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Autore: corvoneroavita    01/09/2015    0 recensioni
Vi narrerò la storia di una ragazza, una ragazza che sa il fatto suo ma che non sa come si chiama veramente. Vuole salvare il mondo, ma non sa come fare. Ci ha già provato, ma ê stata cacciata nella città dei Peccatori...
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Capitolo 1

Sono seduta alla stazione dei treni, fa freddo, ma non quel freddo causato dal vento o dal tempo, quello in cui si avvertono i pericoli. Ma nella mia città, Pratil, non ci sono mai stati pericoli, solo nel 1932, un incendio che ha colpito tre case, ma è stato tanto tempo fa. Non c’è nemmeno mai stata la crisi. Pratil inizia a farmi schifo e mi hanno cacciata via perché ho fatto protesta, voi vi chiederete il perché, vivi nella Città Perfetta, di cosa ti lamenti? Bè lasciano morire di fame la gente mentre avrebbero i soldi per guarirla, loro la usano solo per drogarsi. Ma io non voglio questo, voglio essere come mia madre, morire per salvare le vite degli altri, è un grande impegno, ma non oserò tirarmi indietro. Non voglio diventare come mio padre, ubriacarmi fino a quando sarò perennemente senza conoscenza, voglio dare uno scopo alla mia vita.
  Il treno mi porterà a Latisla, la Città dei Peccatori. Ci buttano dentro, come avrete capito chiunque abbia commesso qualcosa che è considerata una minaccia per le altre vite. Lì, forse riesco a trovarmi un amico o amica, ne ho avuta una a cinque anni fino ai nove, ma ora che abbiamo entrambe compiuto isedici anni lei è andata al liceo classico ed è la studentessa modello che ogni professore vorrebbe avere, mentre io sono solo quello vi ho già detto, la nuova Minaccia.
 -Biiiiiip, treno per Latisla, la città dei Peccatori.  Mi alzo, prendo il Borsone Nero e mi avvio verso l’entrata pensando al fatto che a Pratil è stato assegnato il colore Rosso, il colore del sangue. Ad ogni città è assegnato un colore ma solo nelle più povere ci si deve vestire di quello prestabilito. Come avrete già capito, il posto in cui vado c’è solo lo stretto necessario.   Anche se non ci sono mai stata mi immagino già la scena. Un luogo chiuso pieno di immondizie, bagni putridi, cibo scadente e gente depressa che ha perso la ragione di vita, senza neanche alcool come consolazione andrà ancora peggio.
-Ultima chiamata! Treno per Latisla, la città dei Peccatori. Guardo il biglietto e mi sembra di vedere le lettere che si muovono e inizio a dare vita alla mia fantasia, ma mi rendo conto di ciò che mi diceva mio padre quando era sobrio, cioè sette o otto giorni all’anno – Corinne (questo è il mio nome), resta con i piedi per terra, qui la fantasia è proibita.

Non so come potrebbero leggere la mia mente ma bisogna avere cautela, questo è un consiglio che mi sono data da sola, come tanti altri. Mi siedo e noto che il tizio accanto a me ha dei capelli rossicci, ma non solo quelli erano rossi, anche gli occhi lo erano. Attorno al collo ha una collana marrone con su scritto “Veridia tu morirai” e capisco che non ha tanta simpatia per quella Veridia, solo che mi chiedo perché è scritto su una collana.  Decido di chiedergielo facendo attenzione a non far finire il mio nome in un braccialetto o che so io. – Ehm…mi scusi se mi intrometto ma sono molto curiosa e v-volevo sapere chi è Veridia. E che cosa ha fatto per meritare di morire. Lui tranquillo mi guarda come se non avesse ancora fatto caso che qualcuno si fosse seduto accanto e mi risponde –E’ la mia ex moglie che ha ucciso mio padre, perché non ha dato da mangiare al gatto che ha perso due grammi per vincere il record del gatto più obeso dell’anno. Allora io chiesi tentando di capire –E tu stai andando a ucciderla alla Città dei Peccatori?-
-No, lei ora è ad un centro di recupero per psicopatici e io vado alla Città per te.
-Per me?
-Esatto. Io vengo con te per aiutarti a sopravvivere così ho rubato qualcosa e mi sono fatto dare il biglietto.
-Ma io non ti conosco.
-Io sono tuo fratello Matthew e so la vera storia di come è morta nostra madre. Tu non sei Corinne Bortina. Tu sei Alexia Bradipo. Ora non farmi più domande, ti spiegherò tutto appena posso. Sono stanco, affamato e qui non passa il carrello dei dolci, perché c’è il servizio solo al pomeriggio ed è un vero peccato perché credo che non mangereo dolci per un po’.
 All’ inizio penso che dica la verità ma poi mi rendo conto che è impossibile vivere sedici anni senza sapere la vera identità. Questo Matthew mi sa che si è inventato anche di avere sonno, non aveva per niente gli occhi stanchi.
Analizzo ancora un po’ la cosa e poi cado in un sonno profondo. Sogno mia madre che balla la danza classica e poi si trasforma in un drago che mi vuole uccidere, un drago che invece di sputare fuoco sputa bambini morti e mi sveglio di soprassalto, come tutti quando hanno un incubo e mi ritrovo uno straccio bagnato in fronte sopra un letto con le lenzuola sgualcite e Matthew al mio fianco.                               


Spero vi sia piaciuto il primo capitolo.
Talia

   
 
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