UN COMPAGNO PER ASUKA
Autore: Darik
6° PARTE
IL GIORNO DOPO/NEO-TOKYO 3
Shinji doveva andare in cucina a fare colazione, ma faticava a tenere
gli occhi aperti.
Le dieci ore passate nel simulatore il giorno prima lo avevano distrutto.
Mentre passava nel corridoio, Asuka uscì dal bagno.
“Ciao Asuka”.
“Ehilà. Hai un aria pietosa”.
“L’avresti anche tu se avessi passato quello che ho passato io
ieri”.
Asuka scosse la testa: “Esagerato!” e fece per andare in cucina.
“Potresti dirmi dove sei stata ieri?”
Asuka si voltò verso di lui: “Perché ti interessa?”
“Beh, siamo in una situazione d’emergenza, ma tu ieri alla base
non ti sei mai fatta vedere, e sei rientrata tardi come me”. “Sono
affari miei, stupido!” concluse seccata la ragazza andandosene.
Shinji rimase immobile, aveva notato qualcosa di strano. Anche se Asuka lo
aveva apostrofato nel solito modo, non sentiva rabbia nella sua voce.
Pareva anzi che si trattenesse per non urlare dalla gioia.
Terminata la colazione, Misato stava sorseggiando del Sakè, alla sua maniera,
Asuka era seduta alla sua sinistra, e quando Shinji si alzò per
andare a vestirsi, il maggiore chiese alla ragazza: “Allora, come è
andata ieri?”
“Benissimo”, rispose radiosa Asuka.
“Davvero?”
“Sì, Michael è un ragazzo davvero fantastico. Sembra
proprio che siamo fatti l’uno per l’altro”.
“Sono contenta per te. Ma dimmi, per caso vi siete anche…”
Asuka arrossì: “Ecco, noi… sì insomma…”
Misato sorrise: “Le mie congratulazioni Asuka. Sono queste le
esperienze che ti fanno diventare donna!”.
Asuka, rossa in viso e con un sorriso imbarazzato, non rispose.
Proprio in quel momento rientrò Shinji, e notando l’espressione di
Asuka chiese: “Asuka, che ti è successo?”
Asuka trasalì, ma Misato rispose per lei: “Niente, ha solo
provato a bere il mio Sakè”.
ISOLA DI TO-SHIMA
“Volevi vedermi padre?”
“Sì Michael. Voglio mostrarti una cosa”.
Si avviarono verso un hangar, dove Michael non era mai stato prima.
Entrarono, il luogo era immerso nell’oscurità.
“Cosa c’è qui padre?”
“Il nostro capolavoro” rispose soddisfatto MaCoy.
Premette un interruttore, il locale si illuminò, e Michael rimase
senza parole.
Davanti a lui si stagliava un gigantesco Evangelion nero, ma non era il
suo, c’erano molti particolari diversi.
“Un altro Eva-P?”
“No, qualcosa di molto meglio”, spiegò il dottor Land giungendo
alle sue spalle.
“Infatti”, aggiunse MaCoy, “questo che vedi è il
modello definitivo, l’Eva-D, del quale il tuo Evangelion è il
prototipo”. Michael rimase a guardare quel gigante, aveva tre occhi
disposti in maniera triangolare, un'espressione feroce, e degli strani
fori sugli avambracci. Alcuni avevano le stesse dimensioni di quelli posti
sugli avambracci dell’Eva-P, quindi contenevano delle lame, ma gli
altri erano troppo piccoli. Chissà a cosa servivano. Inoltre
sembrava che mancasse il portello in cui
andava inserita l’Entry Plug.
“Non male. E chi è il pilota? Vorrei conoscerlo”.
MaCoy e il dottor Land sorrisero.
“Certo, vieni a conoscerlo”, disse il secondo.
Salirono in una stanza piena di tecnici e strani congegni posta tre piani
più sopra.
Entrati MaCoy indicò un punto e disse: “Eccolo qui”.
Michael non capì, nel punto indicato non c’era nessuno, solo un
grosso computer di forma rettangolare.
“Dove?”, chiese confuso il ragazzo.
Land si avvicinò al computer e con un sorriso soddisfatto ci batté
sopra con la mano: “Guarda meglio”.
