Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Dusky Doll    02/09/2015    1 recensioni
Questa è la storia di Astreya, una giovane donna dal carattere forte e dal cipiglio severo, nata in un mondo corrotto, un mondo dove bisogna crescere in fretta. Il suo mistero si cela dietro i suoi capelli neri e i suoi occhi indagatori, un segreto talmente intrigante da aver attratto le mire della casta militare e di un soldato oltremodo speciale. Ma è tutto oro ciò che luccica? E cosa deciderà Astreya: si venderà all' Esercito o deciderà di combattere da sola la sua battaglia, come un lupo solitario?
NdA: Storia illustrata... da me:) Spero vi piaccia!
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 29

Sbattei il fascicolo sul tavolino sghembo sollevando uno sbuffo di polvere, e Fobos starnutì, lasciando che una dorata folata pulviscolare gli si appoggiasse ai capelli.
-E così questo è il famoso fascicolo, giusto? -, mi chiese, sfiorando con i polpastrelli la carta ruvida della copertina. Le sue iridi brillarono, esaltate dalla luce rossastra che penetrava dagli abbaini.
-Esatto-.
Fobos si sporse in avanti per prendere il cartaceo e la camicia bianca che indossava scivolò lentamente sulle spalle, facendomi intravedere il petto magro. Mi si strinse il cuore quando scorsi le cicatrici che il defibrillatore gli aveva lasciato, ulteriore marchio sulla sua pelle già provata. Da combattente.
-Sei sicuro di non voler riposare? -, gli domandai nuovamente, allungando una mano e sfiorandogli il braccio.
-Non pensi abbia già dormito abbastanza durante il coma? -, sorrise lui, mostrandomi quel luccichio che tanto mi era mancato. Non lo avrei mai ammesso, ma ero sollevata e davvero felice di averlo di nuovo al mio fianco.
-Già-, ammisi. Poi mi sedetti di fronte a lui incrociando le gambe e allungandomi per appoggiare i gomiti sul tavolo.
-Mi hai aspettato per leggerlo. Immagino ti mancassi davvero molto-, sogghignò lui, aprendo il fascicolo e leggendo distrattamente il titolo. Io arricciai il naso, fingendomi infastidita, e con un cenno gli feci capire che volevo leggesse lui il contenuto del file.
-Va bene, vediamo un po’-, mormorò quindi, avvicinando i fogli al viso e immergendosi nella lettura. La sua voce profonda cominciò a dare vita alle battiture della macchina da scrivere e lentamente il contenuto di quel plico di fogli prese vita di fronte a noi.

 

 Il presente file raccoglie tutte le informazioni a disposizione circa il progetto FALENA NOTTURNA. Ogni materiale ivi contenuto è proprietà esclusiva della Setta e in caso di fuga di notizie verranno presi seri provvedimenti contro i colpevoli.

 

Paragrafo1: Deadly Child #2

Data: 22/11/anno 5000 dalla discesa di Aion

Oggi è nato il secondo Deadly Child. Il soggetto è una femmina di sei anni con disturbo della personalità borderline.
L
esemplare si è mostrato recettivo allesame dellEyeRetractor.
Posizionato di fronte allo schermo a luci pulsanti, con utilizzo del divaricatore per occhi e camicia di forza, il soggetto non ha patito ed ha eseguito gli ordini del medico (K.) con completo disinteresse verso la sua condizione.

 

Data: 22/12/anno 5000 dalla discesa di Aion

Il Deadly Child comincia le visite psicologiche di accrescimento spirituale presso il Sanitarium Sora Hera di Carthagyos. Il paziente mostra unintelligenza sopra la media, una grande propensione alloscurità e un gusto spiccato per la violenza.

 

 
Data: 22/01/anno 5003 dalla discesa di Aion

Il Deadly Child ha distrutto la camera di studio ed è stato sedato. Mostra completo disinteresse verso la propria esistenza e rimuove gli eventi interni al Sanitarium opponendosi agli ordini. Per evitare lincidente DC#1 verrà somministrato al paziente una dose di Resurrection.

 

Data:11/09/anno 5007 dalla discesa di Aion

Il Deadly Child non risponde agli ordini del medico(K.). Tentato assalto alla madre e al padre biologici. Tentato suicidio alle ore 22:22.

