É ormai trascorsa una settimana da quando Fitz, Simmons e Ward sono partiti alla volta della meta prevista dalla nuova, misteriosa missione alla quale ha preso parte anche la Cavalleria. Ero convinta che si fosse ritirata definitivamente dal campo sette anni fa, in seguito ad un incidente in Bahrain le cui dinamiche sono ancora poco chiare. Tutto ciò che conosco in merito è che quanto accadde laggiù la sconvolse a tal punto da costringerla a lasciare le missioni fuori base e a rintanarsi negli uffici dell'Hub, dietro ad una scrivania. 
Per quanto riguarda, invece, i miei amici e colleghi, non abbiamo avuto modo di salutarci per bene prima che si allontanassero, ma d'altronde io odio i saluti, in particolar modo quelli che possono essere scambiati per un addio. Non volevo peggiorare la già delicata situazione, ma prima o poi devo imparare a combattere la mia emotività o, perlomeno, a gestirla.

Il trillo insistente della sveglia riempie la stanza, sovrastando qualsiasi rumore o pensiero. Mi alzo dal letto, mentre noto con disappunto che Araya si è addormentata nuovamente sulla poltrona. La scuoto leggermente per strapparla al sonno: la giornata sta per cominciare.
-Lasciami dormire.- bofonchia.
-Ti devi alzare, ti aspettano al Centro di Controllo! Muoviti, pelandrona!- la esorto, tormentandola con leggeri e scherzosi pizzicotti alle gambe.
-VA BENE!- urla infine,esasperata.
Qualcuno ha il ciclo qui, penso mentre ridacchio, divertita da quell'insolito nervosismo.
-Araya, io vado a correre. Ci vediamo in mensa per il pranzo! Ciao!- la informo quasi gridando mentre mi dirigo verso la porta, senza aspettare di ricevere risposta.
Sulla soglia trilla il telefono assegnatomi in dotazione dallo S.H.I.E.L.D. . Che tempismo.
Leggo il nome sul display. 

Maria Hill.

Oddio, cosa ho combinato questa volta?
-P-Pronto?- balbetto, vagamente agitata, mentre ripasso mentalmente tutte le mie azioni e gli atteggiamenti che avrebbero potuto in qualche modo irritare i piani alti. Non mi pare di essermi macchiata di disobbedienza, inefficienza o mancanza di zelo.
-Miller, nel mio ufficio.- ordina perentoria la voce all'altro capo.
La chiamata si interrompe.
Addio corsetta.

Percorro a grandi falcate il corridoio che mi porta all'ufficio asettico ed impersonale della Hill: una volta arrivata alla porta faccio un respiro profondo ed entro.
-Agente Miller, ti stavo aspettando.-
-Ho fatto qualcosa di sbagliato?- chiedo, deglutendo rumorosamente. Inutile rimandare la ramanzina abbandonandosi ad inutili convenevoli, no? La donna tuttavia sembra rimanere un po' spiazzata di fronte alla mia domanda, poi sorride.
-Ma no, tranquilla! Niente di tutto questo. Ti vorrei solo assegnare ad un team. O meglio, sarai tu a crearne uno. Ti osserviamo da un po', Miller: hai le doti da leader e sei una combattente nata, come ha sottolineato più volte l'agente Ward all'interno della relazione sul periodo che avete trascorso insieme. Per cui, sono lieta di comunicarti che le tue settimane di apprendistato sono finite: è ora che inizi a lavorare sul campo.-

Sono confusa. Ward davvero pensa ciò che ha scritto? 

-Mi perdoni, signora. Ma per trovarsi a capo di un team non bisogna essere agenti del livello 4?- obietto.
-Oh, già, a proposito di questo.-
La Hill apre un cassetto della scrivania, ne estrae un distintivo e me lo porge. Lo esamino da vicino, incredula. É poco diverso dal mio, dal quale differisce esclusivamente per il numero di stelle saldate alla base in metallo: in questo caso, non ve n'è una sola, ma quattro, a simboleggiare il mio nuovo status.
-Complimenti per la promozione. Benvenuta nel livello 4.- mi dice, sorridente.
-Io... beh, ehm.. Grazie ...- mormoro, mangiandomi tutte le parole. Non so cosa dire: questa sì che è una sorpresa. Intanto lei prosegue:
-Noi ci preoccuperemo di assegnare un agente alla tua squadra: tu avrai invece la facoltà di scegliere personalmente gli altri elementi del gruppo. Tra 5 giorni partirai assieme ai tuoi nuovi colleghi e vi recherete al Triskelion, dove sarete dotati di ufficio, di una palestra ben fornita e di una sala riunioni con tanto di holotable. Le vostre missioni vi verranno comunicate di volta in volta da Victoria Hand, uno dei capi dello stabilimento. Per il momento è tutto. Puoi andare.-
La Hill dunque mi congeda accompagnandomi sino alla porta ed io, ancora sconvolta, esco senza fiatare.
Un team? 
A malapena so badare a me stessa, ed ora quella donna ha intenzione di caricare sulle mie inesperte spalle la responsabilità che deriva dal guidare altre persone, rappresentando per loro un punto di riferimento costante? Tutti queste novità che si susseguono una dopo l'altra mi fanno girare la testa.
Vado in palestra, pensierosa. Tra l'altro ho dimenticato l'iPod in camera: non mi è concesso neanche il sollievo di un po' di musica.