Il ragazzo rimase impietrito: “Cosa?! Il pilota è un
computer?!”
“Esatto. Un computer dell’ultima generazione, che invia una
serie di impulsi elettrici al cervello dell’Eva-D, e ne permette l’attivazione”.
“Interessante. E avete intenzione di farlo anche con l’Eva-P?”
“No, non preoccuparti”, disse MaCoy.
Michael avrebbe continuato a pilotare l’Eva-P, almeno per il momento.
“Cosa volete farci?”
“Oggi stesso manderemo l’Eva-D a Neo-Tokyo 3. Finirà il
lavoro che hai iniziato tu. E tu andrai con lui per, diciamo, guardargli
le spalle, non si sa mai”.
Il ragazzo rimase di nuovo impietrito: durante il primo combattimento lui
si era preoccupato di non fare del male ai piloti degli Eva della Nerv, ma
dubitava fortemente che un computer si facesse tali scrupoli.
“In cosa sarebbe diverso questo Eva dal mio?” chiese.
“Sono state inserite nuove armi, ma la cosa che ci rende
particolarmente orgogliosi, e il materiale della sua corazza. Infatti il
dottor Land ha finalmente creato la versione definitiva della sua lega
metallica. Non il carbonadio, ma l’adamantio. Un metallo del tutto
infrangibile. Gli Eva della Nerv non avranno scampo”, spiegò
MaCoy.
“Parli come se dovesse distruggerli”.
“Infatti. Quello di oggi sarà il test definitivo, che culminerà
con la distruzione degli avversari”.
“Quindi anche i piloti…”, sussurrò Michael.
“Cosa c’è? Ci sono problemi?”
Michael non sapeva cosa rispondere: da un lato voleva dire no, lui non era
un assassino, e che non l’avrebbe mai aiutato. Ma poteva ribellarsi
al suo patrigno, che comunque gli aveva dato una casa?
Era tormentato dai dubbi, ma alla fine decise di andare comunque, avrebbe
potuto intervenire per fermarlo, se la situazione diventava insostenibile
per lui.
“Non ci sono problemi. Sono pronto”.
“Bene. Preparati a partire”.
NEO-TOKYO 3/UFFICIO DEL COMANDANTE SUPREMO
“Ci siamo Fuyutsuki ”.
“La ricerca si è conclusa?”
“Sì. Russel MaCoy possiede molte proprietà, ma alla
fine lo abbiamo scovato”.
“Dove si trova?”
“Stando alle nostre spie, l’unico suo insediamento capace di
contenere un velivolo in grado di trasportare un Eva, è l’isola
di To-Shima, che si trova anche alla giusta distanza dal Giappone”.
“Cosa intendi fare?”
“Contatterò immediatamente il comando delle Forze Strategiche
di Auto Difesa, e chiederò un bombardamento a tappeto dell’isola.
Nessuno oltre a noi dev’essere in grado di costruire gli Eva.
Uccideremo MaCoy e anche il dottor Land, che sicuramente è con lui,
e poi ci impadroniremo del loro Evangelion. Potrebbe esserci utile”.
Fuyutsuki osservò in silenzio il comandante, poi disse: “Va
bene. Muoviamoci”.
COSTA DEL GIAPPONE
I due giganteschi Evangelion neri si erano appena alzati dall’isola
di To-Shima. Ormai non c’era più bisogno dell’aereo, la
prima volta l’avevano usato solo per sicurezza.
L’Eva-D volava affiancato dall’Eva-P, Michael osservava l’essere
che aveva a fianco, una creatura comandata da un freddo computer, che
avrebbe spazzato via qualunque cosa gli ordinassero.
Non sapeva ancora cosa fare, se l’Eva-D cominciava a uccidere, avrebbe dovuto fermarlo, ma come? Questo nuovo modello sembrava molto
più potente del suo. E anche se lo avesse fatto, dove sarebbe
andato dopo il suo tradimento? Da Asuka? No, perché altrimenti la
ragazza che amava sarebbe rimasta coinvolta nella vendetta del patrigno.
Lacerato da questi dubbi, proseguì il volo in un cupo silenzio.