Il paziente è stato prelevato dalla famiglia per richiesta del genitore maschile, in pieno possesso della facoltà podestarile.
Acquirente designato: Cronyos, Accademia di Cypris
Testimone: Sorella Dyana, Tempio di Carthagyos

 

 
Conversazione privata# 001

K:<aiuta a sopravvivere>>.

Efesto:<< Che cosa intende con condizione medica, dottore?>>

Efesto:<< Dottore, non si preoccupi non diremo a nessuno di questa nostra conversazione privata. Non tema>>.

K:<< La bambina è nata da un parto gemellare>>.

Efesto:<< E la gemella?>>.

K:<< Morta. Non si è nemmeno formata. La sua perdita, tuttavia, ha innescato una serie di eventi a catena. La bambina ha maturato un disturbo dovuto a qualche strana connessione psicologica con la sorella. Una sorta di trauma prenatale, se ne parla molto nelle ricerche odierne, sa?>>.

Efesto:<< Ne ho sentito parlare, in effetti. Prosegua>>.

K:<< La sua personalità è unica, ma le sue potenzialità sono scisse. E come se qualcosa della gemella fosse rimasto, una sorta di embrione marcio che infetta la mente della paziente fino a farle sviluppare il disturbo per il quale ci siamo interessati a lei. Forza spirituale doppia per sostenere la gravità del trattamento>>.

Efesto:<< E un progetto dellEsercito? O del Tempio?>>.

Efesto:<< Le pongo la domanda in maniera differente. Da chi è stato pagato per operare il trattamento Deadly Child sul paziente femmina#2?>>.

K:<< Molte persone sono coinvolte, lo ammetto. Ma il progetto è stato sostenuto finanziariamente dallAccademia di Cypris>>.

Efesto:<< Dottore, perché allora la bambina è stata dirottata al Tempio di Sorella Dyana? Come se lo spiega?>>.

K:<< E lei come fa a saperlo?>>.

Efesto:<< Ho conoscenze al Tempio, e anche nellEsercito, diciamo>>.

K:<< Non mi è stata comunicata la reale intenzione dei sottoscriventi il contratto di vendita, ma so che lo psicologo clinico e lo psichiatra infantile hanno giudicato la paziente idonea per laddestramento. Mago e soldato assieme, solo un Deadly Child può riuscirci. Almeno credo>>.

Efesto:<< Sappiamo che la ragazzina ha un timer. A quanto è stato impostato?>>

Efesto:<< Il timer è fisicamente accessibile? E passibile di manomissione?>>.

Efesto:<< E destinata a compiere la missione per la quale è stata programmata senza scarti?!>>

K:<< Ahahahah. Non mi dica che adesso ha paura, Efesto? Lei è un soldato>>.

Efesto:<< E questo cosa significa?>>.

K:<< Conosce Upokrates?>>.

Efesto:<< Naturalmente. Fedele collaboratore dellEsercito e creatore dello Scandalo>>.

Efesto:<< Centra qualcosa lo Scandalo in tutto questo?! E così?>>.

K:<< Touché>>.

Efesto:<< E lui il timer?>>.

K:<< Sì, ma non solo. Lui è qualcosa di più. Lui è la sua metà mancante. Molto poetico non trova? Così lo ha definito Upokrates>>

 

 

Rapporto #008

Luogo: Accademia di Cypris

Data: 22/09/5007 dalla discesa di Aion

Mittente: Cronyos

Destinatario: Tempio di Carthagyos.

Intercettato.

 

Sorella,

sono contento di comunicarle di persona che il soggetto è ancora in vita. Nonostante gli sforzi della Natura per toglierlo di mezzo, la razza umana oggi ha ottenuto una grande vittoria.
Il soggetto ha superato la notte. Mancano solo pochi trattamenti e sarà pronto.
Come diciamo sempre circa la nostra preziosa coppia:<< Che il corpo possa essere presto ricollegato alla sua anima>>.

G. Cronyos

 

-Memento di Prometheo allAssemblea dei Figli.

Trascrizione di: Perseus, Segretario.

