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Autore: Bad Bionda Bana    03/09/2015    1 recensioni
Taei, una normale ragazza interessata di giornalismo, porta sulle sue spalle il peso di un passato difficile e doloroso. Spinta dal dovere di scoprire la verità sul suo passato, si ritroverà a fare i conti con un segreto ancora più grande.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il cameriere entra lasciando i nostri drink sul tavolino in mezzo ai due divani, Minho ed io siamo seduti ognuno su un divano, l’uno di fronte all’altra. Lui mi fissa come se aspettasse che sia io la prima a bere, e senza rendermene conto prendo in mano il mio bicchiere e bevo un sorso, in risposta lui mi sorride.
-Spero che il drink alla fragola sia di tuo gradimento.- esordisce Minho bevendo un sorso del suo drink.
-Perché mi hai portata qui?- chiedo dando sfogo al dubbio che mi ha assillato da quando siamo entrati in questa stanza così piccola e intima.
-Semplice.- sempre col bicchiere in mano si appoggia con la schiena allo schienale del divano e accavalla le gambe –Voglio conoscerti meglio Taei.- mi fa un occhiolino che ignoro.
-E perché non di là con il resto delle persone?-  insisto, rimanere da sola con un ragazzo non mi mette molto a mio agio, anche se con Taemin non ho avuto problemi. Scaccio via il pensiero, al momento la questione è un’altra.
-L’altra sala non è adatta per un po’ di chiacchiere, non hai nemmeno sentito quando ho ordinato i drink al bancone, ed eri a pochi centimetri da me.- in un lampo il suo sguardo cambia in uno più di sfida –O forse avresti voluto rimanere di là così da potermi stare più vicina, sussurrandomi tutto nell’orecchio?- mi provoca col suo sorrisino. Quelle parole mi lasciano spiazzata, questo ragazzo non è il Minho che ho conosciuto al lavoro, è un ragazzo del tutto diverso. Ad un tratto scavalla le gambe poggiando i gomiti sulle ginocchia e tenendo il bicchiere con entrambe le mani, lo sguardo fisso sul mio –Raccontami un po’ di te Taei, dei tuoi interessi oltra alla scrittura e al giornalismo, della tua famiglia.- accentua in particolare quest’ultima parola, dove vuole arrivare? Gli avevo parlato della mia famiglia quando ci siamo conosciuti, anche se non di tutta la famiglia. La mia risposta non è altro che un sorso del mio drink –Che c’è?- ride e poi torna a guardarmi dritto negli occhi –Hai paura che possa scoprire qualcosa di pericoloso?- quel suo sorrisetto inizia ad infastidirmi.
-L’unica cosa pericolosa al momento sono io per te.- lo guardo fisso negli occhi dopo aver poggiato il bicchiere vuoto, e come per magia il cameriere me ne porta subito un altro –Non so dove tu voglia arrivare, quale sia il tuo obiettivo, ma ti assicuro che non andrai molto lontano.-
-Oh, cara Taei, penso che tu mi stia sottovalutando.- per un istante potrei giurare di aver visto due Minho, e come mossa da un burattinaio prendo il nuovo drink per berne un bel sorso.