ISOLA DI TO-SHIMA
MaCoy e Land osservavano da uno schermo il volo dei due Eva, due demoni
alati ai loro comandi.
“Michael mi è sembrato pensieroso”, dichiarò il dottore.
“Non si preoccupi, tanto deve solo guardare le spalle all’Eva-D,
non partecipare al combattimento”.
“Ma il ragazzo non vuole uccidere, glielo si legge negli occhi, e se
per caso…”
“Se lo facesse, peggio per lui. L’Eva-D è più
forte del suo, può ucciderlo senza distruggere il prototipo. Non ha
problemi a penetrare la sua corazza”.
“Signore”, annunciò un operatore, “i due Eva sono in arrivo sull’obbiettivo”.
“Bene, disattivate i loro sistemi anti-radar, stavolta non ci saranno
arrivi a sorpresa”.
NEO-TOKYO 3/QUARTIER GENERALE DELLA NERV
La sirena dell’allarme risuonò fragorosamente, tutti corsero
ai loro posti, arrivarono sul ponte di comando Misato e Ritsuko, mentre
sulla torre mobile c’era il solo Fuyutsuki.
“E il comandante?”, chiese Misato.
“Ha un'altra questione da seguire”, le rispose il
vice-comandante.
Misato era stupita, non capiva quale questione potesse essere più
importante di quell'emergenza.
Ritsuko domandò: “E’ di nuovo quell’Eva sconosciuto vero?”
“Sì, però… non è solo!”, informò
Shigeru.
“Cosa?!”, esclamarono insieme le due donne.
“Stavolta ci sono due obbiettivi, entrambi Evangelion alati di colore
nero”, riferì allarmato Aoba.
Lo schermo si illuminò e videro due sagome nere che volteggiavano
sulla città.
“Dannazione! Se adesso sono in due, ci ridurranno in briciole”,
sbottò Misato.
“Lo so, ma dobbiamo per forza far uscire i nostri Eva. Stavolta
sappiamo chi abbiamo di fronte, e forse otterremo qualcosa”, replicò
Ritsuko.
“D’accordo, però se ci sono problemi i ragazzi rientreranno
subito. Sono pronti?”
“Sì, sono nelle gabbie pronti per il lancio in superficie”, disse
Makoto Hyuga.
In quel momento i due Eva nemici atterrarono fragorosamente in città
ripiegando le ali .
UFFICIO DEL COMANDANTE DELLA NERV
Gendo aveva due piccoli schermi davanti a sé, sulla sua scrivania.
Su uno osservava i due Eva nemici, sull’altro invece era in contatto
audio-visivo col comandante delle truppe che le Forze Strategiche di Auto
Difesa gli avevano dato.
Intendeva seguire entrambe le battaglie.
“Allora comandante, da ora in poi seguirà i miei ordini”,
dichiarò Gendo.
“Sissignore”.
“Questo è il piano di battaglia: bombardamento aereo a tappeto
sull’isola. Sicuramente le installazioni nemiche sono sottoterra, e difficilmente le bombe potranno fare completamente piazza pulita, per
cui al primo attacco dovrà seguire un lancio di paracadutisti allo scopo di
sbaragliare le ultime resistenze”.
“Sissignore. Cosa dobbiamo fare con eventuali superstiti?”
“Eliminateli tutti”, ordinò lapidario Gendo.
“Agli ordini”.
Gendo assunse la sua tipica posa, mettendo le mani sotto il mento: “Nessuno
può interferire con l’operato della Nerv!”
“Pronti ragazzi?”, chiese Misato.
“Sì”, risposero insieme i tre piloti.
“Bene. Stavolta i nemici sono due. Dovrete tenervi a distanza di
sicurezza, i vostri attacchi dovranno essere alla mordi e fuggi. Cercate
di stare il meno tempo possibile vicino agli avversari. Le armi da fuoco
sono inutili, quindi userete soltanto armi bianche. Va bene?”
“Roger”.
“Lanciare!”, gridò il maggiore.
I tre Eva vennero spinti verso la superficie, sui volti dei piloti si
poteva leggere una certa tensione.
“Eccoli”, disse Michael.