Prometheo:<< Che il corpo possa essere presto ricollegato alla sua anima>>. Frase concetto della Chiesa, da sempre rappresenta il legame tra corporeità e aldilà. Si pensa che il soggetto DC e il soggetto Scandalo siano da ricollegare come due pezzi non autosufficienti. Chi sia il corpo e chi lanima è presto detto. Se Scandalo è nell Esercito e DC nel Tempio, chiaramente luno sarà il corpo dellaltra. Forza fisica e controllo mentale, unite in un esplosivo miscuglio. Nessuno di noi immaginava che un umano fosse in grado di sopportare tante sperimentazioni, senza alcuna modifica oltretutto. Ma questo ragazzo ce lha fatta. Vedete questa foto? Capelli neri, occhi gialli. Nientaltro che un uomo? Guardate meglio Ah, ecco. Altezza sovrumana, forza sovrumana, rabbia incendiaria. Guardate il filmato di questo addestramento. Impressionante, no? Bene, vi presento il compagno predestinato della nostra DC, Fobos. Astreya e Fobos. La coppia che ci seppellirà tutti se non riusciremo a portarli dalla nostra parte.

 

 

 

Quando Fobos finì di leggere, i suoi occhi erano pieni di sconcerto e il suo torace si alzava ed abbassava in cerca di aria. Sollevò lo sguardo su di me e per un istante temetti di leggervi paura, paura per quello che aveva letto, per aver capito che lui era il mio interruttore e che io potevo in qualche modo usarlo come una marionetta. E invece, ciò che vi lessi fu esclusivamente sorpresa.
Le sue labbra si schiusero appena e i suoi occhi dal taglio feroce divennero grandi e liquidi, come catrame. Quasi ispirata dal suo sguardo, mi sfiorai le guance con i polpastrelli e mi accorsi che erano bagnate. Di lacrime. Non mi ero nemmeno resa conto di aver cominciato a piangere.  Ma in fondo come avrei potuto evitarlo? Tutto il mio mondo di certezze era crollato e mi ritrovavo con solo della sabbia fra le mani. Tutto volava via, a partire dai miei ricordi. Non rimembravo nulla dell’assalto ai miei genitori, delle sedute. Nessun nome mi era famigliare, non sapevo chi fosse quel fantomatico K, né avevo idea di essere orfana di sorella. Il mostro che avevo dentro era lei, era un disturbo? Perché Ysmen doveva avere ragione su di me? Perché dovevo essere il Deadly Child? Mi morsi un labbro, cercando di frenare le lacrime, ma fu tutto inutile. Non ricordavo di avere una missione nella vita, né di essere un mostro. Non fin nel profondo almeno. Ero un’arma.
Lentamente i miei occhi si fecero opachi e si sollevarono a osservare nuovamente Fobos, una creatura torturata per colpa mia. Mi guardava con quegli occhi ambrati che tanto avevano sofferto, forse chiedendosi perché, forse domandandosi che cosa avesse fatto di male per meritarsi che una tale piaga si abbattesse su di lui.
-Hai paura di me? -, gli domandai, la voce che tremava e le lacrime che scorrevano sulla curva magra del mio collo. Non riuscivo a impedirmi di essere scossa da fremiti, ma potevo mantenere un atteggiamento freddo e controllato. Serviva alla mia mente per non vacillare.
-Paura? -, sussurrò Fobos aggrottando le sopracciglia. Non capiva.
Mi morsi l’interno delle guance finchè non lo sentii sanguinare, in attesa che comprendesse da solo. Ci mise solo qualche istante, lo capii da un evidente cambio di luce nei suoi occhi. E quando ebbe la certezza di ciò che la mia domanda gli suggeriva picchiò con forza il pugno sul tavolo, facendomi rimbombare le ossa e tremare il cuore. Singhiozzai non appena lo vidi issarsi sul tavolino e il fiume d’olio nero dei suoi capelli oscurargli il viso pallido.
Mi portai la mano alla bocca, terrorizzata. Fobos con un ampio gesto della mano, gettò il fascicolo in aria. Vidi pagine e pagine volare, piovere dal soffitto quasi al rallentatore mentre il ragazzo si scavava una via fra di loro. In un battito di ciglia mi fu addosso, gli occhi incendiati di una sfumatura aranciata simile a fuoco. Chiusi gli occhi, aspettandomi uno schiaffo o un pugno, e parai con le braccia a croce di fronte al viso. Ma non accadde nulla. Sentii solo delle braccia circondarmi e il calore di un respiro solleticarmi il collo. Spalancai gli occhi con forza, scollando le ciglia umide, e vidi le braccia di Fobos circondarmi. Stringeva con forza, con rabbia, fino a farmi male. Lo sentivo artigliarmi la pelle e ringhiare appena.
-Non potrei mai avere paura di te-, sussurrò. Sentii il cuore esplodermi come una mina, e involontariamente la mia fronte si appoggiò alla sua spalla.
– Ho solo paura di perderti-, aggiunse mentre le mie mani si aggrappavano alla sua camicia, stropicciandola senza pietà.
Rimanemmo così a lungo, con il mio pianto come unica colonna sonora per la nostra disperazione. E forse saremmo rimasti così in eterno se Eracleo non fosse entrato nello stanzino, bussando più per formalità che per altro. Subito Fobos, come punto da un tafano, drizzò la schiena e oscurò il suo sguardo. Si chinò a raccogliere dei fogli con nonchalance salutando con un unico grugnito il nuovo arrivato.
