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Autore: Ormhaxan    02/09/2015    3 recensioni
Inghilterra, 2013. Dexter Freeman è uno scrittore da cinquanta milioni di copie, o almeno lo era prima dell'uscita del suo ultimo romanzo, - quello che è stato definito un "Fiasco" da pubblico e critica - prima del divorzio e prima dell'alcool. Disilluso e oppresso da quella grande metropoli che è Londra, Dexter decide di rimettere insieme i pezzi della sua vita e tornare a Richmond, nello Yorkshire, dove tutto ha avuto inizio. Qui, in una città apparentemente ostile, cerca di liberarsi dai propri demoni, primo tra tutti l'alcool, e ritrova una vecchia amicizia - la sorella di quello che un tempo è stato il suo migliore amico - che gli stravolgerà la vita e, forse, gli farà ritrovare quella passione per la scrittura e la poesia che sembra aver perso.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Charlotte Harrison mugugnò percependo una mano tra le sue cosce, reprimendo un gemito di piacere, stupendosi di quanto fosse pronta di prima mattina.
Dexter l’aveva osservata dormire, nuda e irresistibile, per quasi mezz’ora e impaziente di farla nuovamente sua aveva deciso di ricorrere a metodi piuttosto sfacciati per svegliarla: non che fosse la prima volta che svegliava in quel modo una donna, nei primi anni del loro rapporto e del loro matrimonio spesso aveva svegliato alla stessa maniera sua moglie, la sensuale Margaret che adorava il sesso mattutino, eppure in un certo modo quella volta sembrò diversa dalle altre.
Neanche per Charlotte era la prima volta, quelle attenzioni verso il suo corpo e le sue esigenze erano sempre state frequenti nella relazione tra lei e Cole, un modo segreto tutto loro di iniziare la giornata con del buon sesso.
Per questa ragione, per un breve istante Charlie immaginò che fosse il suo ragazzo a toccarla con tale spregiudicatezza, a darle piacere con le sue affusolate dita, dandosi poi dell’idiota: Cole era lontano chilometri da lei, a Redmire, e quello steso nel letto con lei era Dexter, il suo più caro amico d’infanzia e adesso amante.
“Dex…- gemette portando il braccio all’indietro e cercando il suo viso – !”
“Buongiorno… - sussurrò prima di baciarla, continuando a darle piacere, aumentando il ritmo – Spero di non averti destato da un bel sogno.”
“Questo è meglio!” esclamò con voce spezzata, baciandolo ancora, cacciando la testa all’indietro e cedendo al piacere.

Fecero l’amore anche quella mattina, dimenticandosi del mondo fuori, seguendo il ritmo di una musica silenziosa, un tempo esclusivamente loro.
Per Dexter quel letto rappresentava la loro isola felice, il corpo caldo di Charlie era tutto per lui, sebbene stare insieme in quel momento fosse allo stesso tempo sbagliato e giusto.
Sapeva che ben presto Cole sarebbe tornato, che quelle giornate non sarebbero durate, che lei amava il suo ragazzo più di quanto non volesse ammettere; sapeva che lui era l’altro, era diventato quello che aveva giurato di non diventare mai per lei, aveva ceduto all’attrazione che da troppo tempo aveva combattuto.
L’unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi.
Nella sua mente riecheggiarono le parole di Oscar Wilde, scrittore che tanto aveva amato all’università, una citazione che non avrebbe potuto essere più vera in quel momento.
Con un’ultima spinta si liberò in lei, gemendo sul suo collo imperlato di sudore, e continuando a tenerla stretta la baciò con trasporto.
 


**



In quello stesso momento, a molti chilometri di distanza, un ragazzo con capelli scuri e scarmigliati e il volto pallido stava cercando di chiamare la sua ragazza all’esterno di un ospedale.
Cole era rimasto al capezzale di suo padre per tutta la notte, insieme a lui sua madre e suo fratello minore, trascorrendo i suoi ultimi momenti con il patriarca della famiglia Monaghan.

“Sono Charlotte, a momento non sono in casa. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico e vi richiamerò appena potrò.”
Il cellulare della sua ragazza – ma era ancora la sua ragazza? – era spento dalla sera precedente, e a casa continuava a scattare la segreteria, così Cole decise di lasciarle un messaggio:
“Sono io. – esordì – Non so quanti minuti a disposizione ho, quindi sarò breve: mio padre è morto questa notte, fortunatamente non ha sofferto, e domani ci saranno i funerali.
Ho provato a chiamarti ovunque, persino in pasticceria, ma a quanto pare sembri essere sparita. Dove sei, Charlie? Ti prego, richiamami appena senti questo messaggio, sono in pensiero per te e vorrei parlarti. Vorrei…
Forse è meglio se ne parliamo a quattr’occhi di questo. – sospirò – Mi manchi, ti amo. Richiamami appena puoi. Ciao.”
Chiuse la chiamata, osservando desolato lo schermo diventare nero, e infilato il telefono nella tasca interna della giacca ritornò nella cappella dell’ospedale dov’era stato portato il corpo di suo padre.

