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Autore: Angel27    03/09/2015    0 recensioni
È nei momenti in cui si è più deboli...inermi, in quegli attimi di confusione ombre oscure tentano di avvolgerti con scure spire, trascinandoti in una voragine nera da cui non si può far ritorno.
Ignara di ciò che tramavano alle mie spalle lasciai che quelle ombre si insinuassero nella mia vita avvolgendo ogni cosa. Sono stata ceca ai segnali non vedevo, o meglio non volevo vedere. Tutti erano contro di me, ma questo non potevo saperlo e per anni ho continuato a vivere in un covo di assassini e bugiardi.
Era sincero il tuo dolore o sei stato tu a tradirmi? Chi sei...cosa si nasconde in te? Se solo ti fossi confidato forse tutto questo non sarebbe accaduto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!
Come ho anticipato nel primo capitolo questa ff è in fase di "restauro" dunque piano piano sto aggiustando i vari capitoli.
Dunque riguardo questo secondo cap (no, non è Steve Rogers!)  l'ho diviso e ho cambiato la forma del testo (in pratica aggiustato qualche virgola, la posizione dei dialoghi ecc.)
Spero come sempre che vi piacerà, inoltre avrete compreso che in questa ff sono presenti personaggi di altri film e libri ovviamente NON sono TUTTI MIE creazioni ma rispettivamente di: JR Tolkien (e vi ho rovinato la sopresa scusate), Cassandra Clare e la MARVEL. ESCLUSI I personaggi di MIA invenzione che riconoscerete facilmente XP
Detto ciò vi ricordo che una recensione  è sempre gradita e si accettano consigli possibilmente senza essere volgari. ;)
Grazie a tutti e buona lettura.
ANGEL27 ^.^
PS. Ho cambiato il nome della madre di Alexiel, non è più Sideria ma Josefine quindi se trovate qualche Sideria (anche non ci dovrebbero essere, ma non si sa maiXD) si parla di Josefine.

~Idris.
Il sole al tramonto illuminava con i suoi ultimi e deboli raggi il palazzo dei Morghesten.
In quella casa il silenzio regnava sovrano rendendolo un apparente luogo di pace e serenità.
"Oh siete bellissima signorina Alexiel", esclamò a gran voce Ginevra, l'ancella della bambina, mentre la guardava con orgoglio e stupore, la piccola piroettò su se stessa lasciandosi ammirare dalla madre e le ancelle.
Indossava uno splendido abito bianco e oro, il busto era fasciato da un corpetto bianco ornato da tanti fiori dorati, solo la schiena era stata lasciata scoperta per via delle maestose ali argentee, mentre la gonna bianca era ornata da fini fasce dorate verticali.
I capelli erano stati legati con uno splendido fermaglio oro in un morbido chignon, mentre al collo portava una sottile catenina del medesimo metallo con una piccola goccia di cristallo come ciondolo.
"Madre come sto?", chiese la bambina sorridendo.
Josefine, una donna dai lunghi capelli argentei, gli occhi cobalto e le eleganti ali bianco latte, la guardò con sincera emozione.
"Sei bellissima tesoro." rivelò sorridendole dolcemente.