-Tutto bene? -, chiese circospetto Eracleo, osservando alternativamente il mio viso e quello di Fobos. Non gli sfuggirono le mie ciglia umide e le iridi lucide.
Si abbassò appena appoggiandomi la mano sulla spalla e scostandomi i capelli scuri. Le pupille di Fobos saettarono nella sua direzione e una sorta di elettricità attraversò l’aria. Era evidente che Eracleo per lui era qualcosa di più di un commilitone, anche se in senso negativo.
-Sì, stiamo bene-, risposi, sfregandomi gli occhi e dando una pacchetta alle dita di Eracleo affinchè le spostasse. Lui mi sorrise affabile e ci aiutò a raccogliere tutta quella inutile carta in un mazzo scombinato e disordinato. Poi ci dirigemmo nel nostro appartamento, in colonna come dei prigionieri. Io stringevo ancora il fascicolo tra le mani, continuando a percepire lo sguardo di Fobos sulla schiena. Sembrava volesse trapassarmi.
-Dovremmo raccontare loro cosa abbiamo scoperto? -, gli sussurrai, assicurandomi che Eracleo non ci sentisse. Fobos mi afferrò il polso e mi trattenne un attimo, lasciando che il Caporale ci precedesse sulle scale.
-E’ ovvio che ci seguiranno una volta abbandonato il Sandpit, perciò non credo sia saggio tenerli all’oscuro di tutto-, sospirò. –Tuttavia, credo anche sia il caso di edulcorare loro la faccenda. Raccontiamo essenzialmente solo quello che devono sapere per non farsi ammazzare-.
Annuii, convinta che fosse la scelta giusta, e a grandi passi raggiunsi Eracleo sul pianerottolo.
Entrammo nel salotto dove Aracne stava preparando il caffè. L’aroma speziato di quell’oro nero mi raggiunse le narici, facendomi brontolare la pancia.
-Che cosa succede? -, sorrise, pettinandosi la treccia quando ci vide tutti sulla soglia. –Avete una tale faccia -.
Fobos non disse nulla, ma si diresse a grandi passi verso il divano. Vi sprofondò con un tonfo sordo e si accese l’ennesima sigaretta. Era chiaro che stesse meditando su cosa dire, su che parte del fascicolo soffermarsi.
-Abbiamo scoperto un po’ di cose da quella merda…-, cominciò aspirando il fumo fino a far incendiare la punta della sigaretta. –A partire dal fatto che in qualche modo io ed Astreya siamo collegati-.
Fobos raccontò brevemente la storia del Deadly Child e tutte le congetture che ci avevano spinti ad intraprendere il nostro viaggio nel Sandpit. Poi verso la fine, aggiunse qualcosa di suo, qualcosa che nemmeno io sapevo.
-Ora il punto della questione è: cosa facciamo? A mio avviso le strade sono due. Possiamo cercare K, il dottore del fascicolo, oppure possiamo cercare Prometheo-.
Eracleo ingollò una buona dose di caffè, poi si sporse verso di me.
-Tu cosa ne pensi, Astreya? -.
Io non pensavo. Non avevo idea di qualche fossa la scelta migliore, ma sapevo che dovevo fare i conti con le intenzioni di Ysmen. In fondo con i Figli del Vento avevo contratto un Debito e non potevo andarmene senza sapere cosa loro intendessero farmi fare ora che il mio armadio si era riempito di scheletri.
-Io credo che dovremmo prendere in considerazione anche quello che i Diarchi hanno pensato per me. Ora che so che il nostro arrivo al Sandpit non è stato casuale, devo saperne di più. Devo capire cosa sta succedendo al Vallum, che cosa vuole dire essere un DC, ma soprattutto devo comprendere chi ha tentato di farmi saltare in aria sotto la breccia-.
Il mio monologo colpì i presenti come una sferzata di vento sul costone di un promontorio. Persino Fobos era sorpreso dalle mie parole: mi ero dimenticata di non aver raccontato a nessuno dell’uomo che mi aveva quasi ammazzata nel sottosuolo.
Spiegai, quindi, rapidamente cosa era accaduto e mi accorsi che l’espressione dei presenti si era fatta seria, quasi impaurita.
-Non è sicuro per te andare in giro a cercare indizi. Potrebbero tentare nuovamente di ucciderti-, disse Eracleo, passandosi una mano fra i capelli e sospirando. – In fondo non sappiamo ancora cosa voglia da te la setta. Forse sarebbe il caso di incontrare Prometheo prima di procedere oltre-.
Fobos si mosse appena sulla sedia, allargando le gambe e appoggiandovi sopra i gomiti spigolosi.
-Non credo che entrare nella tana dei Figli del Vento sia così “sicuro”, Caporale-.
Eracleo fissò intensamente Fobos, sollevando il sopracciglio e ingobbendosi. Sembrava che tra quei due fosse in corso una sorta di guerra fredda. Aracne interruppe il filamento elettrico che li collegava versando a entrambi la seconda dose di caffè nero.
-E allora cosa proponi, Fobos? Rimanere qui ed aspettare che l’Esercito ci trovi? -.
