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Autore: lauramelzi    03/09/2015    5 recensioni
"I-io non penso sia una buona idea.." lei sussurrò piano.
La dolcezza del suo smarrimento era quasi tangibile. Stefano le sorrise, bastardo.
L'alito del fascista le accarezzava le labbra, e Gaia sentiva il suo cuore batterle come impazzito nelle orecchie.
Annegò nei suoi occhi, oltre che nella vergogna, e come ogni volta in cui i loro sguardi si incatenavano, si creò un'elettricità che pregava di essere liberata.
Perché non voleva ascoltarla ora? Perché la stava ... perché si comportava così?
Confusamente Gaia si rese conto dell'inevitabile fine che le sue labbra avrebbero fatto di lì a poco.
Doveva fermarlo, pensò sconcertata.
... faceva così con tutte, era un montato, inafferrabile e irresponsabile.
lui, lui..
Lui la guardò.
La guardò e vide sotto la fievole luce della bajour quegli occhi nocciola, così sinceri, e con essi tutte le difese che la ragazza avrebbe voluto erigere contro di lui se avesse potuto, e le fece capire immediatamente che le avrebbe annientate se mai ci fossero state, che le avrebbe fatto ciò che era inevitabile, ciò che spingeva entrambi a stuzzicarsi ogni giorno, a essere così suscettibili, vulnerabili e ... duri.
"Non è mai una buona idea a fare la differenza."
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
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Anita espirò nervosamente. Tutto questo non aveva senso, non poteva averne. In un piccolo spazio della propria mente si augurò di avere un attacco di panico, all'istante, qualcosa che non la lasciasse sola ad affrontare quella situazione assurda. A guardarlo, in faccia.
Tesa come una corda di violino, premette i propri palmi contro le spalle del ragazzo, per scostarlo dal suo corpo, cercando di evitare il suo sguardo. 
Giorgio la assecondò, e in pochi secondi fu priva del suo calore, del suo peso. Di lui.
Un senso di vertigine la colse impreparata. Il battito del cuore era come impazzito, lo sentiva nelle orecchie e nel corpo, in punti assolutamente improbabili, come le punte dei piedi e delle mani.
Vedendola così vulnerabile, Giorgio si protese verso di lei, afferrandole delicatamente i polsi.
D'improvviso lo sguardo di Anita cadde nel suo, precipitando in un oscuro oceano agitato. Non aveva la minima idea di cosa avrebbe dovuto dire, forse avrebbe dovuto scusarsi, magari  sarebbe dovuta uscire da quella cosa proprio in quel momento. Le affiorarono le lacrime agli occhi, e aprì la bocca come per dire qualcosa, ma non ne uscì che un soffio caldo.
Poi il niente, e il tutto insieme. Una sensazione stranissima, come di vuoto. Un abbraccio, con un sapore di profonda intimità, una stretta così potente da lasciarla senza fiato, senza pensieri. Senza dubbi. Un abbraccio che sapeva di futuro.
Giorgio continuò a tenerla stretta a se, mentre un nodo al petto si scioglieva lentamente. Sentirla contro di se, fragile e bella come non lo era mai stata, gli fece provare una sensazione forte, soffocante. 
"desideravo questo da ... " si sforzò di dire Giorgio, mentre qualcosa gli impediva di pronunciare le ultime parole.
"anche io" si sentì dire Anita, sorpresa con se stessa.
"forse ne avevo bisogno" sussurrò Giorgio "come una boccata d'aria fresca in mezzo a questo inquinamento."
"so ... quello che intendi" sussurrò a sua volta Anita tra le sue braccia.
Era come se non si dovessero dire niente di più, come se la cosa importante stesse succedendo. Come quando ti trovi difronte a una meraviglia della natura, e non puoi fare altro che ammirare ammutolito quello che i tuoi occhi fissano. Come quando non trovi altre parole, perché sai già che non basterebbero neanche a descriverne l'aspetto. E resti lì, a respirare, con gli occhi e il cuore pieni d'emozione.
 
