[altamente demenziale]
[troppo nonsense per avere un banner xD]
Anche Connor Stoll è un fan boy
I
fratelli Stoll si muovevano lenti tra i semidei con una torcia ad illuminarli
il volto dal basso. Travis raccontava animatamente una storia dell’orrore,
mentre il fratello imitava i suoni del racconto; una porta che cigola, i passi
di un cavallo al galoppo, il vento che fischia tra i rami della cupa foresta
maledetta e anche il grido dell’aquila, anche se non gli riusciva poi tanto
bene, sembrava più un’anatra col mal di gola. Erano portati per gli spettacoli
simili, erano pieni di fantasia e sapevano intrattenere gli altri ragazzi del
Campo. Avrebbe dovuto far paura quella storia, ma sembrava più una parodia
esilarante di qualche vicenda legata al passato e stava letteralmente facendo
morire dalle risate i più piccoli, che li fissavano rapiti e con le bocche
spalancate dalla curiosità.
Clarisse mi tirò da dietro le spalle, bisbigliandomi all’orecchio «Solo perché
sei stato in gamba una volta, Jackson, non penserai che Ares voglia lasciarti
in pace. Sto ancora aspettando l’occasione giusta per polverizzarti.» sospirai,
girandomi appena verso di lei, regalandole un sorriso scorbutico.
«Che c’è?» domandò, alzando un sopracciglio.
«Niente» risposi «solo che è bello essere di nuovo a casa» e tornai a godermi
il racconto.
Connor perse appena l’equilibrio, ma scattò subito in
piedi tra le risa generali, Travis gli lanciò uno sguardo, che poteva essere
interpretato solo con un “Ma quanto sei
imbranato?!” e riprese a narrare le
gesta del malvagio re di Abbalaclandibusternes –solo
loro potevano inventarsi un nome simile- strappando di dosso ad Austin una
coperta. Se la mise intorno al collo, fingendo che fosse un mantello e afferrò
un bastone da terra, il fratello lo imitò e cominciarono a duellare tra loro.
Mi sfuggì una risata, quando Connor gli pestò un
piede di proposito e Travis gli diede una bastonata in testa col rametto. Erano
proprio due idioti, ma ero felice che lo fossero, al Campo serviva qualcuno che
risollevasse il morale in qualunque circostanza, anche dopo essersi battuti in
uno scontro mortale col proprio nemico.
«Vade retro, strega rinsecchita!» proruppe
Travis Stoll, obbligando la creatura –interpretata in modo magistrale dal
fratello- ad arretrare, priva di vie di fuga. Da come l’avevano descritta,
doveva trattarsi di una donna brufolosa, con i capelli tutti aggrovigliati e
grigio fumo, la pelle verdognola come la strega dell’ovest e due occhi malefici
di un giallo abbagliante, i denti marci e storti che le permettevano di
mostrare un ghigno macabro ed inquietante. Travis aveva raccomandato tutti
quanti di non lasciarsi avvicinare dal mostro, ‘ché aveva l’abitudine di slinguazzare chi gli stava intorno come un cane, solo che
aveva un alito che avrebbe messo k.o. un gigante e Connor, di tanto in tanto, mostrava la lingua e cominciava
ad urlare a squarcia gola “Bleahhhhh io non puzzo!” e iniziava a sbattere i piedi
come un bambino. Mi uscirono un paio di lacrime a vederli recitare, mi faceva
male lo stomaco da quanto ridevo. Annabeth, accanto a me, ridacchiava
contenuta, tappandosi la bocca con una mano e chiudendo gli occhi, quando la
scena era troppo divertente per potersi trattenere.
«Tu!» gli puntò un dito contro, Connor «Tu morirai di
una morte atroce! I miei pasticcini ti divoreranno le membra e sbricioleranno
le tue ossa, finché di te non rimarranno altro che due polmoni per poter
urlare!» non ero sicuro che bastassero due polmoni per gridare aiuto, ma non
era questo che mi sconcertava maggiormente. Aveva davvero detto pasticcini?
«Sei una cuoca tremenda, faranno sicuramente schifo!» gli rispose di rimando
Travis, sembrava che quella baggianata fosse giunta al livello massimo dell’idiozia.
«Ah sì? Mangiate il ricciolo!» ordinò ad un esercito fantasma di … di pasticcini.
