Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Scottature    02/09/2015    1 recensioni
Questa storia è ispirata alla realtà, come i suoi personaggi. Ed è come vorremmo che fosse.
Sei ragazzi, sei vite, sei voci.
Un'unica storia che li unisce, mentre il tempo cerca di dividerli.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angy e Andy




Un altro nuovo giorno di scuola stava cominciando.
Non l’avrebbe mai pensato, ma le sembrava passata una vita dall’ultima volta in cui c’era andata.
Quel weekend era stato parecchio impegnativo e con tutte le cose che erano successe, ad Angy sembrava quasi strano che fossero passati solo due giorni.
Sabato pomeriggio sua madre l’aveva portata a fare shopping perché non aveva un vestito adatto per andare a teatro.
Aveva promesso alla sua migliore amica, Zeta, che si sarebbe vestita elegante per lo spettacolo di quella sera: non avrebbe potuto fare una promessa peggiore.
E, appena sua madre lo seppe, ovvero due ore prima dell’evento, decise che sarebbe stata una buona cosa comprarle qualcosa adatto all’occasione, dato che non era nel solito stile della ragazza.
Tornata dai negozi, si dovette vestire e preparare in fretta e non ebbe neppure il tempo di mangiare.
Con addosso un tubino rosso bordeaux, delle scarpe nere con un tacco 10cm (dovette prendere anche quelle), un copri spalle nero e tanta fame, riuscì ad arrivare stranamente in perfetto orario per l’inizio dello spettacolo.
Zeta era la sua migliore amica e una delle più brave ballerine di danza classica che conoscesse.
Ballava praticamente da tutta la vita, ci metteva passione e sembrava quasi che fosse la musica a controllare i suoi movimenti.
Angy un po’ si commosse a guardarla quella sera a teatro, quando danzava tirava fuori tutta la sua bellezza e si riusciva a cogliere quanto amasse farlo.
Appena terminò lo spettacolo, non poté fare a meno di correre ad abbracciarla.
Si sostenevano da sempre e non avrebbero smesso di farlo per nulla al mondo.

La serata però non si concluse così: dopo non molto, infatti, andarono a mangiare al McDonald, poiché neanche Zeta aveva cenato ed entrambe erano piene di fame.
Non si sarebbero mai aspettate di trovarsi di lì a poco a parlare e consolare una loro compagna di classe con cui raramente si trovavano ad avere a che fare.
Si accorsero, infatti, di due persone che avevano alzato il tono della voce e si stavano dirigendo verso l’uscita.
Riconobbero la ragazza: era una loro compagna di classe, Nora.
Stavano uno di fronte all’altra; lei aveva le lacrime agli occhi, ma non piangeva e il ragazzo con cui era si passò una mano tra i capelli guardandola leggermente preoccupato.

“Lasciami qui, Giov, mi viene a prendere mio fratello.
Ho bisogno di stare sola.”

Il ragazzo, insicuro su cosa fare, provò ad insistere, ma lei lo supplicò di lasciarla stare, che stava bene e non doveva preoccuparsi.
Lui sospirò, le diede un piccolo bacio sulla guancia e le voltò le spalle, uscendo dal fast-food.
Solo allora, dopo che il ragazzo se ne fu andato, Nora si coprì il volto e lasciò andare le lacrime.

Angy e Zeta si guardarono, entrambe pensavano la stessa cosa.
Anche se non parlavano molto con lei, si vedeva che non stava per niente bene e avevano finito di mangiare da un bel pezzo.
Si alzarono e, quasi avessero paura della sua reazione, si avvicinarono molto lentamente.

“Ehi Nora… Va tutto bene?”

Quando si girò, aveva gli occhi gonfi e lucidi e si vedeva che era parecchio sorpresa di vederle.

“Io e Zeta abbiamo visto che hai litigato con quel ragazzo e… non sembri in gran forma.
Se hai bisogno, possiamo parlare o ti possiamo fare solamente compagnia.”
Angy cercò di fare uno dei suoi sorrisi più rassicuranti, ma Nora la guardava con occhi vacui, sembrava… spenta.
Abbassò lo sguardo e tirò fuori dalla felpa un pacchetto di sigarette, cercando di sorridere alle due ragazze.