Fobos si alzò e fece qualche passo per la stanza, meditando su una soluzione. Lo guardai attentamente per cercare di sondare le sue emozioni, ma a parte un alone di frustrazione, la sua aurea brillava tranquilla. Fobos stava calcolando le nostre future mosse con la dovizia e la serietà di un vero Generale. Perciò sapevo che avrei potuto fidarmi ciecamente del piano che la sua mente avrebbe partorito.
-Vorrei solo intervenire riguardo un punto…-.
La voce flebile, ma decisa di Aracne squarciò l’aria come il fendente di una katana, attirando la mia attenzione quanto quella dell’Ibrido, il quale con un gesto secco ruotò gli occhi in direzione della donna.
-Hai qualche idea? -, chiese gentilmente Eracleo, mentre il caffè gli fumava davanti agli occhi, annebbiandolo.
Aracne scosse la testa e mi guardò intensamente. Non avevo mai visto i suoi occhi assumere una tonalità così scura di blu.
-Prima di entrare in Accademia io ed Astreya abbiamo violato le leggi del Tempio e nella sala della Tessitura ho …-.
La bloccai immediatamente.
-Quello non è niente di importante… Sorvoliamo-.
Non volevo che parlasse della Tela di fronte a Fobos. Ora che era chiaro il legame che ci univa, la forma umana che avevo visto emergere dalla trama ordita da Aracne aveva assunto una precisa identità. Il ricamo che la Tessitrice aveva creato di fronte ai miei occhi era rimasto senza volto perché io ancora non avevo conosciuto Fobos. Ma ora che ci pensavo seriamente, quale altro umano avrebbe potuto emergere dalle tenebre ricoperto di sangue e con i lunghi capelli neri al vento? La verità mi brillava davanti agli occhi, ma solo ora, con il fascicolo fra le mani, ero riuscita ad accettare l’idea che il mostro assassino della visione di Aracne fosse l’uomo che avevo innanzi. E, pertanto, meno Fobos sapeva, meno avrei dovuto coinvolgerlo nella mia vita. Così facendo, forse gli avrei risparmiato lo strazio di diventare un mostro alle mie dipendenze.
Per quanto riguardava me, invece, non sapevo esattamente cosa aspettarmi. Per il momento ero in grado di gestirmi tranquillamente, ma il futuro è imprevedibile e non sapevo ancora cosa dovermi aspettare.
-Se Aracne desidera parlare, dovrebbe essere libera di farlo-, mi fulminò Fobos con un’espressione sospettosa. Mi voltai verso Aracne e assecondando Fobos le feci cenno di parlare: sapevo che non mi avrebbe tradita e che avrebbe addirittura mentito per me.
Lei, infatti, mi indirizzò uno sguardo complice e timidamente disse: - No, niente. Nella Tela abbiamo visto che qualcosa sta cambiando. Un paesaggio turbolento e una guerra in vista. Suggerivo solamente di considerare la possibilità che le nostre azioni portino a una guerra. Le decisioni andranno pertanto prese con grande cautela-.
Fobos era palesemente insoddisfatto dalla risposta che aveva ottenuto, ma in ogni caso non disse niente e tornò a riflettere. Inspirò altro fumo e ingollò del caffè, socchiudendo gli occhi per visualizzare meglio il piano che lentamente andava delineandosi nella sua mente.
-Forse sarebbe il caso di dividerci. Io ed Astreya potremmo consultare i Diarchi e cercare di capire se ciò che ci chiederanno di fare sia fattibile o meno. Mentre voi potreste recarvi al Sanitarium di “Sora Hera” e chiedere di K. La presenza di una Custode dovrebbe intenerire le guardie-.
Eracleo sgranò gli occhi e si alzò di scatto, gettando malamente la chicchera sul suo piattino.
-Sei impazzito? Siamo ricercati a Carthagyos! Non voglio ritrovarmi di nuovo in quel focolaio-, sbottò avvicinandosi a grandi passi a Fobos e prendendogli il colletto della camicia. L’Ibrido si lasciò fare, dimostrando tutta l’apatia di cui era capace.
-Preferisci che ci vada Astreya? Con la taglia che pende sulla sua testa non sopravvivrebbe nemmeno due ore in pieno centro. Tu devi essere completamente matto-.
Mi alzai anche io e, scocciata, mi avvicinai ai due contendenti. Non solo odiavo i litigi, ma odiavo particolarmente il modo in quei due si piccavano. Lo trovavo davvero stupido in un momento come quello, oltre che completamente inutile.
Afferrai, quindi, la mano di Eracleo e con forza gli scollai le dita. Lo allontanai con uno spintone, poi tolsi la sigaretta di bocca a Fobos e gliela spensi con rabbia nel caffè.
-Non so dove pensiate di essere, ma questo non è un salotto da tè. Qui stiamo discutendo della nostra vita o della nostra morte. E’ evidente che né io né Fobos possiamo tornare a Carthagyos, tuttavia Aracne ha ancora il diritto d’asilo nel Tempio. Se tornasse sotto la protezione di Sorella Dyana potremmo affidare a lei le ricerche sul dottor K. Basterebbe far credere che è stata rapita da Eracleo, ma che è riuscita a scappare-.
Fobos sorrise, compiaciuto dal mio acume. Poi continuò per me.
-Sì, in questo modo noi tre potremo proseguire indisturbati e occuparci del resto. La trovo una buona idea…-.