Travis cominciò ad urlare e a muoversi come in preda ad un’epilessia improvvisa
mentre Connor descriveva la glassa demoniaca dei
dolci che aveva scagliato contro al fratello alias re di Abbalaclandibusternes. E
rideva come un matto, improvvisando un balletto improponibile –che doveva
essere quello della vittoria, suppongo- e incitando i ragazzini delle varie
cabine ad unirsi alla danza. A poco a poco, tutti i semidei più giovani lo
affiancarono, muovendosi in modo scoordinato e cercando di copiare i passi, ma Connor Stoll si muoveva quasi a caso ed era impossibile
individuare una sequenza logica.
«Che tu sia maledetta» soffocò Travis, alzando un braccio nella direzione del
fratello «che la parabola di Sky si sciolga in un mare bollente!» era la
maledizione più assurda che avessi mai sentito, ma Connor
si bloccò all’istante, gli occhi terrorizzati che fissavano il corpo esanime
del fratello. «NOOOO!! COME FACCIO A VEDERE LA QUINTA STAGIONE DI GOSSIP GIRL??!!! SEI CATTIVOOOOO!!!» gridò e credo che
le sue parole furono udite da tutta Long Island. Si precipitò accanto a Travis,
scuotendolo bruscamente dalle spalle «TORNA IN VITA! TORNA IN VITA E TOGLIEMI
QUESTO MALEFICIO!!! TORNA IN VITA!» non riuscii a capire quello che disse dopo,
perché l’aria era piena di schiamazzi e risate prorompenti che echeggiavano e
confondevano le proteste e i folli tentativi della strega di rianimare il re
morto.
Travis Stoll riaprì gli occhi di scatto, fulminandolo con lo sguardo. Gli avrà
fatto venire il mal di testa con tutti quei scrollamenti e quelle grida
isteriche, ma Connor sembrava si fosse fuso col
personaggio che stava interpretando. Travis lo percosse a sua volta, urlandogli
bellamente in faccia «SEI SCEMO?!!! È UNA STORIA!!!!» e cercò di farlo
rinsavire, dicendogli che poteva ancora vedere gli episodi della sua amata
serie tv preferita e anche quelli di Greys Anatomy, se voleva. Dovette sbraitargli contro per qualche
minuto perché tornasse alla realtà, così gasato com’era, ma quando lo fece, Connor lo guardò a bocca aperta per qualche secondo,
improvvisamente conscio.
«Oh» mormorò appena e saltò in piedi in un colpo solo, le mani alzate in aria
con i pugni chiusi e un sorriso a trentadue … ehm, scusate, di soli
ventiquattro/venticinque denti sul volto entusiasta. «Sìììììììììììììììììì!!!!!!!!»
esclamò, vittorioso «Non posso perdermi il matrimonio di Blair, è da così tanto
che aspetto questo momento! Lo faranno lunedì, sai? Anche se lei e Louis non
sono proprio i miei personaggi preferiti, questioni di punti di vista, certo
però …» cominciò a blaterare, anche se si vedeva chiaramente che Travis non
capisse nemmeno una parola di quello che stava farneticando. Un po’ come quando
Annabeth comincia a fantasticare e ad illustrarmi nei dettagli come avrebbe
architettato i nuovi palazzi di New York, una volta cresciuta. Io non capivo
un’acca, ma lei era così presa dal discorso da non rendersene nemmeno conto.
Mi girai verso di lei, gli altri ragazzi stavano ancora ballando in mezzo alla
pista, quasi nessuno era rimasto seduto a guardare e la coperta di Austin era
distesa sul terreno, probabilmente dimenticata persino dal figlio di Apollo.
«Bella storia» sorrise Annabeth «magari un po’ strana, ma …»
«Già, strana forte. Mi mancavano quei due. E il Campo.» lanciai uno sguardo a
Chirone, che era rimasto all’ombra di un albero e fissare la scena e
ridacchiare della fervida immaginazione dei figli di Ermes. Probabilmente
Travis e Connor Stoll sarebbero stati i capo cabina
più irresponsabili della storia, ma sapevano come dilettare gli altri e questo
bastava e avanzava. Cercai mio fratello con gli occhi, Tyson si era unito ai
mezzosangue e rincorreva giocosamente due ragazzi della cabina undici piuttosto
scalmanati. Ridacchiai, ero proprio felice di essere ritornato a casa.