“Grazie ragazze… Però… Andiamo fuori, per favore.
Comunque non abbiamo litigato, è stata più una discussione poco amichevole.”

Uscite dal ristorante, si sedettero sul bordo del marciapiede.
Nora con una mano si portò la sigaretta tra le labbra, con l’altra cercò l’accendino nella tasca.
Gliene porse uno Angy, che aveva intuito cosa Nora cercasse.

“Volete?”

Nora allungò il pacchetto verso le due e Zeta scosse la testa, mentre Angy la ringraziò e prese una sigaretta.

“Non voglio intromettermi nei tuoi affari, ma non mi sembrava solo una discussione…
Sembra averti fatto male.
Se non vuoi dirci niente, posso capire.”

“Angy… conosci la sensazione che si prova quando la cosa che temi più di tutte capita e tu non puoi farci assolutamente nulla?”

“Io… No, non proprio.”

“Nora, quello è il tuo ragazzo? È successo qualcosa tra di voi per caso?
Spero di no…”

“No, Zeta… Però…”

“Io e Zeta siamo qui, ti ascoltiamo.
Ti prometto che non dirò assolutamente nulla, non ti giudicheremo.”

“Lui è il mio ragazzo, Giov, ed è anche una delle persone più importanti per me.
Va tutto bene tra di noi e ultimamente avevamo anche smesso di litigare così spesso.
È da circa tre anni che stiamo insieme, sono cresciuta con lui e difficilmente una persona è rimasta così tanto a lungo nella mia vita.
Finché lui resterà al mio fianco, so che in qualche modo le cose alla fine andranno bene.
Anche per questo ho sempre avuto tantissima paura di perderlo…
E ora invece…”

Nora si mise una ciocca di capelli dietro le orecchie e spense la sigaretta con la scarpa dopo averla gettata a terra.
Le ragazze la guardarono come per incitarla a continuare, ma lei era bloccata.
Fissava il mozzicone che aveva appena schiacciato e un silenzio intenso aveva pervaso l’intera zona.

“Io rimarrò qui sola.
Lui andrà a vivere a Milano tra pochi mesi, che in realtà potrebbero diventare poche settimane.
So che può sembrare una stupidaggine, ma sono certa che lui si dimenticherà di me.
E dovrò imparare a stare senza lui… Io…
Io non ce la posso fare senza Giov.”

Le lacrime minacciavano di nuovo di uscire e Nora abbassò lo sguardo.
Zeta non sapeva cosa dire e tantomeno Angy.
Non avevano mai vissuto una situazione del genere e certamente era impossibile immaginare un rapporto così importante come quello di Nora e Giov.
Si vedeva che le era difficile ammettere queste cose, magari non aveva neppure così tante persone con cui parlarne.
Angy la guardò un po’ perplessa, aveva paura di dire la cosa sbagliata e non ne aveva sicuramente bisogno.
Forse non la poteva capire, ma le sarebbe stata vicino.
Si avvicinò a lei e l’abbracciò, le sembrò la cosa più giusta da fare in quel momento.
Anche Zeta si unì a quell’abbraccio e Nora si accoccolò tra le due lasciando scorrere qualche lacrima sulle sue guance.

Le ragazze si fecero raccontare ancora della situazione di Nora, ma dopo non molto Zeta se ne dovette andare.
Quando le altre restarono sole, continuarono a parlare per ore e Angy cercò di tirare su di morale Nora, facendola ridere e raccontandole un po’ di sé.
Si trovarono d’accordo su molte cose, avevano gusti abbastanza simili e, ad Angy, Nora ricordò molto sua sorella.
Alla fine tornarono a casa a piedi insieme, il fratello di Nora non rispondeva al cellulare e dato che abitavano vicine, non furono costrette a fare molta strada da sole.
Se qualcuno avesse detto ad Angy tre giorni prima che lei e Nora sarebbero diventate amiche, non ci avrebbe creduto.
Però, grazie a quella sera, aveva completamente rivalutato la ragazza ed era felice di aver avuto la possibilità di farlo.
A volte, le persone a noi più affini sono quelle che notiamo di meno e che conosciamo meglio per caso.

