Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: The Writer Of The Stars    03/09/2015    2 recensioni
“E quando lei morirà, tu, Notte, prendila con te e ritagliala in mille pezzettini, da farne tante piccole stelle: allora renderà talmente bella la faccia del cielo che il mondo non avrà occhi che per te, Notte, e nessuno farà più omaggio d’adorazione alcuna all’abbagliante sole …”
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Ispirato da un brano di William Shakespear, tratto da Romeo e Giulietta.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Petra, Ral
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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(Ambientato la notte prima della 57 esima spedizione.)

"E quando egli morrà, prendilo e taglialo in piccole stelle,

ed egli renderà così belo il volto del cielo,
che tutto il mondo si innamorerà della bellezza della notte,
e non presterà più nessun culto all'abbagliante sole."

“Romeo e Giulietta”, William Shakespear.
 
Petra sorride sempre, anche quando dorme. Levi lo sa perché l’ha osservata spesso, e anche se non glielo ha mai detto, ama il suo sorriso. Trova estremamente adorabili le piccole fossette che si formano agli angoli della bocca quando lei increspa leggermente le labbra e probabilmente è stato proprio quel sorriso puro e limpido a farlo innamorare di lei. Quando dorme poi, osservarla è uno spettacolo ancora più appagante; di solito ha le gote rosse e accaldate, dovute alla vicinanza col suo corpo, e arriccia spesso inconsapevolmente il nasino all’insù, come infastidita da chissà quali sogni. Le labbra sono distese in quel minuscolo accenno di sorriso che lo fa impazzire e i capelli, scompigliati e del color del miele, ricadono disordinatamente sulla fronte candida, donandole quell’aria un po’ forastica che lo intriga sempre.

Levi abbassa lo sguardo verso il suo petto, dove un leggero peso grava sulla cassa toracica. Gli occhi color d’oceano tempestoso si soffermano prima su quella chioma morbida e che profuma di pesca, per poi vagare sul suo viso addormentato. Sorride impercettibilmente, cullato dal respiro regolare di Petra, e osservando la sua espressione beata accigliarsi in alcuni momenti per poi tornare serena non può fare a meno di domandarsi cosa stia sognando, se magari sia proprio lui a popolare anche i suoi pensieri più nascosti. La stanza è avvolta nell’oscurità, non vi è luce artificiale alcuna ad illuminare quei due corpi avvinghiati teneramente nel bel mezzo della notte, e nonostante l’atmosfera carica di pace, Levi non può fare a meno di pensare a quel peso che gli opprime il cuore e che no, non è la testa di Petra.

Osserva la luna dal vetro limpido della finestra, rendendosi conto di quanto bella e luminosa sia quella notte, capace di illuminare lei sola il viso diafano di Petra, che sotto quella luce lattea sembra quello di una dea. È bella la luna piena, eccome se è bella, eppure Levi sa che quando il satellite si allontanerà, lasciando il suo posto all’abbagliante sole, nulla sarà più come prima. Perché sarà sotto i raggi della grande stella che i cancelli delle mura si apriranno, perché sarà il sole ad illuminare la foresta attraverso la quale cavalcheranno con le mani imbrattate del sangue dei giganti, o peggio, dei propri compagni di squadra, perché la morte è cruda e ama mostrarsi alla luce del sole, quando tutti possono ammirarla meglio e omaggiarla macabramente con barbari sacrifici in nome di un’umanità distrutta.

Levi ha paura stavolta, ma non per lui. Abbassa lo sguardo verso il volto addormentato e dolce di Petra, sentendo una morsa stringergli il cuore a quel malsano e terribile presentimento che lo opprime da giorni ormai. Lei non può morire, non ora. Ma se fosse giunto il suo momento?

Di nuovo la luna piena richiama la sua attenzione, come il sussurro di un’amante sensuale, e accompagnata dalle sue fedeli sorelle minori lo fissa immobile, aspettando che sia lui a parlare. Levi contempla la volta celeste con malcelato stupore, le stelle che risplendono in quella maniera quasi accecante eppure discreta, e in un attimo si ricorda di aver visto quello stesso spettacolo solo un’altra volta, anni prima, in compagnia di quella che era stata la sua famiglia, e ricorda che era la prima volta che vedevano le stelle e aveva pensato, accompagnato dai sospiri estasiati di Isabel e dai sorrisi di Farlan, che era proprio bella, la notte.

Eppure quella volta li aveva persi …

La consapevolezza straziante che quello spettacolo di luci possa essere nuovamente una predizione di ciò che avverrà l’indomani, del sangue che calpesterà sulla propria via lo colpisce con la potenza di un uragano, arrivando a pungergli gli occhi sotto forma di lacrime che non vuole versare e mentre gli occhi sono incatenati alla luna, la sua preghiera, la prima di tutta la sua vita, si fa strada sulle sue labbra sottili in un sussurro che risuona come un grido di implorazione al cielo, mentre sotto le sue mani di guerriero riposa e sogna il Paradiso la creatura che lo ha portato fin lì, a parlare alla faccia del cielo.

“E quando lei morirà, tu, Notte, prendila con te e ritagliala in mille pezzettini, da farne tante piccole stelle: allora renderà talmente bella la faccia del cielo che il mondo non avrà occhi che per te, Notte, e nessuno farà più omaggio d’adorazione alcuna all’abbagliante sole ..."
   
 
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