Guardai Eracleo per capire se anche lui fosse d’accordo, ma sul suo volto vedevo soltanto un’ombra, una sorta di colla oleosa che corroborava l’alone di feroce rancore della sua aurea. Perché fosse così arrabbiato non riuscivo a capirlo.
-Beh, io non sono d’accordo. Credo che voi due non dobbiate viaggiare assieme. Riflettete, se veramente Fobos è il tuo timer, Astreya, sarebbe saggio affiancarsi a lui per più del tempo strettamente necessario? Io penso che Fobos debba consegnarsi all’Esercito, così da essere imprigionato e isolato. Solo così tu sarai libera di portare a termine la tua indagine. Non voglio che a causa della testardaggine di un Generale tu metta a repentaglio la tua stessa esistenza-.
Guardai Eracleo con serietà. Per me era inaccettabile mandare Fobos al patibolo, ma almeno finsi di scandagliare anche la sua proposta. L’Ibrido dal canto suo rimase immobile massaggiandosi la base del naso, infastidito. Cercava di resistere alla tentazione di prendere per il collo il Caporale, ma non gli stava riuscendo. Infatti, non molti secondi dopo, scattò in avanti e gettò la tazzina nel lavabo, fissando il liquido scuro che vorticava nello scarico come fosse sangue.
-E tu pensi davvero di poterla proteggere come farei io? -, sibilò poi, puntando su Eracleo uno sguardo che non avevo mai visto in vita mia. Era esplosivo e rabbioso. Non c’era altro nei suoi occhi se non traboccante violenza. Ebbi improvvisamente paura e indietreggiai.
-Io sono un soldato tanto quanto te-, mormorò Eracleo, più remissivo di quanto mi aspettassi. Stava studiando Fobos come un domatore il leone. Sapeva che stava per esplodere e che lo stava provocando, ma non sembrava intenzionato a ritirarsi dal conflitto.
- Bene, allora. Se ne sei convinto, lascerò che sia Astreya a scegliere-.
Voltò le iridi nella mia direzione e con nonchalance mi fece gesto di prendere la mia scelta. Probabilmente sapevano entrambi che avrei scelto Fobos, ma negli occhi del Caporale leggevo la speranza. Non volevo deluderlo, ma ero convinta che il cammino che io e l’Ibrido avevamo intrapreso dovesse essere un cammino solitario. Chiunque ci avesse seguito avrebbe rischiato la vita, e io non volevo assolutamente prendermene la responsabilità. Ripensai alla donna cui avevo regalato un girasole e mi ritrovai a meditare sulla possibile dipartita di Eracleo o Aracne: era insostenibile per me pensare di essere la causa della morte di altre persone.
-Fobos ha ragione-, mormorai. – Credo che tu, Eracleo, dovresti tornare al Vallum e scoprire qualcosa in più sui ribelli. Sappiamo che Deimos potrebbe essere coinvolto nella disattivazione dei Molossi, quindi potresti cominciare la tua ricerca da lì-.
Fobos, ancora in piedi di fronte al lavabo, annuì appena, mentre Eracleo inghiottì a vuoto.
-Volete tagliarmi fuori?! -, sbottò, perdendo totalmente la compostezza che lo caratterizzava.
-Non è questo, Eracleo-, gli spiegai prontamente o almeno ci provai. – Si tratta della vostra sicurezza e poi saperti accanto ad Aracne per parte del viaggio di ritorno, mi darebbe la forza di riuscire a lasciarla-.
Il volto di Eracleo si oscurò e i suoi occhi virarono sul sorriso che increspava appena le labbra dell’Ibrido. Non so perché Fobos trovasse divertente quella scena, ma io ero più che tesa. Sentivo che stavo tradendo la mia amicizia con Eracleo per allontanarmi assieme ad un uomo che potenzialmente era la mia miccia. Non credevo che quella fosse la scelta giusta, ma l’unica possibile.
-Allora è deciso, Caporale-, disse Fobos appoggiandosi con la schiena al muro. – Proseguiremo io e Astreya e vi terremo informati se sarà il caso-.
Eracleo avanzò deciso, fronteggiando la montagna d’uomo che aveva innanzi. Sia io che Aracne cominciammo a sudare freddo perché nonostante Fobos ora stesse guarendo, era ancora emotivamente instabile.
- Se sarà il caso? Stai spingendo Astreya in un vicolo cieco, esponendola a rischi enormi-, sbottò afferrandogli con rabbia la camicia. L’Ibrido lo fissò con tale astio che percepii la pelle di Eracleo sciogliersi sotto l’acidità di quegli occhi alcalini.
- Senti, microcefalo, nessuno ha chiesto la tua opinione. Ci sei capitato tra capo e collo per caso, quindi per favore non crearci altri problemi-.
Afferrò la pistola che gli pendeva al fianco e la puntò al centro della fronte di Eracleo. L’indice tentennava sul grilletto, mentre il suo braccio si tendeva fino a spingere il foro circolare dell’arma nella carne del Caporale. Aracne strillò quando vide lo sguardo di Fobos indurirsi e il suo busto protendersi in avanti.  Anche io mi spaventai e l’unica cosa che riuscii a fare fu appendermi al braccio di Fobos prima che compisse l’ennesimo folle gesto.

