Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: _Brooklyn_    03/09/2015    1 recensioni
Partecipa al contest #fuoricèilsole di Lilac J
"Gli agguati, le trappole, gli attacchi e correre a ripararsi senza seguire nessuna logica li fecero tornare bambini, a quando erano senza pensieri e quando passavano tutto il proprio tempo a giocare perché non c’era nulla di più importante da fare. Quando ancora Louis non aveva gli esami universitari a rincorrerlo senza dargli tregua, quando Niall non aveva assolutamente bisogno di alzarsi presto tutte le mattine per andare a lavorare al cantiere, e quando Jude vedeva ancora davanti a sé un mucchio di speranze e sogni per il futuro che invece con il tempo erano crollati."
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

_Fuori C'è Il Sole_

"...e le notti passate a fare cazzate,
un film dell'orrore e quattro risate,
non sai che fortuna passarle con te..."

Lorenzo Fragola - #Fuoricèilsole




La chiave faceva fatica a girare nella serratura arrugginita, e tutte le imprecazioni di Louis, dovute al sole che scottava sulla schiena, non rendevano quell'attesa più piacevole. Jude intanto si era già seduta sugli scalini, con l’intenzione di ingannare l’attesa rullandosi l’ennesima sigaretta della giornata, ed evitando così i suoi soliti commenti sarcastici riguardo la presunta incapacità del ragazzo.
Dopo l’ennesimo tentativo andato a male Louis  cambiò metodo, scagliandosi contro la porta con una spallata violenta, e riuscendo a entrare in casa trionfante subito dopo, gettando malamente nell’angolo l’ombrellone e la borsa degli asciugamani, avendo come unico desiderio quello di trovare da bere.
La ragazza lo seguì poco dopo, molto più fiaccata dal caldo, e appena la porta alle sue spalle fu chiusa andò a stendersi proprio di fronte al condizionatore.
"Questo divano mi sembra un miraggio!" Sbottó lei all'improvviso, riuscendo a recuperare il fiato necessario ad aprire la bocca.
Louis la raggiunse poco dopo, sorseggiando da una bottiglia di Tennent's e sospirando pesantemente.
"Per non parlare di questa birra" aggiunse subito lei "non puoi immaginare quanto l'ho desiderata tutta questa giornata in spiaggia."
Jude cercò di approfittarsene, sporgendosi verso il ragazzo per rubargli la bottiglia, ma venne prontamente bloccata.“Mi dispiace allora che dovrai desiderarla ancora per un po’” le sorrise sornione “questa è l’ultima”.
“Non fare lo stronzo” lo apostrofò, continuando invano a cercare di impadronirsi della bottiglia “non ti si addice per niente”
“Cosa vuoi che ti dica, ho imparato dalla migliore” le ammiccò, continuando a bere soddisfatto.
"Sai cosa non è affatto un miraggio?" Chiese ironica lei, sorridendo in modo furbo cercando di cambiare tattica.
"Non dirlo" provò a bloccarla subito Louis, riconoscendo quello sguardo “per una volta, una sola, prova a non essere tu la stronza della situazione”.
Jude non aveva neanche bisogno di aprire bocca per fare incazzare Louis, e non perdeva occasione di sfruttare questo piccolo vantaggio contro di lui.
Lo conosceva così bene che sapeva perfettamente quali tasti toccare, e infatti gli bastò sollevare l’indice in direzione della scrivania dall'altra parte della stanza per sentire il sospiro affranto del suo ragazzo seduto accanto a lei.
E in effetti, vedere che Louis non aveva la minima intenzione di togliersi le mani dagli occhi, cioè di guardare in faccia la realtà e affrontarla, le aveva fatto capire che aveva colpito nel segno.
Jude scoppiò a ridere rumorosamente, per poi provare a consolarlo, appoggiandosi alla sua spalla e scoccandogli un bacio sulla guancia.
"Dai, Louis, rimanda lo studio a domani" disse mentre gli accarezzava dolcemente il braccio e continuava a lasciargli dei baci vicino alle labbra "e per oggi continuiamo a divertirci."
Inizialmente Louis venne distratto da quelle attenzioni, ricambiando i baci, sempre più coinvolto,  e arrivando a spingerla all'indietro fino a ritrovarsi entrambi stesi sul divano.
Solo quando si rese conto che le sue mani erano sull’orlo dei pantaloncini di Jude riuscì a riacquistare lucidità.
"Maledizione" esclamò alzandosi sui gomiti di scatto, prima di allontanarsi completamente da lei.
"Che succede?"
"Lo sai che mancano solo quattro giorni all'esame" rispose frustrato, "e con il ripasso sono ad un punto morto."Jude iniziò a mettere il muso, per cercare di impietosire il ragazzo di fronte a lei, "tu mi hai invitato a passare il weekend da te per guardati studiare?"
"Abbiamo passato insieme tutta la mattinata, e poi l'ho fatto per onorarti della mia presenza" rispose Louis prendendo uno dei suoi libri e sedendosi sul davanzale di una finestra "e questo dovrebbe bastare a renderti felice."
Jude alzò gli occhi al cielo, scoppiando anche a ridere.
"Come siete stupidi voi ragazzi. Ci vuole ben altro per renderci felici."
Louis trattenne a stento un sorriso, mentre si accendeva una sigaretta e iniziava a studiare, ignorando completamente tutte le sue parole.