Gli Eva della Nerv uscirono dalle rampe, presero delle armi dagli edifici vicini, Rei aveva due
Progresive Knife, Shinji e Asuka un Sonic Grave ciascuno.
Michael li guardava, ma stavolta nei suoi occhi non c’era il fuoco
della sfida, come la prima volta.
Al contrario, nel suo sguardo si notava una sorta di sofferenza: “Accidenti”,
pensava, “dentro quegli Eva ci sono sicuramente dei quattordicenni
come me. Vorrei aiutarli, ma…”
ISOLA DI TO-SHIMA
Il monitor mostrava le immagini del ormai prossimo scontro.
“Ci siamo. Mandate all’attacco l’Eva-D” ordinò
MaCoy.
L’ordine fu trasmesso ai tecnici vicini al computer che costituiva il
vero cervello dell’Eva-D.
Uno schermo si accese sul lato anteriore della macchina, l'immagine mostrava gli
Eva della Nerv, e su di essa si formò una scritta: “TARGET”.
I tecnici trasmisero l'ordine di attacco.
NEO-TOKYO 3
L’Eva-D, che fino ad allora era stato immobile, spalancò le
fauci, ruggì, e si scagliò contro l’unità 01.
Michael rimase indietro a guardare.
“Attento Shinji!”, gridò Misato, ma non servì a
nulla.
Shinji cercò di difendersi mettendo in avanti il Sonic Grave, ma il
nemico con un calcio glielo fece volare via dalle mani. L’Eva-D diede
un pugno all’Eva-01, scaraventandolo all’indietro, poi cacciò
dagli avambracci degli artigli, più lunghi di quelli dell’Eva-P,
e infilzò lo 01 nella zona dello stomaco, trapassandolo da parte a
parte.
Shinji gridò, l’Eva-D lo sollevò come se niente fosse e
lo scagliò addosso a un palazzo.
L’Eva-01, dopo l’urto, si accasciò e lasciò una
grossa macchia di sangue sul edificio.
“No Shinji!”, gridò disperata Misato.
“Questo nuovo nemico”, notò Ritsuko, “combatte in
maniera più feroce rispetto all’altro”.
Michael rimase di sasso, non si aspettava che questo nuovo Eva fosse così
brutale. Una autentica macchina assassina. Non sapeva cosa fare, i suoi
dubbi continuavano a bloccarlo, anche se apriva e chiudeva di continuo i
pugni, smanioso di intervenire.
“Bastardo! Ti ucciderò!”, urlò Asuka e attaccò
il nemico insieme a Rei, che aveva un’espressione molto
determinata.
L’Eva-00 cercò di perforare gli occhi dell'avversario, l’Eva-02
invece mirò di nuovo alla linea di congiuntura tra le parti della
corazza.
Ma l’Eva-D le anticipò, fece un enorme balzo verso l’alto,
solo una macchina poteva calcolare con tale precisione i tempi, atterrò
alle spalle dei due Eva, li afferrò per il collo e cominciò
a sbattere le loro teste l’una contro l’altra. Rei tentò
di reagire e provò a colpire il nemico con i due Progresive Knife,
ma a contatto con la corazza i due coltelli si ruppero. L’Eva-D diede
un calcio al ventre dello 00, Rei si piegò in avanti e sentì
mancarsi il respiro, poi con una sola artigliata tagliò l’arma
di Asuka e una gamba dello 02 all’altezza del ginocchio.
Asuka non fece in tempo a gridare.
“Mio Dio! Li sta massacrando!”, commentò attonita Misato.
“Cosa possiamo fare?”, si chiese Ritsuko.
“Presto, fuoco di copertura con le rampe lancia-missili!”, gridò
Misato.
“Ma non faranno niente al nemico”, obbiettò Maya.
“Lo so, ma voglio che i ragazzi si ritirino, finché possono
farlo”.
“Ragazzi, ritiratevi presto!”, ordinò Misato, tramite un
contatto radio, ai piloti.
“Ritirarmi? Mai!”, rispose Asuka con uno sguardo impazzito.
Cercando di reggersi su una gamba sola, saltà addosso all’Eva-D
e riuscì a farlo cadere.