E adesso questa che cazzo vuole? I suoi pensieri mi raggiunsero con la violenza di un uragano, implodendomi nella testa con un ronzio metallico. Non so se si fosse accorto che ero nuovamente entrata nella sua testa senza permesso, ma intento come era a minacciare di morte il compagno, probabilmente non ci aveva fatto caso.
-Fobos, piantala. Non vale la pena litigare, non in questo momento. Eracleo, tu non mettere in discussione le mie scelte. Ho appoggiato io stessa la proposta di Fobos, quindi non recriminargli nulla-.
Eracleo sgranò gli occhi, solitamente così pacati e allegri. L’espressione che il suo volto assunse fu simile a quella di una cocente sconfitta e le mani si mossero da sole. Allontanò la pistola dalla sua fronte e, facendosi sotto come Davide contro Golia nella nota favola, afferrò il bavero della camicia di Fobos. Il ragazzo, dall’alto dei suoi due metri, resistette alla tentazione di colpirlo. Gli afferrò le dita e le fece scricchiolare nella ferrea morsa delle sue.
-Cosa le hai fatto? L’hai trasformata in una…in una cosa come te! -, urlò, facendomi accapponare la pelle. Non avevo mai visto Eracleo così arrabbiato, né Fobos così tremendamente calmo.
- Senti imbecille, mi hai già stancato. So che non ti piaccio, e ti assicuro che la cosa è reciproca, ma non è colpa mia se non riesci a ragionare. Ti stai facendo guidare dalle parti basse-, sibilò Fobos afferrandogli i capelli e costringendolo a guardare me, rimasta al fianco dell’Ibrido per tutto il tempo. Vidi la vergogna e l’imbarazzo farsi largo sul viso di Eracleo, mentre le sue iridi scure baluginavano riflettendo la luce della lampadina spoglia che illuminava il soggiorno. Un rossore intenso gli macchiò la pelle bianca e lo costrinse ad abbassare gli occhi, mordendosi rabbiosamente il labbro inferiore. Ero ammutolita e non sapevo che dire. Persino Aracne, che come paciere era sempre stata bravissima, non sapeva cosa fare e se ne restava imbambolata al tavolo con le mani aggrappate alla tovaglia di plastica bianca.
-Smettila, Fobos-, mormorai, gli occhi sgranati e la mano ancora appoggiata sul suo avambraccio.

