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Autore: JanineRyan    02/09/2015    0 recensioni
La storia è ambientata alcuni mesi dopo la grande vittoria di Harry & co., ma con alcuni cambiamenti... Voldemort non è morto, anzi si è riorganizzato per un nuovo e grandioso attacco! Altri personaggi, importanti nella mia storia, non sono morti: Piton, Silente, Bellatrix e...
Storia completamente concentrata sul mio personaggio preferito: Lucius Malfoy!!! Il quale dovrà confrontarsi con una ragazza di origini babbane che metterà in crisi le sue convinzioni di purosangue!
***
Ho modificato l'intro per la piega differente presa dalla storia!
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'IN GUERRA E IN AMORE NIENTE REGOLE'
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«Eccoti qua, Lucius!» esclamò Rodolphus, alzandosi in piedi e raggiungendo il mago.
Lucius, senza bussare, era entrato nell’ufficio di Rabastan e osservò i presenti con molta attenzione. Nell’aria era palpabile l’elettricità della situazione. Tutti erano vestiti con i consueti abiti da Mangiamorte e le maschere posate sui volti, riconobbe subito i maghi presenti. Sorrise, sforzandosi si sembrare sinceramente contento d’essere lì.
«Una riunione già in corso?» chiese con voce bassa, entrando e chiudendo la porta alle sue spalle. «E non sono stato invitato?»
I presenti non risposero, ma si scambiarono sguardi  d’intesa.
A Lucius non piacque quel silenzio, ma cercò di nascondere i suoi sentimenti.
«Non sei stato invitato perché non sei più un mio fedele Mangiamorte.»
Quella voce fece rabbrividire il biondo. Il sangue gli si gelò letteralmente nelle vene; si voltò e incrociò lo sguardo con quello del Signore Oscuro. I Mangiamorte chinarono il capo al suo arrivo e indietreggiarono lentamente, lasciando il vuoto tra Lucius e il loro Signore.
Lucius si voltò per osservare i presenti con maggiore attenzione: non scorse Severus… 
«Chi cerchi?» domandò Voldemort. «Severus, forse?»
Deglutendo, Lucius volse nuovamente lo sguardo verso il Signore Oscuro, non ebbe il coraggio di confermare o di muoversi. Era stato scoperto. Lui e Severus erano stati smascherati…
«Cosa ti succede, Lucius?» chiese, avvicinandosi al mago. «L’ippogrifo ti ha mangiato la lingua?»
Dei movimenti alle sue spalle attirarono la sua attenzione, voltandosi vide che gli altri Mangiamorte si erano alzati e si erano disposti in cerchio attorno a lui. Tutti impugnavano la bacchetta e, nonostante la maschera, poteva vedere dai loro occhi l’odio e il disprezzo che provavano per lui.
Lucius respirò a fondo e cercò di riprendere il controllo del suo tono di voce.
«C-come?» domandò con voce tremante.
«Come ti abbiamo scoperto?» chiese Voldemort ilare. «Credevi davvero che non avessi intuito i sentimenti che provavi per quella umana? Quella piccola schifosa?»
«Lei è speciale!» ribatté Lucius con foga, interropendo il discorso di Voldemort.
«E’ speciale per caso! Solo per caso ha ottenuto questo grande potere! Potere che ora è mio!» concluse con gioia, alzando la voce.
Tutti i Mangiamorte applaudirono le mani con entusiasmo, contenti dei risultati ottenuti. Tra tutti loro spiccò la voce acuta di Bellatrix che urlò per la contentezza. Lucius guardò la donna, il volto coperto dalla maschera.
«Non pensi che sia divertente?» chiese, avvicinandosi di qualche passo al biondo e chinandosi in avanti per poterlo guardare negli occhi. «Sarà il potere che ho sottratto alla tua amata Chloe ad ucciderti.»