Ma il nemico prima la sollevò, poi con una capriola si mise alle
spalle dello 02 e cominciò a colpire con i pugni e gli artigli la
schiena dell’Eva, facendo uscire spruzzi di sangue bluastro e
mandando terribili fitte di dolore terribile alla ragazza.
Poi l’Eva-D afferrò la copertura del Entry Plug, la strappò
e afferrò la capsula.
Lo 02, privato del pilota, si accasciò a terra inerte, l’Eva-D
teneva in mano la capsula con Asuka.
Misato, Ritsuko e i tre operatori fissarono con gli occhi spalancati
quella immagine, non riuscivano a parlare. E quando videro l’Entry
Plug che cominciava a cedere sotto la pressione della mano del nemico,
Misato stava per gridare. Improvvisamente sentirono un urlo: “Asukaaaa!”
Era la voce di Shinji, che piombò di corsa sopra il nemico,
sbattendolo contro un palazzo, gli tolse di mano l’Entry Plug dello
02, lo appoggiò a terra, e si lanciò di nuovo contro l’avversario,
cercando di farlo retrocedere per allontanarlo dalla compagna.
Ci riuscì, ma l’Eva-D si riprese subito, e con alcune
artigliate aprì il ventre dello 01, e le interiora dell’Eva
caddero per terra.
Shinji non provava molto dolore, ma sentì una orrenda sensazione,
quella del suo corpo che si svuotava.
Si piegò su se stesso, Maya ebbe un conato di vomito guardando
quella scena.
“Gravissimi danni all’unità 01. Non può più
combattere”, gridò Hyuga.
L’Eva-D stava per colpire la testa dell’Eva-01, quando stavolta
intervenne Rei, che prese per le spalle il nemico e lo scagliò dal
lato opposto. La First Children aveva un'espressione irritata a causa di
quello che il nemico aveva appena fatto a Shinji.
“E’… è orribile!” commentò con un filo
di voce Maya.
Ritsuko rimaneva in silenzio, Misato invece mormorò: “Maledizione. Quel
bastardo attacca di continuo, non gli dà il tempo di ritirarsi. E se
continua a stare così vicino ai nostri non potremo usare le rampe”.
L’Eva nemico si scagliò contro l’Eva-00 che cercava di
tenerlo a distanza, mentre Michael osservava allibito il tutto.
“Mio Dio, è un mostro!”
Poi la sua attenzione fu richiamata da qualcosa, vide in un angolo l’Entry
Plug dello 02 che si apriva, e una persona che ne scendeva.
Dai capelli sembrava una ragazza, con indosso una tuta rossa.
“Rossa!?”, esclamò Michael.
Quel colore gli aveva fatto venire in mente qualcosa.
Usando lo zoom inquadrò la ragazza.
Gli occhi di Michael si sbarrarono.
“Asuka? Non è possibile… Asuka è un pilota…”
balbettò.
All’improvviso uno schianto.
Lo 00 era caduto a terra, e rimaneva immobile.
L’Eva-D allora si avvicinò al Entry Plug di Asuka
minacciosamente.
Alzò un piede.
Voleva schiacciarla!
“Noooooo!”, gridò Michael, che si scagliò contro l’Eva-D.
“Michael, cosa stai facendo?”, gli urlava il patrigno via radio.
Il ragazzo non se ne curò.
I suoi dubbi erano spariti.
Asuka osservò l’enorme massa del nemico che si avvicinava, e
quando gli vide sollevare il piede, in preda al terrore e alla rabbia sussurrò: “E’ finita!”.
E invece l’Eva-P afferrò quel mostro e lo allontanò da
lei, cacciò gli artigli e lo colpì agli occhi.
L’Eva-D lanciò un urlo di dolore, dalla ferita sprizzavano
sangue e scintille. “
Cosa!?”, esclamarono incredule Ritsuko e Misato.
“Ma che sta succedendo?”, dissero meravigliati i tre operatori.
Anche Gendo, che fino ad allora aveva osservato inflessibile quella
terribile battaglia, aggrottò la fronte.
ISOLA DI TO-SHIMA
“Michael, lurido traditore, cosa stai facendo?”, sbraitò
MaCoy.
“A quanto pare”, commentò Land, “Michael non ne può più
di questa violenza”.