Domenica si erano scritte per messaggio e Nora le aveva detto che non sarebbe venuta a scuola il giorno dopo a causa di qualche linea di febbre, così Angy le promise che il lunedì pomeriggio sarebbe passata a portarle i compiti e a vedere come stava.
La domenica era il giorno in cui poteva stare con sua sorella, Sole, e solitamente la passavano sempre insieme.

Loro non vivevano sotto lo stesso tetto.
Fin da piccole, dopo il divorzio dei loro genitori, erano state tenute separate: Angy viveva con la madre, mentre Sole stava dal padre, che nel frattempo si era risposato con un’altra donna.
Il legame delle due ragazze fu fin da subito così forte che decisero di vedersi comunque e di avere un giorno fisso solo per loro.
Avevano solo un anno di differenza e ci tenevano tantissimo l’una all’altra.
Per tutte le volte che i loro genitori le avevano trascurate e lasciate sole, loro c’erano state l’una per l’altra.
Quando si trovavano a casa da sole o avevano paura, anche delle cose più piccole, bastava pensare che anche l’altra molto probabilmente si era trovata in quella situazione ed era riuscita a superarla.
Si davano forza solamente pensandosi.
Erano essenziali l’una per l’altra e nessuno sarebbe stato capace di dividerle.

Quando si trovarono, il giorno prima, Sole sembrò terribilmente strana, quasi come se si trovasse in un altro mondo.
Angy lo notò subito, ma sapeva che doveva solamente aspettare che fosse la sorella a parlare.
Dopo non molto, Sole le disse quello che era successo tra Nene e Grow e ad Angy, che conosceva anche tutti gli amici di Sole, non fu difficile capire di chi si trattasse.
Poi finì anche per accennare qualcosa sulla questione “Ebbid”.

“Sole, quindi hai un nuovo ragazzo?”

Lo sguardo malizioso della sorella fece scoppiare a ridere Sole che la guardò sorpresa e indispettita, ma alla fine si trovò costretta a raccontare anche i minimi particolari.
Angy sapeva tutto di Sole e quest’ultima conosceva ogni cosa di Angy.
Non erano capaci di nascondersi nulla.
E se la sorella poteva essere felice con un nuovo ragazzo, lei l’avrebbe sostenuta.


Nell’aula entrò Zeta che si sedette vicino ad Angy gettando brutalmente per terra il suo zaino e ridestando l’amica dai suoi pensieri.
Angy, ripensando a quei due giorni precedenti, non si era accorta che l’aula si era già riempita e alcuni avevano cominciato a tirare fuori i libri.

“Ciao Zeta, che ti è successo?”

Zeta era arrossata e ansimava, molto probabilmente aveva dovuto correre: la campanella, infatti, era già suonata da un bel pezzo.

“Dopo… Dopo ti racconto!
Pensavo che il professore fosse già entrato in classe!”

“Sei stata fortunata, di solito Gerotto è sempre puntuale.”

Sicuramente era successo qualcosa, di solito Zeta non era mai in ritardo.
Angy scosse la testa e riprese a scarabocchiare il foglio, a ricreazioni le avrebbe chiesto spiegazioni.

Proprio in quel momento il professore entrò nell’aula.

“Buongiorno ragazzi, anche se oggi non ci sono buone notizie per voi: chi si offre volontario per una bella interrogazione?”

Le ragazze si guardarono terrorizzate, nessuno si aspettava un’interrogazione a sorpresa.
Dovevano solo sperare che quell’ora passasse molto in fretta.