Loki sentiva il trambusto che proveniva dalla grande sala dei ricevimenti, lui e Thor si trovavano nella stanza accanto pronti ad entrare col proprio dono. Era tradizione, infatti, che i figli del re portassero il loro presente all'inizio della festa mostrandolo a tutti i presenti.
Avevano fatto forgiare per lui una splendida spada dall'elsa dorata con incisioni asgardiane, scelte da Thor e grazie a Loki con una particolare abilità.
Entrambi erano tesi come corde di violino, non erano abituati a parlare davanti a così tante persone.
"Secondo te gli piacerà?" chiese Loki dubbioso.
"Certo!" rispose sicuro il fratello sorridendo.
"Ma ha tante armi Thor, molte di più di quelle che ha il dio della guerra! Come potrà piacergli la nostra?!" intervenne allora lui.
"Scherzi, non ha nessuna spada con queste incisioni e capacità magiche!" rispose sicuro Thor e Loki sembrò tranquillizzarsi un po' dopotutto lui non amava le armi come Odino e Thor, quindi non poteva sapere quante e quali armi avesse il Padre di tutti, certo come ogni guerriero ne conosceva bene ogni tipologia, ma non erano la sua passione.
"Miei principi è ora!" annunciò solenne una delle guardie.
 I due fecero un profondo respiro e dopo aver preso il loro dono si avviarono verso la sala del trono.
Al loro arrivo le porte si spalancarono immediatamente e Loki non poté far a meno di deglutire ansioso vedendo tutte quelle persone, Thor invece sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori per non far trasparire la sua ansia, ma il moro vide chiaramente le mani tremolanti del biondino.
Percorsero tutta la sala tra gli applausi degli invitati ed una volta arrivati davanti al trono di Odino fiancheggiato da Frigga, si inchinarono in segno di rispetto ed il padre degli dei fece cenno di far silenzio alla folla.
Thor essendo il primogenito parlò per primo.
"Padre-disse- questa spada è stata forgiata dal più nobile dei fabbri di Niðavellir, le incisioni sulla sua lama, scelte da me, sono lodi per tutte le vostre gloriose vittorie." Odino guardò con orgoglio ed ammirazione quel giovane guerriero, sorrise e fece un cenno di ringraziamento col capo, poi rivolse lo sguardo verso Loki, che se possibile divenne ancora più teso, ma riuscì a mantenere la calma e ad articolare bene il discorso.
"Padre, per rendere ancor più speciale questo dono ho dato disposizione che la sua lama fosse forgiata con un metallo proveniente dalle terre di Múspellheimr. Nulla potrà scalfire la sua lama e non vi è nulla che possa resisterle." concluse Loki, analizzando lo sguardo del padre in attesa di un suo giudizio.
Con suo grande stupore sul volto di Odino  apparve un grande sorriso ed alzatosi dal trono, con sguardo fiero, parlò.
"Un bellissimo dono figli miei vi ringrazio.- Disse solenne e tutti applaudirono - Ora che i festeggiamenti abbiano inizio e spero che per tutti voi sia una gioiosa e serena serata!", concluse tornando a sedersi sul grande trono e subito cominciò la musica e si aprirono le danze.

Alexiel guardava stupita la grande sala d'oro ornata da molti fiori e con un grande arazzo che occupava l'intera parete dietro i troni dei sovrani. Non aveva mai visto tutta quella gente in una sola sala e quando il suo sguardo cadde sul re e la regina deglutì tesa come una corda di violino.
Si avvicinò ai sovrani accompagnata dai genitori e una volta arrivati davanti alla Madre e al Padre degli dèi si inchinò in segno di rispetto.
"Vi porgo i miei più sentiti auguri re Odino a nome mio e della mia casata!" queste furono le parole del padre, Valentine.
"Mio re che il vostro reame cresca sempre più florido come la vostra forza e il vostro potere." prese la parola Josefine chinando il capo.
"Amici miei vi ringrazio è passato molto tempo dal nostro ultimo incontro, probabilmente dalla nascita della vostra piccola Alexiel. È davvero un piacere rivedervi." disse sorridendo bonario.
"È molto che non ricevo una tua lettera mia cara sorella- intervenne Frigga rivolta a Josefine- spero vada tutto bene." la donna sorrise.
"Purtroppo negli ultimi tempi siamo presi da molti incarichi, missioni e dalla nostra piccola Alexiel." concluse Josefine cingendo le spalle della piccola.
Thor e Loki, che sedevano alla sinistra ad Odino, la fissavano curiosi.
"Come è strana e quella dovrebbe essere nostra cugina? Non ho mai visto una bambina con le ali!"bisbigliò Thor al fratello, che al contrario non proferì parola si limitò a fissare la bambina cercando di comprendere il perché fosse così turbata, forse anche lei era a disagio tra tutta quella gente.
Alexiel, sentendo gli occhi dei due principi puntati su di lei, non poté non ricambiare lo sguardo curioso di Loki rimanendo incantata da quel verde così intenso, mentre il piccolo principe si era completamente perso in quel mare cobalto, che erano gli occhi della bambina, e quando lei gli sorrise dolcemente lui arrossì leggermente chiedendosi quanto era stato a fissarla.
"Quanti anni hai piccola?" la dolce voce della regina li fece tornare alla realtà. "S...sette vostra maestà" rispose lei presa un po' alla sprovvista, Frigga sorrise. "Puoi chiamarmi zia, mia cara." disse poi dolcemente, lei annuì.
"È cresciuta molto la piccola, Josefine, ha i tuoi occhi e i tuoi setosi capelli di luna... ti somiglia molto." affermò Odino guardandola con attenzione.
"Si, Alexia mi somiglia molto." convenne Josefine contemplando la piccina.
"Ora unitevi pure ai festeggiamenti- li invitò il Padre di tutti- ci sarà tempo dopo per colloquiare." così dopo aver fatto un inchino alla famiglia reale si congedarono per unirsi ai festeggiamenti.
Loki trovava tutto quel baccano tremendamente noioso c'erano tanti nobili che parlavano di argomenti che a lui non interessavano minimamente e Thor era in compagnia dei suoi amici a vantarsi, come suo solito, ed a rimembrare le gloriose vittorie di Odino, decise quindi di chiedere il permesso a Frigga di uscire nei giardini addobbati anche essi per la festa, quella acconsentì.