Quando torno nella mia stanza per cambiarmi incrocio lo sguardo di Araya, che mi fissa da quella che ormai è diventata la sua poltrona. 

-Credevo ci fossimo date appuntamento in mensa. - esordisco. Lei si stringe nelle spalle e si limita ad indicare l'orologio: tipico, sono in ritardo. Ward non me lo perdonerebbe. 

-E ora che è successo?- mi chiede, insospettita, notanto la perplessità nei miei occhi. 

-Indovina chi ha ottenuto una promozione al livello 4 ... - la imbecco. Fa uno strano effetto persino al mio orecchio pronunciare quelle parole.
Araya esulta e mi abbraccia, congratulandosi calorosamente. 
-Complimenti tesoro, te la sei meritata.- 
-Aspetta di sentire il resto! - ridacchio, travolta e contagiata dal suo entusiasmo, e le racconto gli avvenimenti di quella mattina.
-Cazzo, che bomba!- esclama Araya.
-Araya! Sei poco fine!- la rimbrotto, divertita, ma lei mi ignora completamente.
-Secondo me dovresti prendere questa occasione sul serio. L'Hub sta diventando decisamente troppo piccolo.- osserva scherzosa. 
-Mi piacerebbe facessi parte del mio Team e venissi via con me- le confesso, proponendole implicitamente di lasciare la base insieme, -le tue doti nel campo tecnologico ed informatico mi aiuterebbero non poco.- 
Araya annuisce vigorosamente, senza esitazioni, compiaciuta. -Penso proprio di accettare, tu non vai da nessuna parte senza di me.- 
Ci stringiamo in un altro abbraccio, piene di sincero affetto l'una per l'altra. Sono contenta di non dover salutare anche lei come ho fatto con Ward, Fitz e Simmons: sarebbe straziante.
-Che dici, andiamo a pranzo? Ho bisogno di mettere qualcosa qua dentro!- mi esorta allora Araya, massaggiandosi lo stomaco e assumendo intenzionalmente un'aria affamata. 
Accetto volentieri, anche se non ho un grande appetito. I cambiamenti mi stordiscono, per quanto positivi possano rivelarsi.

In mensa quindi mi limito a mangiucchiare un hamburger, quando odo un bip ripetuto provenire dal mio telefono. È un messaggio criptato da parte di Jemma.

CRIPTED MESSAGE
From Jemma
To Sierra Miller
Ciao Sierra! Tutto bene? Io e Fitz stiamo alla grande! Qua sull'aereo ogni cosa procede per il verso giusto, a parte qualche inconveniente e piccolo diverbio con Ward, dovuti per lo più alla tensione che può provocare vivere tutti insieme in uno spazio chiuso. Siamo stati in Perù, sai? Siamo entrati in possesso di un 0-8-4 e i soldati del luogo hanno cercato di rubarlo per combattere la loro guerra.
Nessuno di noi é rimasto ferito, tranquilla. Ce la caviamo.
Abbiamo reclutato una hacker di Rising Tide, Skye. Ward e May continuano ad affermare che é un pericolo, mentre per qualche motivo Coulson si fida. E tu? Fammi avere tue notizie. 
Ps. Ti saluta Fitz! 
Jemma, xx

Sorrido e rileggo il messaggio una seconda volta, assaporandone ogni parola, immaginando di essere laggiù, al loro fianco. Mi mancano.

CRIPTED MESSAGE
From Sierra 
to Jemma Simmons

Ehi Jemma! Che bello sapere che state bene! La vostra assenza pesa un sacco qui. Nessun pranzo o cena sono degni del loro nome senza di voi. Anche io ho qualche novità da raccontare, ma mi risulta impossibile fornirvi i dettagli per messagio, quindi riassumo: sono salita al livello 4 e la Hill mi ha assegnato il compito di formare un team! Sospetto che il giudizio di Ward sui miei progressi abbia giocato un ruolo fondamentale. Tra qualche giorno mi trasferirò al Triskelion e lavorerò con la nuova squadra secondo le direttive della Hand! Devo abituarmi all'idea, ma non vedo l'ora di cominciare.
Dobbiamo sentirci più spesso! 
Sierra.
Ps. Dai un bacio sulla guancia a Fitz da parte mia!