 
 
 
 
 
 
Andy entrò nell’aula.
Stranamente c’era molto silenzio, da fuori avrebbe giurato che non ci fosse nessuno.
La situazione non era di certo migliore però di quello che avrebbe immaginato.
Sole e Nene erano sedute vicine, la prima, con una cuffietta sull’orecchio destro, guardava fuori dalla finestra, mentre l’altra scarabocchiava qualcosa su una pagina del diario e ogni tanto alzava lo sguardo per poi riportarlo subito al foglio.
Trav parlava con Grow, sembrava gli stesse raccontando qualcosa, ma lui non lo ascoltava, continuava a fissare Nene.
Andy ne era sicuro perché Grow si trovava due banchi più avanti della ragazza e guardava proprio verso di lei, che evidentemente stava cercando di evitare il suo sguardo.
Era certamente successo qualcosa tra quei due, non era normale come situazione.
Con sorpresa di Andy e di molti altri presenti nella stanza, entrò Giov dopo quasi un’intera settimana d’assenza.
Aveva il suo solito sorrisetto stampato in faccia e, poiché non ricevette attenzioni da Sole, si avvicinò alla ragazza.
Quella però lo liquidò velocemente con un “Ciao” e fece un sorriso radioso alla vista di una nuova figura sulla soglia della porta: Ebbid se ne stava in piedi appoggiato allo stipite con le mani in tasca e un sorriso rivolto esclusivamente a Sole.
Tutte le ragazze rimasero a guardarlo a bocca aperta, alcuni ragazzi invece borbottarono tra di loro.
Lui diede un bacio sulla guancia a Sole, non appena quella lo raggiunse, e la prese per mano per spostarsi in corridoio a parlare.
Andy si girò verso Giov: era rimasto paralizzato in mezzo all’aula e la sua espressione, da sorpresa, mutò in una molto più confusa e arrabbiata.
Digrignò i denti e si buttò sulla sedia di fronte a Trav.

Andy si avvicinò ai ragazzi e si sedette di fianco a Giov, quella mattinata si prospettava essere parecchio strana.
Si vedeva che il ragazzo al suo fianco era molto arrabbiato e quindi rivolse la sua attenzione alle uniche altre due persone vicine presenti.
 
“Ehi ragazzi, come va?”

“Andy! Tutto bene, tranne ‘sti due che proprio non li capisco: uno non mi ascolta, l’altro non mi ha nemmeno rivolto la parola.”

Come risposta Giov sbuffò, si mise le cuffiette e incrociò le braccia appoggiandovi sopra la testa, Grow invece continuò a guardare leggermente preoccupato Nene, ma poco dopo si alzò e uscì dalla porta.

“Tu non sai cosa sia successo?
…Sembrano diventati tutti pazzi.”

“Andy, ne so quanto te e non saprei neanche a chi chiedere…”

Nene si avvicinò ai ragazzi e diede un bacio ad entrambi per poi occupare il posto di Grow.

“Nene, almeno tu sei di buon umore! Puoi dirci cosa sta accadendo qui dentro?”

“Niente, a me sembra tutto normale, tranne per il fatto che Grow è diventato ancora più stupido di quello che era.
Ah, Sole ha un tipo parecchio figo che le va dietro!
E… Mi sembra che non ci siano altre nuove notizione.”

I ragazzi rimasero a guardarla per alcuni secondi, non sapevano cosa risponderle.
Forse non era poi così allegra e anche lei era coinvolta in quello che era successo.
Andy pensò che sarebbe stato meglio aspettare per chiederle altre informazioni su cosa fosse accaduto con Grow, così si concentrò sulla novità a cui avevano assistito poco prima.

“Quel ragazzo… da dove sbuca fuori?”

“Si sono conosciuti alla festa di sabato e credo si siano piaciuti molto.
Lui non è uno stronzo, come invece molti altri ragazzi di questa classe, e quindi sono felice per lei se le cose andranno bene.
Si chiama Ebbid ed è un gran figo, oltre che un ragazzo simpatico, dolce e single.”

Il sorriso perennemente stampato in faccia di Nene era sicuramente falso e tutte quelle cose non le stava dicendo a caso.
Trav e Andy non sapevano cos’altro chiederle o come cambiare argomento, ma furono salvati dall’entrata in classe della professoressa di storia, seguita a ruota da Sole e Grow.
Nene si andò velocemente a sedere al suo posto e si mise a parlare sottovoce con Sole, Grow si rimise a lanciarle qualche occhiata e Giov rimase con la testa appoggiata alle braccia.
Trav e Andy si lanciarono uno sguardo d’intesa e sbuffarono.
Quella sarebbe stata di certo una lunga giornata e entrambi avevano il timore che non sarebbe stata l’unica.


 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Scottature