Alexiel prese a scrutare ogni invitato presente nella sala, rise più volte vedendo personaggi davvero strani che parlavano in modo decisamente buffo. Quando però i suoi occhi incrociarono quelli di una donna molto alta dalle maestose ali grigio cenere, le si gelò il sangue nelle vene. L'abito, nero e molto elegante, che indossava metteva in risalto il suo corpo alto e snello, i capelli corvini erano legati in una morbida acconciatura, ma ciò che la colpì maggiormente furono le rune incise sulle sue braccia come tatuaggi che le decoravano la pelle diafana. Quando la vide avvicinarsi a lei e i suoi genitori si sentì avvolgere da una strana sensazione di ansia e sollievo allo stesso tempo.
"Buonasera Valentine è molto che non ci vediamo, Josefine" il suo tono era al contempo soave e pungente.
"Imogen. È passato tanto tempo-convenne Valentine- ma non sei cambiata affatto."
Josefine prese la parola.
"Salve Imogen, se non erro è dalla battaglia di Jotunheim." disse.
"Si, sono passati davvero tanti anni, - rispose lei con fare pensieroso- questa deve essere la vostra piccola Alexiel- disse si chinandosi verso la bambina e scrutandola con attenzione- spero di averla presto tra i miei cacciatori." affermò maliziosa, Valentine sorrise.
"Certo, sarà un'ottima shadowhunter!"
Alexiel osservava la scena in silenzio scrutando con attenzione gli sguardi di Imogen e Josefine. Comprese subito che tra le due non correva buon sangue e non poté fare a meno di chiedersi il perché.
Quando lmogen Herondale si allontanò, Alexiel ebbe la strana sensazione di essere osservata si guardò intorno per capire chi fosse e solo dopo diversi minuti incontrò due vispi occhi color nocciola.
Il soggetto che la fissava era un bambino dai capelli biondi legati in una piccola coda di cavallo e dalle insolite orecchie a punta. Alexiel gli sorrise dolcemente e quello, che arrossì per l'imbarazzo, subito ricambiò il sorriso e le si avvicinò.
"Che fai ora Lego mi spii?" chiese ironica, quello sorrise.
"Non sia mai sarebbe poco cortese da parte di un principe come me." scherzò l'altro, imitando la voce di suo padre quando lo rimproverava scatenando così la risata della bambina.
Legolas era il principe di Álfheimr, lui ed Alexiel erano praticamene nati e cresciuti fino ad allora assieme. Josefine e Valentine avevano combattuto durante la battaglia su Jotunheim al fianco di re Thranduil, e grazie all'amicizia che legava i genitori ebbero la fortuna di crescere assieme.
Alexiel e Legolas cominciarono a conversare e il tempo per entrambi sembrò scorrere più velocemente. Quando però Legolas venne chiamato dal padre, per presentare il dono della propria famiglia al sovrano di Asgard, Alexiel rimase nuovamente sola e non poté fare altro che assistere alla scena.
Il dono dei sovrani di Alfheimr fu uno splendido esemplare di leone bianco, una razza molto rara che viveva nelle foreste delle ninfee sul loro pianeta. Questa particolare specie possedeva una velocità ed un eleganza unica, inoltre se stringeva un legame con una persona l'avrebbe accompagnata e protetta per tutta la sua vita.
Alexiel nonostante trovasse quel leone bellissimo, si stancò ben presto di tutta quella gente e quel trambusto, decise quindi di uscire dalla sala e recarsi presso i giardini reali, ma venne bloccata da Thor e i suoi amici.
"Quindi tu sei nostra cugina?" chiese il biondino, Alexiel lo squadrò per qualche secondo.
"Così pare." rispose, non lo trovava per nulla simpatico, aveva passato tutta la serata con i suoi amici a vantarsi del regalo fatto al Padre degli dèi ed a fissarla come se fosse una cavia da laboratorio.
"Io sono Thor e loro sono Fandral, Volsthagg, Hogun e Sif" Alexiel salutò tutti con garbo e cercò di essere il più educata possibile, ma quando il principino cominciò a farle il terzo grado si congedò da loro con una semplice scusa e si diresse finalmente ai giardini.