 
 
Erano passate due settimane, quattordici giorni pieni di stress per le interrogazioni, da quella festa. Da quella sera, niente era più successo tra loro. E Gaia non smetteva di pensarci. Pensare a lui, ai suoi sorrisi beffardi e a quelli veri, alla delicatezza di quel tocco sulla propria pelle. 
Al marchio che inesorabilmente le aveva impresso.
Gaia era tornata a Milano per una settimana, con la speranza che cambiare aria le potesse fare qualche miracolo, ma niente. Nemmeno rivedere la sua sorellina l'aveva distratta a sufficienza. 
Quindi era ritornata con il primo treno di sabato. Aveva per la prima volta da una settimana, guardato i messaggi sul cellulare, con una speranza intima disarmante. 
Aveva fatto scorrere il dito in basso, tra tutti i messaggi, e trattenendo il respiro, aveva notato quel nome. Gargano le aveva scritto poche righe, piene di significato. 
"Non scappare da te stessa."
Gaia era scoppiata a piangere, come una bambina piccola. Tutte le sue difese contro quel ragazzo, contro quel sentimento che provava per lui, si erano frantumate. E ora non sapeva più che fare, da dove incominciare, con chi parlare.
Quel sentimento era sbagliato, lei non lo voleva. La sicurezza di essere respinta era troppo forte per la sua mente, per il suo corpo. Preferiva non vederlo, non esserne certa, non ricevere la famosa  goccia che fa traboccare il vaso. Perché è così, quando si parla di sentimenti, di ciò che ci anima, si è più fragili, più cauti. E anche più vigliacchi.
E solo la possibilità che non appena arrivata l'avesse trovato con una bella biondina tra le braccia, nella sua testa diveniva una certezza. Le sue paure dominavano sulla speranze, sui piccoli indizi che un tempo l'avevano resa felice.
La settimana successiva la passò tra i banchi di scuola, certa che non si sarebbero incontrati visti i tornei di calcetto a cui lui partecipava. Ma la certezza non è di questo mondo.
Gaia era interrogata in storia, quando qualcuno aprì la porta di schianto. Stefano, vestito con la divisa da calcetto e con la fronte imperlata di sudore, si guardò velocemente attorno. Poi, il suo sguardo trovò quello smarrito di lei. Restarono per un attimo così, immobili, con solo l'affanno di lui a rompere il silenzio che era improvvisamente nato in classe.
Il professore esordì in tono acido, appuntandogli  uno suo sguardo arcigno.
 "Gargano necessità di qualcosa?"
Stefano senza smettere di fissarla, si leccò l'angolo della bocca "di qualcuno, professore"
Gaia sentiva il cuore batterle furiosamente nel petto, mentre le guance andavano a fuoco sotto quello sguardo penetrante.
"E non può aspettare la fine della lezione?"
"No, professore. Devo rientrare in campo, ho solo due minuti." tagliò corto Stefano guardandolo per la prima volta da quando era entrato. Il professore stirò le labbra in un sorriso innervosito, ma acconsentì.
Sotto gli occhi di tutti, Gaia uscì dalla classe mentre Stefano teneva la porta aperta. Velocemente lo sorpassò, tenendo ancora in mano il quaderno. Con lo sguardo basso, sentì l'eco della porta che si chiudeva alle sue spalle.
D'un tratto Gaia si sentì spingere contro il muro, inerte. Il quaderno le scivolò dalla mano, e cadde rumorosamente sul pavimento.
"Non puoi fare così" le sussurrò Stefano roco sulle labbra, prima di baciarla famelicamente. La sua lingua penetrò con rudezza tra le sue labbra, prendendo possesso di quella bocca tanto desiderata. Gaia sentì un emozione indescrivibile crescerle in petto, esploderle in testa, animarla in corpo. Le sue mani con delicatezza si posarono tra i suoi ciuffi corvini, stringendoli a se. 
"Ti sono cresciuti" riuscì a sussurrargli sulle labbra tra un bacio e l'altro. 
"Sei mancata un eternità, ragazzina." tagliò corto lui, riprendendo subito a baciarla. Gaia sentiva le sue mani vagare sul proprio corpo, arpigliarsi a tutto ciò cui era possibile lasciare un segno. Sentiva il suo bacino muoversi contro il proprio. Stefano la sentì gemere sul proprio collo, e si impose di lasciarla andare. Per il momento.
Si girò, e non degnandola di uno sguardo si avviò verso il corridoio perpendicolare, lasciandola sola e scossa dai brividi del piacere. Il messaggio, pensò Gaia, le era stato inciso sul corpo e impresso sulle labbra.






questo capitolo è il penultimo, quasi piango >.< vorrei che questa storia continuasse all'infinito, ma come si dice "è giunta la fatidica ora". scusatemi se non ho risposto alle vostre stupende recensione, prometto di farlo al più presto ^.^ sono tutta presa dal nuovo e finale capitolo, che sarà moooolto più lungo, senza paragoni, e con un piccolo spoiler posso già dirvi che si parlerà di un "ballo ufficiale". Non vedo l'ora, grazie a tutti per il vostro affetto e sostegno, siete davvero fantastici.
tutto questo è grazie a voi <3
un bacione 
lalla
  
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