Entrando nella sala comune dei Grifondoro, Chloe notò subito una gran folla. A fatica superò il ritratto e raggiunse le scale che conducevano ai dormitori. Salendo il primo gradino, si voltò e osservò i presenti. Tra loro c’erano diversi membri dell’Ordine della Fenice, studenti di Corvonero e Tassorosso. Sorrise, eccitata. Erano arrivati… la battaglia era dunque prossima!
Entusiasta cercò di individuare Hermione ed Harry, ma non li trovò. Sbuffando, salì le scale per raggiungere la sua camera. Il chiacchiericcio che veniva dalla Sala era quasi fastidioso.
Con forza si chiuse la porta alle spalle e si posò su essa, chiuse gli occhi. “Finalmente un po’ di pace!” pensò.
Raggiunse l’armadio, dove teneva i suoi abiti, e prese un paio di vecchi jeans strappati e una felpa scura con il cappuccio. Velocemente si tolse la divisa e si rivestì, prese le converse nere che teneva sotto il letto e le calzò.
Una forte nausea la colpì improvvisamente, Chloe si lasciò cadere sul letto e chiuse gli occhi nella speranza di riprendersi. Non riusciva a capire come mai stava sempre così male; probabilmente, rifletté, era legato alla maledizione della collana.  Si sentiva debole, come svuotata di tutta l’energia. Era disperata.
«Chloe! Eccoti finalmente!» esclamò Hermione, entrando nella camera seguita da Harry e Ginny.
La bionda si alzò a sedere sul letto e sorrise ai compagni. Si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli tutti.
«Pensavo che fossi ancora con Lucius…» disse Harry con calma, sedendosi sul letto di Hermione e guardando Chloe.
«Non c’era…» rispose lei, triste. «Per caso lo avete visto nella Sala Comune?»
I tre si guardarono negli occhi, poi scossero il capo contemporaneamente.
«No…» prese parola Hermione. «E non sei l’unica a cercarlo… anche Remus lo cercava prima…». Poi, notando il volto preoccupato dell’amica, aggiunse: «Sono certa che sta bene… sarà con Severus e gli altri Mangiamorte… dopotutto credono ancora che sia un loro alleato.»
«Sì… può essere…» sospirò dubbiosa Chloe.
Hermione si avvicinò all’amica, prendendo il posto al suo fianco sul letto, e, stendendo il braccio, la strinse a sé. Accostò il volto al suo orecchio e le sussurrò di non preoccuparsi. La riccia sapeva che quelle parole non avrebbero cambiato nulla, ma valeva la pena tentare.
Una voce acuta rimbombò in ogni ala del castello, tutti tacquero. Il cuore si fermò nei petti di ogni studente o professore o membro dell’Ordine. Ginny si strinse al braccio di Harry, in cerca di protezione.
«Miei carissimi signori e signore…» iniziò Voldemort. «...al momento mi trovo nell’ufficio del preside con i miei fedelissimi amici.» fece una pausa. «Vedete vorrei evitare uno scontro, sono sempre dell’idea che il sangue di mago sia prezioso e non debba essere sprecato… ma se voi non vi arrenderete a me, consegnandomi Harry Potter, io vi ucciderò tutti. Nessuno sopravvivrà.» altra pausa. «Ho acquisito un enorme potere grazie a Chloe Summers. Si è fidata di me ed ingenuamente è caduta nella mia trappola, cedendomi la sua strabiliante energia… se entro un quarto d’ora Harry non si presenta nell’ufficio di Rabastan, ordinerò un attacco.»
«E’ vero?» domandò Hermione guardando Chloe.
La bionda non rispose, ma abbassò lo sguardo: «Sì. Non sento più alcuna magia in me.»
«Dunque è riuscito? Ti ha sottratto ogni potere?» chiese Harry con tono agitato.
«Non è questo l’importante.» disse Chloe, cercando di minimizzare l’accaduto. «Harry che vuoi fare? Lo hai sentito?»
«Andrò da lui. Solo.»
Ginny volse lo sguardo verso Harry, scuotendo il capo in segno di diniego.  Il ragazzo stava per parlare, ma Chloe lo anticipò.
«No.» esclamò con tono imperativo, accompagnando la parola con un gesto secco del braccio. «Tu non vai. Ho creato io questi problemi e io devo porvi rimedio.»
«Non capite? Ucciderà tutti se non mi presento!» rispose Harry, quasi urlando.
Ginny indietreggiò spaventata dalla reazione del mago. Harry raggiunse Chloe e la guardò negli occhi.
«Harry non ti lascio andare da solo. Il potere di Voldemort era il mio… io conosco il mio potere. Posso esserti d’aiuto.»
«No. Non voglio metterti in pericolo… sei senza magia. Sei una preda fin troppo facile… »
Chloe non rispose, rimase in silenzio pensando alle parole dell’amico.
Avvicinandosi, Hermione disse: «Andate insieme. In due potrete guardarvi le spalle a vicenda.»
«Va bene.» acconsentì Chloe. «Ma l’Ordine non ci permetterà di andare da Lui.»
«Credo sia giunto il momento di tirare fuori il vecchio mantello di mio padre.» concluse Harry, abbozzando un mezzo sorriso al pensiero di quel dono a lui tanto caro.