Sono al secondo drink finito, inizio a sentirmi la testa più leggera e non so quanto possa essere un bene in questa situazione. Minho continua a guardarmi con quel suo sorrisetto, quanto vorrei dargli un pugno per togliergli quell’espressione da spavaldo che ha. Ancora una volta i miei pensieri vengono interrotti dal cameriere che entra per sostituire il mio bicchiere vuoto con uno pieno.
-Allora, come sta andando la tua ricerca? Sono curioso di come verrà il tuo libro. So che ci sai fare con le parole.- beve un sorso del suo drink, a differenza mia Minho è ancora al primo bicchiere.
-Non capisco perché tutto questo tuo interesse, della mia famiglia te ne ho già parlato, mentre l’ultima volta che ti ho parlato della mia ricerca mia hai trattata come la bimba che crede ancora a Babbo Natale.- ridacchio tra un singhiozzo e l’altro –In più se ti dicessi la verità nemmeno mi crederesti.- singhiozzo ancora, le guance di un tenero rossore, forse il terzo drink era un po’ di troppo, a stomaco vuoto per di più.
-Se dici così mi incuriosisci però.- Minho se la sta ridendo dall’alto del suo essere sobrio –Non puoi biasimarmi se sono curioso. Su cosa non ti crederei?-
-È tutta la sera che hai quel sorrisetto stampato sul muso.- lo vedo sorpreso per la scelta di quel termine, intanto mi alzo e mi siedo accanto a lui –Ed è tutta la sera che non vedo l’ora di togliertelo con un bel pugno.- cerco di imitare il suo sorrisetto col risultato che sembro più ubriaca di quanto realmente non sia.
-Non hai risposto alla mia domanda Taei.- Minho si fa improvvisamente più serio, gli faccio il verso ridacchiando come una bambina dispettosa.
-Non mi sentivo trattata così da quando il mio fratellastro Onew era ancora vivo.- gli faccio una linguaccia –Sei veramente antipatico, inviti una ragazza fuori a bere in un locale e poi la lasci bere praticamente da sola.- assottiglio gli occhi –Qualcuno potrebbe pensare che tu stia cercando di farmi ubriacare per dei secondi fini.-
-Come se non lo fossi già ubriaca. Ma torniamo al nostro discorso. Non hai mai nominato nessun fratellastro di nome Onew.- l’ombra impercettibile di un sorriso compiaciuto si fa strada sul suo viso –Ancora vivo? Che fine ha fatto?-
-Penso che questi non siano affari tuoi.- gli do un colpetto col dito sul naso per poi avvicinarmi a lui –In più ti è tornato quel dannato sorrisetto che odio.- e tutto d’un tratto il buio mi inghiottì.