Loki stava sfogliando con interesse un libro sulle rune, che preferiva molto di più a quel trambusto assordante, quando un fruscio tra le siepi attirò la sua attenzione.
Vide in lontananza una piccola figura vestita di bianco ed oro che passeggiava tra le siepi, scrutandola con più attenzione notò che si trattava della strana bambina che aveva visto prima nella sala del trono.
Sembrava che non si fosse accorta di lui, ma decise ugualmente di spiarla nascosto dietro un cespuglio mentre lei continuava a camminare prestando attenzione alle varie specie di piante presenti. Improvvisamente un rumore alle sue spalle lo costrinse a voltarsi, sospirò di sollievo quando si rese conto che era solo un volatile notturno che zampettava tra i rami degli alberi, quella distrazione però gli fece perdere di vista la bambina, infatti, quando si girò nuovamente non la trovò e cominciò così a squadrare ogni centimetro del giardino dalla sua postazione alla ricerca della cugina.
"Cerchi qualcuno?" una voce alle spalle lo fece sobbalzare e scattare in piedi per lo spavento. Si girò e con sorpresa notò che la bambina ora era davanti a lui e ridacchiava divertita per la sua reazione.

Alexiel passeggiava tra le siepi dell'enorme giardino, quando sentì un rumore tra gli alberi e notò una sagoma appena visibile tra i cespugli intenta a guardarsi alle spalle.
Senza fare rumore approfittò di quell'attimo di distrazione e si alzò da terra quel poco per arrivare alle spalle dell'individuo che la stava spiando. Sorrise compiaciuta nel vedere come, il bambino dai capelli neri, ora la cercava invano
"Cerchi qualcuno?" chiese improvvisamente e quello sobbalzò scattando in piedi, Alexiel non riuscì a contenersi e così scoppiò a ridere.
Loki indignato e imbarazzato incrociò le braccia al petto.
"Ma che modi! - si lamentò - Vai spaventando sempre le persone così tu?" chiese piccato.
"E tu spii sempre le persone da dietro i cespugli?" rispose l'altra a tono.
Loki sbuffò infastidito da tanta impudenza, lui non doveva dare spiegazioni a nessuno, dopotutto era il principe e tutto gli era concesso.
Decise di non continuare oltre quella discussione e girò le spalle per andarsene.
"Io mi chiamo Alexiel e tu?" sobbalzò trovandosi la bambina di fronte all'improvviso "M...ma come hai fatto?"chiese incredulo, Alexiel sorrise indicando le ali.
"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda!" disse canzonatoria, Loki la guardò con curiosità, chiedendosi come poteva quella bambina essere tanto impertinente.
"Loki, mi chiamo Loki." dichiarò infine.
"Ti va di giocare Loki?" chiese Alexiel spiazzandolo.
"No,-disse con fare autoritario- ed ora se non ti dispiace vorrei continuare a leggere" concluse con tono neutro, lei per un attimo lo guardò seria.
"Davvero non ti va eppure sembri così triste, pensavo volessi giocare." rivelò, Loki la guardò e si ritrovò a trattenere il fiato quando incrociò gli occhi cobalto della bambina, come poteva aver letto il suo sguardo così facilmente?
"Io non sono triste! Ho tutto ciò che desidero!"rispose lui evasivo.
"Quindi hai tanti amici?"chiese lei curiosa.
"Io non ho bisogno di amici!" rispose con fare indifferente, lei sobbalzò e gli si avvicinò con uno scatto.