Seguendo Ginny e Hermione, e restando nascosti da sguardi indiscreti, Harry e Chloe, scesero dai dormitori fino alla Sala Comune. Silente, affiancato da Remus, stava parlando con i presenti. Tutti pendevano dalle labbra dell’anziano mago. Ginny e Hermione, facendosi largo tra la folla, raggiunsero il muro accanto al ritratto della Signora Grassa. Harry e Chloe erano dietro di loro e le seguivano cercando di non urtare nessuno.
Chloe, chinandosi verso Harry, sussurrò al suo orecchio, cercando di non farsi sentire da altri: «Dobbiamo uscire…»
«Il ritratto cigola un po’ mentre si apre.» rispose il ragazzo, sempre sussurrando.
«Se parla solo Silente ci sentiranno…» rifletté Chloe ad alta voce.
Come se avesse intuito i pensieri dell’amato, Ginny s’intromise, interrompendo Silente.
«Perché non permettere ad Harry di andare? È grande abbastanza per decidere da solo.»
Tutti i presenti volsero lo sguardo sulla giovane Weasley che, mantenendo il controllo, aggiunse: «Harry ha perso molto in questa battaglia… io ho perso molto in questa battaglia…» fece una pausa. «Tutti noi abbiamo perso qualcuno che amavamo. Un amico o un parente… se Harry vuole affrontare Voldemort penso che dovremmo appoggiarlo.»
«No!» s’intromise Remus, da sempre protettivo verso il figlio del suo carissimo amico. «Non permetterò mai ad Harry di sacrificarsi per tutti noi! Non siamo nemmeno certi che questo sia sufficiente per placare la sete di potere di Voldemort! Potrebbe uccidere Harry e poi uccidere tutti noi!»
«Perché non tentare almeno?» d’intromise una strega dell’Ordine, guardando Lupin in volto. «Se abbiamo una possibilità di salvare i nostri figli perché non tentarla?»
Chloe sorrise guardando Harry negli occhi e annuì. Il crescente vociare nella Sala avrebbe permesso loro di uscire senza essere sentiti. Con passo leggero, i due giovani raggiunsero il ritratto, Harry posò delicatamente la mano sulla tela e applicò una leggera pressione per aprire il ritratto quel poco che bastava per scivolare oltre. Il classico cigolio non venne udito; erano liberi.
Sempre tenendo il mantello appoggiato sui loro corpi, Harry prese per mano Chloe: «Andiamo. Il tempo vola…»

«Non si presenterà.» sbuffò Bellatrix, accomodandosi sul bracciolo della poltrona di pelle nera. Al suo fianco sedeva Rodolphus, intento a bere del vino rosso. «Sono passati quasi tredici minuti!»
«Verrà… come è venuto anni fa, verrà anche oggi.» rispose Voldemort. «Lo conosco. Lo conosco fin troppo bene… lui e quella sua stupida morale… si farà ammazzare piuttosto che far scendere nuovamente in guerra i suoi amici…»
La strega riccia sbuffò, annoiata. La bacchetta tra pollice e indice, la faceva roteare tra le dita, osservandola.
Un singhiozzo interruppe il silenzio dell’ufficio. Tutti si voltarono verso la finestra che dava sul cortile principale di Hogwarts. In piedi, con lo sguardo fisso nel buio Narcissa osservava il buio. Il viso rigato dalle lacrime di rimorso per le sue azioni.
«Per Merlino, portatela via di qua! Non la sopporto più!» urlò Voldemort, esasperato.
Subito Derek si avvicinò all’amata e, stringendola per la vita, la condusse fuori dall’ufficio del preside. Riusciva a comprendere il dolore che poteva provare Cissy in quel momento, carezzò con la mano libera il suo capo e le baciò la nuca: «Non preoccuparti… sono al tuo fianco…»
«Cosa ho fatto…» singhiozzò disperata.
«Non avevi scelta… hai fatto la cosa giusta. La cosa giusta per salvare tuo figlio, te stessa e me. Non avevi scelta…»
«Cosa ho fatto…» ripeté ancora singhiozzando, mentre seguiva l’amato.
Fermandosi in fondo alla scalinata a chiocciola, Derek prese Narcissa per le spalle e la guardò in volto, chinò il capo, posando la fronte contro quella della donna. «Amore mio non potevi comportarti diversamente. Ogni cosa che hai fatto nell’ultimo anno, l’hai fatta per salvaguardare tuo figlio… nessuna tua azione può essere definita…»
S’interruppe. Un rumore attirò la loro attenzione. Entrambi volsero lo sguardo verso il corridoio, ma non c’era nessuno. Con un gesto protettivo, Derek strinse Narcissa tra le sue braccia e la guidò lontana dal castello.

Sia Harry che Chloe avevano trattenuto il respiro mentre Derek e Narcissa passavano loro accanto.
Si stavano avvicinando alla scala a chiocciola, per raggiungere l’ufficio del preside, e Chloe era inciampata in una pietra del pavimento non allineata alle altre e, solo grazie al provvidenziale aiuto di Harry, aveva evitato di cadere a terra.
La giovane strega osservò Narcissa allontanarsi, stretta a Derek, riusciva a vedere l’amore che univa quei due. Ma gli occhi della donna erano arrossati ed era fin troppo chiaro che fosse ancora scossa dai singhiozzi.
«Dove andranno?» domandò Chloe a Harry, appena sparirono dietro l’angolo.
«Non saprei…» rispose lui. «Andiamo. Non c’è tempo da perdere…»
In silenzio, salendo le scale, Harry teneva la mano dell’amica ben salda nella sua. Il mago sentiva il suo cuore battergli nel petto ed era agitato. L’ultima volta che aveva affrontato personalmente Voldemort, al suo fianco, grazie alla Pietra della Resurrezione, c’erano suo padre, sua madre e Sirius. Gli erano stati di gran conforto, gli avevano dato la forza per affrontarlo.
Voltandosi, guardò Chloe, le sorrise.
«Sono qui, con te.» sussurrò lei, quasi intuendo i pensieri dell’amico.

  
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