Sì, come no! Davvero, tu mi dici di smettere? Tu che nemmeno ti accorgi di uno che ti spoglia con gli occhi e che ti segue la gonnella come un cane in calore?! Che pena.
-Proprio tu mi dici certe cose? -, udii dire al Caporale, in riferimento all’insulto indirizzatogli prima dal commilitone.
La risata ironica e incattivita di Eracleo interruppe il flusso dei pensieri di Fobos, obbligandolo a voltarsi e fissare la sua ambra negli occhi catramati di Eracleo.
-Che vuoi dire? -, tuonò il giovane, spingendo via l’altro. Questi inciampò nei suoi stessi piedi, frenando la caduta solo grazie al mobiletto della cucina alle sue spalle. Aveva lo sguardo ferito e oltraggiato, i palmi delle mani premuti con forza contro il ripiano. Non riusciva più nemmeno a guardarmi negli occhi.
-Che almeno io ho ancora potere sulle mie parti basse! -, gridò mentre i suoi lineamenti cambiavano e diventavano quasi grotteschi.
Non potevo credere a ciò che aveva detto Eracleo, non potevo pensare che la sua persona, così dolce e disponibile, avesse osato riportare a galla un segreto così intimo e privato solo per vendetta.
Mi voltai terrorizzata verso Fobos, chiedendomi quale sarebbe stata la sua reazione, ora che la situazione era definitivamente precipitata.
L’Ibrido schizzò avanti come una furia, caricando il compagno e colpendolo con forza al mento. Sentii un rumore di ossa spezzate e il gorgoglio del sangue nella gola del soldato. Feci per intervenire, ma non riuscii a staccare Fobos dal ragazzo, ormai ridotto a una maschera sanguinante.
-Dai, ripetilo. Ripetilo se hai coraggio-, gli urlava l’Ibrido, scagliando su di lui una raffica di pugni.
Non riuscivo ad avvicinarmi a quel groviglio di carne e capelli. Non riuscivo più nemmeno a distinguere chi fosse l’uno e chi fosse l’altro. Riuscii solo ad afferrare l’orlo della camicia bianca di Fobos che, però, a causa di un nuovo attacco del giovane, mi rimase in mano.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Dusky Doll