Apro piano gli occhi, ma non faccio in tempo a mettermi seduta che subito una fitta alla testa mi costringe a rimanere sdraiata a letto. Giuro a me stessa che non berrò mai più come la sera prima, nemmeno se ad offrire è il ragazzo più carino di questo mondo. Con una mano alla testa e una lentezza da far invidia ad una lumaca, mi dirigo fino in cucina alla ricerca di un bicchiere d’acqua e di un Moment, non ho la minima intenzione di convivere con questo mal di testa un minuto di più. Mando giù la pastiglia e bevo un sorso d’acqua. Cerco di ricordare cosa sia successo la sera prima, ma arrivata ad un certo punto mi ritrovo come un blackout nei ricordi. Mi do un colpo sulla fronte col palmo della mano sentendo di nuovo quella fitta atroce, e me la merito anche, sono stata una stupida a lasciarmi trascinare nel gioco di Minho, di sicuro lui contava sul mio ubriacarmi per avere chissà quali informazioni. Spero solo di non aver detto nulla di compromettente e di essere semplicemente svenuta. Cosa credevo? Che bere mi avrebbe aiutato a tenere la bocca chiusa? Certo, per i primi due bicchieri. Mi do un altro colpo subendo di nuovo il dolore per il dopo sbornia. Forse è meglio rimanere a casa questa mattina, dubito che riuscirei a fare qualcosa al lavoro con questo mal di testa, e per di più non ho la minima voglia di vedere Minho. Al pensiero stringo i pugni soffocando il bisogno di dare un pugno al muro. Torno in camera per prendere il telefono e avvisare il signor Kim che non sarei andata in ufficio oggi, che sarei tornata dopo il fine settimana. Prendo la borsa e cerco il telefono, ma ciò che attira la mia attenzione è altro, o meglio, la mancanza di altro. Ieri sono andata al locale direttamente dalla biblioteca, i miei appunti dovrebbero essere ancora nella borsa, invece nulla. Controllo un momento sulla scrivania e nei cassetti, ma non ci sono da nessuna parte. Non posso aver perso tutto, certo non erano così fondamentali al momento, le cose più importanti me le ricordavo, e in teoria ho tutto salvato anche sul computer. Lo prendo per certificare che i documenti siano ancora presenti ma non si accende nemmeno, cerco di non farmi prendere dal panico e riprovo. Niente, morto. Non può essere. Deve essergli successo qualcosa ieri sera, non c’è altra spiegazione, ma cosa? Mi sforzo per ricordare, ma sento il mal di testa farsi più forte. Ripercorro ciò che è accaduto da quando è venuto Minho alla biblioteca, ma nulla, ad un certo punto non ricordo più nulla. Mi sforzo ancora un po’ e alcuni flash iniziano a formarsi nella mia mente. Io con un braccio attorno alle spalle di Minho mentre un suo braccio mi sostiene dai fianchi. Lui che mi allaccia la cintura in macchina. I nostri visi un po’ troppo vicini. Scuoto la testa allontanando quella possibilità di un incontro ravvicinato, e capisco che è stato Minho a portarmi a casa, perciò lui dovrebbe sapere cosa è successo al mio computer e ai miei appunti. Sempre se non è stato direttamente lui a manometterli. Guardo la sveglia sul comodino e con piacere vedo che sono ancora in tempo per andare in ufficio, gli avrei fatto un interrogatorio peggio dei film polizieschi. Prendo il casco ed esco in fretta per salire sulla mia moto. Non appena arrivo saluto con un cenno qualsiasi persona incontri affrettandomi a salire al piano degli uffici.
-Choi Minho.- dico nel momento in cui lo vedo seduto alla sua scrivania, e a passo svelto mi avvicino.
-Buongiorno Taei, dormito bene?- sfodera il suo solito sorriso da bravo ragazzo, ma non ci casco.
-Dimmi subito cosa è successo ieri sera.- cerco di trattenermi dal dargli uno schiaffo per non alzare un polverone in ufficio –Nei minimi dettagli.- il suo sorriso si allarga.
-Addirittura i dettagli.- ridacchia –Bene, da dove dovrei partire? Da quando siamo arrivati al locale, dal tuo secondo drink o… da quando mi hai baciato?- riconosco quel sorrisetto fin troppo bene. Sgrano gli occhi stringendo poi i pugni, almeno quel ricordo l’ho cancellato.
-Da quando hai preso i miei appunti e fatto non so cosa al mio computer.- sostengo il suo sguardo tornando in me mentre il suo si fa più confuso –Quando ho controllato questa mattina, non c’erano più i miei appunti nella borsa, e il mio computer portatile è andato, nemmeno si accende. A cosa stai giocando Choi Minho?-
-Non ho la minima idea di cosa tu stia parlando, Taei.- posa lo sguardo sul casco che ho ancora in mano –Un attimo, sei venuta in moto?- mi chiede più confuso di prima –Ieri sera ti ho riportata a casa io.-

-Lo so bene che mi hai riportata a casa tua, ho piccoli ricordi.- dico quasi infastidita, rendendomi conto solo poi –Ma che diavolo- fisso il casco, se mi ha riportato a casa Minho, come è possibile che la mia moto fosse a casa? Dovrebbe essere ancora al locale –Dimenticati tutto.- gli dico scuotendo la testa –Soprattutto di quel bacio.- abbasso la voce e lo fulmino con lo sguardo per poi andare a sedermi alla mia scrivania. Qui c’è qualcosa che non torna, manca un tassello del puzzle. Chi ha riportato la mia moto a casa? Di sicuro qualcuno che sapeva dove abitassi, ma nessuno lo sa, in più mi sono trasferita da poco, dubito che ci siano già il mio numero e l’indirizzo di casa negli elenchi telefonici.



Buongiorno a tutti! E sono di nuovo qui a scrivervi... volevo avvisarvi che probabilmente "sposterò" la data di pubblicazione dei capitoli al sabato, così sono a casa dall'unversità e ho anche il mio amato internet! Detto questo, grazie ancora per le recensioni e per leggere/seguire questa storia! Grazie infinite, al prossimo capitolo!

  
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