino ed andò via.
Katherine odiava il fatto che veniva attratta solo da ragazzi così FASTIDIOSI. Aveva lasciato Jackson anche per il suo carattere così odioso. Non voleva un altro Jackson nella sua vita.
“ Quali sono i tuoi film preferiti?” domandò Elis seduta sullo sgabello della cucina ad Harry.
“ Ti dirò sono un amante degli horror. Soprattutto quelli di Wes Craven. Adoro Scream, ho visto tutta la serie!” disse eccitato.
“ Qual è il tuo film horror preferito?” El recitò una frase del film e scoppiò a ridere.
“ Già ti adoro!”
“ Oh ti adoro anch’io.” El con lui si sentiva DAVVERO bene. Come non si sentiva da tempo, ma doveva cancellare quel pensiero dalla testa. Mick era il suo uomo e lo avrebbe amato… sempre.


“ Ora mi spieghi come hai fatto.” Domandò Kat allibita.
“ Sono Elis Everwood. Andiamo.”

“ Quindi te ne vai?” chiese il suo amico Rickon a Max.
“ Non ho altra scelta Rick, mi hanno cacciato.”
Rickon era l’amico più fidato che potesse mai avere in quel college. Ci teneva tanto a lui e gli dispiaceva tanto abbandonarlo. In fondo fu l’unico a sapere di Lydia, non gli raccontò dell’omicidio.. era troppo rischioso. Gli disse qualcosa ma senza mai fargli capire nulla. Gli raccontò però ogni singolo particolare di Lydia Cortez, quella ragazza che gli era rimasta tanto nel cuore. Si era fatto solo e soltanto due amici: Rickon e Chantal che poi sarebbe diventata la sua ragazza, ma per poco.
“ Ci rincontreremo presto amico mio.” Si abbracciarono e qualcuno cacciò anche qualche innocua lacrima.
“ Fatti sentire però.” Disse Rickon asciugandosi gli occhi con la sua felpa. Quella che metteva sempre. Un nerd con la stessa felpa ogni settimana.
“ Sempre.”
Max salutò solo lui perché effettivamente soltanto lui gli era rimasto e c’era sempre stato. Chantal gli mandò un messaggio d’addio che Max non lesse nemmeno.
Prese il primo autobus e si fece accompagnare all’aeroporto. Un biglietto. Solo andata. New York.
Dalle sue amiche. Le amiche che gli avrebbero ricordato dell’omicidio, di Lydia e di tutte le cose brutte successe otto mesi fa. Non voleva andare, voleva restare in questa nuova vita che gli aveva fatto dimenticare quella vecchia. Quella dove era un semplice studente del college, Max Miller, specializzazione in biologia. Questo era e questo voleva restare.
Ma gli erano rimaste solo loro due. Gli era rimasto solo il suo passato per poter aggiustare il proprio presente. E quindi si convinse che era la scelta migliore da fare. Preferiva allontanarsi da tutto questo ma sapeva che non sarebbe stato possibile. Sarebbe stato lì per un po’, il tempo di trovare un buon appartamento, un qualcosa che lo aiutasse a studiare e a crearsi un futuro e se ne sarebbe riandato. Non voleva rivivere il passato. Non ne era ancora troppo pronto. Erano state le sue migliori amiche ma ritornare da loro non lo avrebbe aiutato. Ma doveva pur mentire per convivere con questa cosa.

 
   
 
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