"Vuoi dire che non hai amici?!" Loki la guardò impassibile come per rafforzare le parole appena pronunciate. Dopo qualche minuto di silenzio dove Loki la vide intenta a fissare il vuoto pensierosa, Alexiel parlò.
"Non dire bugie!- l'altro la guardò di sbieco non capendo dove volesse andare a parare- Ne hai una" concluse prendendogli la mano e sorridendo felice.
Loki non si oppose a quella manifestazione d'affetto e realizzò che per la prima volta qualcuno che non fosse sua madre voleva stare in sua compagnia e giocare con lui.
Giocarono per tutta la notte finché la festa non si concluse ed Alexiel venne richiamata dai genitori.
"Devo andare" disse tristemente e Loki notò il suo sguardo sinceramente dispiaciuto.
"Si è tardi!" disse lui notando la sala dei ricevimenti in lontananza semivuota, vi erano solo i sovrani di Asgard ed i genitori di Alexiel, così i due bambini si avvicinarono ai rispettivi genitori.
"Alexiel, vedo che hai conosciuto mio figlio Loki" disse Frigga dolcemente, la bambina annuì sorridendo.
"Spero sarete felici di sapere che ho chiesto a mia sorella di venire a trovarci ogni settimana così potrete passare più tempo assieme."continuò scrutando lo sguardo del figlio.
Alle parole della madre gli occhi di Loki si illuminarono improvvisamente e un lieve sorriso si disegnò sulle sue labbra.
"No, madre non mi dispiace." disse poi dandosi un contegno, Alexiel però riuscì a vedere un pizzico di gioia nel suo sguardo e questo le bastò.

Da quel giorno Alexiel e Loki divennero inseparabili.
Sideria ed Alexiel si recavano spesso al palazzo e durante quelle ore insieme, lei e Loki a giocavano, praticavano la magia, studiavano.
Spesso Alexiel gli raccontava del suo addestramento, come in ogni famiglia di cacciatori il padre aveva il compito di addestrarla, gli raccontava ogni particolare, di come fosse difficile utilizzare le spade angeliche o di quanto fosse migliorata con l'arco anche grazie all'aiuto di Legolas.
La ragazza notò inoltre quanto Loki diventasse nervoso quando parlava del principe di Alfheim e, nonostante lui si ostinasse ad affermare il contrario, era sicura che fosse un po' geloso di lui.
Loki ascoltava Alexiel con attenzione ed interesse, soprattutto quando gli raccontava di Midgard e di come riusciva a viaggiare tra i mondi grazie al portale presente all'interno del palazzo. Talvolta mostrava la sua preoccupazione, poiché trovava quell'addestramento piuttosto pesante per una donna, ma Alexiel lo rassicurava spesso dicendo che dopotutto doveva cominciare a sopportare le fatiche ed il dolore da subito.
Con lo stesso interesse Alexiel ascoltava Loki quando le raccontava dei suoi allenamenti e degli studi o di quanto gli desse fastidio il comportamento autoritario ed irresponsabile di Thor. 
Col passare del tempo però l'addestramento di entrambi divenne sempre più intenso e faticoso, e i loro incontri si fecero più rari.
Alexiel, all'età di quindici anni ricevette il suo stilo e la sua prima stregaluce e con essi anche i primi marchi dal padre e per lei cominciò il vero addestramento.

 

   
 
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