Erano le sei del pomeriggio, e Jude era troppo stanca anche per continuare a guardare Louis da lontano mentre era stesa sul divano.
Sapeva quanto fosse importante per lui quell’esame, e stava provando con tutta se stessa a non disturbarlo, ma doveva assolutamente trovare una distrazione al più presto. Per la prima mezz’ora era addirittura riuscita ad incantarsi, guardando il suo ragazzo che studiava a torso nudo poco lontano da lei, e la sua mente era stata attraversata da tanti di quei pensieri che sarebbe stato meglio portare la propria concentrazione su qualcos’altro. Così solo lo squillo del suo cellulare, e conseguente occhiataccia di Louis, riuscirono a risvegliarla.

Chiuse la chiamata, e mandò subito un messaggio a Niall prima di essere richiamata.

“Non posso parlare, altrimenti mi ammazza.”

La risposta però non si fece attendere a lungo.

“Non sta studiando sul serio…”

“Credimi.”

“Proponi qualcosa da fare, altrimenti avrai un suicidio sulla coscienza.”

La ragazza sbuffò, poggiando il cellulare da una parte e facendo ruotare lo sguardo in giro per la stanza, finché non si soffermò sulla finestra che dava sul giardino sul retro, e osservando il sole ancora alto nel cielo cominciò a sorridere maliziosa.
Mandò un ultimo messaggio al suo amico, prima di alzarsi e avvicinarsi a Louis, lasciandogli un bacio sulla guancia.
“Io vado a prendere un po’ di sole in giardino” annunciò, “se al mio ritorno starai morendo dalla disperazione non provare a dirmi che non ti avevo avvisato.”
Louis scosse la testa leggermente, per non dargliela vinta “vai tranquilla, che non avrai la mia vita sulla coscienza”.




Niall arrivò pochi minuti dopo, cercando goffamente di scavalcare il recinto che limitava il grande giardino senza fare rumore, seguendo le istruzioni che gli aveva dato Jude stessa.
“Non fare tutto questo rumore” lo apostrofò subito dopo, mormorando “lui non deve accorgersi che sei qui.”
“Mi scusi, sua maestà, se stavo cercando di salvare le mie palle dagli spuntoni in ferro del recinto” rispose subito “la prossima volta mi lascerò castrare senza provare a difendermi, se questo può renderla felice.”
“Ma non fare lo stupido!” rispose trattenendo a stento un’altra delle sue risate rumorose, dandogli un finto pugno sulla spalla.
Loro tre si conoscevano da una vita, erano letteralmente cresciuti insieme, inseparabili sin da bambini.
Insieme erano il “trio delle meraviglie”, quei tre che tutti riconoscevano come l’anima della festa, senza i quali non ci si poteva divertire.
E con il passare degli anni quel rapporto si era rafforzato talmente tanto, che neanche la nascita di quella relazione tra Louis e Jude, quasi due anni prima, aveva portato ad escludere Niall.
"Allora, qual è il piano?" Chiese il ragazzo andando a sedersi all'ombra di un albero.
"Far ricordare a Louis, almeno per un giorno, come era bella la sua vita prima di iniziare l'università!"
"Si” rispose il biondino, facendo finta di pensarci “direi che si può fare."