Premendo il pulsante "invio" mi ripeto che devo ricordarmi di ringraziare personalmente Grant non appena ci vedremo di nuovo. Non sarei qui senza di lui. Finito il pasto Araya torna al lavoro: io invece mi dirigo in camera e inizio a fare qualche valigia. Ho tante cose da portare via e ho intenzione di organizzare tutto per tempo.

Mentre sono impegnata a stipare i miei effetti personali in uno spazio decisamente troppo ristretto per loro, qualcuno bussa insistentemente alla porta.
Corro ad aprire, alzando gli occhi al cielo, esasperata. A salutarmi sulla soglia della mia camera trovo il sorriso sprezzante di Stefan Carter. Che cosa può volere mai lui da me?
-Ciao, posso esserti d'aiuto?- chiedo, con gentilezza, raccogliendo tutta la pazienza di cui sono capace. Forse sono in errore a nutrire dei pregiudizi nei suoi confronti: dovrei dargli almeno una possibilità. In fondo non ci conosciamo.
-No, non puoi. - scandisce bene ogni sillaba, come se si stesse rivolgendo ad un essere nettamente inferiore,- La Hill mi ha comunicato che TU sei la leader del team. -

Percepisco chiaramente una punta di ironia nella sua voce, ma fingo di ignorarla. Dal momento che sembra in attesa di una conferma alle sue parole, annuisco, senza dargli la soddisfazione di vedermi abbassare lo sguardo. Se crede di intimorirmi si sbaglia di grosso. Pallone gonfiato, ripeto nella mia testa. Lui prosegue nel suo monologo:

-Se devo essere sincero, non capisco per quale ragione abbia deciso di mettere al comando una novellina come te. Senza rancore, - sottolinea, sarcastico, -Ma qui all'Hub c'è gente più esperta. Non puoi negarlo. Gente che ... come dire ... si suda promozioni e successi, invece di guadagnarlicompiacendo il proprio A.S. in modi discutibili. Comunque, questi sono affari tuoi. Sono solo venuto a presentarmi, per quanto non sia necessario: come sicuramente sai, sono Stefan Carter e sono l'agente scelto dalla Hill per il tuo team. Ci incontreremo di nuovo tra quattro giorni. E poi ... staremo a vedere se davvero ti meriti tutta questa fiducia e ammirazione. - 

Non riesco neanche a lasciar sedimentare quell'assurdo discorso dentro di me e a metabolizzarlo. Prima che possa rispondergli, o colpirlo, si gira facendo leva sui tacchi e sparendo dalla mia vista. Richiudo la porta sbattendola violentemente. Ora la promozione ha assunto un aspetto decisamente meno allettante. Maledizione!

Evito di pensarci per non maltrattare ulteriormente il mio già precario equilibrio emotivo e continuo a fare la valigia, quando sul display del telefono noto un messaggio dalla Hill.

CRIPTED MESSAGE, SAFE LINE
From: Maria Hill
to: Sierra Miller
Per facilitare i preparativi ho steso un inventario degli acquisti che sarebbe opportuno tu facessi: si tratta di strumentazione che potrebbe tornarvi utile una volta giunti al Triskelion. Ecco la lista:
-6 cellulari comuni (ai quali far apportare in sede le modifiche necessarie a criptarli)
-3 computer portatili (muniti di scheda hack)
-6 orologi multitasking da polso 
-10 memory stick da 64 gb
Ti comunico inoltre che sono stati depositati 15'000 dollari sul tuo conto corrente: bada a spenderli con cura e giudizio.
Partirete domattina per New York a procurarvi quanto concordato.
Maria Hill

Spalanco la bocca, rischiando di slogarmi la mandibola: 15'000 dollari! Mi sento quasi ricca. 
Corro ad avvertire Araya e la raggiungo sul posto di lavoro, al Centro di Controllo. Dopo averla messa a conoscenza dei recenti sviluppi e in seguito ad una breve discussione, decidiamo - malvolentieri - di informare anche l'agente Carter, per quanto detestabile ed arrogante si sia rivelato pochi minuti prima. D'altronde la Hill ha utilizzato espressamente una seconda persona plurale nel suo messaggio: sono quasi certa che quel "voi" includesse, purtroppo, anche Stefan.

Così c'incamminiamo insieme verso la sua camera, lentamente, mentre cerchiamo di rimandare il più possibile l'inevitabile incontro con il nostro nuovo - mi costringo a pensarlo - compagno. 

Sbuffo e scuoto la testa, contrariata. Pallone gonfiato.