 

**




Nello stesso momento, mentre Charlotte e Dexter stavano facendo l’amore e Cole stava lasciando un messaggio in segretaria alla prima, una ragazza di trent’anni era seduta sul sedile di pelle di una carrozza di prima classe di un treno partito da Londra e diretto a Richmond.
Andrea Edwards stava tentando da più di un mese di contattare l’uomo per cui lavorava da quattro anni, lo scrittore Dexter Freeman, ma senza alcun risultato: sapeva che era tornato a Richmond, dalla sua famiglia, per disintossicarsi e rimettere insieme la sua vita ma da quando aveva lasciato Londra, sei mesi prima, era svanito come un’ombra.
Per settimane Andrea aveva pensato, stupidamente, che lui l’avrebbe cercata non appena sarebbe stato in grado di ragionare lucidamente, specialmente dopo quello che era successo tra di loro due notti prima della decisione di andarsene; con il passare del tempo, però, aveva capito che lui non l’avrebbe cercata e che quella notte non aveva significato assolutamente niente per l’uomo.

– Sei sempre stata una sciocca, Andy, una sciocca con troppa fiducia negli uomini. –
Aveva pensato di avere molto in comune con l’uomo, qualcosa che andava ben oltre la comune passione per la letteratura e l’arte, una sintonia che li legava anche fuori dalla vita lavorativa: entrambi stavano uscendo da un divorzio doloroso, erano stati traditi dai rispettivi compagni, e quando lei si era ubriacata insieme a lui finendoci a letto aveva pensato che non fosse stato solo l’alcool ad agire e a condurli tra le braccia dell’altro.

Osservò fuori dal finestrino la stazione di Richmond avvicinarsi sempre di più e rimesse le sue cose nella borsa prese il piccolo trolley che aveva portato con se e si preparò a scendere.
L’aspettava una bella caccia all’uomo, avrebbe iniziato dall’indirizzo che aveva trovato sull’elenco telefonico, dalla casa della madre di Dexter, e in un modo o in un altro l’avrebbe trovato e convinto a ritornare insieme a lei a Londra.

 


**


Charlotte era tornata al suo appartamento per prendere dei vestiti puliti, ed entrando nell’ingresso notò immediatamente la luce lampeggiante della segreteria che segnalava la presenza di nuovi messaggi; così, lasciata la porta socchiusa, schiacciò il pulsante e si mise all’ascolto.
Arrivato il turno del messaggio di Cole, sentendo la voce rotta del ragazzo e la notizia della dipartita del padre, Charlotte si sentì quasi mancare.

– Sei una persona orribile, si disse nel riflesso dello specchio, lui aveva bisogno di te e al posto di correre da lui ti sei infilata nel letto di Dexter e ci hai fatto sesso. –

Con qualche coraggio avrebbe potuto chiamarlo, correre da lui come sicuramente lui le avrebbe chiesto, guardarlo negli occhi – abbracciarlo e magari baciarlo – e fare finta che tutto andasse bene?
Lui l’amava, nonostante tutto, nonostante le cattiverie e le mancanze, nonostante tutto quello che era successo prima della sua partenza: lui l’amava ancora e lei l’aveva tradito.
Sentì il cuore esplodere in mille pezzi, anche respirare faceva male, e lasciandosi cadere lentamente si portò le gambe al petto e iniziò a singhiozzare.

“Charlie! – Dexter l’aveva raggiunta non vedendola tornare – Charlie, piccola, cosa succede?”
La ragazza continuava a singhiozzare, il suo corpo era scosso da spasmi, non riusciva neanche a guardare l’altro negli occhi.
“E’ stato un errore… - disse continuando a piangere – Lui non se lo merita, lui mi ama, non merita questo tradimento.”
“Ha chiamato?”
Charlie annuì: “Suo padre è morto questa notte, mentre noi facevamo sesso come se nulla fosse, e lui era da solo! – esclamò – Avrei dovuto essere con lui, essere la sua forza come lui è stato la mia per un anno, invece sono scappata alla prima difficoltà e mi sono rifugiata nel tuo letto!”
“Vuoi andare da lui?”
“Per guardarlo negli occhi e mentirgli, dirgli che gli sono vicina e che può contare sempre su di me, quando invece l’ho tradito? – scosse la testa – Con quale coraggio potrei?”
“Vuoi mettere fine alla nostra relazione o quello che è?”
“Io… - afferrò una sua mano – Tu mi hai fatto sentire viva, Dex, questa notte è stata speciale ma non credo sia giusto andare avanti. Non è giusto per te, non posso farti questo, non voglio. Ho bisogno di stare sola, capire cosa voglio, chi voglio davvero.”
“Mi sembra una decisione saggia…”
“E devo chiamarlo, devo chiamare Cole, non posso nascondermi. – si alzò in piedi con l’aiuto dell’altro – Lui sta aspettando una mia chiamata, è in pensiero per me, ed è giusto che sappia quello che è successo.”
“Vuoi dirglielo adesso, per telefono? – Dexter sgranò gli occhi – Charlie, non credo sia una buona idea, lasciagli almeno seppellire il padre.”
“Sì, hai ragione, gli dirò semplicemente di tornare e che ho bisogno di parlare con lui.”