Louis intanto sbatteva la testa su quel libro di economia da quasi due ore, e non riusciva a spiegarsi come mai il tempo passasse così inesorabilmente.
“Chi ha deciso che devono esserci le sessioni estive avrà un girone dell’inferno privato, questo è poco ma sicuro!”
Riusciva a concentrarsi per pochi minuti di fila, tra il caldo soffocante, il pensiero di Jude fuori da sola mentre lui era costretto a studiare, ma soprattutto quel maledetto condizionatore davanti a lui che sembrava essersi rotto.
Proprio mentre cercava l’accendino per accendersi un’altra sigaretta sentì la voce di Jude chiamarlo allarmata.
Lasciò cadere la sigaretta a terra senza neanche rendersene conto, e corse verso il giardino, spaventato.
Aveva appena aperto la porta che sentì qualcosa di ghiacciato colpirlo dritto in faccia, ritrovandosi quasi completamente bagnato.
Louis si asciugò gli occhi stupito, e gli bastò sentire le risate in sottofondo di Niall per capire chi era stato l’artefice di tutto ciò.
“Direi che anche questa giornata di studio se ne sta andando a puttane vero?” chiese retorico.
“Perché” chiese il biondino “avevi il dubbio che ti avremmo lasciato studiare anche di sabato?”
Un altro colpo arrivò dritto sul torace di Louis, il quale abbassando il volto notò di avere addosso un’enorme macchia blu.
“E questa cosa sarebbe?”
“Vernice” rispose sorridente Jude poco più avanti, “per rendere le cose più interessanti”.
Louis scoppiò a ridere di cuore, racimolando un po’ di quei palloncini che i suoi amici si erano preoccupati di riempire e spargere in giro per il giardino.
Jude e Niall si scambiarono un sorriso soddisfatto, essendo riusciti a tirare fuori da quella stanza il loro amico.
“Che la guerra abbia inizio allora.”