“Non posso crederci! E l’Eva-D?”
“La ferita agli occhi non è un problema, si rigenererà
tra breve”
“Quando sarà di nuovo a posto, voglia che uccida Michael. Deve
fare la fine che meritano tutti i traditori!”
“Come vuole”.
Anche gli operatori, sbalorditi dal gesto di Michael, fissavano il grande
schermo, e non si accorsero che il radar segnalava qualcosa di strano.
NEO-TOKYO 3
Asuka fissava l’Eva-P incredula.
Non capiva perché l’avesse salvata.
Mentre l’Eva-D restava immobile in attesa che la ferita guarisse, l’Eva-P
si chinò verso Asuka, e cacciò l’Entry Plug. “Cosa
vorrà da me?”, si chiese la ragazza.
Lo sportello si aprì, e ne uscì un ragazzo con un Plug Suit
nero.
Asuka lo fissò: “Michael?!”
Il ragazzo rapidamente scese dall'umanoide gigante, corse dalla ragazza e la
abbracciò.
Asuka, stupita, si lasciò toccare.
Il ragazzo piangeva: “Oddio, perdonami Asuka! Ti prego! Io… io
non sapevo, non credevo… Mi dispiace tanto!” Asuka sussurrò:
“Michael… che significa?”
“Mi dispiace Asuka, credimi! Mi avevano mandato in città perché
la esplorassi, ma non era previsto che mi innamorassi di te, e non sapevo
di questa tua… attività. Ti prego di credermi, non ti ho
ingannata, io ti amo sul serio”.
Asuka lo guardò in viso: i suoi occhi pieni di lacrime erano
sinceri.
Anche lei allora cominciò a piangere, e capì lo strano e crudele
scherzo del destino.
“Anche io ti amo!”, gli disse abbracciandolo.
Sul ponte di comando della Nerv, lo staff osservava la scena.
Non potevano sentire cosa dicessero i due ragazzi, e non capivano perché
si stessero abbracciando.
Poi Misato intuì tutto e disse con un filo di voce: “Quello…
è Michael?!”
ISOLA DI TO-SHIMA
“Ma cosa sta facendo?”, gridò MaCoy.
“Credo proprio che il nostro pilota si sia innamorato, senza saperlo,
di uno dei piloti della Nerv”, osservò Land.
“Ma allora…” MaCoy capì perché Michael aveva voluto
andare una seconda volta in città, e perché era tornato così
tardi.
Questa scoperta lo fece infuriare
ancora di più: “Mi ha tradito per una stronzata simile!?”
Land lo fissò.
MaCoy aveva uno sguardo assassino: “Cosa aspetta l’Eva-D?! Lo
distrugga! Lo schiacci!”
I tecnici nella sala computer mandarono i dati del nuovo obbiettivo.
NEO-TOKYO 3
L’Eva-D, rigenerata la ferita all’occhio, ricevette i nuovi
ordini e si diresse ruggendo contro i due ragazzi.
Il suo arrivo interruppe il loro abbraccio.
“Oh no! Non farò in tempo a salire sul mio Eva”, disse il
ragazzo.
Ma intervenne di nuovo Rei, che bloccò le gambe del nemico,
facendolo cadere a terra.
“Puoi fermarlo?”, domandò Asuka a Michael
“Temo di no. Questo maledetto si chiama Eva-D ed è più forte
anche del mio, la sua corazza è fatta di un metallo chiamato
adamantio, assolutamente indistruttibile”.
“Dunque non possiamo fare niente?”
Michael rifletté brevemente e disse: “Credo che ci sia un
unico modo”.
“Quale?”
Intanto l’Eva-00 con le braccia aveva afferrato da dietro l’Eva-D,
lo teneva bloccato e in quella posizione non doveva temere i suoi artigli.
Improvvisamente dagli avambracci del nemico spuntarono, dai fori situati
vicino a quelli delle lame, dei piccoli filamenti. Si agitavano come
serpentelli.
Rei li fissò con aria interrogativa, quando i filamenti si
avvinghiarono al corpo del suo Eva ed emisero una fortissima scarica
elettrica.
L’elettricità avvolse lo 00, Rei lanciò un urlo
tremendo di dolore.
