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Autore: Lea Coleman    02/09/2015    3 recensioni
E la rabbia arrivò. Ma decise di non darla a vedere, perché la rabbia non si addiceva a lei.
«Kagome, ti sei svegliata, come ti senti?»
Restò a guardarlo.
Perché era cambiata per lui? Per un misero, infedele, impulsivo mezzo demone? Era stato lui ad averla imbrattata, e l’amore aveva finito l’opera.
Sorrise.
«E così Inu-Yasha, alla fine ti sei ricordato di venire a salvare anche me… »
Era un colpo basso. Lo sapeva benissimo e Inu-Yasha non aveva risposto.
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Impura
[370 parole circa; ambientato nell’episodio 126]


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

    Era una bugia ripetuta a macchinetta.
Puro ha diversi significati e Kagome non lo era.
Forse lo si poteva dire di riflesso, ma dentro era umana.
Forse poteva purificare qualcuno o qualcosa, un villaggio, un demone o la perla degli Shikon, ma non significava che la sua anima fosse cristallina.
 
    No. Perché era umana.
 
    Sapeva bene che il sinonimo di “uomo” era “colpa” e qualcuno che sentiva colpe aveva fatto del sbagliato.
Aveva viziato la sua anima tante volte che oramai non ne ricordava più il conto.
Aveva pasticciare la sua innocenza innamorandosi – perché si era innamorata di qualcuno legato già ad un’altra donna.
Aveva tempestato la calma con l’ira – perché aveva odiato colui contro cui combatteva.
Aveva macchiato la pace con il turbamento – perché era agitata ogni volta che pensava al suo modo clandestino di amare.
 
    Aveva fatto sacrilegio, era diventata una donna impura, una ragazza marchiata.
 
    Però, visto che quel neonato* l’aveva sfidata, aveva deciso che non doveva più mostrare la sua parte oscura. Mai più.
Si era giustificata con l’essere una persona normale, con sentimenti normali, come la gelosia, il dolore, la rabbia.
Ed ora, ora che apriva gli occhi, trovandosi davanti a se Inu-Yasha, aveva capito quanto avesse realmente dubitato di lui, in quel momento, e di quando fosse stata invidiosa nel capire che preferiva una morta, a lei.
 
    E la rabbia arrivò. Ma decise di non darla a vedere, perché la rabbia non si addiceva a lei.
 
    «Kagome, ti sei svegliata, come ti senti?»
 
    Restò a guardarlo.
Perché era cambiata per lui? Per un misero, infedele, impulsivo mezzo demone? Era stato lui ad averla imbrattata, e l’amore aveva finito l’opera.
 
    Sorrise.
 
    «E così Inu-Yasha, alla fine ti sei ricordato di venire a salvare anche me… »
 
    Era un colpo basso. Lo sapeva benissimo.
 
    Inu-Yasha non aveva risposto.
Non gli avrebbe detto quanto l’avesse resa ingiusta, di quanto si sforzasse ora di non  rinfacciargli tutto il rancore provato. Forse, un giorno, avrebbero chiarito le cose. Forse – e solo forse.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

    *Eh sì, vi ricordate quel raccapricciante – Dio, se lo era. – bambino che appare nell’episodio 125? Ecco, non mi ricordo il suo nome, ma è colui che cerca la parte oscura di Kagome, per poi farla svenire aggraziatamente tra le braccia di Inu-Yasha.
 
Bene, come mio solito non avendo niente da fare (che poi da fare avrei tante, tante cose >.<) mi sono messa a scrivere la prima cosa che capitava e, boh, mi è venuto fuori, questa… ehm… cosa?
Ahah, io rido ma c’è da piangere… (ed in questo momento mi piacerebbe avere la faccina di WhatsApp, quella che sorride con la gocciolina che le cade dalla testa :3)
 
Eh niente, grazie mille per esser spassate per di qua ;) 

  
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