Ed effettivamente, nelle due ore successive, quel giardino si trasformò in un vero e proprio campo di battaglia.
Gli agguati, le trappole, gli attacchi e correre a ripararsi senza seguire nessuna logica li fecero tornare bambini, a quando erano senza pensieri e quando passavano tutto il proprio tempo a giocare perché non c’era nulla di più importante da fare. Quando ancora Louis non aveva gli esami universitari a rincorrerlo senza dargli tregua, quando Niall non aveva assolutamente bisogno di alzarsi presto tutte le mattine per andare a lavorare al cantiere, e quando Jude vedeva ancora davanti a sé un mucchio di speranze e sogni per il futuro che invece con il tempo erano crollati.
Però ci sono quei momenti in cui è necessario dire “ma chi se ne fotte delle responsabilità!”, e godersi ogni piccolo soffio di felicità, prima che la stanchezza possa far commettere dei danni irreparabili, e questo Jude lo aveva capito a proprie spese.
Il sole, nel frattempo, si era fatto sempre più basso, e loro furono costretti a fermarsi per l’assenza della luce e la fine delle munizioni, e loro tre erano stesi al centro del giardino, pieno dei resti di centinaia di palloncini scoppiati, guardando soddisfatti i segni che la vernice aveva lasciato su ognuno di loro.
"Lavorare con voi è sempre un piacere" disse Niall alzandosi, "ma purtroppo devo abbandonarvi."
"Come," lo bloccò l'amico "vai già via?"
"Oggi ha un appuntamento" lo prese in giro Jude.
"Non è una cosa così seria" rispose Niall leggermente imbarazzato.
"Farò finta di crederci" continuò Louis, "e farò finta di non sapere che sei il ragazzo "dall'innamoramento facile"".
"E io farò finta di non aver sentito."
Niall raccolse la maglietta che si era tolto durante la "battaglia", e dopo aver rivolto ai suoi amici un ultimo cenno di saluto se ne andò.
Il braccio di Louis intanto era già attorno alle spalle di Jude , accarezzandole dolcemente il braccio.
"Sei stanca?" Le domandò, vedendola chiudere gli occhi.
"Da morire."
"Peccato" continuò lui, "avevo un'idea abbastanza interessante in mente."
Jude si avvicinò ulteriormente a lui, iniziando ad accarezzargli l'addome, "e sarebbe?"
"Che ne diresti di un bel bagno al chiaro di luna in piscina?"
Jude lo guardò in silenzio per qualche secondo, convinta che il ragazzo stesse scherzando, ma quando lo vide alzarsi e spogliarsi fino a rimanere solo con i boxer capì che forse era serio.
"Ma che fai? Noi non abbiamo neanche la piscina!"
Louis la ignorò, avvicinandosi sempre più alla staccionata che divideva casa sua da quella del vicino, e solo dopo essersi aggrappato con le mani al bordo di essa si voltò a parlarle.
"Non ho specificato quale piscina", e dopo averle indirizzato un occhiolino si diede una piccola spinta, per poi scavalcare il recinto e andare dall'altra parte.
Jude rimase immobile a guardare in quella direzione, convinta che lo avrebbe visto tornare di lì a poco, e invece di lui non c'era nessuna traccia.
Alla fine, riluttante, si alzò per seguirlo, e con un po' di fatica riuscì a superare anche la staccionata.
Vide la piscina dei vicini poco lontana, ma di Louis non vi era traccia.
"Lou, dove sei? Lou!" Continuava a sussurrare, per paura di attirare l'attenzione e di essere scoperta ad invadere una proprietà privata.
All'improvviso sentì due mani sulla schiena, ma non fece neanche in tempo a rendersene conto che si ritrovò a cadere dritta nella piscina.
"Louis, ora ti ammazzo!" Esclamò subito dopo, ritrovandosi completamente bagnata, con addosso ancora tutti i vestiti.
"Ora siamo pari" rispose Louis ridendo "tu mi hai fatto perdere una giornata di studio, e probabilmente mi bocceranno, e tu ora sei bagnata."
Jude ignorò le sue parole, sedendosi a bordo piscina, guardandosi preoccupata la  caviglia.
"Ehi, tutto apposto?" Domandò subito preoccupato il ragazzo.
"Credo di essermela slogata" rispose Jude nervosa.
Louis le si avvicinò di corsa, chinandosi per cercare di aiutarla, ma mentre iniziava a scusarsi per averla spinta, Jude gli prese una spalla buttandolo giù nella piscina.
Quello che non aveva calcolato, però, era di essere trascinata di nuovo giù con lui.
"Ora siamo pari" puntualizzò lei non appena furono di nuovo a galla.
"Giochi sempre sporco!"
"Ma è per questo che ti piaccio" rispose maliziosamente.
"E non solo."
Fu solo un attimo, e Louis le si era già avvicinato, bloccandola per la vita e tentando di baciarla.
Jude però lo blocco, guardandolo preoccupata.
"Dovremmo andarcene da qui, potrebbero uscire e scoprirci."
"Puoi stare tranquilla, i Robinson sono in vacanza fino alla settimana prossima".
Detto questo si riavvicinò a lei, stringendola in una dolce morsa tra il muro della piscina e le sue braccia, iniziando a baciarla con intensità sempre maggiore.
Si allontanò da lei solo di qualche centimetro, giusto per sussurrarle l’ennesima provocazione.
“Ma attenta lo stesso a non gridare, potresti risvegliare tutta la città.”
Bastò un solo secondo a Jude per aprire gli occhi e tirare un pugno nello stomaco del ragazzo ancora attaccato a lei, sebbene fu attutito dall’acqua, per poi scatenare una nuova lotta, fatta di schizzi e solletico, mani che si trovano un po’ dappertutto, corse da una parte all’altra della piscina e baci rubati, conditi da tanti “Lou, se ti prendo ti farò urlare io, ma dal dolore!”

Perché, ok, ci sono gli esami universitari che attendono e, ok, si deve pur trovare la propria strada da seguire nella vita, ma tutte le preoccupazioni possono essere rimandate a settembre se il costo da pagare è perdersi dei momenti così speciali.








Non posso credere che sto finalmente pubblicando qualcosa, dopo SECOLI, con tutte le cose che mi passano per la testa in questo periodo.
Però è anche per questo che ho deciso di partecipare al contest con una One-Shot che sa proprio di estate, leggera e spensierata come vorrei che fosse stata la mia.
Quindi, ecco qui la mia storia.
Spero vi piaccia, e che vi faccia venire un leggero sorriso sulle labbra mentre la leggete.
Un bacio a tutti!

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _Brooklyn_