“Quei filamenti hanno rilasciato una scarica da un milione di volt”
riferì Shigeru.
Lo 00 cadde a terra, con l’armatura annerita.
“E Rei?”, domandò ansiosa Misato.
“Svenuta, e temo che sia del tutto fuori combattimento”, riferì
Makoto.
“Anche Rei è andata”, commentò Asuka.
“I vostri Eva non possono farcela contro quel mostro. Ma io ho
trovato il modo”.
“Cosa vuoi fare?”
Michael non rispose, guardò la ragazza, la baciò e corse al
suo Eva.
“Michael! Michael!”, lo chiamò Asuka. Cercò di raggiungerlo
ma aveva il corpo troppo indolenzito, faticava a muoversi.
Michael salì sul Eva-P, lo attivò e si lanciò contro
l’Eva-D.
Lo afferrò saldamente per il petto, mettendogli le mani sulle
spalle per impedirgli di spiegare le ali, aprì le sue, e accendendo i
razzi alla massima potenza, si alzò in volo portandoselo dietro.
“Michael…”, sussurrò Asuka.
L’Eva-P si spostava ad una altitudine sempre più grande, in
direzione del mare.
L’Eva-D reagì, cominciò a colpire con gli artigli ed
utilizzò i filamenti elettrici.
La corazza dell’Eva-P, anche se più robusta di quella degli
Eva della Nerv, già mostrava incrinature, comunque resisteva senza
problemi alle scosse elettriche.
A un certo punto Michael disse: “Qui va bene”.
Premette un pulsante circolare posto dietro il suo sedile, e si accese un
timer con dei numeri che diminuivano a partire da sessanta.
ISOLA DI TO-SHIMA
“Attivato il dispositivo di auto- distruzione dell’Eva-P”,
gridò un operatore.
“Cosa!? No!”, esclamarono insieme Land e MaCoy.
Improvvisamente una esplosione risuonò sulla superficie dell’isola.
“Che succede?”, chiese MaCoy.
“Signore”, spiegò allarmato un operatore, “un gruppo di
quaranta aerei sta sganciando delle bombe sull’isola”.
“Merda! Ci hanno localizzato. Presto, evacuazione!”
La sirena dell’allarme risuonò, insieme ad altre esplosioni,
che rapidamente fecero crollare i tetti dell’impianto sotterraneo.
MaCoy correva verso una scala di emergenza, seguito dal dottor Land,
mentre tutto intorno, gli operatori, i tecnici, si sparpagliarono in preda al
panico.
Quando giunsero alla scala, MaCoy e Land si diressero verso un ascensore che
conduceva ad una piccola grotta nascosta tra le rocce della scogliera. Lì
attendeva un piccolo e veloce motoscafo.
“Si sbrighi dottor Land”.
“Eccomi”.
Di colpo una sovrastruttura crollò, MaCoy si gettò a terra
per evitare i frammenti, e quando si rialzò vide che il dottor Land
era rimasto schiacciato.
La formula della lega metallica era perduta.
Però MaCoy non poteva preoccuparsi di quello adesso, raggiunse la grotta e
si allontanò dall’isola, che ormai era un mare di fuoco, a
bordo del motoscafo.
NEO-TOKYO 3
“Dove sono diretti quei due Eva?”, domandò Misato.
“Adesso sono vicino al mare, all’altezza di 10.000 metri”,
rispose Shigeru.
“Cosa vorrà fare quel ragazzo?”, si chiese Ritsuko.
Ormai la corazza dell’Eva-P era piena di fessure, sangue rosso
cominciava a colare dal suo corpo, l’Eva-D continuava a colpire, ma
non poteva fare più niente.
Quando mancavano 5 secondi all’auto- distruzione Michael chiuse gli
occhi, sussurrando dolcemente: “Asuka”.
Poi fu avvolto da una grande luce.
L’esplosione fu enorme, la sua luminosità era tale che anche da grandi distanze, tutti la videro. Inclusa Asuka, che rimase in silenzio e in piedi.
Quando l’esplosione si esaurì,
la ragazza cadde in ginocchio e abbassò lo sguardo.
Lacrime iniziarono a caderle sulle ginocchia.
FINE