Preso il cellulare, sui cui trovò dei messaggi e alcune chiamate perse sempre da parte di Cole, Charlie si fece coraggio e chiamò il suo ragazzo.
Uno, due, tre squilli, poi finalmente la sua voce.
Piccola, finalmente! – esclamò sollevato – Sono stato in pensiero.”
“Mi dispiace, non volevo darti altri pensieri: ho passato la notte fuori e come una stupida ho lasciato il cellulare a casa. – guardò Dexter e si sentì ancora più sporca – Ho sentito il tuo messaggio, mi dispiace tanto per tuo padre, avrei dovuto essere là con te…”
“Non sarebbe stato un bello spettacolo, ti avrebbe rievocato ricordi dolorosi, specialmente in questo periodo dell’anno. – fece una pausa – Mi dispiace per aver litigato, Charlie, voglio rimediare: puoi perdonarmi e dimenticare?”
“Ho già dimenticato quello che è successo tre giorni fa, Cole, non potrei mai portarti rancore. – rispose – Tutto ciò che hai detto di me è vero, sono proprio un’egoista, non penso mai agli altri e ai loro sentimenti. Tu meriti di meglio, Cole…”
“Probabilmente sì, eppure è te che amo, voglio solo te. – disse con una dolcezza disarmante – Ascolta, tornerò a Richmond tra tre giorni e quando saremo nuovamente insieme affronteremo con calma la cosa. So anche che in questo periodo sono stato geloso, che Dexter Freeman significa molto per te, e sono anche disposto ad accettare questa vostra profonda amicizia se questo servirà a riportarti da me.”
“Cole… - nuovamente le lacrime pizzicarono i suoi occhi – Non ti merito, non merito la tua fiducia, la tua comprensione. Tu hai bisogno di una ragazza migliore di me…”
“Se continui a ripeterlo potrei seriamente pensare di andare a cercare questa leggendaria e perfetta ragazza. – rise e con lui Charlotte – Ti amo, Charlie.”
“Anche io ti amo, Cole, ti amo immensamente.”
“E’ quello che volevo sentire. – sorrise – Ci vediamo tra tre giorni: occupati della pasticceria e non combinare guai.”
“Non lo farò. – mentì: il guaio più grosso l’aveva già combinato – Ci vediamo sabato.”


“E’ meglio che vada adesso.”
“No, ti prego, rimani.”
“Sai che non posso. – disse sorridendo tristemente – La notte appena trascorsa, questa mattina, sono state perfette. Rifarei tutto altre cento, mille volte, ma adesso tu hai bisogno di stare da sola e capire quello che vuoi.”
“E’ per quello che gli ho detto?” chiese preoccupata.
“No, Charlie, no. – posò una mano sulla sua spalla – Non ti biasimo per amarlo, Cole è un bravo ragazzo, ti è stato vicino nel momento più buio della vita; amarlo è giusto, conoscevo bene i tuoi sentimenti quando ieri sera ho fatto l’amore con te, ma adesso è meglio se stiamo lontani per un pochino.”
“Sì, hai perfettamente ragione. – abbassò lo sguardo – Anche per me questa notte è stata importante, la conserverò per sempre tra i miei ricordi, ma è giusto che io metta in ordine le mie idee.”
“Se avrai bisogno di qualsiasi cosa sai dove trovarmi. – la baciò sulle labbra – Ci vediamo presto, Charlie.”

 


**



Aggrottò immediatamente la fronte quando vide la figura di una donna davanti alla sua porta: il suo fisico era asciutto, i suoi capelli di un castano rossiccio, le scarpe che indossava avevano un tacco vertiginoso.
“Edwards?” chiamò, non riuscendo a credere ai suoi occhi.
“Freeman, finalmente. – Andrea sorrise sghemba – Trovarti è stato più semplice del previsto. Sai, tua madre è davvero una persona splendida, oltre che disponibile a scambiare informazioni e ammetto che sei in gran forma proprio come lei mi ha raccontato.”
“Cosa ci fai tu qui?” chiese perplesso.
Andrea inclinò leggermente il viso, portando una mano al fianco, e tranquillamente rispose: “Che domande, Freeman, sono qui per riportarti a Londra!”



 
*



Angolo Autrice: Salve, gente! Anche questa volta sono in ritardo ma a mia discolpa posso dire che è colpa dell'estate! Non mi sono dimenticata di questa storia, non abbiate paura, e come anticipato nel precedente capitolo ecco qui il nuovo personaggio, Andrea, che come scopriremo nel prossimo è l'assistente di Dexter.
Cosa accadrà adesso? Si accettano scomesse! :D

Alla prossima,
V.
  
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